Filiera olivo-olio

“Si è concluso positivamente il contenzioso con la Commissione europea, che nel 2009 aveva avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia sull’esenzione dall’accisa sul gasolio destinato al riscaldamento delle serre”.


Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato la comunicazione con la quale nei giorni scorsi la Commissione Ue ha informato le Autorità italiane che, dopo aver preso atto dei risultati dei controlli effettuati su 21.498 aziende coinvolte, per un importo complessivo di 99.326.141,93 euro, non vi sono aiuti da recuperare.

“Si tratta di un risultato molto importante – ha dichiarato il Ministro – prima di tutto per i nostri produttori. Si chiude così una vicenda annosa, con un successo ottenuto grazie a un’attività capillare svolta dagli uffici del Ministero in stretta collaborazione con le Regioni e le Province autonome, che si è resa necessaria per l’elevato numero di aziende interessate”.

Fonte Ufficio Stampa

 

Le agevolazioni per il gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, previste dal decreto legge “Del fare”, approvato definitivamente nel giugno scorso, non sono ancora entrate in vigore poiché manca il decreto operativo da parte del ministero delle Politiche agricole, di concerto con quello dell’Economia. E’ una situazione che sta creando difficoltà e disorientamento fra gli agricoltori, ma anche nelle amministrazioni interessate. E’ quanto denuncia Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare.

 
In una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, il coordinatore di Agrinsieme Giuseppe Politi chiede “la solerte soluzione del problema attraverso l’emanazione in tempi brevi del decreto, visto che le imprese che realizzano produzioni in colture protette hanno già iniziato ad acquistare il gasolio agricolo e in alcuni casi anche ad utilizzarlo

Il coordinatore di Agrinsieme ricorda come sia indispensabile che l’agevolazione sull’accisa per il gasolio (un’aliquota pari a 25 euro per mille litri) venga applicata a partire dal primo agosto scorso, come previsto dalla legge “Del Fare”. “Per questa ragione -scrive Politi al ministro De Girolamo- il decreto operativo dovrà prevedere specifiche disposizioni per il recupero della maggiore accisa versata dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali per gli acquisti già effettuati tra il primo agosto e la data di entrata in vigore del provvedimento. Altrimenti, si correrebbe il rischio di vanificare l’efficacia di una legge che ha l’obiettivo di contribuire alla diminuzione dei costi in un comparto in forte difficoltà”.

Al Summer Fancy Food Show di New York, dal 30 giugno al 2 luglio, al centro dell’attenzione anche l’olio d’oliva italiano, che nel 2012 è cresciuto del 9% in valore arrivando al 58% (307 milioni di euro) dell’import Usa di oli vergini. In mostra in questa importante vetrina del mercato alimentare Usa, oli extra vergini di oliva a marchio Foi.

Meno posti di lavoro, meno pasti fuori casa. La crisi economica ha cambiato le abitudini alimentari degli americani; nuove tendenze e stili di vita stanno orientando i consumi che incidono sull'industria alimentare. Gli americani mangiano sempre più spesso a casa e per questo motivo si fanno sempre più scelte di acquisto e si comprano più prodotti a marchio privato. Il consumatore medio spende circa 110 dollari a settimana per mangiare e un quarto è speso per specialità alimentari. Un terzo dei consumatori americani acquista specialità alimentari perché li hanno visti utilizzare in un cooking show televisivo. Un terzo dei pasti viene preparato in casa e nella classifica dei cibi realizzati al primo posto vi sono specialità americane (92%), italiane (79%), messicane/latine (63%), cinesi (42%).
È il profilo delle nuove tendenze alimentari americane che è emerso al Summer Fancy Food di New York (30 giugno - 20 luglio), dove Unaprol e Ice hanno concluso la prima intesa operativa sull’olio extra vergine di oliva. Due anni di proficua collaborazione, tra pubblico e privato, con incoming di operatori, buyer e giornalisti in Italia; eventi promozionali all’estero con educational e workshop; azioni di sensibilizzazione in generale dei consumatori di Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong, Austria, Belgio e Russia.
Gli Stati Uniti rappresentano il mercato d’elezione per gli oli italiani. Rispetto al 2011, nel 2012 le forniture dall’Italia sono aumentate in volume del 10%. Gli Stati Uniti hanno acquistato dall’Italia circa 110.000 tonnellate di oli vergini per un corrispondente valore di 307 milioni di euro. L’Italia detiene una quota del 54% in quantità e del 58% in valore delle importazioni statunitensi di oli vergini. L’analisi dei dati in valore mostra un andamento in linea con i dati in volume e mostrano una progressione del 9% rispetto al 2011. Per quanto riguarda le vendite al dettaglio sul mercato statunitense, l’olio d’oliva, all’interno delle tipologie di olio vendute, rappresenta il 15% in volume ed il 37% in valore. Sul totale dell’olio venduto in confezioni da litro, il 59% è rappresentato da olio extra vergine di oliva ed il 62% delle confezioni è realizzato in vetro. La bottiglia da mezzo litro è la più venduta.
L’Intesa siglata tra Ministero dello Sviluppo Economico, l’Ice - Agenzia per la promozione e l’internazionalizzazione del Made in Italy e l’Unaprol, che opera nell’ambito dell’internazionalizzazione dei contratti di filiera sottoscritti con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha celebrato il primo esperimento in assoluto tra pubblico e privato per il sostegno di azioni in favore dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità italiano. Per quest’ultima tappa selezionati alcuni tra i migliori oli extra vergini di oliva a marchio FOI della filiera olivicola firmata dagli olivicoltori italiani.
Buyer e giornalisti della Grande Mela hanno potuto apprezzare la diversità dei profili sensoriali offerta dai prodotti delle aziende Redoro Frantoi Veneti di Grezzana (VR), Società Agricola Trevi il Frantoio di Trevi (PG), Oleificio Guglielmi di Andria (BAT), Oleificio Cooperativo Paladino di Palo del Colle (BA). L’evento si è concluso con il Find the Fake, ovvero scova l’intruso che. Una prova di degustazione comparativa che aiuta giornalisti e buyer ad individuare e separare oli di scarsa qualità distinguendoli da quelli di alta qualità italiana.

Fonte Unaprol

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Il responsabile di Cia Pescia, Francesco Bini, illustra la riduzione a 25 euro + iva per 1000 litri dell’accisa sul gasolio usato nel riscaldamento delle coltivazioni in serra - fra cui quelle floricole - previsto nel “decreto del fare”. Soddisfazione ma senza entusiasmo: i risparmi non sono risolutivi ed è un punto interrogativo l’obbligo alla progressiva diminuzione dell’impiego di gasolio.

Per le aziende ortoflorovivaistiche più diffuse nella Valdinievole la riduzione dell’accisa sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni in serra a 27,5 euro (iva inclusa) per 1000 litri, a partire dall’agosto 2013, significherà un risparmio di alcune centinaia di euro all’anno. Un taglio dei costi senz’altro gradito, ma non tale da suscitare facili entusiasmi.
E’ quanto emerge da un colloquio col responsabile di Cia Pescia, Francesco Bini, a proposito della misura prevista nel “decreto del fare” approvato dal Consiglio dei ministri il 15 giugno scorso. Una misura che la Confederazione italiana agricoltori ha illustrato il 20 giugno con una comunicazione ai suoi iscritti che coltivano in serra.
Come ben riassunto nella tabella della comunicazione, l’attuale aliquota ordinaria dell’accisa sul gasolio è di 403,21 euro per 1000 litri, ma per gli agricoltori che coltivano in serra è in vigore un’aliquota agevolata pari al 22% dell’aliquota ordinaria, vale a dire 88,71 euro per 1000 litri (che con l’Iva diventano 97,58 euro). Dunque passando - come previsto dal decreto del fare - a una aliquota agevolata di 25 euro (iva esclusa) per 1000 litri si risparmiano oltre 63 euro ogni 1000 litri (-72%), cioè circa 6 centesimi al litro.
La nuova agevolazione sull’accisa, in vigore dall’1 agosto 2013, è riservata agli agricoltori professionali: i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli regolarmente iscritti alle rispettive gestioni previdenziali. Ma non è l’unico vincolo. Come si legge nella comunicazione della Cia, “la riduzione è subordinata all’obbligo assunto dagli agricoltori interessati, in sede di richiesta dell’assegnazione del gasolio […] di rispettare la progressiva diminuzione del consumo dello stesso”. In altri termini, come esemplifica Bini, “se nell’anno 2012 un’azienda ha consumato 15 mila litri di gasolio, per avere la riduzione dovrà l’anno successivo consumare meno di 15 mila litri”. Quanto meno? “Ancora non si sa”, dice Bini, ma arriveranno poi i necessari chiarimenti, in ultimo quelli di Artea.
Ma il punto interrogativo non è legato solo alla quantificazione della progressiva diminuzione del consumo di gasolio, ma alla logica stessa del vincolo. E al cronista che sottolinea l’apparente paradosso del voler da un lato ridurre i costi del gasolio per gli agricoltori e dall’altro obbligarli a diminuirne il consumo, Bini replica che in effetti non sembra questo il modo più immediato “per favorire l’aumento della produzione”.
Al di là di questa perplessità, Bini è comunque moderatamente soddisfatto per l’abbattimento dei costi delle coltivazioni in serra. Con un consumo medio annuale di 10 mila litri di gasolio, concentrati nei quattro mesi fra novembre e febbraio, spiega, le tipiche aziende dell’ortoflorovivaismo pesciatine potranno risparmiare circa 600 euro all’anno. Tuttavia, ricorda il responsabile di Cia Pescia, fino al novembre 2009, quando fu tolta l’esenzione, “le coltivazioni sotto serra non pagavano l’accisa”. E tale scelta, combinata con l’aumento dei prezzi del gasolio, ha fatto sì che negli ultimi anni si sia assistito a una netta riduzione delle produzioni invernali di fiori recisi e anche, da parte di alcune aziende, alla spostamento verso coltivazioni di piante a basso consumo di gasolio. “Mentre le aziende che avevano maggiore propensione all’investimento – spiega – hanno coibentato le serre riducendo la dispersione termica oppure sono passate alle caldaie a biomasse”.

Lorenzo Sandiford
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Ad Assitol, il presidente di Unaprol ha sostenuto che “l’intesa raggiunta all’interno della filiera sul Sistema di qualità nazionale (Sqn) per l’olio extra vergine di oliva” deve essere interpretata come il “punto di partenza di un nuovo dialogo tra produttori, industria, commercio e Gdo con l’obiettivo di rafforzare la tracciabilità e la riconoscibilità della nostra migliore produzione nazionale”. L’Sqn serve a valorizzare i prodotti sul mercato ma anche ad accedere ad aiuti specifici nell’ambito dei fondi comunitari.

“Il Sistema di qualità nazionale (Sqn) per l’olio extra vergine di oliva può rappresentare la base di un nuovo inizio nei rapporti di correttezza e trasparenza all’interno della filiera dell’olio extra vergine di oliva”.  
Lo ha dichiarato ieri Massimo Gargano, presidente di Unaprol, al convegno annuale di Assitol sul monitoraggio dei dati del comparto. Gargano ha riferito che “l’intesa raggiunta all’interno della filiera sul Sistema di qualità nazionale deve essere interpretata come punto di partenza di un nuovo dialogo tra produttori, industria, commercio e Gdo con l’obiettivo di rafforzare la tracciabilità e la riconoscibilità della nostra migliore produzione nazionale”. Il vero made in Italy, quello della filiera agricola italiana, secondo Unaprol, può competere solo con l’eccellenza delle sue produzioni e non con la politica dei bassi prezzi che brucia ricchezza e rende tutti più poveri e dà meno sicurezza ai consumatori.
“Di fronte a queste indiscutibili opportunità - ha aggiunto Gargano - l’olivicoltura italiana deve però misurarsi ancora oggi con una mentalità che non predilige il fare sistema, cui si aggiunge una cattiva rappresentanza nel settore che continua a vivere di rendite obsolete. L’Italia per vincere sui mercati deve puntare su alta qualità, tracciabilità delle produzioni e origine certa che sono valori del territorio. Dubbi e scorciatoie non aiutano il mercato a fare pulizia ma ad inquinarlo e, quindi, indebolirlo”.  
In questo quadro il sistema di qualità nazionale è particolarmente importante perché, oltre a consentire una valorizzazione dei prodotti a livello di mercato, permetterà agli operatori del settore di poter accedere ad aiuti specifici nell’ambito dei fondi comunitari previsti dal  Reg. (CE) n. 1974/2006, che l’Italia sta mettendo a punto.
“A tutela degli interessi di tutte le imprese serie del settore e a garanzia del consumatore occorre sostenere la proposta di istituzione della commissione parlamentare d'inchiesta anticontraffazione, per alzare livello di contrasto a frodi e sofisticazioni". Secondo Interpol ed Europol la contraffazione alimentare in Italia sviluppa circa 260mila euro al giorno di falso made in Italy. Un quadro allarmante che viene confermato anche dal primo rapporto Eurispes - Coldiretti sulle agromafie. Solo per l'olio di oliva nel nostro Paese si può calcolare un mercato parallelo del falso pari a 100milioni di Euro all'anno; “e si tratta – ha concluso Gargano - di una cifra per difetto che non tiene conto di quanto falso made in Italy circoli all'estero”.

Fonte Ufficio Stampa

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Per l’olio di oliva extra vergine d’alta qualità italiano due missioni promozionali a New York nell’ambito di un’intesa operativa fra Ministero dello Sviluppo Economico, Istituto per il commercio estero e Unaprol diretta all’internazionalizzazione dei contratti di filiera. Il 29 aprile evento e degustazioni con giornalisti e buyer, illuglio altro appuntamento nel corso del Summer Fancy Food.

La prima intesa operativa per l’olio extra vergine di oliva italiano si avvicina al traguardo finale dopo due anni di collaborazione con due nuove missioni negli Stati Uniti, a New York. L’Intesa siglata tra Ministero dello Sviluppo Economico, l’ICE Agenzia per la promozione e l’internazionalizzazione del Made in Italy e l’Unaprol ha celebrato il primo esperimento in assoluto tra pubblico e privato per il sostegno di azioni in favore dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità italiano.
La macchina dell’export si è rimessa in moto nel 2012 e per l’olio extra vergine di oliva made in Italy ha registrato un segno positivo + 3,5% con 416mila tonnellate rispetto al 2011. A determinare questo segno favorevole, la performance degli oli di maggior pregio (extra e vergini), che hanno concorso con il 70% delle vendite all’estero.
Il made in Italy dell’olio extra vergine di oliva vola con buoni risultati soprattutto verso gli Usa, con 133 mila tonnellate di olio esportato con una progressione del 5,3% in quantità e del 4% in valore. Per questo motivo  MiSE, ICE e Unaprol, che opera nell’ambito dell’internazionalizzazione dei contratti di filiera sottoscritti con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, hanno deciso di intensificare gli sforzi con una presenza più marcata sugli Stati Uniti che rappresentano il primo mercato di riferimento per il prodotto italiano.
In quest’ottica, lunedì 29 aprile presso la sede del NASFT di New York, che è l’organizzatore e proprietario del marchio Fancy Food, l’ICE e Unaprol organizzano un seminario per 30 tra giornalisti e buyer per presentare l’offerta di alta qualità italiana dell’olio extra vergine delle filiere tracciate Unaprol. L’evento prevede una relazione sul mercato mondiale dell’olio di oliva in generale, sui nuovi consumatori e mercati emergenti; è prevista una prova di degustazione e la contemporanea presentazione di alcuni oli extra vergini di oliva di alta qualità italiana a marchio FOI della filiera olivicola firmata dagli olivicoltori italiani e dei brand: Redoro Frantoi Veneti di Grezzana (VR), Società Agricola Trevi il Frantoio di Trevi (PG), Oleificio Guglielmi di Andria (BAT), Oleificio Cooperativo Paladino di Palo del Colle (BA), che saranno presentati alla stampa di New York. Testimonial dell’evento Fred Plotikn, autore, giornalista e scrittore del New York Times.
L’evento si concluderà con la prova Find the Fake, ovvero scova l’intruso che, attraverso una prova di degustazione comparativa, aiuterà i giornalisti ad individuare e separare un olio di scarsa qualità distinguendolo da quelli di alta qualità italiana.    
Nel corso dell’incontro del 29 aprile sarà, inoltre, annunciato l’ultimo evento che Unaprol ed ICE organizzeranno il prossimo 1° luglio nel corso Summer Fancy Food di New York. Evento, destinato principalmente a buyer e stampa specializzata nel quale sarà tratto il bilancio della prima intesa operativa.
Il programma fin qui realizzato ha previsto azioni congiunte di incoming di operatori, buyer e giornalisti in Italia; eventi promozionali all’estero con educational e workshop; azioni di sensibilizzazione dei consumatori riservati ai mercati di Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong, Austria, Belgio e Russia. Tre le aree geografiche di intervento,  Nord America (USA e Canada), a rappresentare un mercato tradizionale che, però, necessita di essere consolidato, Europa, con particolare riferimento a Paesi con più alto reddito ma con esiguo consumo pro capite annuo di olio di oliva, e Asia (Cina, Hong Kong), quali mercati che presentano grandi opportunità di espansione per il nostro olio extra vergine di oliva made in Italy.

Fonte Ufficio Stampa