UN FIORE PER… IL CRISANTEMO DELLA GIOIA
- AnneClaire Budin
Nel Giappone imperiale il crisantemo non celebra la morte, ma la vita. L’arte degli *ozukuri* ci racconta un’altra idea di fioritura, che sfida il tempo e insegna disciplina.

In Italia, ottobre e novembre coincidono con la stagione del crisantemo: una fioritura che, nel nostro immaginario, è strettamente legata al ricordo e alla commemorazione. Ma non è così ovunque. In Giappone, ad esempio, questa pianta è il simbolo della famiglia imperiale, della longevità e della serenità. A Tokyo, ogni autunno, nei giardini pubblici si celebra la sua piena fioritura attraverso la spettacolare tecnica dell’ozukuri.
Coltivare un crisantemo gigante ozukuri richiede anni di lavoro. Un solo piede vegetale viene guidato a produrre centinaia di fiori, ciascuno sulla propria ramificazione, ordinati su una struttura emisferica. La disposizione segue cerchi concentrici, sostenuti da una base in bambù chiamata sekidai. L’effetto è una grande cupola fiorita, perfettamente simmetrica e uniforme, che può raggiungere fino a quattro metri di diametro. I fiori sbocciano simultaneamente, frutto di una potatura selettiva e di una gestione meticolosa della crescita.

Questa forma colturale, ancora oggi trasmessa da maestri giardinieri non è solo un’esercitazione estetica. È un modello di conoscenza agronomica raffinata: gestione della forza vegetativa, bilanciamento tra luce, nutrienti e supporto meccanico, controllo della ventilazione. Tutto è studiato per mantenere l’equilibrio e garantire una fioritura omogenea, senza che le piante si danneggino o si sbilancino. È un esercizio di pazienza e visione a lungo termine, lontano da logiche produttive intensive.

Svincolato dalla sua valenza funeraria, il crisantemo torna così a parlarci di bellezza e di resilienza. Una fioritura tardiva che non chiude la stagione, ma la sublima. Un fiore da riscoprire anche nei nostri giardini, con occhi nuovi.
AnneClaire Budin – Floraviva
© Floraviva – riproduzione riservata | 1 novembre 2025