Visita di Giurlani al Mercato dei fiori: promuoviamo il florovivaismo toscano come facciamo con il vino, a cominciare dall’Expo 2015

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Oreste Giurlani, ospite oggi del Mercato dei fiori di Pescia in qualità di aspirante candidato sindaco del Pd, ha fatto un sopralluogo e si è aggiornato sulla situazione parlando sia con i vertici di Mefit che con diversi operatori. «Il mercato è ancora fondamentale e deve restare a Pescia – ha detto – e la floricoltura deve essere messa al pari delle produzioni di vino nell’ambito del settore agricolo». «Toscana Promozione – ha suggeritodeve promuovere anche la produzione di piante e fiori come elemento trainante del territorio» e una parte dei visitatori in arrivo durante l’Expo 2015 di Milano deve essere portata nella Valdinievole.

 
«L’impressione è stata buonissima. Vedere alle 6 di mattina un mercato vivo, con la gente, con i fiori e le piante esposti: un movimento che dà sempre soddisfazione. Ho potuto incontrare coloro che ci lavorano. Ci sono tanti problemi da superare. Ci sono anche problemi dovuti a situazioni che risalgono indietro negli anni. Però io ho trovato qui da parte di coloro che lo gestiscono e soprattutto da parte di coloro che ci lavorano una determinazione e una volontà di andare avanti, cercando di risolvere tutti i problemi in funzione di un’attività che è ancora fondamentale».
E’ il bilancio a caldo di questa mattina, verso le 7 e 30, di Oreste Giurlani, contendente nelle primarie del Pd di Pescia per il ruolo di candidato sindaco alle prossime elezioni comunali, dopo avere effettuato una visita al mercato dei fiori di Pescia ed aver tastato il polso della situazione parlando con i vertici di Mefit, nelle persone dell’amministratore unico Franco Baldaccini e del direttore Fabrizio Salvadorini, e con diversi operatori: da alcuni produttori locali e acquirenti di zona fino a commercianti provenienti da altre parti d’Italia. 
«Qui è finita la produzione – è il giudizio tranchant di Salvatore della ditta commerciale Dalle Mura Graziella, il primo incontrato da Giurlani nella sua passeggiata all’interno dell’ex Comicent -. La Toscana era una delle regioni più produttive, a livello della Campania, ma adesso ci sono il Lazio, la Campania, le Puglie e la Sicilia e la Calabria. Ho il fratello che compra a Napoli, poi io faccio il mercato sia qui che a Viareggio». 
Ma questa affermazione sembra contraddetta poco dopo dalle esposizioni di fiori e piante di produttori locali che occupano una bella fetta della superficie a pian terreno del mercato. Come spiega Salvadorini a Giurlani, è un po’ un luogo comune quello di affermare la morte della produzione locale. In realtà, lo dimostrano le iscrizioni, sono oltre 260 i floricoltori presenti al mercato e di questi il 98% sono toscani e il 70% della provincia di Pistoia.
Il secondo operatore incontrato da Giurlani è Renato Bruschi, un produttore locale di fiori recisi («calle, bocche di leone, fresie, miniature, verde», come dice lui stesso), che non dà consigli specifici, ma chiede solo di «fare il possibile per portare più compratori sul mercato». 
Poi è la volta di Claudio Ciomei, commerciante, che dice che il «settore è in crisi» perché la gente «prima spende per mangiare non per il superfluo». In questo momento «vendiamo soprattutto prodotti occasionali per addobbi e cerimoniali, mentre non c’è più l’acquisto frequente del mazzetto per metterlo in casa o al cimitero». «Acquistiamo ancora prodotto locale – aggiunge - ma molto meno di prima”, sia perché è aumentata l’offerta concorrente di prodotti e varietà provenienti dall’estero, sia perché i fioristi sono un po’ in crisi per la concorrenza della grande distribuzione. Così si è passati dal 70% di acquisti di fiori e piante locali di sette/otto anni fa al 20% di oggi, con il restante 80% degli acquisti riguardante prodotti provenienti da fuori. Ed è un peccato perché in tante tipologie di fiori, nota Ciomei, la produzione nostrana è di grande qualità. Basti pensare ai «tulipani, le violaciocche, la produzione estiva di statice, il verde».
E’ uno sfogo invece quello del commerciante Claudio Rosadoni: «qui se non viene gente, non si va avanti. C’è gente che ha i negozi a Pescia che non viene più al mercato, gente di Ponte Buggianese, di Altopascio che non viene più al mercato. Idem da Lucca. Perché? Chiedetevelo. Non mi so rispondere». Però, gli replica Giurlani quasi a incoraggiarlo, ci sono, come gli è capitato di constatare qualche tempo fa, negozianti di Bibbiena che «vengono a Pescia ogni settimana per scegliersi i fiori personalmente».
Aniello Perna, operaio della Flor Company, che commercia fiori recisi e anche piante in vaso, dice che c’è tanta miseria oggi in Italia: «ieri ho girato in Adriatico per riscuotere e ho constatato una miseria enorme». «Io l’ho detto – aggiunge -, o direttò, mettiamo una legge qua che chi non paga deve uscire fuori dal mercato, perché se no automaticamente distruggono gli altri. Quello non ti paga, quello non ti paga, quello non ti paga: è una catena. Fino a quanto si può reggere?» «Compro prodotti di Pescia soprattutto d’estate: statice, lisianthus, lilium, gerbere e tulipani». Questi hanno prezzi concorrenziali perché la qualità è più buona che altrove, spiega a Giurlani. Qua il periodo clou è da maggio a settembre, con propaggini fino alle feste dei santi e dei morti. 
Fra i commercianti operativi al mercato dei fiori di Pescia c’è anche Maurizio Del Ministro, presidente del Circolo Legambiente Valdinievole, che dice a Giurlani che «se diventa sindaco, dovrà rilanciare il mercato. E in questa struttura, perché un cambio di struttura è inimmaginabile: ci vorrebbero tanti di quei soldi a cambiare… Dobbiamo lavorare tutti insieme verso la Regione perché ci mettano soldi. Già il semplice far circolare voci di possibili sedi alternative del mercato è distruttivo. Il mercato infatti, bene o male, ha retto e c’è da rilanciarlo. E’ importante che diventi l’unico mercato della Toscana, perché qui c’è già la struttura». Riguardo alla sostenibilità delle produzioni floricole, Del Ministro sottolinea l’importanza della strada intrapresa dai produttori locali di coltivare con sempre meno pesticidi e soprattutto «la grossissima partita delle energie rinnovabili nelle serre, che potrebbe essere determinante nella floricoltura, non solo per far spendere meno ai floricoltori, ma anche per dargli un reddito aggiuntivo». «Questa – conclude - è la partita per il futuro della floricoltura».
L’ultimo incontro di Giurlani è stato con Fabio Giusti, un floricoltore della frazione di Molinaccio, che produce piante in vaso: ciclamini, stelle di Natale, gerani e crisantemi. «La crisi in questo momento c’è per tutti – dice – sicché bisogna cercare di non sbagliare e fare in modo che il sistema resti compatto e omogeneo». Riguardo al fatto che il mercato funziona meglio in primavera-estate, dice che «Pescia è nato così, come produzione primavera, estate e autunno, e d’inverno non si produceva niente». Però i tempi sono cambiati e bisogna stare in produzione anche d’inverno. L’unica è puntare su produzioni che richiedono meno riscaldamento, «tipo primule, viole o garofani». 
«I problemi – ha continuato Giurlani - sono tanti: i problemi della struttura, i problemi dei costi di gestione della struttura, il fatto che bisogna alimentare il mercato e quindi fare un percorso di promozione per portare sempre più gente nel mercato ad acquistare e far conoscere il mercato al di fuori di Pescia. Perché questa è un’esperienza importante: chi viene qui trova di tutto, trova prodotti, trova la possibilità di contrattare – che è importante in un momento in cui bisogna ridurre i costi – e soprattutto trova degli operatori che sono disponibili a risolvere qualsiasi problema del cliente sul fronte dell’acquisto delle piante, dei fiori e di tutti i prodotti che riguardano il florovivaismo». 
«Quindi questa è stata veramente un’ottima impressione – ha aggiunto Giurlani - e vorrei sottolineare che ho capito che in questo mercato – che è uno dei tre principali mercati nazionali, insieme a Napoli e Sanremo – si può veramente legare la produzione locale con il commercio in un mondo globale. Se si trova il giusto equilibrio, se si permette ai nostri produttori a Pescia di produrre puntando su innovazione e ricerca, se si riesce a legare i nostri produttori alle esigenze della commercializzazione di scala mondiale, molto probabilmente si potrà fare in modo che molte delle nostre produzioni e molti dei nostri giovani che ora lavorano nelle aziende e vogliono proseguire l’attività del padre lo possano fare con un sostegno e soprattutto con la possibilità di trovare sbocchi di mercato. Diciamo che il Comicent è un mercato importante dal momento in cui riusciremo anche a riportare sempre più gente ad acquistare i prodotti».
In particolare, ha precisato Giurlani, «ci sono due conclusioni che ricavo dalla visita di oggi. Primo, ho avuto la dimostrazione che il mercato dei fiori deve restare al Comicent e quindi bisogna trovare i soldi per questa struttura, per finire di metterla a norma e anche rinnovarla un attimo perché comunque è vecchia di alcune decine di anni. E quindi è importante restare qui. E la seconda cosa fondamentale è che bisogna chiedere alla Regione, in questa fase di rilancio promozionale del mercato, un po’ di risorse che possano da una parte, come già detto, rimetterla a norma, ma dall’altra anche allentare i costi di gestione. Quindi diventa essenziale la figura della Regione e so che l’assessore Salvadori è disponibile a investire in questo mercato, perché la floricoltura pesciatina e di tutta la Toscana deve riprendere un ruolo determinante nell’agricoltura regionale ed essere messa al pari delle produzioni di vino ed altri prodotti, perché dà lavoro a tanti addetti, a tante aziende e soprattutto, come ho visto oggi al mercato, dà lavoro a tanti giovani. E quando ci sono i giovani vuol dire che c’è anche la speranza di un futuro».
«C’è da sciogliere – ha osservato ancora Giurlani - il nodo importante del passaggio di proprietà della struttura ex Comicent, perché oggi è della Regione e c’è già una delibera regionale che avrebbe passato la proprietà al comune di Pescia accompagnandola con 10 milioni di risorse, che sono già nel bilancio regionale. Quindi penso che ci sia da mettersi intorno a un tavolo e capire bene come si può fare la gestione di questo mercato a lungo termine. E ciò con un progetto serio che riguardi la floricoltura ed eventualmente la multifunzionalità. Bisogna investire questi 10 milioni per metterlo a norma e anche per rilanciarlo». 
«Va poi considerato – ha aggiunto - che qui siamo a Pescia, però siamo collegati con Pistoia e quindi con il vivaismo. La floricoltura in questi anni è un po’ cambiata, c’è chi parla di puntare di più sulle piante in vaso e non solo sui fiori, oppure sull’ortofrutta. Quindi c’è necessità sostanzialmente di rivedere un pochino il mercato complessivo. Quindi fra i vari settori, e fra Pistoia e Pescia, ci vuole pari dignità e bisogna mettersi attorno a un tavolo per impostare un’integrazione forte. Anche perché i territori che servono all’agricoltura sono tutti importanti: Pescia ne ha tanti, come ne ha tanti Pistoia, quindi, arrivando a realizzare quello che forse era nelle intenzioni del distretto florovivaistico, si può attivare un vero tavolo operativo e concreto per capire quali sono le opportunità di produzione e di mercato».
Giurlani ha concluso dicendo di aver proposto qualche giorno fa in Toscana Promozione, l’agenzia della Regione Toscana per la promozione turistica e del territorio, «che quando faremo la promozione 2014 e 2015 si prevedano un po’ di risorse anche per promuovere nel mondo questo territorio, e quindi il fiore e la produzione florovivaistica, che possono diventare così un traino per proiettare il territorio a livello internazionale. Teniamo conto che siamo nell’anno che precede l’Expo e siccome la Regione Toscana sarà una delle tappe fondamentali proposte ai 20-30 milioni di visitatori che verranno a Milano, ecco che, oltre a Pinocchio, oltre alle eccellenze toscane e alle città d’arte, si potrebbe puntare a portare un po’ di persone anche a vedere come si produce il fiore di qualità in Toscana e come funziona il mercato dei fiori di Pescia».