BBPLUG: PRIMI TEST CONCLUSI SERVONO NUOVE FORMULAZIONI
- Redazione Floraviva
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in Il vivaista

La prof.ssa Borin aggiorna sui risultati della ricerca: i prototipi BBPlug non ancora idonei, ma lo studio prosegue per dare risposte sostenibili al settore vivaistico.
Prosegue, pur tra difficoltà iniziali, il cammino della ricerca sul BBPlug, l’alveolo biodegradabile a base di scarti vegetali come cellulosa e pectina. Come comunicato dalla prof.ssa Sara Borin, responsabile scientifica del progetto, i test finora condotti in serra hanno rilevato una crescita ridotta delle piantine coltivate nei prototipi rispetto a quelle cresciute in contenitori standard. Il dato, seppur non in linea con le aspettative iniziali, fornisce preziose indicazioni per il proseguimento degli studi.
La causa ipotizzata di queste performance è uno sbilanciamento del microbiota del suolo, generato dalla rapida decomposizione dei biomateriali. Un effetto non dannoso, ma privo di benefici agronomici. La ricerca richiederà ora nuove sperimentazioni su formulazioni differenti e un’analisi approfondita dell’interazione tra materiali e radici.
Il progetto, già presentato su queste pagine come in fase di test, conferma dunque quanto sia centrale la validazione sperimentale nel passaggio dalle idee alle applicazioni pratiche. Il messaggio è chiaro: la sola origine naturale di un materiale non basta a garantirne l’idoneità in ambito vivaistico.
Tuttavia, come sottolinea la prof.ssa Borin, il bisogno di soluzioni alternative alla plastica resta pressante. E proprio da queste criticità nasce l’opportunità di avanzare verso biomateriali più performanti, mantenendo alta l’attenzione sul fronte ambientale e agronomico.
Redazione