Mefit chiede alla Regione la disponibilità pluriennale del mercato e i fondi per la manutenzione straordinaria

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La richiesta dell’azienda speciale “Mercato dei fiori della Toscana” è stata resa pubblica il 18 novembre durante un’assemblea a cui erano presenti circa 200 fra operatori del mercato ed esponenti del settore floricolo. Si è fatta strada la convinzione che senza le opere di manutenzione e messa a norma complessiva dell’immobile sia impossibile attirare i cofinanziamenti dei privati previsti dall’accordo con la Regione Toscana. Tropiano di Coldiretti ha criticato la Camera di commercio di Pistoia per non aver finanziato alcuno studio sul settore floricolo.

 
L’immobile dovrebbe essere messo a disposizione della gestione del servizio pubblico di commercializzazione dei fiori, e quindi degli operatori, per un periodo pluriennale. Nel 2013 è stato raggiunto il sostanziale pareggio di bilancio nella gestione del servizio. Vi sono privati disponibili a investire nell’uso dell’immobile, ma solo a fronte di certezze sul suo stato di salute e sulla messa a norma complessiva.
Sono i tre punti che concludono il documento approvato il 18 novembre, durante un’affollata assemblea (oltre 200 persone) degli operatori del mercato dei fiori di Pescia organizzata da Mefit (l’azienda speciale “Mercato dei fiori della Toscana” istituita a inizio 2013 dal Comune pesciatino), a cui erano presenti anche i rappresentanti delle organizzazioni di categoria del settore, fra cui il presidente di Cia Pistoia e il direttore di Coldiretti Pistoia. Il documento, redatto dall’amministratore unico di Mefit Franco Baldaccini e dal direttore Fabrizio Salvadorini, sarà inoltrato alla Regione Toscana
Come è emerso durante la pubblica presentazione del documento ed era già affiorato durante la conferenza stampa sui dati di bilancio di Mefit di alcuni giorni fa (vedi nostro articolo), il terzo punto sembra avere implicazioni piuttosto rilevanti. Tanto che l’amministratore Baldaccini ha ipotizzato di «sollecitare la Regione affinché venga valutata l’opportunità o meno di rivedere gli accordi sulle modalità di trasferimento dell’immobile» previsti dalla legge regionale 57/2009 e dalla finanziaria regionale 2012 (66/2011). In sostanza, l’ammissione di Mefit è che senza un impegno preliminare della Regione Toscana nella manutenzione straordinaria dell’immobile il meccanismo virtuoso di coinvolgimento dei privati negli investimenti necessari per la valorizzazione multifunzionale siano molto difficili, al punto che i privati in contatto con Mefit non hanno ancora voluto manifestare pubblicamente l’intenzione di investire.
Ma l’aspetto più urgente, come sottolineato nel documento e nel dibattito con alcuni degli operatori, è quello della disponibilità dell’immobile, che il Comune ha ottenuto dalla Regione, proprietaria della struttura ex Comicent, fino al 31 dicembre 2013. «Solo avendo certezze sulla durata della disponibilità dell’immobile – ha detto Baldaccini leggendo il documentoè possibile lo svolgimento senza soluzioni di continuità del servizio pubblico, predisporre contratti di subconcessione di durata pluriennale, consentendo a vecchi e nuovi operatori del mercato d’investire, potendo contare effettivamente per un periodo pluriennale sugli spazi concessi». 
Ma vediamo in sintesi cosa dice il documento, dopo aver ricordato il lungo periodo di precarietà che ha caratterizzato il mercato dei fiori in fase di liquidazione fallimentare. Intanto che alcuni elementi di precarietà sono stati superati nel 2013: la gestione è adesso affidata per un periodo di tre anni a un soggetto come Mefit, che assicura il presidio costante e ha delle responsabilità sull’andamento del mercato; i conti sono stati messi in ordine e potrebbero addirittura avere un piccolo utile a fine anno, come ricordato da Elena Lorenzi, che è stata amministratore unico di Mefit fino al 31 ottobre (vedi ancora nostro articolo).
Tuttavia, oltre agli effetti della generale depressione economica che ha colpito l’Italia - che ha portato ad un calo della domanda interna dal 2009 incluso ad oggi del 21%, pari a circa 200 miliardi in meno in acquisti di beni e servizi in cinque anni (Federico Fubini, Repubblica 13 novembre 2013), ndr -, restano i seguenti problemi irrisolti per il mercato dei fiori di Pescia: gli alti costi di produzione per le aziende agricole (soprattutto per il riscaldamento delle serre), la riduzione delle merci che affluiscono sul mercato e il calo del numero dei compratori, le cause pendenti dal giudice del lavoro del personale ex Comicent (vedi nostro articolo), gli alti costi di gestione della struttura del mercato anche per l’obsolescenza di vari impianti e, infine, la disponibilità in scadenza dell’immobile. E’ proprio per dare una risposta a questi due ultimi problemi, decisivi per il futuro del mercato dei fiori pesciatino, che Mefit chiede, con questo documento e con i tre punti sopra ricordati, l’aiuto della Regione Toscana.
Rilanciare la struttura del mercato dei fiori di Pescia, conservando al centro la funzione di commercializzazione dei fiori e delle piante, ma allargando lo spettro dei suoi utilizzi a comprendere altre attività qualitanto per citarne alcune ipotizzate in via non ufficialel’organizzazione di eventi culturali e commerciali, una vetrina per i prodotti dell’agricoltura locale, a cominciare dal vivaismo e l’olivicoltura, è possibile? Secondo il sindaco di Pescia Roberta Marchi decisamente . «Crediamo che questo settore floricolo e anche florovivaistico – ha detto tra l’altro nel suo interventopossa essere ancora molto significativo per il territorio». Intanto, i dati positivi di bilancio di quest’anno, in una fase di profonda crisi, dimostrano, ha osservato la Marchi, che la struttura a regime può essere gestita senza perdite. Naturalmente, c’è ancora molto da fare per attuare il progetto di valorizzazione multifunzionale. Due condizioni necessarie per andare avanti sono però la disponibilità a lungo termine dell’immobile e la sua messa in sicurezza.
Sandro Orlandini, presidente della Cia di Pistoia, è intervenuto dicendo che «i nostri produttori sono tutto sommato contenti su alcuni miglioramenti del servizio con la nuova gestione, anche se c’è ancora ovviamente molto da fare». Comunque Cia Pistoia crede nel mercato dei fiori di Pescia. «E’ nostra intenzione – ha aggiuntoragionare e risolvere questi problemi insieme anche al distretto floricolo». D’accordo su quest’ultimo punto Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia, anche se ha avuto una indiretta punta polemica nei confronti di Orlandini, che siede nella Camera di commercio di Pistoia, quando ha detto che tale Camera di commercio «è poco vicina alle esigenze della floricoltura» e avrebbe dovuto accompagnare questa delicata fase decisionale collegata al regolamento unico dei mercati dei fiori di Pescia e Viareggio con qualche «studio» tipo quello realizzato da Lucense sul distretto floricolo grazie al contributo dalla camera di commercio di Lucca. La replica di Orlandini su questo punto è arrivata a margine dell'incontro in una nostra intervista
 
L.S.