Gabriele Rosellini, titolaredell’aziendaflorovivaistica“VivaiRosellini”, al debutto a Myplant & Garden, illustra le sue produzionieccellenti e sostenibili in esposizione. Oltreagliolivi, siadaimpiantochedaornamento, e agliagrumiornamentali, le celebrimimose. Rosellini: «nella prima giornata diverse richiestediolividavivaiodapartedi garden italiani». La suaaziendaèdotatadiserre con pannellifotovoltaici e siautoalimenta. Nellaproduzionedilimoni largo usodiantiparassitari bio. I suoioliviornamentalivanno forte in Inghilterra.
Alla prima partecipazione a unafierainternazionalecheconta, la giovaneaziendaflorovivaisticadiPescia“VivaiRosellini – agrumi e olividiToscana”di Gabriele Rosellini, che ha nella“eccellenzasostenibile”delle sue produzioniunodeipuntidiforza, siègiàfattanotare e staricevendomanifestazionidiinteressedadiversi garden center italiani. In particolare per gliolividaimpianto, chesonomolto ben formati e robusti.
E’ quanto emerge da un colloquio con iltitolare al terminedella prima giornatadi“Myplant & Garden – International Green Expo”, in corsopressoFiera Milano dal 22 al 24 febbraio. Ecco come Rosellini ha illustrato a Floraviva i prodottiportati in esposizione in questaoccasione (chepossonoesserevistialloStand G14 del Padiglione 20) e alcuniaspettidell’attivitàproduttivadellasuaazienda.
Innanzituttounapiccolapresentazionedell’azienda, vistocheèun’aziendagiovane e al debutto a Myplant & Garden
«Si trattadiun’azienda a conduzionefamiliarecheè partita con miononnoalla fine deglianni ’50. Iosonoquindi la terzagenerazione, e la stoportandoavantimantenendoquellechesono state le coltivazioniprincipalifino ad ora, tipol’olivotoscano, la mimosa e daqualcheanno ho aggiuntogliagrumi per integrare la produzione. L’azienda ha sede a Pescia…»
Quantiettari?
«La miaèun’aziendadi circa 2 ettari e mezzo e fa partedell’AssociazionevivaistidiPescia. Ho unapartedicoltivazione in campoaperto e 4 milametriquadratidiserre, unapartedellequalialimentate con impiantifotovoltaicidiultimagenerazione. Inoltresiamodotatidiimpiantid’irrigazionegoccia a goccia».
In serracosacoltivateesattamente?
«In serrateniamoprincipalmente le coltivazionipiù delicate, chesonogliagrumi e le piantedi mimosa».
Ecco, scendendo un po’piùneldettaglio, dicevache le mimosesonoun’ereditàstoricadell’aziendadisuo padre e suononno? Unasortadicavallodibattaglia del vostrovivaiodunque?
«Sì, diciamocosì, perchéfumio padre chepartì con la piantadi mimosa. Porto avantiquestatradizione e continuo la produzionedellapiantadi mimosa in quantoabbiamo un discreto giro diclientiinteressatiallaqualitàdellenostremimose. E poi èunapiantache fa simpatia, fa allegria e dàcoloreall’azienda».
Qualesono i segreti per fare mimosediqualità come le vostre?
«In effettisonodelle belle piante, ilrisultato finale èpiùchesoddisfacente. L’unicoverosegretoèilsudore».
Qualivarietàproducete?
«Abbiamo due varietàprincipali: la Mirabilia e la Gauloiserustica. Sonovarietà con unamaturazione del fioredifferente e per questociservonoentrambe. Ad esempioquestaGauloiserusticanello stand èunapiantache ha unamaturazionetardivaedèquellachearrivapiùprossimaallafestadella donna»
Quandoiniziate a venderla e attraversoqualicanali?
«Cominciamo a consegnarla dalla metà difebbraio in poi. La vendiamo siaalla grande distribuzione che ai garden, ai piccoli rivenditori e ai consumatori finali».
E l’altra tipologia?
«L’altra è una pianta che ha uno sviluppo diverso e tende ad avere un accrescimento vegetativo maggiore. Ha un fiore importante, molto bello, grosso e profumato, ma è una pianta che fiorisce e muore leggermente prima come fiore, per cui l’ideale è che alla fine di febbraio sia già fuori dal vivaio. Quindi in questo momento le abbiamo già vendute».
E rispetto agli olivi che varietà producete?
«Abbiamo sia piante da grossa produzione sia da ornamento».
Nel caso delle piante da impianto che cosa coltivate specificamente?
«Si parte dalla pianta di 2 o 3 anni e le varietà sono quelle tradizionali di Pescia, come il leccino, il frantoio, il moraiolo, pendolino, maurino. Insomma, le abbiamo un po’ tutte. Inoltre negli anni abbiamo seguito le richieste dei clienti integrando nella produzione piante o varietà specifiche per il Nord Italia o per il Centro Italia».
Quali mercati di sbocco per gli olivi?
«Principalmente, per gli ulivi da vivaio o da impianto, è il mercato italiano, dal nord al sud, in cui esiste ancora la voglia di piantare olivi. Invece per la parte ornamentale si lavora sempre un pochino per il mercato italiano, però si vende soprattutto all’estero».
Qual è la percentuale di olivi ornamentali venduti all’estero e quali i Paesi che vanno più forte?
«All’incirca 65% all’estero e 35% in Italia. Tra i Paesi esteri il primo posto va all’Inghilterra, seguita dalla Francia».
Quali varietà ornamentali di olivo producete e cosa caratterizza questa parte della vostra produzione?
«Le varietà sono più o meno le stesse di quelle delle piante da impianto. La cosa che sicuramente ci caratterizza è il sistema di lavorazione che fa sì che il risultato finale del processo produttivo siano piante che parlano da sole, come si può vedere. Potate in una certa maniera, confezionate in vasi adeguati, sono piante che fanno la loro figura».
Infine, che cosa mi può dire delle piante ornamentali di agrumi, che è la produzione di piante più recente, come ha spiegato prima?
«E’ una produzione che ho aggiunto io. Sono piante che hanno molto molto appeal sia nel mercato italiano che in quello estero, ma direi soprattutto nel mercato italiano.
Quindi ne vendete di più in Italia di agrumi?
«Sì. Ne vendiamo ai piccoli rivenditori ma anche ai consumatori finali, che spesso preferiscono venire a prendere da noi piante di limone o altri agrumi per poi metterle nei propri giardini».
In esposizione ci sono molti limoni, siete specializzati soprattutto nelle piante di limone?
«Produciamo soprattutto limoni, ma anche aranci e altri agrumi».
Quali varietà di limoni?
«Qui in esposizione ho ad esempio il Lunario, che è il classico quattro stagioni, una pianta rifiorente tutto l’anno. E’ una pianta che si presta bene dal punto di vista ornamentale».
Vedo che le proponete in diversi formati..
«Sì, c’è la piramide, la spalliera e il cerchio».
Oltre al Lunario cosa avete?
«Il Carrubario, che si caratterizza per le gettate della vegetazione di un rosso molto acceso. E poi c’è il toscano classico, che è lo storico limone fiorentino, che si carica di molti frutti, che però, proprio per questo, rimangono piccoli, a volte come noci».
Riprendendo lo slogan aziendale “eccellenza sostenibile”, cosa fate a livello di sostenibilità ambientale?
«Come accennavo prima, abbiamo costruito una serra in collaborazione con Artigianfer, con pannelli fotovoltaici. Quindi ci autoalimentiamo. Inoltre utilizziamo impianti di irrigazione a goccia evitando di sprecare acqua inutilmente e da qualche tempo, per le piante soprattutto di limone, cerchiamo di utilizzare quasi soltanto prodotti antiparassitari biologici. Ad esempio olio di soia o similari».
Infine una domanda su come sta andando questo debutto a Myplant e più in generale nel palcoscenico fieristico che conta?
«L’impatto è sicuramente positivo dal punto di vista della visibilità. Come prima giornata abbiamo già avuto diversi contatti, soprattutto da garden interessati ai nostri olivi da impianto».