QUANDO LA NATURA CRESCE IN CARCERE... GERMOGLIA ANCHE FUORI
- Andrea Vitali
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in Ispirazioni

A Bollate, la natura entra in carcere grazie a un vivaio speciale. Un progetto esemplare di inclusione e rinascita, firmato Susanna Magistretti.
Può un giardino restituire libertà, dignità, un mestiere e una speranza? Sì, se nasce dove nessuno se lo aspetterebbe: dentro un carcere. È questo il cuore pulsante di Cascina Bollate, il vivaio nato nel 2007 nella Casa di Reclusione di Milano-Bollate per volontà di Susanna Magistretti, giardiniera, divulgatrice e fondatrice dell’associazione Attraverso il Giardino. Un esempio virtuoso di come la natura possa diventare strumento di inclusione sociale, riabilitazione e lavoro.
Dopo una carriera da copywriter e un apprendistato francese nel giardinaggio terapeutico, Magistretti ha dato vita a un progetto pionieristico: creare una cooperativa di giardinieri formata da detenuti e professionisti del verde, con l’obiettivo di insegnare un mestiere concreto, promuovere la biodiversità e generare bellezza anche in un luogo segnato dalla privazione della libertà.
Nel vivaio di Cascina Bollate, che oggi conta due grandi serre da 900 mq e un ettaro di coltivazione, vengono allevate piante fiorite, erbacee perenni, ortaggi e specie insolite. Circa il 50% delle piante è autoprodotto da seme o talea: una produzione di qualità, guidata dalla ricerca e dal rispetto per i ritmi naturali. Tutto viene coltivato con cura da giardinieri detenuti, affiancati da personale esterno, in un dialogo tra mondi che raramente si incontrano.
I risultati parlano da soli: 18 detenuti sono stati assunti dalla cooperativa, di cui alcuni, scontata la pena, lavorano oggi stabilmente nel settore florovivaistico. Uno di loro è tornato da uomo libero per diventare responsabile della produzione. A dimostrazione di quanto il lavoro possa davvero trasformare il destino delle persone: secondo le stime, il tasso di recidiva per chi lavora in carcere si attesta tra il 10 e il 20%, contro il 70-80% di chi non ha accesso a queste opportunità.
Cascina Bollate non è solo un vivaio produttivo, ma anche un giardino didattico e catalogo vivente, aperto al pubblico in giornate dedicate. Le vendite si svolgono in loco, online o presso la Libreria della Natura a Milano, alimentando un circuito economico etico e sostenibile.
La missione di Susanna Magistretti non si ferma alla reintegrazione dei detenuti. Il suo progetto mira a costruire una nuova relazione tra uomo e natura, non predatoria ma rispettosa. Come lei stessa afferma, “piante e fiori vogliono essere lasciati in pace, il segreto è la semplicità”. Per questo Cascina Bollate è parte della rete Agricoltura Sociale Lombardia, che promuove un’agricoltura inclusiva, biologica e a filiera corta, capace di generare riscatto sociale e ambientale.
In un tempo in cui la sostenibilità rischia di diventare solo una parola di moda, il progetto di Cascina Bollate ci ricorda che coltivare la terra può ancora essere un atto rivoluzionario. Che il verde può guarire, educare, costruire ponti e restituire identità. E che anche dentro un carcere, la natura può fiorire.
AnneClaire Budin