PRIMA ERA UNA RAPA, OGGI È ZUCCA: IL RITO DI HALLOWEEN NATO IN EUROPA

AnneClaire Budin
Lanterna intagliata in una rapa, tradizione celtica di Samhain, antenata della zucca di Halloween

Tra mito e superstizione, la zucca racconta un’antica storia di luce e paura. Nata dalle lanterne di Samhain, è oggi il volto più riconoscibile di Halloween.

Molto prima di diventare un’icona festosa, la zucca di Halloween affonda le sue radici in un’antica simbologia celtica. In alcune culture dell’Europa settentrionale, già migliaia di anni fa, era diffuso l’uso di frutti o ortaggi rotondi per rappresentare il volto umano. «Un’usanza forse pre-cristiana», spiega Nathan Mannion, curatore del Museo dell’emigrazione irlandese (EPIC) di Dublino, «che potrebbe derivare dal culto delle teste, simbolo dell’anima o addirittura trofei di guerra».

Zucche di Halloween intagliate e illuminate, evoluzione americana della tradizione di Samhain

Questo legame arcaico si rinsaldò nella festa di Samhain, celebrata il 1° novembre, considerata l’origine di molte tradizioni di Halloween. Si credeva che, nella notte della vigilia, gli spiriti dei morti si mescolassero ai vivi. Per allontanarli, le persone indossavano costumi e intagliavano volti spaventosi in rape, patate e barbabietole, frutti della terra appena raccolti. Un gesto simbolico, ma anche pratico: le lanterne in metallo erano costose, così si svuotavano i tuberi e vi si accendevano carboni o candele, decorandoli con fori e motivi che lasciavano filtrare la luce senza spegnerla.
Festival di Samhain a Limerick, Irlanda: parata teatrale del Lumen Street Theatre tra luci e costumi tradizionali

Quando, nel XIX secolo, gli immigrati irlandesi portarono la tradizione oltreoceano, scoprirono che la zucca americana, grande e tenera, era perfetta per trasformarsi in lanterna. Così nacque la Jack-o’-lantern, ispirata alla leggenda di Jack, l’uomo condannato a vagare con una fiamma accesa nel buio eterno.

Oggi la zucca continua a incarnare la duplice forza della natura: la fecondità del raccolto e la paura della fine. Il suo colore arancio riscalda le giornate che si accorciano, e la sua luce ci ricorda che, anche nella stagione più oscura, l’uomo cerca da sempre un modo per vincere la notte.

AnneClaire Budin – Floraviva
© Floraviva – riproduzione riservata | 10 ottobre 2025