CASTANICOLTURA TOSCANA SECONDA IN ITALIA: NASCE IL SUO DISTRETTO RURALE
- Andrea Vitali

Costituito il Distretto castanicolo regionale con 173 comuni. Saccardi: “Risorsa da rilanciare con una strategia”. Lauri: “Governance partecipata per recuperare i castagneti e le filiere locali”.
È stato ufficialmente costituito il Distretto rurale castanicolo toscano, secondo in Italia dopo quello campano, con la firma dell’accordo presso la sede della Presidenza della Regione Toscana il 1° settembre. Un passaggio atteso per un settore simbolo della biodiversità rurale, che coinvolge 173 comuni e il 98 % della superficie castanicola regionale. Nato da un percorso triennale tra Regione, Anci Toscana, GAL, associazioni, comunità locali e mondo scientifico, il Distretto punta a valorizzare la castanicoltura come leva per rigenerare le aree rurali e montane, recuperare castagneti abbandonati, rafforzare filiere, paesaggio e identità locali, oltre a contrastare lo spopolamento attraverso azioni innovative e sostenibili.
A spiegare il senso dell’iniziativa è stata la vicepresidente e assessora all’agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi, che ha dichiarato: “La Toscana è la seconda regione per quantità di castagneti da frutto e per denominazioni tutelate legate al castagno. Un comparto prezioso che però vive difficoltà legate allo spopolamento e ai cambiamenti climatici. In questa legislatura abbiamo investito molto per sostenerlo, e ora con il Distretto vogliamo rilanciarlo con una strategia condivisa e lungimirante, in grado di valorizzare la biodiversità, il paesaggio e l’economia delle aree interne”.
Il Distretto sarà un luogo di governance partecipata, aperto all’adesione di enti, imprese e cittadini. Potrà offrire nuove opportunità economiche in chiave salutistica, ambientale e culturale, valorizzando le cinque denominazioni DOP/IGP e i 17 PAT. La Toscana rappresenta circa il 20 % della superficie nazionale e il 18 % delle aziende castanicole. Al momento è in redazione il progetto economico territoriale che, una volta validato dalla Regione ed iscritto al registro nazionale dei distretti del cibo, darà concreta attuazione al Distretto.
Nel disegno del Distretto, oltre ad ANCI Toscana che ricoprirà il ruolo di soggetto referente, i GAL (Gruppi di Azione Locale) avranno una funzione operativa strategica. Lo conferma Marina Lauri, presidente del GAL MontagnAppennino: “Il GAL, in coordinamento con ANCI, sosterrà l’attività organizzativa del Distretto, l’animazione territoriale e l’acquisizione di informazioni. Saremo l’antenna del Distretto sul territorio”.
Lauri ha poi sottolineato il valore sistemico della castanicoltura: “Il Distretto è uno strumento che vuole esaltare l’identità, la tradizione e il paesaggio delle aree fragili della Toscana, contrastando lo spopolamento e promuovendo uno sviluppo sostenibile. Sarà capace di unire istituzioni, imprese e comunità locali per rafforzare le filiere produttive, recuperare castagneti abbandonati, incentivare innovazione e competitività e custodire il patrimonio storico, culturale e ambientale che la castanicoltura rappresenta per la Toscana”.
Andrea Vitali