Al seminariodi Flora trade sullaqualità del lavoro del giardinierepresentiesponenti del florovivaismopistoiese. Per Roberto Chiti la competenza del giardiniere «valorizza le piante», ma ciòcheinteressadipiùè la «coesionedellafiliera». RenatoFerretti: «bastaimpresedipulizienegliappalti a verde, civuoleunacategoriaspecifica», «la strada per l’alboèdifficile, ma se arriva, tantomeglio».
Il mondoflorovivaisticopistoieseguarda con interesse, ma un po’diprudenza, aiprogettidell’ancora piccolo ma agguerrito e preparatomovimentodeigiardinieriprofessionisticapitanatodall’Aigp, chemira a un alboprofessionaledeigiardinieri, a cuiriservarel’eserciziodelleattivitàdicostruzione e manutenzione del verde.
Almenoquestaè la sintesideipareriespressida due qualificatiesponentidiquelmondochesonointervenutiieril'altro a Flora trade a Rimini come relatorinelseminariotecnico“Qualità e innovazionenellavoro del giardiniere”. Roberto Chiti, vivaistapistoiesecherivesteilruolodiresponsabileflorovivaismonellaConfederazioneitalianaagricoltori, ha tenutounarelazioneintitolata “Il giardiniereprofessionista e l’importanzadiunafilieraverdecoesa”. MentreRenatoFerretti, espertodiflorovivaismo e direttoredellamanifestazionepistoieseVestireilpaesaggio, ha parlatosultema “La qualità del materialevivaistico come elementoqualificantenellavoro del giardiniere”.
«A noiinteressaprevalentementecercaredisvilupparerapportidifiliera, tenendoassiemegliagricoltoridanoirappresentati con i finalizzatori del nostrolavoro, chesono i giardinieri – ha detto poi a FloravivaRoberto Chiti, ringraziandoAigp per l’invito al seminario -. Questoèilquadro in cuiciponiamooggi per cercaredisviluppareassiemetemicomuni e per cercaredirisolverli, portandouna voce più forte, unita, diunafilieracompatta e determinatanellestanzechecontano».
Ma èdavvero utile per i produttoriavere a che fare con giardinieriprofessionisti? «Certamente – ha rispostoChiti -. Avereunacultura del verde, avereunafiliera del verdeattiva, quindicrearequellaculturadi un verdechesiadiqualità e cheportibenessereallacittadinanza per noièfondamentale. Saperechecolorochevanno a realizzarequesteopere, sianoaziendeagricole o giardinieriprofessionali, hannocomunqueunacultura e unacompetenza per poterlo fare per noièunagaranziache i nostriprodottisianovalorizzatineimercati».
E cosapensasullaprospettivadi un alboprofessionaledeigiardinieri? Cicrede? «Io credo chetantopercorsodebbaancoraesserefatto. Dovràessereaperto, intanto, in accordo con l’articolo 12 dellalegge 154/16 ("Deleghe al Governo e ulterioridisposizioni in materiadisemplificazione, razionalizzazione e competitivitàdeisettoriagricolo e agroalimentare", ndr), un dialogo con le regioni per capirequalisono le intenzioni, essendoesseglientideputati a redigere le normedellaformazioneprofessionaleatta a qualificare le figure professionali. Restachiarochegliagricoltoriiscritti al Rup (Registroufficialeproduttori) sonoall’internodiquestopercorso. Certamentesiamoperchésiportiavanti la formazione a tutti i livelli. Noitral’altroabbiamoun’agenziaformativa in Ciamoltoqualificata e radicatasuiterritori. Quindiaccettiamo la sfida e cerchiamodiportarla in fondo».
«Il corpocentrale del miointervento – ha spiegatoinveceRenatoFerretti - èdedicato a come sifanno le piante e allaqualitàdellapiante del distrettoflorovivaisticopistoiese, cheindubbiamentesono un valoreaggiunto per la realizzazionedeigiardini, deiparchi e deiprogettidipaesaggio».
Quali le prospettivechesiarrividavvero a un albo o almeno a un percorsoformativo e unacertificazione?
«Io credo che non siaunastrada facile, ancheperché credo chesia in controtendenzarispetto a quellochevienefattosulleprofessionichestoricamentehanno un albo. Quindi non credo chesia facile. Credo peròchesiaimportantepuntualizzare i livelliqualitativichedevonoavere le aziendecherealizzanoparchi, giardini e impianti a verdeallastessastreguadiquellochefanno per tutte le altrerealizzazioniditipoedile, stradale, idraulico e impiantistico. Non èpiùtollerabileche le impresedipuliziepossanopartecipareagliappalti a verde: èunacosache stride perché poi ovviamente i risultatisono sotto gliocchidi tutti in termini dipotature, dierrorigestionali, disceltamateriale non idoneo e chi più ne ha più ne metta».
E se non un albo, almenounaqualche forma dicertificazionevolontaria?
«Ma direipiuttostounasezionequantomenodelleaziendechepossonooperare in questosettoresiasullaSoa (Società per le operepubbliche) siasuquellicheormaisono i puntidiriferimento per la fornituradiservizi, dove bisognachecisiaunacategoriaspecificariferitaalleopere a verde, operedigiardinaggio, e per accedervibisognaaveredeterminatirequisiti. Bisognaevitareche chi genericamente fa altrilavoriacquisiscaquestotipodilavorichenecessitanodiunaqualificazioneprofessionale. Ovviamentequestopresupponechetuabbiaun’esperienza, chetuabbiaunastrutturaorganizzativa con le qualificheprofessionalinecessarie e quindidaquestopuntodi vista credo chequestosarebbegià un notevolepassoavanti. Poi se arrivaqualcosadipiù come l’albotantomeglio».