NELLE MELE DELLA FRANCONIA LA LEZIONE DI UNA RINASCITA RURALE
-
in Ispirazioni

Da un succo di mele tradizionali nasce un esempio europeo di filiera agricola corta, sostenibile e capace di far vivere i contadini.
In Franconia, una regione collinare della Baviera, si sono accorti che a furia di tagliare alberi si perdono anche storie, sapori, biodiversità. Dal 1960 a oggi, là si è perso il 70% dei meleti. Il paesaggio è cambiato. Ma anche la vita dei contadini. Così, nel 2006, è nata una risposta silenziosa e concreta: un gruppo di agricoltori, ristoratori e amministratori ha deciso di fare quello che un tempo veniva naturale — raccogliere le mele del posto e trasformarle in qualcosa che valesse la pena bere, pagare, tramandare. È nato il progetto “Hesselberger”, un marchio locale per succhi e bevande da varietà tradizionali.
Non una moda, non un’etichetta bio da supermercato. Ma un patto territoriale. Le mele sono locali, i pagamenti sopra la media del mercato. I rivenditori? Più di 170, tutti in zona. Così si tagliano i trasporti, si rafforzano le relazioni, si rende la filiera più giusta. E il paesaggio torna a vivere: i meleti vengono mantenuti e ripiantati, gli impollinatori tornano, il suolo si rigenera, il carbonio si fissa. Il tutto sotto la regia della Allfra Regionalmarkt Franken GmbH, che coordina la filiera senza sovrastrutture.
Un esempio piccolo, ma con una visione grande: agricoltura come custodia, come progetto di futuro. “Raccogliamo i frutti dei nostri nonni mentre piantiamo per i nostri nipoti”, dice uno dei protagonisti. E la lezione vale anche per noi: in un’Italia che ha bisogno di reddito agricolo, tutela del paesaggio e rispetto per l’ambiente, guardare alle mele della Franconia può diventare un esercizio utile. Per capire che a volte, per cambiare strada, basta tornare all’albero giusto.
Andrea Vitali