Filiera della canapa
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Diana Theodoli Pallini presenta, al Canapa Forum di Milano, il marchio di qualità “Fiore di canapa italiano” quale depositario del disciplinare di produzione delle infiorescenze di canapa. Ricorda che c’è ancora molto da fare in termini di valorizzazione della filiera e di uno sviluppo equilibrato. Per questo -continua Diana Theodoli Pallini- serve lavorare su tre aspetti: “organizzare ed aggregare la filiera attraverso la riattivazione del tavolo di filiera della canapa istituito dal Mipaaft, definire un piano di settore; nonché inserire la cannabis sativa L. nell’elenco delle piante officinali che dovrà essere definito a breve in attuazione del D.LGS. 75/2018 e dare certezza alle aziende agricole che hanno intrapreso la coltivazione di canapa su tutte le nuove filiere che si stanno sviluppando”.
«La canapa è una coltura che si coniuga pienamente con i nuovi concetti di bioeconomia circolare e alto valore ambientale; è funzionale alla lotta al consumo di suolo ed alla perdita di biodiversità e offre all’agricoltore una valida alternativa produttiva, soprattutto in alcuni territori del nostro Paese, a partire dalle aree del Centro-Sud Italia. Dagli alimenti ai cosmetici fino al florovivaismo, dai semilavorati per le industrie e le attività artigianali alle fibre naturali destinate alla bioingegneria e alla bioedilizia, dal materiale per la fitodepurazione alla bonifica di siti inquinati». Lo ha detto Diana Theodoli Pallini, componente della giunta di Confagricoltura, intervenendo il 27 ottobre al Canapa Forum 2018 di Milano, organizzato da Federcanapa. «Il nuovo e crescente interesse per questa coltura - ha sottolineato la dirigente di Confagricoltura - è dovuto fondamentalmente all’aumento della richiesta di alimenti caratterizzati da proprietà salutistiche, che possano fornire sostanze nutritive. La canapa risponde pienamente alle nuove esigenze dei consumatori in tema di salute e benessere, con il suo alto valore nutraceutico con riferimento ai semi (oli, farine e trasformati) e ai fiori. «Crediamo che nei semi e nei fiori di canapa ci sia un capitale ancora tutto da valorizzare. Per questo - ha proseguito la dirigente di Confagricoltura - abbiamo lavorato in questi mesi per mettere a disposizione delle imprese "Il disciplinare di produzione delle infiorescenze di canapa" di cui oggi, con soddisfazione, presentiamo il marchio "Fiore di canapa italiano" che identificherà la produzione italiana; un marchio che mette al centro la qualità e la tracciabilità del prodotto nell'interesse del consumatore e della filiera di produzione e trasformazione». Continua poi Diana Theodoli Pallini «Riteniamo che questi risultati importanti siano stati possibili grazie alla L. 242 del dicembre 2016, che seppur con alcuni limiti, ha saputo dare nuovo impulso alla canapa. C'è sicuramente ancora molto da fare per arrivare ad uno sviluppo equilibrato e dalle basi solide della coltura. Riteniamo fondamentale lavorare su tre aspetti: organizzare ed aggregare la filiera attraverso la riattivazione del tavolo di filiera della canapa istituito dal Mipaaft, definire un piano di settore; nonché inserire la cannabis sativa L. nell’elenco delle piante officinali che dovrà essere definito a breve in attuazione del D.LGS. 75/2018. Il nostro obiettivo rimane quello di dare certezza alle aziende agricole che hanno intrapreso la coltivazione di canapa su tutte le nuove filiere che si stanno sviluppando». «E su quest’ultimo aspetto – ha concluso la componente della giunta di Confagricoltura - è sempre più urgente un intervento coordinato tra le varie amministrazioni interessate alla materia, al fine di fornire indicazioni omogenee e rispondenti il più possibile agli obiettivi della legge, che siano in grado da una parte di regolamentare il mercato delle infiorescenze di canapa, inquadrandole in una cornice giuridica definita e rispettosa delle esigenze di tutela dell’ordine pubblico e della salute del consumatore, e dall’altra di non creare inutili ostacoli ad un settore che ha forti potenzialità».
La redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
Nonostante l'aumento dei terreni coltivati (che nel giro degli ultimi cinque anni sono decuplicati) e il moltiplicarsi delle esperienze innovative nel settore, la canapa rischia di vedersi chiudere molte porte a causa della grave carenza di sementi e la stretta dipendenza dalle aziende sementiere estere.
Nel giro degli ultimi cinque anni il settore della canapa ha visto aumentare di dieci volte i terreni coltivati, passando dai 400 ettari del 2013 ai 4.000 stimati per il 2018. Ma se nelle campagne si moltiplicano le esperienze innovative, con centinaia di nuove aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa (dato Coldiretti) indirizzate soprattutto al settore della cannabis light (vedi nostro articolo), resta ancora il problema della carenza di sementi.
A informarci è proprio il resoconto dell’ultima assemblea dei soci di Federcanapa: l'eccessiva dipendenza dalle ditte sementiere estere, soprattutto francesi, riduce drasticamente il numero di sementi disponibili. Chi resiste sono soltanto le piccole filiere con i prodotti trasformati direttamente in azienda.
Ad esempio varietà tradizionali come Carmagnola, Eletta Campana e Fibranova, della cui qualità si fa molto vanto, risultano in realtà poco disponibili poiché cedute in esclusiva solo ad alcune aziende, come ribadiscono da Federcanapa. Sono ormai anni che la federazione si batte contro questi monopoli, richiedendo l'affidamento della riproduzione ad aziende supportate da Università o enti di ricerca, senza il profitto di concessioni in esclusiva.
Così, al Governo appena insediatosi, Federcanapa vuole proporre un vincolo di quantità nei contratti, che subordini l’esclusiva alla cessione di una piccola quota di sementi destinata alla moltiplicazione.
Redazione
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In cinque anni le coltivazioni di canapa hanno aumentato di 10 volte l’estensione: da 400 a 4 mila ettari. Per Coldiretti è una “New Canapa Economy” centrata sui mille usi di questa pianta. Ma «la nuova frontiera è la cannabis light a basso contenuto di principio psicotropo (Thc)», perché con la legge 242/2016 «non è più necessaria alcuna autorizzazione» per seminare varietà certificate con Thc entro lo 0,2%. La marijuana a uso terapeutico, per ora «di Stato», «potrebbe generare un giro di affari di 1,4 miliardi e garantire 10mila posti di lavoro».
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stata approvata in via definitiva al Senato la legge per la promozione della filiera della canapa. Identificate le varietà per la coltivazione e i settori produttivi in cui può essere impiegata. Per il ministro Martina finalmente regolamentato un settore dal grande potenziale.
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Sta partendo il progetto rivolto in particolar modo alla produzione di semi, come annuncia Maurizio Del Ministro, Presidente Legambiente Valdinievole. A capofila della filiera il consorzio Strizzaisemi di Santa Luce che produrrà e venderà olio, farina e semi di canapa.
Come già nel 2014, anche per il 2015 il progetto Filieracanapatoscana prevede la coltivazione della canapa, soprattutto per la produzione del seme. Il capofila della filiera sarà il consorzio Strizzaisemi di Santa Luce che avrà il compito, oltre che di seguire l'andamento della filiera, di produrre e vendere olio, farina e semi di canapa. I produttori che sono interessati a partecipare alla filiera possono contattare l'Associazione Legambiente Valdinievole all'indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Sempre per i produttori interessati Maurizio Del Ministro, in veste di coordinatore Filieracanapatoscana 2014, ricorda che la canapa non è una coltura semplice da coltivare: nonostante possieda uno sviluppo vegetativo e radicale molto veloce, la canapa necessita di terreni che possano scolare bene le acque, in quanto essa soffre moltissimo gli eccessi idrici nel terreno nelle prime fasi di sviluppo. Per la coltivazione si è rivelato necessario avere a disposizione ottime macchine per la semina e soprattutto per la trebbiatura. Dunque alcune difficoltà ci sono, ma la canapa rimane una pianta straordinaria capace di migliorare i terreni dove viene coltivata e della quale si possono usare sia tutto lo stelo, che i semi, al fine di produrre cose davvero straordinarie.
Redazione Floraviva
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Tra marzo e aprile 2014 sono stati seminati 15 ettari di canapa da seme delle varietà Fedora, Felina e Futura. Questo importante risultato, unitamente all'attivazione dell'indotto, che prevede anche la trebbiatura del seme dalla quale si ricavano 3 prodotti di alto valore nutrizionale e salutistico, ovvero: olio di canapa - farina proteica - seme decorticato. Non sono che una -start up di filiera- che annuncia possbilità ottime sia in termini economici, ma anche da un punto di vista ambientale e quindi salutistico, oltre che d'innovativa ricorversione di terreni super sfruttati ed inquinati.
L'incontro con visita guidata del 23 a Pieve Santa Lucia (PI), dal nome "FilieraCanapaToscana", nasce dall'impulso di Legambiente Valdinievole, che promuove, con un gruppo di agricoltori e soggetti dell'indotto toscano della coltivazione della canapa, questa importante filiera. Oltre agli agricoltori, hanno dato un fattivo supporto, l'associazione Chimica verde, il Consorzio Strizzaisemi di Santa Luce e il Gas di Pescia "Il chicco di grano".
Mercoledì 23 luglio 2014 siete invitati ad una visita guidata nei campi in fioritura e nel frantoio che trasforma i semi nel preziosissimo olio..
Programma della giornata:
Ore 10:00 - visita al campo dell’azienda agricola Mandriato (ritrovo alla sede dell’azienda: Via Aione, 30 - Pieve Santa Luce (PI)
Ore 11:00 - visita al frantoio del consorzio Strizzaisemi a Pieve Santa Luce (2 km circa dal campo visitato)
Ore 11:30 - discussione
Partecipano: Maurizio Del Ministro, presidente Legambiente Valdinievole - Alessandro Pagliai, presidente Consorzio Strizzaisemi - Alessandro Zatta, Chimica Verde - Beppe Croce, responsabile agricoltura Legambiente - Stefano Barzagli, Responsabile Produzioni Agricole Vegetali Regione Toscana
Per informazioni: 328 5642265 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.facebook.com/legambientevaldinievole