Filiera della canapa
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Tre milioni di euro a sostegno della filiera della canapa. E’ quanto stabilito nel decreto di ripartizione delle risorse del “Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere apistica, brassicola, della canapa e della frutta a guscio” firmato nei giorni scorsi dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.
Istituito dalla legge di bilancio 2021, il Fondo ha una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2021 ed è utilizzato per concedere, fra l’altro, «aiuti alle aziende agricole nel rispetto di specifiche procedure di presentazione delle domande e di verifica dei requisiti».
Il decreto, firmato da Patuanelli dopo l'intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni e di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, «stabilisce i criteri per la concessione di aiuti, nel rispetto del limite massimo consentito, agli imprenditori delle filiere minori, nonché per investimenti in ricerca e promozione».
Gli importi a disposizione sono così distribuiti: 3,5 milioni di euro per la filiera brassicola, 3 milioni di euro ciascuna per la filiera canapicola e quella della frutta a guscio, 500.000 euro per l’apicoltura.
Redazione
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Il 3 dicembre mattina convegno conclusivo del progetto pilota per la “Rivalutazione olistica della canapa oltre il Pil” coordinato dal Crea – Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali di Caserta e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito di una legge per favorire la coltura della Cannabis sativa L. e le relative filiere.
Un progetto che si è posto come obiettivo principale la creazione di una filiera locale della canapa industriale tramite la valutazione scientifica e la promozione di strategie per la produzione di alimenti con alto valore aggiunto a base di canapa, per il recupero e riciclo di scarti della lavorazione, per applicazioni in campo nutraceutico e/o cosmoceutico e in quello dei biomateriali.
L.S.
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Su questo tema il 21 ottobre mattina ad Eima 2021 convegno organizzato da Chimica Verde Bionet, capofila del progetto Cobraf finanziato nel Psr della Regione Toscana, in collaborazione con Federcanapa. Il pomeriggio un convegno su “Tecniche di estrazione di oli e principi attivi delle piante” con riferimento alle colture innovative di Cobraf: camelina, canapa, cartamo e lino. Il programma completo della giornata.
La canapa in primo piano in due convegni in programma giovedì 21 ottobre nel contesto di Eima International 2021 a Bologna. Li organizza, in collaborazione con Federcanapa, Chimica Verde Bionet, l’associazione capofila del progetto Cobraf (Coprodotti da Bioraffinerie): un progetto finanziato dalla misura 16.2 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2014-2020 per lo sviluppo di filiere agroindustriali da quattro colture oleaginose: canapa, camelina, cartamo e lino. Con l’obiettivo di arrivare a «un sistema articolato di bioraffinerie che permetta la massima valorizzazione della biomassa di colture oleaginose utilizzabili in rotazione, e di conseguenza il miglior reddito per le aziende agricole e per le imprese utilizzatrici e un’ampia flessibilità nelle destinazioni di mercato». Ciò attraverso «l’utilizzo di varie parti della biomassa e residui di produzione per lo sviluppo di bioprodotti innovativi e più sostenibili per almeno 6 settori dell’industria toscana: alimentare, cosmesi, farmaceutica, edilizia, legno, automotive (camper)».
1) “Meccanizzazione della raccolta e della prima trasformazione della canapa” (ore 10-13)
2) “Tecniche di estrazione di oli e principi attivi dalle piante” (ore 15-17,30)
Per ulteriori informazioni consultare il sito web dell’Associazione Chimica Verde Bionet.
Redazione
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L’associazione Canapa Sativa Italia (CSI) e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (IZSM) hanno avviato a luglio il più vasto studio comparativo nazionale sulla stabilità del contenuto di cannabinoidi su gruppi di piante di Cannabis sativa ‘Tiborszallasi’ da seme o da talea (provenienti dalla stessa pianta madre certificata) coltivati in differenti condizioni pedoclimatiche: 12 aziende distribuite fra nord, centro e sud Italia. Il presidente di CSI Massimo Cossu: «un’ipotesi teorica da verificare è che le piante di canapa da talea permettano di avere dei valori di cannabinoidi (e quindi anche del THC) più stabili»; «è fondamentale che ogni singolo fiore abbia un valore di THC al di sotto dell’0,5%» (e non sia pertanto drogante). Il responsabile progetto dell’IZSM Augusto Siciliano: «la particolarità di questo studio è il numero considerevole di repliche e la vasta territorialità: ci consentirà di avere un gran numero di dati specifici su circa 800 piante. E il confronto fra seme e talea darà risultati interessanti sia per il mondo scientifico che per quello produttivo». [In foto le piante in vaso oggetto di sperimentazione presso l'azienda della socia di CSI Lisa Bonelli]
La valutazione, tramite analisi effettuate su campioni a fine fioritura, di «come l’ambiente incida sulla produzione di cannabinoidi» di piante di Cannabis sativa non solo della stessa varietà (per la precisione della varietà ungherese ‘Tiborszallasi’) ma derivanti proprio dalla stessa pianta madre certificata e, allo stesso tempo, della «stabilità produttiva di cannabinoidi, sia in piante germinate (quindi provenienti da semi) che in piante derivanti da replicazioni agamiche (cloni di varietà certificate)».



L.S.
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“Tavolo tecnico di filiera al Mipaaf – report dai rappresentanti” è il titolo di stasera del “Salotto della Canapa”: l’appuntamento settimanale di divulgazione organizzato da Canapa Sativa Italia (CSI), associazione non profit di produttori agricoli, ricercatori, imprenditori e trasformatori dal seme al prodotto finito nati grazie alla Legge 242/16 che consente la coltivazione della canapa industriale (a basso tenore di THC).
Si tratta di una speciale diretta multicanale Facebook e Telegram che si svolgerà dalle ore 21 alle ore 22 e avrà come protagoniste le associazioni che insieme a CSI sono state elette a partecipare al primo tavolo tecnico sulla filiera della canapa, che ci aggiorneranno sulla situazione del tavolo e anche su come è andata la riunione dell’1 luglio scorso.
Saranno presenti, moderati da Marta Lispi di CSI, Emanuela Nurzia, presidente di “La Canapa ci Unisce”, Piero Manzanares, presidente di Sardinia Cannabis, Francesco Vitabile, presidente di “Resilienza Italia Onlus”.
I Salotti della Canapa sono disponibili in podcast su richiesta.
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Redazione
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Intervista a Beppe Croce, presidente di Federcanapa, a poche ore dal tavolo di filiera della canapa industriale, dopo che nei giorni scorsi la bozza del decreto interministeriale sulle piante officinali trasmesso dal Mipaaf alla Conferenza Stato Regioni ha sollevato le contestazioni di tanti soggetti protagonisti del comparto.
«Ribadisco il messaggio lanciato in una recente audizione alla commissione Agricoltura del Senato. Per tagliare alla radice il problema sollevato dallo schema di decreto interministeriale sulle piante officinali dell’1 giugno che il Ministero delle politiche agricole ha trasmesso alla Conferenza Stato Regioni, basterebbe una piccola specificazione aggiuntiva nella legge n. 242 del 2016 sulla filiera agroindustriale della canapa in cui si espliciti che sono utilizzabili tutte le parti della pianta, anche i fiori e le foglie, per le destinazioni d’uso consentite dalla medesima legge. Concetto su cui peraltro si era espressa favorevolmente già nel novembre 2019 la Commissione Agricoltura della Camera con una risoluzione unitaria».
E’ quanto ci ha risposto ieri sera il presidente di Federcanapa Beppe Croce, alla vigilia della seduta del tavolo tecnico di filiera di oggi in cui non potrà non essere affrontata la questione del decreto con l’elenco delle piante officinali che avrebbe dovuto essere approvato nell’ultima Conferenza Stato Regioni, ma che poi è stato rinviato perché ha sollevato le proteste di gran parte dei soggetti che fanno parte della filiera della canapa industriale. In particolare per il passo in cui, come ha scritto Federcanapa nel comunicato stampa del 15 giugno scorso, «in maniera del tutto arbitraria, fa riferimento alla canapa con una pretesa distinzione tra semi e derivati (leciti, in quanto rientrerebbero nelle previsioni della L. n. 242/2016) e fiori e foglie, che secondo lo schema di decreto rientrerebbero tout court nelle previsioni del DPR 309/1990 in materia di stupefacenti, e la cui coltivazione pertanto “eÌ vietata senza l’autorizzazione del Ministero della Salute”».
«Al Ministero delle politiche agricole – aggiunge ora Beppe Croce - direi di adeguarsi alla risoluzione della Camera del 2019, perché non è più possibile continuare con questi impedimenti che ostacolano la competitività delle nostre aziende del settore senza alcun valido motivo. Una simile integrazione significherebbe soltanto riconoscere la possibilità di usare la canapa sativa, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla legge 242 e con il Thc sotto le soglie stabilite dalla normativa (0,2%), come pianta officinale quale è, ossia per tutte le destinazioni d’uso delle piante officinali senza la spada di damocle dell’autorizzazione del Ministero della salute».
Infatti, spiega Croce riprendendo i punti esplicitati nel comunicato del 15 giugno, il testo interministeriale sulle piante officinali, «se fosse adottato in via definitiva, sancirebbe una ingiustificata ed anacronistica limitazione per gli agricoltori che si vedrebbero costretti – con riferimento alla destinazione officinale – a dover “selezionare” una pianta rinunciando alle parti con le maggiori proprietaÌ medicali».
Una limitazione che in «evidente contrasto con il diritto comunitario, soprattutto alla luce delle interpretazioni fornite dalla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea nel cd. caso “Kanavape” che ha condannato la Francia proprio per le limitazioni legislative all’uso dell’intera pianta di canapa sativa, e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi (art.78 della sentenza)». Tant’è che Federcanapa è pronta a «impugnare il provvedimento nelle sedi competenti, non potendo accettare una simile restrizione che determinerebbe un grave ed ingiustificato pregiudizio per gli agricoltori italiani rispetto a quelli degli altri Paesi europei».
Del resto, come ricorda Croce, «proprio nei giorni scorsi la Francia ha annunciato di ritenere lecita la produzione dell’intera pianta di canapa (fiori e foglie comprese) per l’ottenimento di preparazioni industriali» e «l’Europa sta effettuando una puntuale opera di allineamento tra diritto comunitario e la sopra citata sentenza».
L.S.