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Avviato il rilancio dei Gruppi di interesse economico di Cia – Agricoltori italiani. Nessuno degli 8 Gie sarà guidato da un agricoltore toscano. La presidenza di “Olivicoltura, olio e vivaismo olivicolo” al siciliano Gino Catania. Il florovivaismo ornamentale sarà invece gestito dall’associazione Promoverde, in via di riorganizzazione sul modello di Aiel.

 
Nuovi presidenti e rafforzamento delle funzioni per i cosiddetti “Gie”, i “Gruppi di interesse economico” di Cia – Agricoltori italiani. Con l’assemblea della settimana scorsa a Roma è scattata la fase di riorganizzazione e rilancio delle squadre di esperti che si occuperanno dei vari comparti agricoli, sotto il coordinamento di Enzo Mastrobuoni. Tra i massimi protagonisti non emergono esponenti di Cia Toscana, sotto il profilo della rappresentanza territoriale, e il florovivaismo ornamentale, dal punto di vista settoriale. 
Quest’ultimo comparto, infatti, come è stato anticipato oggi a Floraviva dall’ufficio stampa di Cia, «diventerà una componente di Promoverde, la nostra Associazione per la Qualità del Paesaggio e del Florovivaismo, che svolgerà anche la funzione di Gie per questo settore». Anche a tal fine, Promoverde, che negli intenti di Cia sarà «una realtà super specializzata nel florovivaismo (sul modello di Aiel) quindi aperta a tutte le aziende del settore florovivaistico e alla filiera intera», è in una fase di «cambio statutario, dal quale uscirà il nuovo assetto e le nuove linee guida». Con la conseguente assemblea elettiva del nuovo presidente probabilmente entro fine estate.   
«Tra le direttrici prioritarie su cui si svilupperà il lavoro dei nuovi Gie e dei relativi Comitati di prodotto – si legge nel comunicato di Cia - approfondimenti delle condizioni di mercato; strutturazione dei sistemi (OP, coop, etc.); organizzazione delle filiere nell’interprofessione. In questo modo si potrà dare un costante ed effettivo sostegno alle decisioni degli organismi della Cia per la definizione delle politiche economiche».  
I nuovi Gruppi di interesse economico saranno otto, così suddivisi:
- “Olivicoltura, olio e vivaismo olivicolo”, presidente Gino Catania (Cia Catania)
- “Viticoltura, vino e vivaismo viticolo”, presidente Roberto Sandro (Cia Treviso)
- “Ortofrutta e vivaismo ortofrutticolo”, presidente Antonio Dosi (Cia Romagna)
- “Cereali e produzioni industriali (riso, pomodoro da industria, bieticoltura, tabacco)”, presidente Leonardo Moscaritolo (Cia Potenza)
- “Coordinamento Zootecnia (sistema allevatoriale, avicoltura, cunicoltura, cavalli, api)”, presidente Raffaele Portaro (Cia Calabria Centro) 
- “Latte bovino”, presidente Flavio Furlani (Cia Verona)
- “Bovini da carne”, presidente Roberto Buratto (Cia Torino)
- “Suini e Ovi-caprini”, presidente Martino Scanu (Cia Cagliari).
«Si tratta di un importante appuntamento per la Cia - spiega il presidente nazionale Dino Scanavino - per rilanciare il ruolo dei nostri Gruppi di interesse economico rendendo gli agricoltori sempre più protagonisti nella vita dell’organizzazione». Anche per questo i nuovi Gie, fanno sapere da Cia, «si articoleranno e struttureranno a livello regionale o interregionale, in base alle diversità e alle esigenze territoriali. Inoltre, la circolazione delle idee, documenti e analisi sarà rafforzata dall’uso di strumenti informatici e comunicativi adeguati».
 
L.S.

All’inaugurazione di Euroflora 2018 incontro fra il coordinatore del tavolo florovivaistico italiano Manzo, il presidente di Anve Cappellini e una delegazione cinese della mega expo del florovivaismo Pechino 2019, ospite d’onore a Genova con un’aiuola di 15 mila piante fra Solanum e Lithodora all’ingresso dei parchi di Nervi, per un’eventuale partecipazione italiana in Cina.

Venerdì 20 aprile a Genova, in occasione dell’inaugurazione di Euroflora 2018, rappresentanti del Ministero delle politiche agricole italiano, dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve) e del Comune di Pechino si sono incontrati per parlare di una possibile partecipazione italiana a Pechino Expo 2019: la mega esposizione internazionale del florovivaismo che si terrà dal 29 aprile al 7 ottobre 2019 in un parco di 960 ettari sulle rive del fiume Guihe.
Pechino Expo 2019 è infatti l’ospite d’onore di questa edizione di Euroflora, dove viene presentata per la prima volta ufficialmente in Italia, come hanno fatto sapere gli organizzatori, con tanto di aiuola fiorita dedicata nei pressi dell’ingresso dell’esposizione all’aperto nei parchi di Nervi (vedi nostro articolo di presentazione di Euroflora): 15 mila piante fra Solanum bianche e Lithodora blu, «due piante rusticissime, assolutamente liguri», per dare «un benvenuto ma anche un arrivederci a Pechino 2019», come aveva detto in mattinata una delle curatrici dell’allestimento di Euroflora, l’architetto Valentina Dallaturca.



L’incontro è avvenuto nello spazio espositivo di Anve, adiacente a quello del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e a pochi metri dall’aiuola dedicata a Pechino 2019. Per il Ministero delle politiche agricole alimentare e forestali (Mipaaf) c’era Alberto Manzo, il coordinatore del tavolo tecnico del settore florovivaistico (vedi l’ultima nostra intervista), mentre per l’Anve c’era il presidente Marco Cappellini. La delegazione cinese era composta dal Sig. LIU Mingli, vice sindaco del Governo popolare del distretto di Yanqing della Municipalità di Pechino e vice capo del Gruppo di preparazione per l'Esposizione orticola internazionale 2019, dalla Sig.ra ZHANG Wenjing, direttore della divisione Pubblicità e cultura del Gruppo di preparazione per l’Expo 2019 e dalla Sig.ra ZHANG Xinyuan, membro della divisione di Promozione dello Sviluppo del Gruppo di preparazione per l’Expo 2019. Partecipavano anche il Sig. WANG Fuguo, Console generale della Cina in Italia, e il Sig. ZHANG Gang, general manager di Ccpit Italia.
Come ha spiegato Alberto Manzo a Floraviva, subito dopo il colloquio insieme a Cappellini con la delegazione cinese dell’Expo 2019, «dal mio punto di vista e dal punto di vista tecnico delle aziende c’è la piena volontà di fare questo passo (della partecipazione all’Expo 2018, ndr). Soprattutto perché a nostro avviso è un ponte per la commercializzazione delle nostre piante in Oriente…».
Il progetto è fare uno stand collettivo italiano all’Expo 2019 di Pechino?
«Adesso vediamo come si svilupperanno le cose – ha risposto Manzo - perché ovviamente dovrebbero essere Ministero dell’agricoltura e Ministero degli esteri, in quanto si va in un Paese terzo, ad occuparsene. Aspettiamo che si risolva questa crisi politica e che si possa avere un ministro dell’agricoltura. La prima cosa che farà l’ufficio tecnico di coordinamento del tavolo di filiera del florovivaismo è presentare al ministro una richiesta formale in tempi rapidi. E’ ovvio che ci sono delle criticità e delle priorità, però io credo che questo evento di Pechino sia un volano per tutto il settore e un volano direi anche turistico».
Ma che cosa vi siete detti per ora con il vicesindaco di Pechino?
«Abbiamo auspicato che vada in porto la partecipazione. Loro mi sembra che ci tengano moltissimo ad avere l’Italia...».
..sia a una partecipazione pubblica che privata?
«Sì, esattamente, sono interessati a entrambe. Ma il problema tecnico-operativo è che la Cina è lontana, per cui è un investimento ragguardevole portare lì le piante e riempire gli spazi. Non è una cosa semplice»
E voi privati, presidente Cappellini, parteciperete solo se avrete qualche forma di sostegno pubblico?
«Il problema, non nascondiamoci – risponde questa volta il presidente dell’Anve -, è che andare in Cina con le aziende, con viaggi e trasporti di piante, tenendo conto delle temperature e di tutta una serie di altri fattori, è un investimento importante. Per cui bisogna che ci sia un sostegno, magari anche dal Paese che ti ospita, come è successo a Taipei in Taiwan, dove hanno l’expo quest’anno. Sono spese enormi, se pensiamo anche alla durate e al costo del personale che deve stare là. Non è così facile».

L.S.

Il costo della 11^ edizione di Euroflora, inaugurata ieri, è «inferiore a 4 milioni di euro», più 1 milione e mezzo per i parchi di Nervi. Il presidente della Liguria Toti parla di «gigantesco strumento di marketing territoriale». La coordinatrice dell’allestimento: l’esposizione all’aperto è già stata scelta da altre floralies, la vera novità sono le composizioni di fiori recisi nei musei ispirate alle opere. Croci: se i visitatori torneranno a casa con idee nuove per balconi e giardini, e magari useranno il nuovo bonus verde, avremo dato un contributo alla rieducazione alla bellezza di cui c’è bisogno in Italia e al settore del florovivaismo.

 
«Mi sembra una scommessa assolutamente vinta: una splendida manifestazione che torna a Genova, nei parchi di Nervi, che sono un orgoglio della nostra terra, ma anche un bene di tutto il Paese. Una manifestazione bellissima per l’arte, per le piante e per il recupero di questo parco straordinario per la città di Genova e per tutta la Liguria». 
A esprimersi in questi termini è stato il presidente della Liguria Giovanni Toti ieri, poco prima dell’inizio dell’inaugurazione ufficiale della 11^ edizione di Euroflora, l’esposizione internazionale del fiore e della pianta ornamentale di Genova, che si tiene da oggi 21 aprile fino al 6 maggio nei parchi (e in tre musei) di Nervi (vedi nostro articolo). 
Una manifestazione, come è stato spiegato ieri in conferenza stampa, fortemente voluta con questa formula dagli organizzatori e dal sindaco di Genova Marco Bucci, che a domanda di Floraviva sul costo dell’investimento ha risposto «inferiore a 4 milioni di euro», a cui vanno aggiunti i finanziamenti della Regione Liguria per ripristinare i Parchi di Nervi (1 milione e mezzo di euro, come riferito dall’Ansa). Costi, quelli di Euroflora 2018, che il sindaco conta di recuperare già attraverso la vendita dei biglietti, e al momento, conferma l’Ansa, sono oltre 110 mila gli acquirenti di un tagliando per la rassegna aperta al grande pubblico da oggi.  
Questa iniziativa, centrata sul paesaggio fiorito dei parchi e musei di Nervi, rappresenta quindi, come ha detto Giovanni Toti, «un gigantesco strumento di marketing territoriale», non solo per l’attrazione dei visitatori sul territorio di Genova, ma anche perché «abbiamo investito in qualcosa che resta: il marketing territoriale della città, il recupero dei parchi di Nervi, patrimonio che vogliamo rivitalizzare anche dopo la manifestazione». Un’operazione di cui andare orgogliosi dato che è stata messa in piedi in pochissimo tempo – e, come sottolineato dal sindaco Bucci, con un budget non eccezionale per questo tipo di manifestazioni – e quindi tale da giustificare l’hashtag #orgoglioLiguria. 
«Giustamente voi vivete un momento di orgoglio – ha affermato Arturo Croci, memoria storica del settore florovivaistico, che ha appoggiato l’iniziativa - perché sentite Euroflora ligure. Ma Euroflora è un miracolo del florovivaismo italiano. Già dalla prima edizione è l’unico evento che ha promosso davvero la cultura delle piante e dei fiori nel nostro Paese. I migliori paesaggisti, anche giovani, si sono distinti anche in questa occasione; e sicuramente è una vetrina per i florovivaisti, i giardinieri, i paesaggisti, i fioristi ecc. Ma Euroflora è importante per tutti i cittadini del Paese, perché ci stiamo abituando alla bruttezza, e qui invece c’è un richiamo all’ordine, un ritorno alla bellezza, un’educazione alla bellezza. Se i visitatori torneranno a casa con qualche idea in più per le piante del proprio balcone o giardino, e magari utilizzeranno il nuovo bonus verde, Euroflora avrà dato il proprio contributo».
«All’inizio sembrava a tanti, non a noi, una follia questo progetto – ha aggiunto Egizia Gasparini, architetto paesaggista autrice del progetto espositivo di Euroflora 2018, insieme all’architetto Valentina Dallaturca -. Invece è la strada giusta, non solo perché alcune grandi floralies estere l’hanno già imboccata (questa strada delle esposizioni all’aperto, ndr), ma anche perché i parchi con le loro vedute scenografiche ben si prestano a ospitare questa manifestazione. Gli ingredienti del successo ci sono tutti: posizione, paesaggio, e poi le ville storiche con le loro collezioni di arte a cui abbiamo associato le composizioni floreali (di fiori recisi e ispirate alle opere delle collezioni, ndr) e questa è forse una novità a livello europeo», 
Come aveva spiegato la sua collega Valentina Dallaturca, nel corso della visita guidata all’esposizione riservata ai giornalisti, è la prima volta che i fiori recisi sono assenti nell’esposizione principale di Euroflora (anche se esposti nei musei) e la scelta di esporre all’aperto è stata una grande sfida organizzativa, a causa del maltempo delle settimane scorse, durante la fase di allestimento.
 
Lorenzo Sandiford

Il Mipaaf ha reso noto che i 60 milioni di contributi relativi ad assicurazioni agricole per avversità atmosferiche delle campagne 2015 e 2016 saranno pagati in varie tranche a marzo. Viene rispettato il piano anticipato a Floraviva da Camillo Zaccarini Bonelli (Ismea), sentito sull’andamento delle assicurazioni agricole il 15 febbraio a Firenze. Il ministro Martina: «positive le novità del regolamento europeo Omnibus: riduzione della soglia per l’accesso al risarcimento al 20% e incremento della percentuale massima di sostegno al 70%». Il piano annuale di gestione del rischio.

«Il ritardo principale è legato ad aver accumulato tre campagne di fondi comunitari, che assommano complessivamente a oltre 400 milioni di euro, che stanno mettendo a dura prova il mondo dei consorzi di difesa che hanno anticipato per i propri associati le somme, e che stanno mettendo a rischio i fondi stessi perché entro tre anni dall’impegno, cioè dal 2015, devono essere spesi, se no si va verso il cosiddetto disimpegno automatico. Questi due elementi determinano la necessità di recuperare in un anno tre campagne. Ormai il meccanismo è stato collaudato e i primi pagamenti ci hanno già consentito di recuperare in poco tempo 100 milioni di euro. Il percorso è tracciato: Agea ha pianificato pagamenti e decreti ogni 15 giorni, quindi da qui a fine anno avremo continui decreti di istruttoria, ammissione e pagamento per arrivare al totale di 400 milioni di euro entro fine anno, che sono da una parte il ristoro di quanto anticipato in tre anni dagli agricoltori e i consorzi, dall’altra la soglia minima per evitare che il Psr nazionale vada in disimpegno».
oll3agricolturaE’ quanto aveva spiegato a Floraviva il 15 febbraio a Firenze, presso l’Accademia dei Georgofili, Camillo Zaccarini Bonelli, responsabile gestione del rischio di Ismea, sentito a margine del convegno “La gestione del rischio in agricoltura” per alcuni chiarimenti sulla situazione italiana (vedi nostro servizio), a partire dal suo intervento incentrato sul recente Rapporto di Ismea che ha tracciato lo “Stato dell’arte e scenari evolutivi per la stabilizzazione dei redditi in agricoltura”. Dal quale sono emersi i seguenti dati: il valore assicurato in Italia nel 2017 è stato pari a circa 7,19 miliardi di euro, cioè in lieve aumento sull’anno precedente (7,14 miliardi), «anche se – come ha ammesso Camillo Zaccarini Bonelli - il numero di polizze e dei singoli agricoltori continua il trend di leggero calo e dagli 85 mila assicurati del passato siamo ormai arrivati intorno ai 60 mila» e anche se, come è scritto nel Rapporto Ismea, il dato complessivo positivo non dipende dalle polizze sulle colture vegetali (il principale settore assicurato), che si sono attestate a 4,98 miliardi (il dato più basso dal 2010, pari a -5,8% sul 2016), ma dall’avanzamento delle polizze zootecniche, cresciute del 39% sul 2016 fino a sfiorare il valore di 1,5 miliardi. E’ emerso inoltre che in Italia si assicura il 19% della plv (produzione lorda vendibile) e il 9% della sau (superficie agricola utilizzata); e che il mercato assicurativo agricolo agevolato è fortemente sbilanciato verso il Nord, dove si concentra l’81% del valore assicurato e l’86% della sau.
Ieri l’altro il percorso prefigurato da Camillo Zaccarini Bonelli ha trovato la conferma del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), che ha comunicato che sono stati sbloccati i pagamenti dei contributi in favore degli agricoltori che hanno sottoscritto polizze assicurative su avversità atmosferiche nel settore agricolo per le campagne 2015 e 2016. Si tratta di contributi dell'importo complessivo di circa 60 milioni di euro che saranno erogati in tre tranche entro le prime tre settimane di marzo.
Nel corso di questa settimana riprendono infatti i pagamenti sospesi a dicembre 2017 a seguito dell'entrata in vigore del nuovo codice antimafia, che prevede ulteriori controlli anche a carico dei beneficiari di questa misura cofinanziata con fondi europei. In particolare, il primo pagamento riferito alla campagna 2015, dell'importo di circa 8 milioni di euro, è previsto per oggi, 2 marzo 2018, mentre un ulteriore versamento, sempre riferito alla campagna 2015 e dell'importo di circa 22 milioni di euro, è programmato per il 25 marzo 2018. I pagamenti rimanenti della campagna 2015 saranno effettuati con cadenza mensile, mano a mano che saranno portate a termine le istruttorie sulle domande a carico delle quali gli agricoltori stanno ricevendo in questi giorni comunicazioni individuali via Pec. Nel frattempo parte la liquidazione dei contributi relativi alla campagna 2016. Il primo gruppo di pagamenti, calendarizzato per il 16 marzo 2018, per un importo di circa 30 milioni di euro, riguarda circa 14 mila agricoltori. Gli altri pagamenti seguiranno con cadenza mensile per gruppi di domande, mano a mano che queste saranno acquisite a sistema e sarà portata a termine l'istruttoria. Per quanto concerne la campagna 2017, il bando per la presentazione delle domande è stato adottato con decreto del 7 febbraio 2018 ed è già possibile presentare le domande di sostegno.
Il Piano assicurativo agricolo 2018 è stato invece pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 21 dicembre 2017. Come per gli anni precedenti, è possibile presentare la manifestazione di interesse per rendere eleggibile al sostegno la spesa, nei casi in cui gli Organismi pagatori non riescano a trasmettere i dati per la compilazione del Piano assicurativo individuale. Tra le principali novità del piano assicurativo 2018, una riguarda le combinazioni minime dei rischi agevolabili, che scendono da tre a due, l'altra riguarda l'adeguamento automatico del piano assicurativo al cosiddetto Regolamento Omnibus, entrato in vigore il 1 gennaio 2018. Inoltre, sono state sbloccate anche le procedure relative agli aiuti nazionali sulla spesa assicurativa a copertura dei costi di smaltimento delle carcasse animali e delle strutture aziendali. Il bando di misura relativo agli anni 2015, 2016 e 2017 sarà adottato entro la prima decade di marzo 2018 e a seguire potranno essere presentate le domande di aiuto.
«Abbiamo lavorato molto in queste settimane - ha dichiarato ieri l’altro il Ministro Maurizio Martina - per sbloccare i pagamenti e risolvere le difficoltà legate alle assicurazioni. Il cronoprogramma dei pagamenti dà risposte certe alle imprese su un fronte cruciale come quello della gestione del rischio. Ora bisogna rilanciare su questo strumento per la difesa dei redditi degli agricoltori, soprattutto davanti ai rischi collegati al cambiamento climatico. Positive in questo senso sono le novità del regolamento europeo Omnibus e fortemente richieste dall'Italia come la riduzione della soglia per l'accesso al risarcimento dal 30 al 20% e l'incremento della percentuale massima di sostegno dal 65 al 70%».
Tali novità, come aveva spiegato il 15 febbraio a Floraviva il responsabile della gestione del rischio di Ismea, saranno recepite dal Programma nazionale di sviluppo rurale cofinanziato al Feasr per il periodo 2015-2020, nel cui contesto è inserita la misura assicurazioni agevolate.
Camillo Zaccarini Bonelli ci aveva anche riferito che il percorso che si sta mettendo in campo per migliorare la situazione della gestione del rischio in agricoltura, afflitta anche da lentezza e complessità burocratiche legate al fatto che «abbiamo 9 soggetti istituzionali che si passano pezzi di un procedimento complesso», è incentrato su due linee di azione: 1) semplificazione delle procedure e accorciamento dei tempi di lavorazione delle pratiche; 2) messa in gioco di nuovi strumenti di gestione del rischio che riguardano il fondo di mutualità e la stabilizzazione del reddito, «su cui stiamo lavorando per fare in modo che dal 2019 nascano nuovi strumenti di copertura, ad esempio dei rischi fitosanitari, che oggi il mondo assicurativo non assicura perché vanno soltanto su pacchetti di copertura del rischio climatico. Attraverso una modifica del Decreto legislativo 102 abbiamo introdotto un nuovo quadro di programmazione che si chiamerà Piano annuale di gestione del rischio, che non è più solo un piano assicurativo, cioè non riguarderà più solo le assicurazioni ma anche i fondi di mutualità, gli strumenti di stabilizzazione del reddito e nuove polizze innovative. Come ad esempio le polizze indicizzate, create per attrarre nel settore della copertura assicurativa mondi che fino a ieri non si assicuravano».

Lorenzo Sandiford

 

 

A Myplant & Garden l’Anve ha presentato l’annuario 2018 con i suoi oltre 50 soci di 1° grado e le centinaia di soci sostenitori da tutti i distretti vivaistici italiani. Il presidente di Anve Cappellini: il documento dell’Ena è frutto anche della nostra richiesta; la problematica fitosanitaria è al primo posto fra le nostre attività. L’export del distretto pistoiese è tra 250 e 300 milioni, il 40/45% di quello italiano.

«Le attuali prove scientifiche e la normativa non giustificano un divieto di movimento delle piante da un intero Paese, o da alcune regioni di un Paese, soltanto perché tale Paese contiene zone demarcate o zone infettate da Xylella».
E’ uno dei punti del documento approvato nell’ultima assemblea generale dell’European Nurserystock Association (Ena), l’associazione di riferimento dei vivaisti a livello europeo (non solo comunitario), e inviato il 21 febbraio dall’Ena a tutti i suoi membri e i vivaisti d’Europa. A renderlo noto è stata ieri, nell’ambito del salone internazionale del florovivaismo di Milano Myplant & Garden, l’Associazione nazionale dei vivaisti esportatori (Anve) durante la presentazione dell’ultimo annuario e delle sue attività. Un punto che, come ha spiegato il presidente di Anve Marco Cappellini, è frutto dell’intervento della sua associazione, che ha chiesto al presidente di Ena, l’inglese Tim Edwards, e agli altri membri di Ena di mettere un freno alle speculazioni basate su allarmismo immotivato relativo alla Xylella fastidiosa, ai danni in particolare del vivaismo italiano, che si sono verificate nei mesi scorsi in alcuni Paesi dell’Europa, fra i quali il Regno Unito.
Il documento approvato dall’Ena, articolato in 7 punti fra cui quello citato sopra e caldeggiato da Anve, è frutto di un esame della situazione della Xylella in Europa e degli effettivi rischi creati da questo batterio sulla base dell’evidenza scientifica e mette in chiaro in maniera ordinata i principali aspetti del fenomeno di cui i vivai devono tenere conto. Fra questi anche i seguenti: tutti i Paesi dell’Ue sono obbligati a monitorare continuamente le aree non infestate dai parassiti secondo gli standard ufficiali; tutti gli operatori devono comprendere le norme e i rischi relativi alle “piante ospiti” (specie che sono state trovate infettate dalla Xylella) e alle “piante specificate” (specie che sono state trovate infette nel resto del mondo); tutti i vivai devono essere messi a conoscenza dell’obbligo di campionare e testare le piante in produzione delle seguenti specie prima della commercializzazione: Coffea, Lavandula dentata, Nerium oleander, Olea europaea, Polygala myrtifolia, Prunus dulcis; la tracciabilità deve essere assicurata e tutti i vivai, grossisti e rivenditori al dettaglio devono essere consapevoli dell’obbligo di mantenere un registro, per almeno 3 anni, di ogni lotto di piante delle specie sopra elencate che arrivano e partono dalle loro aziende.
Come ha sottolineato il presidente Cappellini, «il vero problema del vivaismo in questo momento è la questione fitosanitaria, che ogni anno si va a complicare». Per questo Anve la mette al primo posto, senza ovviamente limitarsi ad essa e dedicandosi a un’attività a 360 gradi a sostegno dei vivaisti, grazie a una vasta rete di soci di servizi che offrono assistenza legale, assicurativa, prestazioni di interpretariato, servizi bancari ecc. L’associazione ha al momento oltre 50 soci di 1° grado o effettivi e circa 800 soci sostenitori (non paganti) considerando tutte le aziende che fanno parte di consorzi e altri soggetti collettivi. I soci sono vivaisti provenienti da tutti i maggiori distretti vivaistici d’Italia, con una prevalenza del Centro Sud e in particolare di Puglia, Sicilia e Toscana.
Fra le altre attività di Anve richiamate in materia fitosanitaria, si possono ricordare l’adesione al “Comitato degli Stakeholders” dei due progetti internazionali XF-ACTORS e PONTE, che sviluppano metodologie di controllo e prevenzione di gravi fitopatologie quali appunto la Xylella o la Phytophtora spp.; e la partecipazione al progetto LIFE ASAP per la formazione e comunicazione del Regolamento Ue 1143/2014 che mira a ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive (Ias, Invasive Aliene Species) e a contenerne l’impatto nel territorio europeo. Fra gli altri contributi sulle normative fitosanitarie e in particolare sul tema Xylella segnalati da Anve, una proposta inviata ad aprile del 2017 alla Commissione Europea, al Ministero delle politiche agricole e alla Regione Puglia su nuovi e più praticabili requisiti e una differente metodologia nei campionamenti e nelle analisi di laboratorio. Questa proposta e altre proposte, oggetto di riflessione e confronto tra le rappresentanze dei vivaisti e le autorità di controllo, sono in parte confluiti nella nuova legge europea sulla Xylella, la decisione di esecuzione della Commissione europea 2017/2352 del 14 dicembre 2017, che consentirà alle aziende di garantire la salute delle piante con metodi diagnostici moderni ma a costi minori e senza eccessivi impegni burocratici.
Cappellini ha colto l’occasione dell’incontro per precisare a Floraviva alcuni dati sul distretto vivaistico pistoiese, a cominciare da quello dell’export, che riguarda in primo luogo Anve: si aggira fra 250 e 300 milioni di euro ed è pari a circa il 40/45% dell’export del vivaismo italiano. Inoltre il giro d’affari totale del distretto pistoiese è di circa 600 milioni.

Lorenzo Sandiford