Filiera olivo-olio
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“II Convegno nazionale dell’olivo e dell’olio” a Perugia 21-23 settembre. I temi caldi della filiera: multifunzionalità, mercato, valorizzazione commerciale, aspetti varietali, biotecnologie, vivaismo, modelli di impianto, tecniche colturali, meccanizzazione, difesa, tecnologie di trasformazione, qualità e tipicità olio, sottoprodotti.
Tre giornate di relazioni e dibattiti di alto livello scientifico con un obiettivo difficile: «definire le strategie più opportune per aumentare la competitività dell’olivicoltura italiana nel contesto internazionale». Da mercoledì 21 a venerdì 23 settembre a Perugia, presso il complesso monumentale di S. Pietro - facoltà di Agraria, si svolge il “II Convegno nazionale dell’olivo e dell’olio”, organizzato da gruppo di lavoro “Olivo ed olio” della Società ortoflorofrutticoltura italiana (Soi), Università di Perugia e Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio. E sarà dedicato proprio a quest’ultima, che ha sede a Spoleto, e ai suoi cinquant’anni superati da poco (l’anno scorso) la sorta di prologo del convegno che avverrà mercoledì 21 mattina e sarà coordinato dal presidente della suddetta Accademia, Gian Francesco Montedoro.
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La Confederazione italiana agricoltori – Toscana punta il dito sui prezzi di vendita troppo bassi per garantire un reddito ai produttori nell’attuale contesto e chiede di «attivare subito un tavolo di filiera regionale».
«Il settore è di fronte a una crisi senza precedenti» e ci vuole uno sforzo straordinario «dell’intero sistema olivicolo regionale». E’ quanto sostenuto in una nota della Confederazione italiana agricoltori (Cia) della Toscana in cui si legge anche che il reddito dei produttori è «sempre più a rischio per un progressivo calo dei prezzi di vendita dell’olio, che per il prodotto Igp Toscano ha raggiunto la cifra di 4-4,5 euro al kg, che vuol dire abbandono degli oliveti», dato che la «soglia di sopravvivenza» è ad «almeno 8-9 euro al kg».
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Anche Coldiretti lancia l’allarme soffermandosi sui riflessi sui prezzi alimentari e puntando sul progetto di una «filiera agricola tutta italiana». Nota preoccupata ma più cauta da Confagricoltura.
«Non solo la reintroduzione ma anche l’estensione del “bonus gasolio” per tutte le aziende agricole». Lo chiede la Confederazione italiana agricoltori (Cia) in una nota in cui si legge che «la situazione è diventata insostenibile e non solo per le serre».
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Sono positivi i dati relativi al primo semestre del 2010 riguardo agli scambi internazionali del settore olio di oliva. La ripresa riguarda sia i quantitativi che il valore e registrano un +1% rispetto allo stesso periodo 2009. Un segnale positivo che fa ben sperare per la ripresa delle contrattazioni di fronte alla caduta generalizzata dei consumi. L'indagine condotta dall'Osservatorio economico di Unaprol – il consorzio olivicolo italiano – in occasione della fiera dell'artigianato e dell'agricoltura di Puegnago del Garda (Bs), evidenzia che nel primo trimestre 2010 dalle frontiere comunitarie sono partite oltre 70mila tonnellate di oli extra vergini con un incremento del 30% per un introito di oltre 340 milioni di euro.
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Un programma di livello internazionale, quello di Olea 2009. Gli argomenti trattati ed i relatori, daranno un contributo sia consuntivo del lavoro svolto che prospettico e quindi in termini d'innovazione del comparto Olivicolo. Grazie ad un lavoro di ricerca che vede tradursi in risultati concreti, lo stimolo offerto da Olea 2009, servirà all’imprenditoria per meglio comprendere il valore della ricerca e di queste sinergie tra ricercatori, scuola e impresa, trait d’union fondamentale per il comparto Agro_Ambientale.
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Per la Cia situazione drammatica per le imprese floricole della Toscana, molte delle quali rischiano di chiudere, a causa soprattutto delle dilaganti importazioni da parte dei paesi terzi
di C. S.
Il fiore toscano è sempre più in crisi. Stessa sorte per il comparto floricolo nazionale ed europeo.