OLIO TOSCANO: MENO OLIVE MA RESE PROMETTENTI. DEBUTTA SIGILLO ANTI-CONTRAFFAZIONE

Andrea Vitali
olio igp frantoio

Campagna olivicola 2025/26 avviata in Maremma. Il Toscano IGP introduce il contrassegno della Zecca di Stato per garantire tracciabilità e qualità.

 

“Qualità eccellente, anche in un’annata di scarica”

«Non avremo i volumi dell’anno passato, ma saremo in grado di garantire un olio di altissima qualità, certificato e tracciato, grazie al disciplinare IGP e al nuovo sigillo anti-frode della Zecca dello Stato», dichiara Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano IGP.

Avvio sotto controllo per la nuova campagna

È iniziata in Toscana, a partire dalle olivete costiere della Maremma, la raccolta per la campagna olivicola 2025/2026. Le prime rese in frantoio mostrano un incremento medio del 2-3% rispetto allo scorso anno, secondo le rilevazioni del Consorzio. L’annata, però, si conferma “di scarica” con meno olive da raccogliere, come previsto nel naturale ciclo biennale dell’olivo.

Quantità in calo, qualità al centro

Le stime del Consorzio indicano una produzione tra i 22 e i 25 mila quintali di olio Toscano IGP: un dato inferiore alla media degli ultimi cinque anni e lontano dai 35 mila quintali del 2024, quasi un record. Nonostante ciò, la qualità resta elevata e certificata, anche grazie a tecniche di raccolta e lavorazione più efficienti.

Debutta il sigillo della Zecca di Stato

Dal 10 ottobre ogni bottiglia certificata Toscano IGP sarà munita di una fascetta anticontraffazione, realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Un dispositivo ad alta tecnologia per contrastare le frodi e garantire la massima trasparenza, sia al consumatore finale sia al mercato internazionale.

Clima e fitopatie sotto controllo

La presenza della mosca olearia, favorita da un’estate insolitamente mite, ha richiesto attenzione costante. «Le aziende oggi dispongono di strumenti di monitoraggio e intervento molto più efficaci – ricorda Filippi –. La difesa integrata consente di agire tempestivamente, salvaguardando qualità e quantità».

Pressione sui costi, leva strategica sull’export

I rincari dei fattori produttivi restano una delle principali criticità. Il presidente del Consorzio sottolinea: «Un litro d’olio richiede un anno di lavoro, sempre più esposto ai cambiamenti climatici e alla concorrenza di oli esteri di bassa qualità. La nostra forza sarà puntare su tecniche colturali avanzate, riduzione dei costi e valorizzazione della certificazione IGP, che ci permette anche di non subire i dazi USA».

 

AV – Floraviva.it / Il Vivaista
© Floraviva.it – riproduzione riservata | 17 ottobre 2025