Filiera olivo-olio

bayer

Bayer ha infine acquisito Monsanto, dopo una serie di lunghe trattative. Il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino: «Stiamo valutando l’impatto dell’accordo sulla nostra agricoltura». Il rischio è che si crei un monopolio di mercato delle sementi, della chimica e dei mezzi tecnici che servono ai produttori.

Dopo le trattative intercorse fra Bayer e Monsanto, il colosso tedesco del settore chimico e farmaceutico è riuscito ad acquisire il gruppo americano dell'agrochimica Monsanto. «Prendiamo atto della fusione, tra due colossi del settore, che sposterà sicuramente gli equilibri di mercato», così il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, sull’acquisizione.
«Stiamo procedendo con un’attenta e più compiuta analisi del reale impatto che tale operazione avrà sull’agricoltura italiana -continua il presidente della Cia-. Certamente monitoriamo con occhio vigile su quello che più ci interessa: ovvero che non sussistano, in questo accordo, elementi per la creazione di un vero e proprio monopolio di mercato delle sementi, della chimica e dei mezzi tecnici dei quali i produttori necessitano. Chiediamo, nello stesso tempo, strumenti di concentrazione del mondo agricolo e delle politiche europee che rispondano a questi fenomeni agroindustriali». 
«Guai a eventuali posizioni dominanti che noi considereremo gravi e lesive della concorrenza -avverte Scanavino-. Noi della Cia, da sempre, siamo favorevoli alla ricerca e al progresso che porta vantaggi agli imprenditori agricoli italiani. Tutelando contemporaneamente l’enorme patrimonio di biodiversità delle nostre produzioni. Facendo questo, siamo garanti anche verso i consumatori sulla qualità degli alimenti che arrivano sulle loro tavole».
 
Redazione

tappoantirabbocco

Al via campagna di sensibilizzazione Unaprol “Chi rabbocca t’imbroglia” che punta a far rispettare il divieto di servire oli extra vergine di oliva senza tappo antirabbocco negli esercizi pubblici. Si tratta di un diritto per i consumatori e di un dovere per gli esercenti pubblici, obbligati a rispettare questa norma.

Una legge dello Stato vieta categoricamente di servire oli extra vergini di oliva senza tappo antirabbocco e, a tal proposito, prevede severe sanzioni con la confisca del prodotto. «La bottiglia sporca di olio è la prova evidente – sostiene Unaprol - che la stessa è stata rabboccata e non si sa con quale olio che, spesso dai controlli effettuati, è risultato di categoria inferiore e neanche conservato nel migliore dei modi.  Siamo il Paese primo al mondo per l’alta qualità delle sue produzioni, per la tracciabilità del prodotto, per numero di cultivar a disposizione e per altrettanti profili organolettici che sono la vera ricchezza del nostro made in Italy olivicolo.» 
Per difendere il vero prodotto italiano, in questo caso, basta davvero poco, ovvero far rispettare le leggi che sono già in vigore e che non producono ulteriori costi per la collettività. Pretendere il tappo antirabbocco negli esercizi pubblici è un diritto per i consumatori e un dovere per gli esercenti pubblici che sono obbligati a rispettare questa norma sempre.
 
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xylella

Trovate contaminazioni in colture in cui finora non era stato riscontrato il contagio di Xylella fastidiosa. Dal primo agosto è dunque necessario il passaporto per Calitocome villosa, Cytisus scoparius, Eremophila maculata, Genista corsica, Helichrysum italicum, Lavandula x allardii (= Lavandula x heterophylla), Phillyrea latifolia.

boniniAumentano i passaporti richiesti alle piante per entrare nella libera circolazione dal primo agosto 2016. In piante del sud Italia, del sud-est della Francia e in Corsica sono state infatti rinvenute recentemente contaminazioni da Xylella fastidiosa, riscontro mai avvenuto finora.
Si aggiungono così all'elenco delle “vittime” di Xylella: Calitocome villosa, Cytisus scoparius, Eremophila maculata, Genista corsica, Helichrysum italicum, Lavandula x allardii (= Lavandula x heterophylla), Phillyrea latifolia
 
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olioscaffale

I soci del Consorzio italiano di garanzia dell'olio extravergine di oliva di qualità (Ceq) e quelli spagnoli di QvExtra! International hanno concluso un accordo per certificare la qualità dell'extravergine secondo un disciplinare unico, con tanto di controlli nella catena distributiva.

600x400-boninioliviSi è passati dalla competizione fra due mondi produttivi alla loro cooperazione grazie all'intesa fra i due consorzi. Le produzioni di extravergine dei consorziati saranno così certificate con un nuovo unico bollino. Il consorzio italiano Ceq, nato nel 2011, associa grandi marche quali Monini (con 1,5 litri di olio fruttato certificato), Nicola Pantaleo di Fasano (con 500mila litri certificati), l'azienda agricola Conte Spagnoletti Zeuli di Andria e altre ancora, di cui certifica la produzione con unico bollino che garantisce alti livelli di qualità, fra cui elevato contenuto di polifenoli e bassa acidità
QvExtra! International associa circa cinquanta consorziati vantando alcune grandi aziende dell'industria olearia spagnola con un disciplinare di prodotto molto simile a quello italiano. 
I controlli saranno effettuati non solo in fase di confezionamento dell'olio, ma anche nella distribuzione per verificare che siano rispettate certe condizioni imprescindibili per mantenere alta la qualità del prodotto. I due consorzi pensano infatti a controlli diretti sui banchi di vendita per accertarsi che sia rispettata la condizione di luce in esposizione o che, ad esempio,  un prodotto non rimanga sugli scaffali per più di un anno. 
 
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È l'Università di Foggia ad aver sviluppato questo piano volto a colmare il gap tra mondo della ricerca, operatori e policy maker dell'olivicoltura, aggiudicandosi così i finanziamenti Ue di Horizon 2020 per circa 2 milioni di euro. 

600x400-boninioliviIl progetto Skin (Short supply chain knowledge and innovation work) ha coinvolto anche Confagricoltura assieme ad altri diciannove soggetti, tra enti, università, associazioni di categoria, aziende, advisor ed organismi di supporto di 14 paesi esteri. Nei prossimi tre anni Skin sarà portato a compimento per colmare questo divario fra ricerca, operatori del settore e policy maker lavorando, anche a livello europeo e comunitario, su un tema caro alla realtà produttiva e sociale del contesto pugliese per promuovere poi le buone pratiche. 
Dopo aver ottenuto il finanziamento Ue di Horizon 2020, per circa 2 milioni di euro, il progetto intende concentrarsi sull'individuazione e lo scambio di buone pratiche, sul trasferimento delle competenze dagli attori della filiera agroalimentare e sul coordinamento delle attività di progetto con quelle dei futuri gruppi operativi del Psr pugliese. L'obiettivo finale è la formazione di un'associazione permanente, a livello europeo, che sostenga lo sviluppo e la crescita della filiera corta. 
 
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Lo scorso 22 luglio è stata trasmessa al ministero delle Politiche agricole la seconda messa in mora per i mancati interventi di contrasto a Xylella fastidiosa in Salento. Intanto la procura di Lecce valuta l'ipotesi di procedere al dissequestro degli ulivi.

agritoshoplogoCome annunciato una settimana prima al ministro Martina, il 22 luglio è stata recapitata la seconda messa in mora da parte di Bruxelles per i continui adempimenti dell'Italia nelle misure di contenimento del batterio Xylella in Puglia. Invece dei canonici sessanta giorni richiesti per rispondere, stavolta ce ne saranno solo trenta. Il governo ha subito convocato la regione Puglia per mettere a punto una strategia condivisa. Se finora ci si era limitati a buone pratiche e monitoraggio, adesso si dovrà fare di più. Bruxelles preme sul taglio degli ulivi contagiati per evitare ulteriori problemi. Ma gli abbattimenti sono stati bloccati dai provvedimenti giudiziari relativi al sequestro delle piante e alla sospensiva del Tar. 
 
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