Pavoni (Aigp): dai corsi per giardiniere d'arte nascano scuole permanenti!

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Proposta della presidente dell’Associazione italiana giardinieri professionisti Claudia Pavoni dopo il convegno a Flormart 2023 che ha messo a fuoco la figura professionale del giardiniere d’arte per la gestione di parchi e giardini storici.

 
«L’Italia è ricca di giardini e parchi storici che rappresentano un grande valore aggiunto per il nostro patrimonio storico-artistico e per il turismo. Bisogna che dai vari corsi di formazione per “giardiniere d’arte” lanciati negli ultimi mesi dalle Regioni a seguito di un apposito stanziamento del Pnrr nascano delle scuole permanenti di giardineria d’arte, una per regione».
A lanciare questa proposta è Claudia Pavoni, presidente dell’Associazione italiana giardinieri professionisti (Aigp), sentita da Floraviva venerdì scorso alla fiera di Padova durante il salone professionale del florovivaismo e del verde Flormart – The Green Italy, dove il giorno prima Aigp ha organizzato insieme alla delegazione veneta dell’Associazione Pubblici Giardini il convegno: “Giardino che vai, giardiniere che trovi - Importanza della professionalità nella gestione del Giardino storico”
Un incontro in cui è stata approfondita in particolare la questione di come si forma e dove può trovare lavoro il giardiniere d’arte, figura recentemente salita alla ribalta grazie appunto ai bandi di formazione finanziati dal Pnrr (vedi) e che può essere inserita in diversi ambiti: dalla pubblica amministrazione alle aziende del verde che si occupano di giardini storici sia privati che nelle residenze storiche museali e gli orti botanici a gestione pubblica. Una figura che rappresenta «un anello della filiera del verde di vitale importanza» perché «un giardino storico ben gestito ha sicuramente un giardiniere preparato, che conosce le necessità dinamiche del luogo».
«Il giardiniere d’arte per giardini e parchi storici – è stato spiegato nella presentazione del convegno - è un professionista che opera nel settore della sistemazione di parchi, giardini e aiuole. È in grado di realizzare interventi volti alla conservazione, al rinnovamento, al rifacimento di elementi, spazi, architetture vegetali del giardino, padroneggiando le tecniche, i materiali, e le modalità della messa a dimora, le cure e la prevenzione degli elementi vegetali. Questo unito alla conoscenza della storia dei giardini, di elementi di botanica, di agronomia, con nozioni di base di fitopatologia». Inoltre «ha competenze nel campo delle coltivazioni ornamentali e della scelta delle piante più adatte».
Come potrebbe essere l’offerta formativa di queste scuole di giardineria d’arte? Qualche tratto ce l’ha anticipato a Flormart, a margine del convegno, la presidente di Aigp Claudia Pavoni. I corsi potrebbero avere durata di 1 anno ed essere collegati con gli istituti agrari o altre scuole che diano la preparazione di base necessaria per affrontarli. Si devono insegnare le fasi del lavoro, a cominciare dalla pianificazione e dalla distinzione fra manutenzione ordinaria e straordinaria, ad esempio quando sono caduti degli alberi. Anche se in generale nel giardino storico prevale la conservazione dell’impianto del giardino. Inoltre si deve tenere conto del fatto che in Italia «esistono tipologie di giardini storici differenti, perché ad esempio il giardino veneto è diverso dal giardino mediceo e dal giardino laziale o da quello piemontese. Ma è vero anche che un ragazzo che sta seguendo il corso in Veneto non può avere gli occhi chiusi e non conoscere come sono fatti i giardini nel Lazio».
 

L.S.