UNA PIANTA PER… TORNARE A SCUOLA PARTENDO DAL GIARDINO

AnneClaire Budin
Bambini che coltivano un orto scolastico insieme a un’insegnante, in un giardino verde all’aperto

Portare le piante a scuola è un gesto educativo, culturale e concreto. Il giardino scolastico forma nel fare: stimola apprendimento, benessere e partecipazione.

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In un’epoca in cui la disconnessione tra bambini e natura è sempre più marcata, reintrodurre il verde nelle scuole rappresenta un gesto fondamentale. Piantare, curare e vivere le piante – sia all’interno che all’esterno degli edifici scolastici – significa donare agli studenti un’opportunità unica di apprendimento attivo e consapevole. È questo il messaggio che emerge con forza dall’approccio educativo sostenuto da Sylvain Wagnon, docente di Scienze dell’educazione presso l’Università di Montpellier, che propone il giardinaggio scolastico come chiave per aprire i giovani al mondo.
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Un giardino scolastico non è soltanto un insieme di piante e fiori, ma un microcosmo dove i bambini imparano la pazienza, l’osservazione e la cura. Prendersi cura di una pianta implica regolarità, impegno, attenzione: competenze che si rivelano fondamentali per la formazione del carattere. Ma anche socialità e cooperazione: il giardino è un progetto collettivo che coinvolge non solo gli alunni ma anche genitori, insegnanti e comunità locali, rafforzando il senso di appartenenza e la collaborazione intergenerazionale.
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Dal punto di vista didattico, il giardinaggio stimola un apprendimento esperienziale e interdisciplinare: botanica, scienze ambientali, storia, geografia, persino matematica e letteratura possono trovare nel giardino una piattaforma educativa concreta e stimolante. Wagnon ricorda che «la classe esisterà sempre, ma oggi è pedagogicamente e climaticamente necessario insegnare anche fuori». I diversi tipi di giardini – dal potager al giardino aromatico o ecologico – offrono esperienze sensoriali e cognitive preziose, rendendo la natura accessibile anche nei contesti urbani più densi.
Bambini che coltivano un orto scolastico insieme a un’insegnante, in un giardino verde all’aperto

Benefici che non si fermano all’apprendimento: la vicinanza con la natura ha effetti positivi sulla salute fisica e mentale dei giovani. Numerosi studi dimostrano come il contatto con il verde riduca lo stress, migliori l’umore e stimoli la creatività. In un tempo segnato da crisi ambientali e disturbi dell’attenzione, riportare le piante a scuola è anche un modo per coltivare benessere.

Oltre al valore educativo, il giardino scolastico assume anche un significato culturale e simbolico. Sin dall’antichità, il giardino è stato luogo di meditazione, apprendimento e connessione con il cosmo. Recuperare questa dimensione significa offrire agli studenti non solo competenze ma visioni, radici e senso del futuro.

In Italia, pur mancando una normativa specifica nei programmi scolastici, il giardinaggio educativo è sostenuto da diverse linee guida ministeriali ed è in crescente espansione grazie anche a progetti promossi da enti locali e associazioni. Le esperienze più riuscite nascono laddove il giardino è pensato come parte integrante della progettualità scolastica, e non come semplice attività extra.

La legge Clima e Resilienza in Francia, con la spinta alla vegetazione urbana, rappresenta un modello interessante anche per il nostro Paese, in cui circa il 20% delle scuole ha già avviato iniziative di rinverdimento delle aree ricreative. Anche a livello europeo e internazionale, la FAO e la Commissione europea promuovono attivamente l’educazione ambientale attraverso i giardini scolastici.

In conclusione, avere piante a scuola non è solo un atto di bellezza o sostenibilità, ma un vero e proprio gesto politico e culturale. È un investimento sul presente dei nostri bambini e sul futuro del pianeta. Perché, come ricorda Sylvain Wagnon, «quando abbiamo le mani nella terra, siamo davvero nel presente». E mai come oggi, essere nel presente è una lezione fondamentale da offrire ai nostri studenti.

AnneClaire Budin