Filiera olivo-olio
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Ma «c’è una buona attesa sulla qualità» per questa raccolta di olive iniziata in anticipo. Riguardo ai volumi produttivi, in uno scenario negativo per tutto il Centro Italia, peggio di noi soltanto la Sardegna (-40%) e le Marche (-37%). Come messo in luce da Coldiretti, si può già incominciare ad assaggiare l’olio novello.
«Si preannuncia una produzione più scarsa, quest’anno, per gli oli di oliva italiani, con prospettive comunque favorevoli sul piano qualitativo». Lo ha comunicato il 25 ottobre Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ha stilato in collaborazione con Cno (Consorzio nazionale degli olivicoltori) e Unaprol (Consorzio olivicolo italiano) una prima stima sulla nuova raccolta, iniziata con alcuni giorni d’anticipo. Dall’indagine emerge che in Toscana si dovrebbe verificare un calo produttivo pari a -35% sul 2010, contro una riduzione totale italiana di circa 5% rispetto alle 527 mila tonnellate registrate dall’Istat nel 2010 (ma alla Confederazione italiana agricoltori si attendono una riduzione ancora maggiore, intorno al 10%).
A livello nazionale, «il quadro produttivo», si legge nel comunicato dell’Ismea, «rivela situazioni differenziate, con risultati migliori nelle regioni del Mezzogiorno», mentre il Centro Italia «dovrebbe ridurre di circa un terzo la produzione». Ma la situazione è ancora più variegata con differenze notevoli anche all’interno della stessa regione, come succede ad esempio in Puglia, prima produttrice di olio in Italia, dove a un incremento di produzione del 20% nel barese si contrappongono i dati molto negativi del Salento. «La componente climatica, caratterizzata da siccità e temperature elevate – spiega l’Ismea -, ha ostacolato lo sviluppo di alcuni patogeni dell’olivo, come la mosca, favorendo implicitamente la qualità. Ma in molte zone, soprattutto in quelle aree dove non si è potuto intervenire con irrigazioni di soccorso, il caldo ha anche causato fenomeni di avvizzimento della drupe, con conseguenti cadute dei frutti in fase di maturazione».
Il marcato calo produttivo delle regioni centrali, pari a circa un terzo dei volumi complessivi dell’anno scorso, è legato «soprattutto alla mancanza di precipitazioni nei mesi estivi – afferma l’Ismea – ma già dalle prime fasi fenologiche era evidente che non sarebbe stata un’annata abbondante». «Il territorio regionale toscano – continua Ismea – è costituito da molteplici situazioni micro ambientali che determinano, sovente, situazioni “a macchia di leopardo”. Ad una discreta allegazione ha fatto seguito una fruttificazione parzialmente compromessa dalle non brillanti fasi precedenti e dallo stress idrico del mese di agosto e settembre. Non ci sono particolari preoccupazioni per gli attacchi parassitari e c’è una buona attesa sulla qualità».
La qualità e il probabile aumento dei prezzi dell’olio sono per Cia i fattori positivi della situazione dell’olivicoltura, «uno dei “fiori all’occhiello” della nostra agricoltura, che oltre a vantare il secondo posto in Europa per la produzione, conta oltre 500 cultivar e 40 denominazioni Dop e Igp». Coldiretti invece, ricordato che la raccolta di olive «è iniziata in alcune zone anche un mese in anticipo per effetto del caldo e della ridotta piovosità estiva e autunnale», ha segnalato che in qualche area è già possibile «cominciare ad assaggiare l’olio novello – così si chiama quello in vendita sino a non più di 4 mesi dall’estrazione – che si caratterizza per un gusto spiccato fruttato quasi piccante, ha una maggiore quantità di sostanze antiossidanti e una minore acidità».
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
“II Convegno nazionale dell’olivo e dell’olio” a Perugia 21-23 settembre. I temi caldi della filiera: multifunzionalità, mercato, valorizzazione commerciale, aspetti varietali, biotecnologie, vivaismo, modelli di impianto, tecniche colturali, meccanizzazione, difesa, tecnologie di trasformazione, qualità e tipicità olio, sottoprodotti.
Tre giornate di relazioni e dibattiti di alto livello scientifico con un obiettivo difficile: «definire le strategie più opportune per aumentare la competitività dell’olivicoltura italiana nel contesto internazionale». Da mercoledì 21 a venerdì 23 settembre a Perugia, presso il complesso monumentale di S. Pietro - facoltà di Agraria, si svolge il “II Convegno nazionale dell’olivo e dell’olio”, organizzato da gruppo di lavoro “Olivo ed olio” della Società ortoflorofrutticoltura italiana (Soi), Università di Perugia e Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio. E sarà dedicato proprio a quest’ultima, che ha sede a Spoleto, e ai suoi cinquant’anni superati da poco (l’anno scorso) la sorta di prologo del convegno che avverrà mercoledì 21 mattina e sarà coordinato dal presidente della suddetta Accademia, Gian Francesco Montedoro.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
La Confederazione italiana agricoltori – Toscana punta il dito sui prezzi di vendita troppo bassi per garantire un reddito ai produttori nell’attuale contesto e chiede di «attivare subito un tavolo di filiera regionale».
«Il settore è di fronte a una crisi senza precedenti» e ci vuole uno sforzo straordinario «dell’intero sistema olivicolo regionale». E’ quanto sostenuto in una nota della Confederazione italiana agricoltori (Cia) della Toscana in cui si legge anche che il reddito dei produttori è «sempre più a rischio per un progressivo calo dei prezzi di vendita dell’olio, che per il prodotto Igp Toscano ha raggiunto la cifra di 4-4,5 euro al kg, che vuol dire abbandono degli oliveti», dato che la «soglia di sopravvivenza» è ad «almeno 8-9 euro al kg».
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Anche Coldiretti lancia l’allarme soffermandosi sui riflessi sui prezzi alimentari e puntando sul progetto di una «filiera agricola tutta italiana». Nota preoccupata ma più cauta da Confagricoltura.
«Non solo la reintroduzione ma anche l’estensione del “bonus gasolio” per tutte le aziende agricole». Lo chiede la Confederazione italiana agricoltori (Cia) in una nota in cui si legge che «la situazione è diventata insostenibile e non solo per le serre».
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Sono positivi i dati relativi al primo semestre del 2010 riguardo agli scambi internazionali del settore olio di oliva. La ripresa riguarda sia i quantitativi che il valore e registrano un +1% rispetto allo stesso periodo 2009. Un segnale positivo che fa ben sperare per la ripresa delle contrattazioni di fronte alla caduta generalizzata dei consumi. L'indagine condotta dall'Osservatorio economico di Unaprol – il consorzio olivicolo italiano – in occasione della fiera dell'artigianato e dell'agricoltura di Puegnago del Garda (Bs), evidenzia che nel primo trimestre 2010 dalle frontiere comunitarie sono partite oltre 70mila tonnellate di oli extra vergini con un incremento del 30% per un introito di oltre 340 milioni di euro.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Un programma di livello internazionale, quello di Olea 2009. Gli argomenti trattati ed i relatori, daranno un contributo sia consuntivo del lavoro svolto che prospettico e quindi in termini d'innovazione del comparto Olivicolo. Grazie ad un lavoro di ricerca che vede tradursi in risultati concreti, lo stimolo offerto da Olea 2009, servirà all’imprenditoria per meglio comprendere il valore della ricerca e di queste sinergie tra ricercatori, scuola e impresa, trait d’union fondamentale per il comparto Agro_Ambientale.