UNA PIANTA PER GUARIRE.. IBOGA: IL SACRO DONO DEL GABON TRA RITI E MEDICINA

AnneClaire Budin

L’iboga, pianta sacra del Gabon usata nei riti Bwiti, è oggi al centro di studi medici, traffici illeciti e progetti di sostenibilità che coinvolgono comunità e biodiversità.

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L’iboga (Tabernanthe iboga) è una pianta originaria dell’Africa centrale, profondamente radicata nella cultura spirituale del Gabon. Da millenni le sue radici sono usate nei riti Bwiti, una tradizione animista che guida gli iniziati in viaggi interiori per incontrare gli antenati, affrontare traumi e scoprire la propria essenza. L’alcaloide principale contenuto nella pianta, l’ibogaina, è oggi al centro di crescente interesse scientifico per il trattamento delle dipendenze e del disturbo post-traumatico.
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Tuttavia dietro la sua aura curativa si cela una crescente tensione. L’aumento della domanda di iboga nei Paesi occidentali ha portato a un’intensa attività di bracconaggio: radici raccolte illegalmente in Gabon finiscono sul mercato nero globale, compromettendo la biodiversità delle foreste e impoverendo le comunità locali. Il traffico, spesso orchestrato dal vicino Camerun, svuota le risorse naturali gabonesi senza alcun ritorno per chi da secoli custodisce questo sapere.
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Per contrastare questa deriva il Gabon ha avviato un programma di commercio equo dell’iboga, ispirato al Protocollo di Nagoya sulla biodiversità. Associazioni come Blessings of the Forest sostengono i villaggi nella coltivazione sostenibile della pianta e nella sua esportazione legale. È un modello in cui la cura dei pazienti occidentali può diventare opportunità di sviluppo per le comunità gabonesi e strumento di protezione ambientale.
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Il cammino resta fragile. Alcuni temono che solo pochi privilegiati beneficeranno delle autorizzazioni governative, altri vedono in questa iniziativa la possibilità di restituire dignità e futuro a una pianta sacra finora oggetto di espropriazione culturale e ambientale.

In un mondo in cerca di guarigione l’iboga può diventare ponte tra medicina spiritualità e giustizia, a patto che il rispetto per le sue radici gabonesi diventi parte integrante del suo viaggio globale.

AnneClaire Budin