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gestione sostenibile del verde urbano - webinar del CREA

Il 10 febbraio nel convegno online gratuito “Approfondimenti sulla gestione sostenibile del verde urbano”, a cura del CREA Ingegneria e trasformazioni agroalimentari, la presentazione dei risultati del progetto Agroener e la messa a fuoco del contributo di macchine e tecnologie nella cura del patrimonio arboreo. 


«L’elemento strutturale più importante del verde urbano, in termini qualitativi e quantitativi, è rappresentato dagli alberi, capaci di fornire benefici e servizi ecosistemici di diversa natura. La corretta gestione del patrimonio arboreo cittadino è quindi un aspetto fondamentale per il mantenimento di questo bene comune», che si realizza «attraverso l’esecuzione di diverse pratiche che coinvolgono esperienze, conoscenze e discipline diverse».
Inizia così la presentazione del webinar “Approfondimenti sulla gestione sostenibile del verde urbano”, organizzato giovedì 10 febbraio dalle 9,30 alle 12,30 sulla piattaforma Teams dal Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari del CREA.
Questo seminario, che presenta alcuni risultati del progetto nazionale Agroener e di altre esperienze progettuali recenti, vuole evidenziare «alcuni aspetti del contributo alla gestione sostenibile del verde arboreo degli studi inerenti le macchine, le tecnologie, la meccanizzazione e i sistemi di gestione ad essi legati».
L’iscrizione all’evento è gratuita e aperta a tutti gli interessati, previa registrazione al seguente link. Il link del webinar su Teams verrà comunicato agli iscritti prima dell'inizio.
Per ulteriori informazioni contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
 
Programma
- 9,30 SALUTI del direttore CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari Paolo Menesatti 
- Introduce e modera: Marcello Biocca, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari: “Gestione sostenibile del verde urbano”
- “Tempi di lavoro di cantieri in tree-climbing e con PLE” Pietro Gallo, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- “Valutazione tecnico economica di cantieri di gestione del verde urbano” Giulio Sperandio, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- “Valorizzazione della biomassa ligno-cellulosica da verde urbano” Vincenzo Civitarese, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- “Parametri qualitativi della biomassa di alberi in ambiente urbano e periurbano” Rita Aromolo, CREA Agricoltura e Ambiente
- “Lavorare sugli alberi in sicurezza” Leonardo Bianchini e Massimo Cecchini, Università degli Studi della Tuscia
- “I criteri ambientali minimi (CAM) nel verde pubblico” Valerio Di Stefano e Riccardo Alemanno, Università degli Studi della Tuscia
- “Impiego di oli vegetali per la lubrificazione delle motoseghe” Daniele Pochi e Roberto Fanigliulo, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- 12,15 DISCUSSIONE FINALE 
 

Redazione

Convegno nazionale AICG - Associazione Italiana Centri di Giardinaggio
Anche l’Associazione Italiana Centri di Giardinaggio (AICG) costretta ad annullare un evento a causa della pandemia da Covid. Il 10° Convegno Nazionale di AICG, che avrebbe dovuto svolgersi oggi e domani (vedi), è stato rinviato a data ancora da decidere. 
Probabilmente, come riferito in un recente post sulla pagina Facebook di AICG dal presidente Stefano Donetti, «a tarda primavera/inizio estate. […] In questo modo il convegno andrebbe ad unirsi al nostro consueto meeting estivo per un evento ancora più importante e coinvolgente».
 

Redazione

Raggiunta l’intesa sul decreto sulle piante officinali, adottato di concerto con i ministeri della Transizione Ecologica e della Salute nella riunione di ieri della Conferenza Stato – Regioni. Si possono così definire l’elenco delle specie coltivate e i criteri di raccolta e prima trasformazione delle piante spontanee.
Lo ha reso noto ieri una nota del ministro Stefano Patuanelli in cui si specifica che lo schema di decreto interministeriale recepisce quanto disposto dagli articoli 1 e 3 del decreto legislativo n.75/2018 “Testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali”.  E che «il testo è stato ampiamente discusso e condiviso, sia sul piano tecnico che giuridico, nell'ambito dei lavori svolti dal Tavolo tecnico delle piante officinali istituito nel 2019 presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali». 
«La regolamentazione della raccolta delle specie selvatiche e la prescrizione di precisi obblighi formativi per chi intenda praticarla – si legge nella nota - rappresenta inoltre un ulteriore strumento di difesa della biodiversità» e questo decreto «offre una prospettiva di diversificazione di grande interesse per la nostra agricoltura, in grado di attrarre risorse e investimenti e di favorire nuova occupazione, specie giovanile».

Redazione

Coldiretti su export agroalimentare toscano

Secondo la proiezione di Coldiretti Toscana dei dati Istat, l’export del made in Tuscany agroalimentare è arrivato al +12,4% nel 3° trimestre 2021 e a questo ritmo segnerà un record di oltre 3 miliardi di euro a fine 2021. Segni più sia in Europa (60% del totale) che negli Stati Uniti e in Cina, con Brexit finora senza effetti negativi. In testa il vino: + 20% per 815 mln nei primi 9 mesi dell’anno scorso. Il presidente regionale Filippi preoccupato per le truffe ai danni dell’agroalimentare toscano: 614 quelle online in 5 anni.

«L’agroalimentare Made in Tuscany corre veloce verso il record delle esportazioni che fanno registrare un balzo del 12,4% nel terzo trimestre del 2021. Il valore dell’export di vino, olio, frutta ed altri prodotti agricoli ed agroalimentari toscani è aumentato rispetto ad un anno prima di 240 milioni di euro nonostante il clima di incertezza legato all’emergenza sanitaria».
E’ quanto ha dichiarato nei giorni scorsi da Coldiretti Toscana in base alle proprie proiezioni dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi nove mesi del 2021. «Se questo sarà il trend anche nell’ultimo trimestre, per la prima volta le esportazioni potrebbero superare i tre miliardi di euro e contando il contesto in cui ci troviamo, sarebbe un risultato più che eccezionale – ha affermato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti regionale –. Il nostro agroalimentare, trainato dal primato dalle certificazioni di qualità DOP e IGP, ha dimostrato una straordinaria capacità di reazione e posizionamento sui mercati esteri. Tutti i principali mercati di riferimento, da quello europeo che vale quasi il 60% del totale del commercio estero a quello americano, fanno registrare un segno più».
In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari c’è il vino che nei primi nove mesi del 2021 ha fatto segnare un + 20% per un valore complessivo di circa 815 milioni di euro.
Il mercato europeo è il principale sbocco commerciale per il Made in Tuscany con quasi 1,3 miliardi di euro di esportazioni, con il 15% in più. Il primo paese consumatore è quello tedesco dove sono finiti oltre 300 milioni di euro di produzioni nostrane, in crescita del 9%. I francesi, che valgono il 17% del mercato europeo, hanno acquistato 227 milioni di euro di vino ed altri prodotti, che tradotto significa + 27%.
La Brexit, almeno fino a questo momento, non ha influito sull’amore per gli inglesi per il nostro paniere. Le esportazioni verso il Regno Unito sono cresciute di 10 milioni di euro fino a qui. Bene anche gli Stati Uniti con 551 milioni di euro di prodotti acquistati, Canada +10% e Cina con + 73% e 40 milioni di euro totali.
La spiegazione di Coldiretti Toscana è che «l’emergenza sanitaria Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta mediterranea». E si è registrato anche «un impatto positivo sulle vendite all’estero della vittorie sportive che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy». Infatti l’agricoltura italiana, afferma Coldiretti, «è diventata la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico, a cui la Toscana contribuisce con 5.271 operatori, 463 specialità alimentari tradizionali, il primato in Italia per numero di DOP, IGP e SGT con 92 prodotti per un valore complessivo delle produzioni di 1,156 milioni di euro».
Il primato del made in Tuscany del cibo e del vino lo rende però anche il più minacciato. «Con 614 tentativi di truffe online in cinque anni è il più imitato al mondo – ha affermato Filippi -. Il 13% del totale dei tentativi di imitazione, contraffazione o taroccamento sul web sono a danno dell’agroalimentare toscano. Ecco perché per tutelare i nostri primati è indispensabile puntare su etichettatura d’origine, trasparenza, tracciabilità: elementi distintivi ed imprescindibili che impediscono che vengano spacciati come made in Italy prodotti di bassa qualità importati che non rispettano i rigidi standard  nazionali».

Redazione

Effetto Omicron sugli agriturismi nelle festività

Il bilancio del presidente di Agriturist (Confagricoltura) Congionti sulle presenze negli agriturismi nelle festività a partire dai dati di regioni significative per il comparto: nel Lazio crollo del 90% per l’Epifania, simile la Puglia con cali a partire dal 1° e la Sicilia (maluccio già a Natale), in Toscana saltato il sold out atteso a Capodanno per via delle disdette. In controtendenza la Lombardia: +10/15% di fine anno grazie a chi ha rinunciato ai viaggi all’estero. Per Congionti è necessaria una strategia turistica che agevoli il ritorno degli stranieri con un tavolo di consultazione permanente.


«Nonostante fosse stata già considerata l’assenza di ospiti stranieri, le premesse erano decisamente buone con molte strutture al completo fin dopo Capodanno. In soli due giorni la situazione si è ribaltata e molti agriturismi, affogati dagli annullamenti delle prenotazioni, hanno deciso di chiudere per l’ultimo dell’anno». 
Così qualche giorno fa Augusto Congionti, presidente di Agriturist (Confagricoltura), nel tracciare un bilancio delle presenze negli agriturismi durante le ultime festività. Risultato? «Natale bene, ma Capodanno e l’Epifania sono stati segnati da disdette a pioggia. La paura e la diffusione della variante Omicron hanno colpito duramente dopo Santo Stefano le vacanze in campagna, azzerando del tutto la voglia di socialità e di riprendere una vita normale». 
Ecco infatti i riscontri arrivati ad Agriturist da alcune regioni italiane importanti per questo comparto:
- In Lazio circa un terzo delle strutture è rimasto chiuso e quelle aperte hanno registrato un calo dal 70 all’80% per Natale e del 50% per la ristorazione e del 20% per gli alloggi a Capodanno. Per l’Epifania il crollo è ancora maggiore, con punte che arrivano al 90%. Bene, invece, le cene da asporto.
- La Lombardia ha registrato un meno 40% per la ristorazione, compensato in parte dall’aumento del 20% della vendita di prodotti per cesti natalizi e regali aziendali. Sono cresciute, in controtendenza, tra il 10 e il 15% le richieste di alloggio per il fine anno, di chi ha dovuto rinunciare ai viaggi all’estero.
- In Toscana si è lavorato a Natale e ci si aspettava un Capodanno all’insegna del tutto esaurito, invece è stato un continuo di sospensioni e cancellazioni. Molte le strutture salvate da conferme e prenotazioni dell’ultimo minuto.
- In Puglia si è registrato un Natale positivo, poi sono fioccate le disdette soprattutto da ospiti provenienti dal Nord Italia. Veglioni all’80% della capienza con il turismo di prossimità, un meno 40% per il primo dell’anno, lentissima l’Epifania con un’occupazione delle strutture che arriva al 30/40%.
- La Sicilia ha rilevato un crollo per Capodanno, dopo il Natale in cui le presenze comunque erano diminuite di circa un terzo. Molti agriturismi rimasti chiusi, in particolare le strutture più piccole, mentre i più grandi con un Natale che ha segnato un meno 20%, sono rimasti comunque aperti, pur lavorando al di sotto delle aspettative. 
- Male anche a Bologna dove a Capodanno gli agriturismi rimasti aperti sono riusciti a malapena ad arrivare al 30% della capienza.
«La situazione – ha concluso Congionti – continua ad essere difficile e la ripartenza per gli operatori agrituristici non deve rappresentare né una strada sempre in salita né, tantomeno, un miraggio. Occorre predisporre una concreta strategia turistica per il Paese, capace di agevolare il ritorno degli ospiti internazionali, con un tavolo di consultazione stabile tra tutti gli attori della filiera. E che le istituzioni considerino l’importanza del settore turistico, all’interno del quale l’agriturismo è una componente fondamentale per l’economia e il futuro dell’Italia».
 

Redazione