I LEGNI DEL NATALE: IL CEPPO E LE ESSENZE DELLA BUONA SORTE

Andrea Vitali
il ceppo

Dal frassino al ciliegio, ogni ceppo natalizio raccontava un augurio. Legni diversi, riti simili, per scaldare la casa e proteggere chi vi abitava durante l’inverno.

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Il ceppo come dono del bosco

Nel cuore dell’inverno, quando le giornate erano più corte e fredde, il fuoco del ceppo natalizio scaldava non solo le case ma anche l’immaginario contadino europeo. La tradizione di bruciare un tronco a Natale, nata in epoca precristiana e poi trasformata dalla cultura popolare, attribuiva grande importanza alla scelta del legno: non tutti gli alberi erano uguali.

Legno e simbolo: quale ceppo scegliere?

La varietà usata per il ceppo di Natale cambiava a seconda delle disponibilità locali, ma anche dei significati spirituali e agricoli associati all’albero. Ecco le essenze più usate: Quercia: forte, resistente, scelta per la sua lunga combustione. Simbolo di potere, protezione e stabilità. In Serbia e Germania era il legno per eccellenza. Frassino: molto diffuso in Inghilterra. Ardeva lentamente con fiamma viva. Nella mitologia nordica collegava cielo e terra: bruciarlo a Natale era un modo per chiedere equilibrio e continuità. Betulla: usata soprattutto in Scozia. Albero di rigenerazione, portava auguri di inizio e purezza. Il suo bruciare chiaro indicava un anno sereno. Pino e abete: diffusi nelle Alpi e nei Balcani. Sempreverdi, simboleggiavano la vita che non muore, anche nel gelo. Il loro aroma resinoso era ritenuto capace di purificare la casa. Melo, ciliegio e altri alberi da frutta: scelti in Francia e zone rurali italiane. Ardevano più in fretta, ma portavano promesse di abbondanza nei raccolti e fertilità in famiglia.
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Il ceppo in Toscana: castagni, olivi e benedizioni

Nella tradizione toscana, il ceppo veniva scelto con cura tra i tronchi emersi dal dissodamento dei campi: spesso quercia, olmo, castagno o ulivo. Il castagno era molto diffuso nelle zone collinari e montane; l’ulivo, più raro, era considerato particolarmente beneaugurante. Il legno veniva benedetto, cosparso di vino, e decorato: poi, la sera del 24 dicembre, veniva acceso nel camino e lasciato ardere almeno fino a Santo Stefano.
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Bruciare il futuro

Le famiglie conservavano le ceneri o un pezzo del ceppo fino all’anno seguente: si pensava potesse proteggere da fulmini, stregonerie e malattie. In molte aree, i bambini lo battevano con le molle per far "uscire" i doni: un antenato delle attuali tradizioni natalizie.

Dal focolare alla pasticceria

Quando i camini scomparvero, il ceppo divenne simbolo più che fuoco: in Francia nacque il Bûche de Noël, dolce a forma di tronco. Oggi anche in Italia il tronchetto di Natale celebra, con pan di Spagna e cioccolato, la memoria di un fuoco che parlava di protezione e rinascita.

AnneClaire Budin – Floraviva
© Floraviva – riproduzione riservata | 21 dicembre 2025