Un albero, fiore, pianta per...
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Dieci piante nominate per il premio "Show Your Colours Award IPM 2025". L'evento punta su design accattivante, storytelling e concept unici per promuovere piante ad alto valore percepito e massimizzare i margini di contribuzione. La premiazione il 30 gennaio.
Sono state annunciate le dieci nomination per il prestigioso Show Your Colours Award IPM 2025, organizzato nell’ambito della fiera internazionale IPM Essen. Il premio, ideato per valorizzare le piante con un valore aggiunto distintivo, riconosce gli sforzi degli espositori nel coniugare creatività e qualità. Tra le candidature selezionate spiccano innovazioni nei design dei vasi, etichette curate e concept unici capaci di raccontare storie che catturano l’attenzione del pubblico e dei professionisti del settore.
LE PIANTE IN NOMINA:
Snack Dino - Mediflora Lehrhuber GmbH- Fragaria x ananassa Duch Queeny - ABZ Seeds
- Helleborus 'Winter Sparkle® White' - Colour Your Season
- Hydrangea arborescens 'BAIful' EUPBRAF - FlowerWOW® - Bailey Nurseries International
- Hydrangea panicolata 'Groundbreaker® Blush' - Diderk Heinje Pflanzenhandelsgesellschaft
- Hydrangea serrata 'Magic Pillow' - Plant Select
- Nordic Garden Beauties® - Gebr Seuren Kwekerijen BV
- Ibridi di rododendro 'Maximus' e 'Hercules' - Leybaert BV
- Rosa Hybrid Sweet Home Roses® - Roses Forever ApS
- Sarcococca hookerinana 'Winter Gem'® - Kwekerij Roos
PROCESSO DI SELEZIONE E VOTAZIONE
Le piante nominate saranno esposte nella Hall 8 durante i tre giorni della fiera (28-30 gennaio 2025). Il pubblico avrà l'opportunità di votare utilizzando gettoni forniti dall’organizzazione. Una giuria di esperti, invece, valuterà i prodotti sulla base del loro design, concept e capacità narrativa. L’annuncio del vincitore avverrà il 30 gennaio alle ore 15:00 presso lo stand BIZZ Holland (Hall 8, stand 8A30-4).
UN PREMIO CHE INCORAGGIA L’INNOVAZIONE
Il premio mira a premiare non solo la bellezza delle piante ma anche la capacità di raccontare una storia attraverso di esse. Questo approccio multidimensionale stimola le aziende a innovare, integrando marketing narrativo e design creativo, elementi chiave per attrarre consumatori e professionisti del settore.
L’evento, rappresenta una potenziale vetrina internazionale per i vivai e i produttori, sottolineando l’importanza della valorizzazione del prodotto per emergere in un mercato competitivo e sempre più orientato alla sostenibilità e al racconto.
Andrea Vitali
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Ritmo serrato, stress e poche ore di sonno: ecco alcune piante medicinali che ci aiutano a recuperare energia e a combattere la stanchezza passeggera.
1. Ginseng
Il ginseng è una radice preziosa nella medicina asiatica tradizionale, nota per le sue proprietà tonificanti e adattogene, capaci di stimolare l’organismo e combattere la fatica fisica e mentale. Le sue radici, che si raccolgono a partire dal quarto anno di crescita, sono utilizzate sotto forma di infusi o decotti per fornire una spinta mattutina. Consigliata per ritrovare vitalità durante convalescenze o periodi di stress, questa pianta si coltiva in ombra parziale su terreni ben drenati.
2. Eleuterococco
3. Rodiola (Rhodiola rosea)
4. Caffè (Coffea arabica)
Il caffè è una delle fonti di energia più popolari per affrontare momenti di stanchezza. Grazie alla caffeina, aiuta a migliorare l’attenzione e a combattere la fatica. Tuttavia, va consumato con moderazione, poiché può provocare acidità gastrica e influire sulla pressione sanguigna. Il caffè viene coltivato come pianta ornamentale nei climi temperati, ma richiede protezione dalle basse temperature.
5. Rosa canina
Queste piante medicinali sono preziose alleate per affrontare la stanchezza passeggera e ritrovare energia in modo naturale.
Anne Claire Budin
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Shyam Sunder Paliwal celebra ogni bambina nata a Piplantri piantando 111 alberi. Questa iniziativa promuove uguaglianza di genere e sostenibilità, ispirando comunità in tutta l’India.
Shyam Sunder Paliwal è un ex capo del villaggio di Piplantri, Rajasthan, che ha trasformato una tragedia personale in una missione per il bene comune. La morte prematura della figlia Kiran, avvenuta nel 2006, ha spinto Paliwal a riflettere sulla vulnerabilità delle bambine nella società e sull’impatto che la mancanza di risorse naturali aveva sul suo villaggio. Questo dolore si è presto trasformato in una determinazione: onorare la memoria della figlia promuovendo un’iniziativa che proteggesse e valorizzasse le bambine, creando al contempo un futuro sostenibile per la comunità.
Nacque così l’idea di piantare 111 alberi per ogni bambina nata nel villaggio, un numero che in India simboleggia prosperità e successo. Paliwal ha sostenuto questa pratica con un sistema di protezione economica e sociale, ispirato dalla sua visione per un villaggio più inclusivo e prospero. Il programma, unico nel suo genere, prevede che le famiglie aprano un fondo fiduciario per le neonate, con l’obbligo di impegnarsi a non costringerle al matrimonio precoce e a garantire loro un’istruzione completa. Questa clausola serve a spezzare il ciclo di povertà e pregiudizio che affligge molte famiglie, stimolando la valorizzazione della figura femminile.
Paliwal ha anche dato una dimensione ecologica al progetto: piantare alberi non solo celebra la vita delle bambine, ma offre una risposta concreta ai problemi ambientali locali. Grazie alla sua iniziativa, la comunità ha piantato decine di migliaia di alberi, molti dei quali da frutto, come il mango e il neem, le cui proprietà medicinali sono ben note nella medicina ayurvedica. Questi alberi rafforzano la biodiversità, contribuiscono a trattenere il suolo e migliorano le risorse idriche, contrastando l’erosione e la desertificazione, problemi critici nella regione del Rajasthan.
Shyam Sunder Paliwal ha continuato a promuovere il progetto in tutta l’India, sensibilizzando sull’importanza dell’uguaglianza di genere e della sostenibilità ambientale. Il suo operato ha ispirato altre comunità ad adottare pratiche simili, mostrando che un’iniziativa locale può diventare un modello nazionale. Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti e Paliwal viene oggi considerato un simbolo di resilienza e leadership orientata al bene comune. La sua visione si estende oltre Piplantri, rappresentando un potente esempio di come un leader motivato possa trasformare una comunità attraverso azioni semplici ma profondamente significative.
Paliwal ha infatti dimostrato che la sostenibilità e l’uguaglianza di genere possono essere promosse simultaneamente attraverso progetti concreti e pratiche locali. La sua storia continua a ispirare movimenti e persone, portando un messaggio forte e chiaro: ogni bambina ha il diritto di crescere in un ambiente che la rispetti e la valorizzi, proprio come ogni albero ha il diritto di crescere e contribuire alla salute della terra.
Anne Claire Budin
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Simbolo d’identità per la Palestina, l’olivo è al centro del libro Anchor in the Landscape di Adam Broomberg e Rafael Gonzalez. Attraverso ritratti in bianco e nero, i fotografi raccontano la distruzione di 800.000 olivi dal 1967, offrendo un potente sguardo su memoria e resistenza di un popolo.
L’olivo è molto più di un semplice albero nel paesaggio palestinese: è un simbolo di identità, cultura e resistenza. Con profonde radici storiche, non solo sostiene le vite di oltre 100.000 famiglie palestinesi, ma rappresenta anche un baluardo di tradizioni millenarie e appartenenza. Tuttavia, sin dal 1967, ben 800.000 olivi palestinesi sono stati distrutti dalle autorità israeliane e dai coloni, un atto che colpisce al cuore non solo la terra, ma anche il popolo che vi è legato. Nel libro Anchor in the Landscape, i fotografi Adam Broomberg e Rafael Gonzalez raccontano la storia di questi alberi, immortalando attraverso la loro macchina fotografica olivi millenari nella Palestina occupata.
Le immagini in bianco e nero presenti nel libro non sono semplici rappresentazioni botaniche, ma veri e propri ritratti di resistenza, di resilienza e di memoria storica. Ogni scatto, accompagnato dalla precisa localizzazione geografica, diventa un punto fermo in un paesaggio in continuo mutamento, devastato da conflitti e occupazioni. La distruzione di questi alberi non è solo un danno materiale; è una ferita inflitta all'identità e alla dignità di un popolo.
Broomberg e Gonzalez, con il loro lavoro, offrono uno sguardo silenzioso ma potente su queste vite sospese, portando alla luce una realtà che troppo spesso rimane celata nelle ombre. Le fotografie, apparentemente neutre, rivelano invece una violenza sottile, quella dell’occupazione, del furto e della distruzione sistematica di una cultura radicata in queste terre. In un tempo in cui la solidarietà e l'azione concreta sono sempre più necessarie, questo libro ci invita a riflettere sulla distruzione e sul valore simbolico di questi olivi.
Ci ricorda che il silenzio e l’indifferenza non sono più un’opzione. Ogni albero rappresenta un legame profondo tra il popolo palestinese e la propria terra, un legame che, nonostante tutto, resiste. In questo contesto, Anchor in the Landscape diventa non solo un’opera d’arte fotografica, ma anche uno strumento di consapevolezza e sensibilizzazione. Guardare questi olivi secolari è come guardare negli occhi di chi ha vissuto la resistenza, la perdita e la speranza. Un libro che, forse, potrebbe scuotere anche i più indifferenti, aiutandoli a comprendere l’orrore silenzioso che si cela dietro la bellezza e la forza di questi alberi.
Redazione