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L’azienda Puntouno, che importa e commercializza prodotti decorativi, è nata nel contesto della floricoltura di Pescia come fornitore di articoli per fioristi, ma si è allargata a tutta la decorazione da interno (dai fiori artificiali fino al «mobilio soft», come dice il titolare Andrea Salani qui intervistato) con sconfinamenti nell’outdoor: vasi per piante da esterno e piccole decorazioni. Cruciali il comparto wedding grazie alla sede toscana e in generale la ricerca su stile e tendenze internazionali. Da inizio pandemia avviato l’ingrosso online www.puntouno.it, che nel 2021 è cresciuto a tre cifre e ha consentito di allargare la clientela in tutta Italia.

Articoli per fioristi e per allestimenti di ristoranti, alberghi e altri locali, inclusi i contenitori e vasi anche da esterno. Con due specializzazioni in massima evidenza: il wedding e i fiori secchi e stabilizzati. Ma anche le soluzioni per le vetrine, le decorazioni per la tavola e tutto l’home decor, le confezioni o packaging.
Può essere riassunta così, dopo una visita al nuovo sito web con funzione di ingrosso online, la vasta gamma di prodotti decorativi commercializzati dall’azienda di Pescia Puntouno, che  - come recita il claim, “decora e arreda con stile” -  fa della ricerca stilistica e sui trend del gusto internazionali uno dei suoi punti di forza. Una ricerca «con la curiosità di un bambino e l’occhio esperto di un adulto» che è il segreto alla base di una offerta eclettica di prodotti e che la rende originale e innovativa, ma anche estremamente flessibile verso le richieste dei clienti.
«Giriamo il mondo – viene spiegato nel profilo aziendale - alla ricerca di elementi decorativi e materiali autentici ed eleganti, destinati a rendere unico ogni ambiente, per creare spazi che non gratificano solo l’occhio ma diventano ingredienti di un’esperienza che migliora il benessere di chi la vive. Ed è proprio grazie alla nostra continua ricerca e alla nostra passione che offriamo oggi un’ampia selezione di fiori artificiali, fiori secchi, vasi e contenitori, articoli per il packaging, complementi d’arredo e oggetti decorativi ideali per arredare un ristorante, una caffetteria o un hotel, per allestire una vetrina, un matrimonio o un evento speciale, e per ogni altra occasione in cui stile e fascino sono gli elementi essenziali. Idee e ambientazioni arredano e decorano il nostro Showroom attraverso un’esposizione permanente che si rinnova con cadenza stagionale. Un consiglio sempre discreto sulle novità e le tendenze italiane e internazionali nella scelta di colori, forme e materiali».
Più nel dettaglio e concretamente, l’elenco dei prodotti in catalogo comprende le seguenti categorie di articoli: “fiori secchi, rami e piume”, “fiori e piante artificiali”, “contenitori e vasi”, articoli di “arredamento” d’ogni genere, “candelabri e portacandele”, “candele e diffusori”, “illuminazione”, “gabbie e lanterne”, “oggetti decorativi”, “packaging” e “materiale tecnico”.
«La nostra azienda è stata fondata nel 1982 da mio padre – ci racconta l’attuale titolare Andrea Salani – e forniva accessori ai fioristi. Nel 2003, dopo la laurea in economia aziendale, ho iniziato a collaborare partecipando a tutte le fiere per acquisire una conoscenza completa del mercato. Poi dal 2015, quando ho preso le redini aziendali, abbiamo portato avanti modifiche importanti, con una ristrutturazione dell’azienda in divisioni con responsabilità precise. Adesso ogni componente del team è in grado di dare il suo apporto specifico e siamo un contenitore in fermento: un mix di idee fuse in un progetto unico».
E come va l’azienda dopo questi cambiamenti?
«Sono soddisfatto del team e dei successi ottenuti, abbiamo registrato una forte crescita, andando a conquistare anche mercati un po’ diversi da quelli di partenza: la decorazione di locali o interior design avvalendoci di architetti, la vetrinistica per due grandi marchi mondiali della moda grazie alla collaborazione con due aziende fornitrici di essi a cui noi forniamo la parte “fiori essiccati, fiori artificiali, contenitori e vasi”».
Nel vostro sito web mettete in grande risalto l’offerta di prodotti per i matrimoni, il comparto wedding, come mai?
«Perché è davvero molto importante. Non va dimenticato che la Toscana è il principale catalizzatore del wedding nel mondo e noi forniamo il materiale per questo. Sono rimasti sul nostro territorio fioristi importanti capaci di lavorare a livello internazionale e noi collaboriamo con loro».
Scorrendo il catalogo online si nota una gamma molto ampia di prodotti decorativi: come riassumerebbe la vostra offerta?
«Il nostro core business è la decorazione da interno, ma sconfiniamo anche sulla parte decorativa esterna sia sui vasi che sulle piccole decorazioni. Il “mobilio soft” è il nostro specifico, più i prodotti per fioristi ma anche contenitori e vasi adatti alle piante da esterno. Una delle nostre direzioni strategiche è proprio ampliare quest’ultima gamma, con un arrivo importante di contenitori da esterno: in particolare con un reparto dedicato a vasi in ceramica importati dal Portogallo».
Come selezionate i prodotti in catalogo?
«Attraverso indagini di mercato, studiando i trend del gusto come fanno le aziende di moda e viaggiando. E poi abbiamo un top stylist, uno stilista di livello mondiale sia nel design floreale che nella moda. In passato ha persino gestito un negozio di fiori a New York ed è responsabile creativo anche di grandi marchi internazionali di vari settori».
Quando avete iniziato l’attività di e-commerce business-to-business con il vostro sito che funziona come un “ingrosso online”?
«Abbiamo avviato l’e-commerce b2b nel marzo del 2020, quando è scoppiata la crisi pandemica del Covid-19. E piano piano ha incominciato a ingranare per poi accelerare. Si tratta ancora di una quota piccola del nostro giro d’affari, ma il ritmo di crescita è altissimo. Nel 2021 abbiamo registrato un rialzo a tre cifre sull’anno scorso. E l’ingrosso online ci ha consentito di trovare clienti anche in parti d’Italia finora mai raggiunte. Adesso la nostra clientela si estende lungo tutto lo stivale: dal Trentino fino alla Sicilia».
Per ulteriori informazioni su Puntouno, che ha sede a Pescia in via di Montecarlo 125, cliccare qua

Redazione
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Intervista a Renzo Simonato, responsabile direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo.

Come ha reagito il comparto agricolo e delle coltivazioni alla crisi pandemica?
Il nostro Paese tra i propri punti di forza conta le eccellenze legate al settore agroindustriale che lo scorso anno ha tenuto grazie a solidità e capacità di puntare sulla qualità. In particolare, nel 2020 è proseguita la crescita dell’export e l’avanzo commerciale ha registrato un nuovo record (3,3 miliardi di euro). Il distretto Florovivaistico di Pistoia ha chiuso il 2020 con un aumento dell’export del 5,1%, superando le difficoltà dei mesi primaverili con una brillante seconda parte dell’anno. Il 2021 è iniziato bene, grazie alla spinta ricevuta dagli interventi di riqualificazione urbana e dalla rivalutazione degli spazi verdi anche dei privati.
Quali sono le caratteristiche strutturali dell’agribusiness?
Distretti e filiere sono gli elementi distintivi che determinano il successo delle produzioni italiane. La nostra Direzione Studi e Ricerche monitora oltre 50 distretti agro-alimentari, ovvero zone geografiche specializzate nella coltivazione e nella trasformazione di prodotti agricoli e alimentari, caratterizzati da una buona propensione all’export. Il Centro Italia ne ospita cinque, tra cui il Florovivaistico di Pistoia, insieme ai distretti oleari toscani e umbri, all’ortofrutta dell’Agropontino e alle produzioni vinicole dei colli fiorentini e senesi. Nel territorio si contano poi numerose eccellenze produttive e di rilevante valore per il Made in Italy: la Toscana è la seconda regione in Italia per numero di produzioni certificate DOP e IGP, ben 94, il Lazio ne conta 68 (settima regione), Marche e Umbria rispettivamente 40 e 36.
Ci parli anche delle filiere che citava, come agiscono nella catena di produzione?
Le filiere dell’industria agroalimentare hanno come capofila importanti realtà che tendono a mantenere il controllo della qualità attraverso le forniture dei piccoli produttori del territorio. In questo contesto si inserisce la Banca con il Programma Sviluppo Filiere dove viene valorizzato il rapporto tra capofiliera e fornitori strategici anche in termini di miglior accesso al credito da parte delle imprese anche di piccolissime dimensioni.
Come si è strutturata Intesa Sanpaolo per dare supporto a queste importanti realtà produttive?
L’impegno di Intesa Sanpaolo a supporto del mondo agricolo e agroalimentare è radicato nel Gruppo e nelle banche via via in esso confluite. La nuova direzione Agribusiness, nata a seguito del rafforzamento della Banca dei Territori, è un centro di eccellenza che punta a cogliere le enormi opportunità di questo settore. Ha sede a Pavia e può contare su 1.000 specialisti a servizio di circa 80 mila clienti e 250 punti operativi di cui 85 filiali, concentrate in particolare nelle aree a maggior vocazione agricola del Paese al fine di valorizzarne le peculiarità e le eccellenze.
Cosa ci aspetta nel prossimo futuro?
Post pandemia i temi cardine del cambiamento saranno transizione green e digitale. L’agrifood deve garantire cibo a sufficienza sfruttando al meglio le risorse e assicurando prodotti sani. L’innovazione tecnologica consente di ideare soluzioni per consumare meno acqua e suolo, in un’ottica di maggior sostenibilità. La qualità delle nostre produzioni sarà un volano per l’export, ma bisognerà sostenere i processi di internazionalizzazione delle imprese più piccole, e continuare ad investire su nuovi modelli di business: penso all’enorme crescita del commercio online, che impone anche nel futuro scelte strategiche ben precise.

Redazione
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Nurset® è un  sistema digitale IoT (Internet of Things) che controlla lo stato delle coltivazioni di piante ornamentali e permette di azionare i comandi a distanza. I sensori installati nel vivaio raccolgono i dati dagli impianti e dalle piante. Tali informazioni sono facilmente consultabili da pc, smartphone e tablet. Con questa attività di monitoraggio è possibile migliorare la crescita, risparmiare acqua ed energia, ridurre le operazioni di sopralluogo e agire tempestivamente in caso di anomalie, evitando danni agli impianti e alla coltivazione.

Nurset® è lo strumento ideale per raggiungere gli obiettivi di qualità, risparmio e sostenibilità ambientale, ottimizzando l’uso di acqua, energia e fertilizzanti e riducendo gli sprechi. Il sistema IoT Nurset® rientra tra i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, secondo il modello Industria 4.0, previsti nell’allegato A della L. 232/2016.
Nurset® è nato da una collaborazione tra Pierucci Agricoltura e la start up Zerynth ed è stato sviluppato presso Gea.
Per maggiori informazioni: www.nurset.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 0574 675451

 

I vantaggi di Nurset® 

 
Monitoraggio della salute delle piante
Nurset® consente di tenere  sotto controllo lo stato di salute della piante. I sensori installati nel vivaio rilevano i dati relativi al substrato e all’ambiente. In questo modo, si conoscono le condizioni della coltivazione in tempo reale. Ciò rende possibile intervenire in modo accurato su di essa. 
 
Monitoraggio degli impianti
I sensori  possono essere installati anche nei vani tecnici, come la sala pompe, per rilevare il consumo di acqua ed energia, la potenza assorbita e la quantità di fertilizzante presente nella cisterna per fertirrigazione. Queste rilevazioni permettono di verificare il funzionamento degli impianti, dando quindi la possibilità di intervenire non appena viene rilevata un’anomalia.
Segnalazione di anomalie
Con Nurset® è inoltre possibile stabilire delle soglie per ciascun dato rilevato. Se i valori superano la soglia impostata, verrà inviata una notifica sul pc o sullo smartphone. Sarà quindi il sistema stesso ad avvertire l’operatore in caso di anomalie che possono indicare, ad esempio, il malfunzionamento degli impianti.
 
Irrigazione guidata
La possibilità di controllare gli impianti da remoto, come l’attivazione dei sistemi di irrigazione a distanza, consente un risparmio di tempo e di gestione. Oltre a questo Nurset® ha il grande vantaggio di poter azionare i comandi in base alle informazioni rilevate direttamente in vivaio. Ad esempio, se il sensore dell’umidità rileva un substrato troppo asciutto, il sistema informa l’operatore che può decidere se cambiare programma di irrigazione.

 

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Nelle sedi di Casalguidi e Capalle della concessionaria leader del distretto vivaistico ornamentale pistoiese e della floricoltura della Valdinievole è in vendita il nuovo Porter della Piaggio. Come spiega Marco Geri: «è diventato un veicolo adattissimo anche ai florovivaisti e ai giardinieri ed è complementare per posizionamento (prezzo inferiore) e caratteristiche (più stretto e agile) al Daily dell’Iveco, che resta un altro dei nostri prodotti di punta».


«Il nuovo modello Porter della Piaggio, l’NP6, ha caratteristiche molto migliorative dal punto di vista dell’allestibilità e della portata. Mentre in passato il Porter era un mezzo sostanzialmente per l’edilizia, anche in termini di cassoni e lunghezza, adesso con la nuova gamma di versioni dell’NP6, tutte ad alimentazione green, è diventato un veicolo adattissimo anche ai florovivaisti e ai giardinieri. Un mezzo che con il suo posizionamento di prezzo e le caratteristiche più adatte alle strade strette e alle distanze minori può affiancarsi benissimo al Daily dell’Iveco per completare il parco veicoli di un’azienda vivaistica, all’insegna del made in Italy».
Così Marco Geri, uno dei titolari di Svra, la concessionaria di riferimento del distretto vivaistico ornamentale e di tutti i florovivaisti della provincia pistoiese, traccia l’identikit del city truck della Piaggio “Porter NP6”, che da poche settimane è in vendita nelle proprie sedi di Casalguidi (Pistoia) in via Provinciale Montalbano 16 e di Capalle (Prato) in via dei Confini 251. «Non è un veicolo in concorrenza con il Daily, che è uno dei nostri prodotti di punta per le aziende florovivaistiche – specifica Geri -, perché il Porter NP6 è di un segmento di mercato inferiore: un veicolo con motori di cilindrata 1500 e non 2300 come il Daily, la portata totale è da 21 a 28 quintali e conseguentemente il prezzo di listino, a pari allestimento, è circa il 30% in meno rispetto al Daily. Insomma due prodotti diversi e per molte aziende complementari».



«Attualmente l’alimentazione del Porter NP6 – aggiunge – è a benzina e gpl oppure a benzina e metano (non c’è il diesel), ma l’anno prossimo uscirà anche la versione elettrica. Ogni alimentazione si può avere con i serbatoi più o meno capienti». Perché si presta bene per i florovivaisti? «Soprattutto perché – risponde Marco Geri – ha cassoni meno voluminosi ed è un mezzo più stretto e agile, utilissimo quando i florovivaisti e altri operatori del verde come i giardinieri si devono muovere in certi contesti. Inoltre, essendo veicoli green, è prevista una tolleranza del 15% sui quintali trasportati».

Redazione
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La consegna delle poinsettie “Stella d’Italia” di Bonini Piante è avvenuta ieri durante una visita dei vertici provinciali dell’associazione agricola a Limestre nella sede di Dynamo Camp, dove hanno incontrato il direttore Vito Nigro.


Ottanta stelle di Natale per le famiglie degli ospiti di Dynamo Camp, il primo centro italiano di terapia ricreativa appositamente strutturato per ospitare gratuitamente bambini affetti da patologie gravi o croniche in fase di terapia o nel periodo di post ospedalizzazione.
La piccola ma significativa donazione è stata fatta ieri dall’azienda floricola di Pescia Bonini Piante, da poco associata a Confagricoltura Pistoia, che è molto nota per la sua produzione di poinsettie o Euphorbia pulcherrima, per usare il corretto nome botanico della pianta leader delle feste natalizie. 
Nell’occasione della consegna il presidente e il direttore provinciali di Confagricoltura, Andrea Zelari e Daniele Lombardi, hanno visitato la sede di Dynamo Camp a Limestre nella montagna pistoiese, guidati dal direttore della struttura Vito Nigro.
Le stelle di Natale donate fanno parte di una linea di produzione di poinsettie, denominata “Stella d’Italia”, che si caratterizza per i metodi di produzione eco-sostenibili, cioè all’insegna della lotta integrata con ampio utilizzo di trattamenti biologici.   

Redazione


Intervista a Fabrizio Gai (agenzia di Pistoia di via Salvo d’Acquisto), che introduce ai vivaisti il pacchetto assicurativo sui danni ambientali: dalle coperture “danno ambientale” e “danno a terzi” agli altri servizi compreso la “gestione crisi”. Spiega Gai: «la quantificazione di un danno ambientale si differenzia rispetto ad altre tipologie di sinistri perché può prevedere un ripristino primario e/o compensativo e un ulteriore ripristino complementare che può protrarsi anche per molti anni, per cui l’assicuratore deve restare a fianco del cliente per tutto il tempo necessario e seguirlo nella gestione dei rapporti con le autorità competenti».

A parte qualche eccezione, nel settore agricolo italiano, e quindi anche in quello florovivaistico, le polizze assicurative non sono tanto diffuse e centrali nella gestione aziendale quanto in certe aree del Nord Europa, dove sono essenziali soprattutto nel caso di vivai specializzati in un solo tipo di coltura. Ma pure da noi, anche per effetto delle numerose calamità naturali verificatesi negli ultimi anni a causa del cambiamento climatico, la percezione dell’importanza di essere ben protetti a livello assicurativo sta crescendo fra i florovivaisti e più in generale fra tutti gli agricoltori.
Questa evoluzione è favorita da una sempre maggiore attenzione al settore primario da parte del mondo assicurativo, che sta elaborando proposte più mirate e su misura per le aziende agricole. Un esempio di ciò a Pistoia è l’agenzia di Generali Italia Spa di via Salvo d’Acquisto, con uffici anche a Quarrata in via Montalbano e Alto Reno Terme (Porretta) in viale Mazzini, che rappresenta oggi un moderno punto di vendita di servizi assicurativi e finanziari in grado di fornire consulenza e assistenza nei vari ambiti di attività offerti da Generali. Con una squadra forte di 22 persone fra dipendenti di agenzia, dipendenti di compagnia e consulenti, ognuno dei quali, pur preparato in tutti gli ambiti del lavoro assicurativo, è specializzato in uno specifico comparto, riuscendo così a offrire un servizio più corretto e puntuale.
Questa agenzia è entrata in rapporto di collaborazione con l’Associazione vivaisti italiani (Avi) nel contesto del Progetto integrato di distretto (Pid) “Vivaismo per un futuro sostenibile” che è stato presentato in Regione e che è attualmente in attesa di approvazione e finanziamento. Abbiamo intervistato Fabrizio Gai, agente generale dell’agenzia in società con Paolo Romoli, per farci spiegare meglio come è nata la collaborazione con Avi e che cosa la sua agenzia propone ai vivaisti del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia in primis, ma anche ad altri florovivaisti e agricoltori del territorio pistoiese.
Come siete entrati in relazione con l’Associazione vivaisti italiani (Avi)?
«La nostra attenzione nei confronti di Avi si è sviluppata in relazione al Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile”. Ci attirò subito il fatto che uno dei suoi temi centrali fosse la tutela dell’ambiente e in particolare la riduzione dell’impatto dei processi produttivi sull’agro-ecosistema. Da questo abbiamo capito che il nostro prodotto dedicato ai danni ambientali poteva essere adatto ai bisogni che loro esprimevano in questo progetto».
E poi che cosa avete fatto?
«Il primo incontro è stato in occasione dell’assemblea di Avi del dicembre 2019, nella quale ci è stata data la possibilità di intervenire e presentare i nostri prodotti e servizi. Abbiamo inoltre sottoscritto il Pid come partecipanti indiretti e, il 12 febbraio 2020, abbiamo organizzato un incontro con i soci di Avi e i nostri tecnici al fine di diffondere la cultura assicurativa tra i vivaisti, soprattutto in materia di Rct (Responsabilità civile verso terzi) con particolare attenzione alle differenze tra inquinamento accidentale e danno ambientale».
Quali sono, senza entrare nei tecnicismi, i principali rischi ambientali per il vivaista?
«Penso che prima sia necessario fare una premessa riguardo la natura del rischio inquinamento. Questo è un rischio che richiede competenze tecniche specialistiche perché la normativa ambientale è molto specifica, infatti non è un rischio di sola Rc (Responsabilità civile) e i sinistri possono colpire sia soggetti terzi che la collettività».
E quali sono i principali rischi per i florovivaisti?
«Ve ne sono di disparati, ma in generale sono i rischi che possono essere trasmessi attraverso acqua e suolo.
Ma come si valuta un danno ambientale?
«La quantificazione di un danno ambientale si differenzia rispetto ad altre tipologie di sinistri perché può prevedere un ripristino primario e/o compensativo e un ulteriore ripristino complementare che può protrarsi anche per un lungo arco temporale. Questo significa, in parole semplici, che colui che ha provocato il sinistro può essere condannato a ripristinare l’ambiente e ciò può richiedere tanti anni. Per tale motivo è indispensabile che l’assicuratore resti a fianco del cliente per tutto il tempo necessario».
In che cosa consiste il supporto che fornite in tale fase?
«Forniamo assistenza in tutte le pratiche necessarie, compresi i contatti con le autorità competenti nel corso delle procedure».



A fronte di questa illustrazione, quali sono le principali soluzioni assicurative che proponete?
«Offriamo un prodotto che oltre ad essere una polizza di assicurazione è uno strumento proattivo di protezione che tiene indenne le aziende da spiacevoli perdite economiche e in taluni casi anche gli enti locali, che dovrebbero occuparsi dei problemi con ricadute negative sulla collettività».
Più nel dettaglio in che cosa consiste?
«La nostra soluzione comprende la copertura del “danno ambientale” e del “danno a terzi”, la “gestione rischi ambientali”, la “gestione sinistro” e la “gestione crisi”»
Vediamole una per una, a cominciare dalla copertura del “danno ambientale”.
«Questa comprende le spese per interventi di emergenza, di ripristino, dovute per analisi e monitoraggi e gli interventi propedeutici, per la redazione di documenti richiesti dagli enti, la progettazione ed esecuzione degli interventi previsti per legge, le indagini per l’individuazione delle cause del danno e per la sua riparazione e le misure di ripristino primario, compensativo e complementare».
E la copertura del “danno a terzi”?
«Si tratta del risarcimento per i danni a terzi per morte e lesioni personali, distruzione e deterioramento materiale di cose, interruzione o sospensione di attività di terzi, nell’area interessata da danno ambientale; la possibilità di risarcire direttamente la pubblica amministrazione per conto dell’assicurato».
Veniamo ai servizi: innanzi tutto quello denominato “gestione rischi ambientali”.
«In ambito di prevenzione e migliore gestione del rischio, dà diritto a una giornata di formazione erogata da istituti universitari e massimi esperti in materia ambiente, comprensivo di risk management: come migliorare il proprio sistema di gestione, approfondimenti sugli obblighi normativi vigenti, la preparazione su cosa fare in caso di emergenza, su come gestire i rapporti con i media e la consulenza per ottenere la certificazione “ambiente protetto”».
Poi c’è la “gestione sinistro”.
«Sì, è la messa a disposizione di un supporto completo sia legale che tecnico integrativo, al fine di riprendere le attività nel breve e contenere danni d’immagine o reputazionali, con tecnici, progettisti e professionisti».



Infine la “gestione crisi”.
«Un servizio con priorità al Pronto Intervento nella situazione di emergenza. Prevede: numero verde 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno con un primo supporto tecnico telefonico, l’invio di un tecnico, le comunicazioni agli enti previste dalla legge e l’immediato piano con gli interventi d’emergenza, la consulenza per i comunicati agli uffici stampa».
Ecco, mi può dire come è stata la risposta dei vivaisti pistoiesi finora alle vostre proposte, diciamo da dopo l’incontro di febbraio?
«Considerando che la trattativa preliminare alla polizza si sviluppa in due o tre incontri atti a mettere a punto il questionario tecnico necessario alla formulazione della nostra offerta, il periodo Covid ha un po’ bloccato tutto. Siamo rimasti fermi 5 o 6 mesi e stiamo ripartendo ora, nei limiti del possibile, visto che l’emergenza Covid è tutt’ora presente. Con alcune aziende eravamo però già nella fase di redazione dei preventivi e qualcuna aveva già accettato la nostra offerta».
Ma, al di là dei contratti finalizzati o meno, ci sono ancora difficoltà a fare apprezzare ai florovivaisti italiani l’importanza dell’avere una protezione assicurativa?
«Di solito manifestano interesse coloro che riescono a dedicarci un po’ di attenzione perché diamo loro la possibilità di riflettere sui rischi che incombono sulla propria attività e che questi possono essere coperti con somme ampiamente sopportabili (anche perché il costo è proporzionale alle dimensioni aziendali)».
Ci sono le condizioni per arrivare a una diffusione delle polizze tra i nostri vivaisti paragonabile a quella di certi Paesi nord-europei?
«Personalmente non conosco con precisione i dati degli altri Paesi, ma per la mia esperienza posso affermare che nel vivaismo ancora non tutti considerano le polizze assicurative parte integrante dell’attività di impresa, come invece succede per altri settori industrializzati dove è normale stipulare, all’inizio dell’attività, le polizze “classiche” incendio e Rct/o. C’è sensibilità, ma poi quando si parla della polizza ancora non viene ben compresa l’importanza di alcuni tipi di copertura. Eppure non costa molto ed è un pacchetto che può coprire un periodo ante-stipulazione del contratto anche di 3 o 5 anni (garanzie pregresse)».
Ad esempio?
«Preferisco evitare di fare esempi che potrebbero essere riduttivi e/o “malauguranti”, mentre tengo a sottolineare che la nostra volontà è riuscire ad essere partner di vita dei nostri clienti e quindi consigliarli in modo appropriato… il Covid-19 dovrebbe averci fatto comprendere che dobbiamo preoccuparci preventivamente e non attivarci soltanto a posteriori, poiché quando si parla di polizze non è possibile agire ad evento occorso».
In chiusura, ha qualche consiglio da dare ai vivaisti e agricoltori incerti?
«Voglio solo dire che l’assicurazione, checché se ne dica, ha un ruolo sociale molto rilevante, basti pensare al contesto attuale ed è pertanto importantissimo trovare lo spazio per le coperture di cui ognuno di noi ha necessità, anche se questo a volte comporta dei sacrifici. In ogni caso invito tutti i vivaisti a partecipare ai nostri futuri eventi poiché la conoscenza genera la capacità di fare scelte consapevoli».

Redazione Floraviva
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