Filiera olivo-olio
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Filiera olivo-olio
Per Assitol è autunno caldo dell’olivicoltura (con produzione a -20%): serve sostegno col Dl Aiuti bis. Unaprol vuole adeguare le norme sugli steroli al clima.
Arrivano altri segnali d’allarme sullo stato dell’olivicoltura italiana, fra caro energia e problemi climatici, con conseguenti richieste di sostegno e misure ad hoc.
Dopo l’appello di Italia Olivicola del 26 agosto scorso (vedi) sono arrivate prima una nota di Assitol (l’Associazione Italiana dell’industria olearia) dell’1 settembre, in cui si fotografa l’«autunno caldo» e il rischio di «tempesta perfetta» per il comparto olivicolo e si converge sulla richiesta di Italia Olivicola di misure di sostegno ad hoc nel Dl Aiuti bis, e poi, il 2 settembre, quella di Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano e Foa – Frantoi Oleari Associati per ottenere «l’aggiornamento della normativa internazionale sugli steroli per tutelare la qualità del made in Italy».
«Il momento è assai delicato – ha dichiarato Anna Cane, presidente del Gruppo olio di oliva di Assitol – le conseguenze del caro energia e del cambiamento climatico stanno danneggiando fortemente il settore». La campagna olearia ormai imminente «sarà di scarica, quindi con una produzione inferiore, e dovrà scontare mesi di clima estremo: prima il caldo desertico a partire da maggio, poi una serie di nubifragi in agosto». Ma, continua la nota di Assitol, «manca ancora più di un mese alla raccolta e molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche di settembre che, se favorevoli, potrebbero compensare in parte gli effetti nefasti delle alte temperature».
Secondo le prime stime, fa sapere Assitol, «in Italia si prevede una produzione intorno alle 250mila tonnellate d’olio d’oliva, in calo di quasi il 20% rispetto alla precedente campagna. Ben lontano dal fabbisogno del comparto che, tra mercato nazionale ed export, ammonta a circa 1 milione di tonnellate». E alla campagna di scarica e al clima si deve aggiungere l’impennata dei costi energetici e l’aumento di carta e vetro, essenziali per il packaging. «Si parla tanto di sostenibilità, che però non è solo ambientale, ma è anche sociale ed economica – sottolinea Anna Cane –. Anche l’industria olearia deve sobbarcarsi bollette pesanti. L’energia è divenuta un costo insostenibile non soltanto per le imprese, ma per l’intera filiera». Olivicoltori e frantoiani, infatti, sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, «i cui costi sono quintuplicati».
Insomma per Assitol «i presupposti per una campagna olearia difficile ci sono tutti». E, come osserva Anna Cane, «il nostro settore, da sempre a bassa marginalità, è impegnato da mesi nel contenimento delle spese di gestione, ora, però, le aziende non riescono più a fermare la continua ondata di aumenti. Evitare che i rincari su energia e materie prime si riflettano sul prezzo finale, seppure in minima parte, è quasi impossibile». Sarebbe opportuno pertanto, oggi più che mai, «il riposizionamento dei prezzi dell’extra vergine e dell’olio d’oliva, ridisegnato grazie ad una stretta collaborazione con la grande distribuzione».
Per questi motivi Assitol invoca l’intervento urgente alle istituzioni. «Chiediamo al Governo – conclude la nota - di sostenere il nostro settore attraverso il Dl Aiuti bis, alleggerendo le bollette energetiche delle imprese, come stanno già facendo Paesi UE come Francia e Spagna, nostri competitors. In questo modo si difende anche il carrello della spesa degli italiani, nella sua componente più salutare e tradizionale. Rischiare che il consumatore penalizzi ulteriormente l’acquisto dell’olio d’oliva vuol dire non tutelare la Dieta Mediterranea».
Di altro tipo l’istanza lanciata il 2 settembre da Unaprol e Foa, che con una lettera indirizzata al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) segnalano la necessità di adeguare i parametri degli steroli, divenuti ormai obsoleti a causa del cambiamento climatico che sta colpendo il settore. «Si intervenga per promuovere l’abbassamento del valore degli steroli totali negli oli vergini di oliva dai 1000 attuali a 800 g/kg – scrivono Unaprol e Foa - al fine di salvaguardare la produzione olearia italiana, evitando ingiuste penalizzazioni causate da regole che andrebbero aggiornate in base alle più recenti evoluzioni dei metodi di produzione e delle condizioni climatiche».
Per favorire la discussione e accelerare il processo di modifica, Unaprol e Foa hanno raccolto attraverso i propri soci tutti i dati necessari per supportare la richiesta del Mipaaf al Consiglio Oleicolo Internazionale ed essere in grado di risolvere la questione. «Vogliamo sottolineare le preoccupazioni degli operatori della filiera olearia italiana – ha affermato David Granieri, presidente di Unaprol -. Questi parametri troppo alti colpiscono, infatti, quei produttori che negli ultimi anni hanno scelto di impostare la propria attività di produzione e commercializzazione su oli di alta qualità, espressione della cosiddetta “filiera corta”, strettamente legata alla terra e al territorio. L’aumento della presenza di questi oli non dipende da carenze qualitative ma, al contrario, è riconducibile a un aumento del numero di operatori del settore che hanno scelto di produrre e commercializzare oli “monovarietali”, per esaltarne le peculiarità e – attraverso la raccolta anticipata – valorizzarne le proprietà organolettiche».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Filiera olivo-olio
Per Italia Olivicola è urgente inserire misure di sostegno per il caro energia alle aziende della filiera olivicola (afflitta da bollette anche quintuplicate).
«L’aumento spropositato dei costi energetici rischia di rendere insostenibile, finanziariamente e economicamente, le attività di produzione e di trasformazione per le aziende del settore olivicolo-oleario, già vessate da una crisi prolungata, dall’emergenza climatica e da quella idrica».
A lanciare l’allarme nei giorni scorsi Italia Olivicola, che ha parlato di «una spesa per l’energia elettrica che in alcuni casi si è addirittura quintuplicata e che obbliga le aziende a considerare solo due terrificanti ipotesi: l’indebitamento o la cessazione dell’attività».
Per tali ragioni, il presidente di Italia Olivicola Gennaro Sicolo ha chiesto, «in vista della discussione in Aula a Palazzo Madama, prevista per il prossimo 6 settembre, del decreto-legge recante “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”», di inserire nel Dl Aiuti bis misure di sostegno specifiche alla filiera olivicola «in grado di dare ossigeno alle imprese mentre attendiamo soluzioni strutturali finalizzate al raggiungimento dell’indipendenza energetica di cui il Paese ha urgente bisogno».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Filiera olivo-olio
La stima di Cia – Agricoltori Italiani su impatto di caldo a maggio e siccità in estate sull’olivicoltura delle regioni trainanti del Sud: produzione a -30%.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Filiera olivo-olio
Dal 27 al 30 settembre 2022 in Portogallo workshop internazionale del Coi sulla resilienza dell’olivo al cambiamento climatico. Domande entro il 5 settembre.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Filiera olivo-olio
La proposta della CE di apertura alla vendita d’olio d’oliva sfuso su base volontaria per Agrinsieme è rischiosa per qualità e concorrenza. Sollecito al Mipaaf.
Una lettera di sollecito al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) «affinché si adoperi a respingere con forza al proposta della Commissione Ue di autorizzare la vendita di olio d’oliva sfuso su base volontaria».
L’ha scritta e inviata nei giorni scorsi il coordinamento Agrinsieme, che riunisce Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, secondo il quale tale ipotesi, che prevede la modifica del Regolamento di esecuzione 29/2012, comporterebbe «seri rischi di sicurezza, di mercato, di reputazione e di frode».
Il primo rischio, per Agrinsieme, riguarda «la qualità dell’olio d’oliva e la sicurezza sanitaria per il consumatore che sarebbero compromesse dalla commercializzazione del prodotto in bottiglie aperte e riutilizzabili. Modalità che non darebbero alcuna garanzia neanche sul rispetto delle norme igieniche».
La proposta della Commissione Ue aumenterebbe anche il rischio di frodi, «poiché risulterebbe molto difficile, se non impossibile, monitorare la qualità dell'olio d'oliva rimanente nel contenitore dopo la sua apertura. Ad essere compromessa sarebbe poi la trasparenza nei confronti dei consumatori, che non avrebbero garanzie sulla corrispondenza tra quanto indicato in etichetta e quanto contenuto nella bottiglia riempita».
Tutto ciò, puntualizza Agrinsieme nella missiva al Mipaaf, «vanificherebbe gli sforzi degli operatori del settore che nel corso degli anni hanno lavorato duramente per garantire la qualità dell'olio d'oliva immesso sul mercato e investito nella sensibilizzazione su qualità e valori nutrizionali di questo prodotto di eccellenza e simbolo della dieta mediterranea. Se venisse autorizzata la vendita di olio sfuso su base volontaria, verrebbero annullati molti di questi risultati e si andrebbe incontro ad una distorsione della concorrenza interna nel mercato unico».
Inoltre, per Agrinsieme, «l’autorizzazione alla vendita di prodotti sfusi su base volontaria non risponderebbe, come auspicato dalla Commissione, alle preoccupazioni dei consumatori in materia di sostenibilità ambientale: la vendita di prodotti sfusi al dettaglio, infatti, non riduce, né elimina, l'impatto ambientale dell'imballaggio, poiché il prodotto dovrebbe essere comunque riconfezionato in contenitori nei negozi. Tali contenitori non offrirebbero lo stesso livello di garanzie igieniche degli imballaggi standardizzati, visto che non sarebbero soggetti a controlli obbligatori di conformità alle normative ambientali».
Agrinsieme chiede quindi «con forza il sostegno dell’amministrazione italiana sul mantenimento dell'obbligo di imbottigliamento per l'olio d'oliva, per non metterne a rischio sicurezza, qualità e reputazione, nonché per il bene dei produttori e dei consumatori».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Filiera olivo-olio
Le linee del nuovo presidente di Assitol, Associazione italiana dell’industria olearia, Riccardo Cassetta, e dell'ancora presidente dell’Olio d'oliva Anna Cane.
Riccardo Cassetta, amministratore unico di Olio Levante srl, impresa del comparto olio d’oliva di Andria (in provincia di BAT – Barletta-Andria-Trani), succede a Marcello del Ferraro quale presidente di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria. La nomina è avvenuta nei giorni scorsi, un paio di settimane dopo che Anna Cane, Corporate Quality Coordinator & Italy Director di Deoleo (proprietario di Carapelli Firenze Spa), era stata confermata alla presidenza del gruppo “Olio di oliva” di Assitol.
Classe 1963, Cavaliere al merito della Repubblica, Riccardo Cassetta è stato vicepresidente del Consorzio Tutela dell’Olio DOP Terra di Bari e attualmente è vicepresidente di Confindustria Bari-Bat. «Sono onorato e felice per questa nomina – ha dichiarato il neo presidente – che arriva in coincidenza con il 50° anniversario della nascita di Assitol. Al tempo stesso, sono consapevole del grande lavoro che mi aspetta. Sono tanti i fronti su cui l’associazione è chiamata a impegnarsi per il cambiamento: basti pensare al coacervo di norme, spesso obsolete, che appesantiscono l’attività industriale. Se vogliamo ridare slancio al nostro agroalimentare, oltre alla semplificazione di norme e regolamenti, dobbiamo puntare su una sempre maggiore collaborazione con le istituzioni, la pubblica amministrazione e, al tempo stesso, con la controparte agricola. L’obiettivo è di riuscire a conciliare le necessità di industria, agricoltura e politica, in modo da essere più competitivi e coesi, come i Paesi nostri concorrenti». In questa ottica va letto anche il difficile momento attuale. «Le conseguenze del conflitto in Ucraina, l’inflazione, i rincari legati alla siccità – ha concluso - si affrontano lavorando insieme alla filiera e agli interlocutori coinvolti, nessuno escluso».
Al fianco di Cassetta, nel ruolo di vicepresidenti di Assitol, sono stati nominati Pietro Marseglia, vicepresidente del Marseglia Group, Ivano Mocetti, presidente del CdA di Costa d’Oro, Fabio Maccari, amministratore delegato della Salov, ed Enrico Zavaglia, trading manager della Cereal Docks. Entrati nel direttivo anche Mario Rocchi, amministratore dell’Oleificio Rocchi, Gianmaria Martini, amministratore delegato di Unigrà, Dora De Santis, responsabile qualità di Agridè, Roberto Sassoni, direttore generale di Carapelli Firenze, e Saverio Panico, direttore commerciale di Bunge. Assitol ha anche nominato Leonardo Colavita presidente onorario, in virtù del suo lungo impegno nell’associazione e nel settore oleario.
Riguardo al Gruppo Olio di Oliva, l’8 giugno, appena riconfermata presidente, Anna Cane aveva così riassunto le politiche di Assitol nel suo comparto: «il nostro focus non cambia, intendiamo continuare il nostro programma di valorizzazione del prodotto-olio, dal punto di vista alimentare e nutrizionale, mettendo in luce il lavoro delle aziende, il loro “saper fare”, ancora poco riconosciuto. Confermiamo quindi il nostro impegno a favore della ricerca, essenziale per garantire ai consumatori l’autenticità e la genuinità del nostro olio, senza dimenticare la sostenibilità ambientale, economica e sociale ed il dialogo con le istituzioni e la filiera, in un’ottica collaborativa».
In ambito scientifico, il Gruppo si è speso negli ultimi anni sperimentando il nuovo sistema analitico per la determinazione dei composti volatili negli oli extra vergini. «Ribadiamo la centralità dell’analisi sensoriale – ha detto la presidente Cane – occorre però irrobustire questo metodo, ed i composti volatili rappresentano lo strumento ideale. Siamo stati i primi a crederci, quando ancora c’era molto scetticismo intorno a questa nuova ipotesi a supporto del panel test, ed i risultati oggi ci danno ragione». A tale scopo Assitol ha creato alcuni anni fa una task force ad hoc, composta da aziende diverse, con l’obiettivo di valutare l’applicazione del nuovo sistema di dosaggio dei composti volatili su campioni di diverse cultivar e campagne olivicole, confrontandosi anche con i ricercatori di “Oleum”, progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna nell’ambito di Horizon 2020 (vedi). «Li abbiamo studiati utilizzandoli nella pratica quotidiana delle imprese, che analizzano centinaia di oli ogni anno – ha chiarito Anna Cane –. L’indagine dimostra che questo è il sistema più adeguato da affiancare all’analisi sensoriale nella classificazione degli oli. Occorre arrivare al più presto ad un metodo validato a livello istituzionale e internazionale».
La squadra di Assitol ha visto la riconferma di quasi tutti gli altri presidenti di gruppo: Carlo Tampieri per il gruppo “Oli da semi”, Paolo Grechi per il gruppo “Lievito da zuccheri”, Michele Martucci per il gruppo “Olio di sansa”, Giuseppe Allocca per il gruppo “Condimenti spalmabili”, Joern Schneider per il gruppo “Biodiesel”, Maurizio De Maria per il gruppo “Oli per usi tecnici”. Conferma anche per Palmino Poli, delegato alla presidenza per “Fiere ed eventi”. E’ invece al primo mandato Alberto Molinari, appena eletto presidente di AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, che rappresenta le aziende dei prodotti semilavorati della panificazione, pizzeria e pasticceria.
L.S.