SUD, TAGLIO AL CREDITO D’IMPOSTA ZES. FLOVORIVAISTI IN RIVOLTA

Redazione Floraviva

Il Consorzio dei florovivaisti campani accusa il Governo: “Dal 65% al 15%, così si azzera la crescita del Mezzogiorno”. Critiche anche da Confagricoltura, CIA e Coldiretti.

 

“Un colpo mortale per il Sud”: parla Malafronte

“Siamo indignati di fronte all’ennesima decisione miope del Governo Meloni che demolisce il credito d’imposta ZES per le aziende agricole”. È durissimo Enzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani, che rappresenta oltre 250 aziende del comparto florovivaistico del Sud.

“Ridurre il credito d’imposta dal 65% al 15% non è una rimodulazione, è uno scippo alle imprese del Mezzogiorno. Si azzerano investimenti, si spezza la fiducia degli imprenditori e si condanna il florovivaismo del Sud a un passo indietro di dieci anni”.

Il presidente avverte: “Nel 2026 il settore subirà una battuta d’arresto pesante. Le aziende avevano programmato investimenti in innovazione e sostenibilità. Con questa scelta il Governo le lascia sole, a fronteggiare costi crescenti e meno competitività”.

Le reazioni del settore primario: “Misura penalizzante per tutto il comparto”

La protesta dei florovivaisti campani non è isolata. A fianco del Consorzio, anche Confagricoltura, CIA – Agricoltori Italiani e Coldiretti hanno espresso forti critiche alla manovra fiscale.

Confagricoltura ha denunciato l’assenza di una proroga del credito ZES agricolo, definendo la misura “limitata e inadeguata”. Tornare al solo ammortamento esclude molte imprese agricole dagli incentivi veri all’innovazione.

CIA ha parlato di una vera “batosta per l’agricoltura”, evidenziando che il taglio del credito d’imposta vanifica gli investimenti previsti per il 2026. “Servono strumenti stabili, non tagli improvvisi”, ha dichiarato il presidente Cristiano Fini.

Coldiretti ha ribadito il valore strategico del credito ZES per il Mezzogiorno e per il florovivaismo: “Senza proroghe fino al 2027 si scoraggia l’innovazione nelle aree fragili. Così si colpiscono imprese che investono, producono, creano lavoro”.

Il nodo resta aperto: serve chiarezza su strumenti strutturali per sostenere il modello agricolo del Sud, fondato su innovazione, sostenibilità e filiere locali.

Redazione – Floraviva

© Floraviva – riproduzione riservata | 13 dicembre 2025