Il punto sulle politiche agricole di Lollobrigida, ieri a Firenze a confronto con gli agricoltori toscani

in Servizi
Il punto sulle politiche agricole di Lollobrigida, ieri a Firenze a confronto con gli agricoltori toscani

Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenuto ieri a Firenze alla Conferenza dello sviluppo rurale della Toscana, si è confrontato sulle politiche agricole con l’assessora Stefania Saccardi e una folta rappresentanza delle categorie agricole regionali. Ampia condivisione di vedute, ma divergenze sul peso da attribuire al livello nazionale rispetto al regionale.

«La priorità assoluta per il Governo Meloni è quella di rilanciare un sistema che riesca a mostrare le nostre potenzialità e a garantire eccellenza nelle produzioni, nelle trasformazioni, nella presentazione di quella filiera che assicura all'Italia di essere la nazione simbolo della qualità».
Così il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida intervenendo ieri alla “Quarta conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale della Toscana” presso la Camera di commercio di Firenze. Un momento di confronto organizzato dal dipartimento regionale all’agricoltura e aperto a tutte le maggiori associazioni di rappresentanza del mondo agricolo toscano, che hanno potuto illustrare, insieme all’assessora all’agroalimentare e vice presidente della Regione Stefania Saccardi, le loro istanze al ministro Lollobrigida.



Nell’occasione, per ammissione dello stesso ministro durante il suo discorso finale («condivido le cose sentite»), si è manifestata un’ampia condivisione di intenti e obiettivi in materia di politiche agricole e Stefania Saccardi ha elencato diverse scelte del ministero dell’agricoltura da lei apprezzate. Ma sono emersi anche due punti di sottile divergenza fra l’assessore e il ministro. Saccardi ha espresso qualche riserva su «alcuni segnali di accentramento» del Governo con riferimento al ruolo dei cosiddetti «Organismi Pagatori» (ad esempio Artea in Toscana) e alla promozione fuori Europa dell’OCM vino. Riserve a cui il ministro Lollobrigida ha replicato dicendo che se l’Europa decide di assegnare i fondi direttamente agli OP deresponsabilizzando il Governo lui è disposto a firmare in bianco e che «sull’OCM vino a causa di bandi di regioni ci abbiamo rimesso il 10% dei fondi europei». Divergenze che paiono segnalare una visione un po’ diversa del peso della strategia nazionale in agricoltura, più marcato nell’approccio del ministro, che pure ha detto di credere nel principio di sussidiarietà, rispetto a quello della Saccardi, favorevole a una maggiore autonomia regionale.  
Il ministro dell’agricoltura, sentito dai giornalisti a margine della Conferenza regionale, ha presentato gli aspetti principali della sua politica agricola e fornito aggiornamenti sulle ultime iniziative del suo ministero. «Abbiamo fatto forti investimenti dal punto di visto economico – ha detto Lollobrigida - che vanno dalla messa a terra del Pnrr ad altre misure come quella sull’innovazione: 250 milioni ulteriori che permetteranno l’acquisto di dotazioni tecnologiche e potranno incrementare l’elemento della produttività, che va sempre affiancato a quello della sostenibilità ambientale. E ancora il fondo per la sovranità alimentare per sostenere le filiere deboli e poi la promozione a livello internazionale per aumentare il nostro export».

lollobrigidagiornalisti

Altro tratti caratterizzanti dell’azione del ministero dell’agricoltura sono quelli «difensivi rispetto a una standardizzazione dei prodotti che cancellerebbe le grandi differenze che invece risultano essere il nostro punto di forza, in una nazione fatta di campanili ma anche di definizioni geografiche importanti che danno a chi vuole comprare prodotti italiani la capacità di collegarli anche ai monumenti, ai beni culturali e all’ambiente e biodiversità che la nostra nazione rappresenta come unicuum sul pianeta».
Che cosa si aspetta il ministro Lollobrigida in termini di sostegno all’agricoltura dall’Unione Europea? «Che si riappropri del ruolo che i padri fondatori le avevano assegnato: quella capacità di garantire produzioni che permettano di fronteggiare eventi contingenti, come le pandemie e le guerre, che pensavamo non avrebbero colpito più i nostri territori. Per questo bisogna riflettere anche su errori di carattere strategico, compiuti negli anni scorsi, come quello di allungare le filiere, non solo in termini chilometrici ma anche in termini valoriali». Vale a dire scegliendo di affidarsi a «nazioni instabili oppure dove un solo uomo può decidere con un interruttore di spegnere la tua filiera produttiva». Ora invece, per il ministro Lollobrigida, bisogna che «l’Europa si concentri sugli investimenti, metta al centro l’attenzione per l’agricoltura, per l’allevamento, per la pesca con meno ideologie e più pragmatismo, perché gli obiettivi sono certamente sani, come ad esempio quello di raggiungere una sostenibilità ambientale che permetta di rispettare la natura appieno, ma va fatto garantendo anche una sostenibilità produttiva. Altrimenti sortiremmo l’effetto inverso, cioè diminuire le nostre produzioni ed essere costretti a comprare da nazioni che non rispettano né i diritti dei lavoratori, né i diritti dell’ambiente, con effetto esattamente inverso a quello che ci si pone».
Sollecitato sulle questioni di attualità, a cominciare dal caldo estivo e il rischio in futuro di fasi di siccità, Lollobrigida ha risposto che «la siccità non è un’emergenza ma un epifenomeno di una condizione ciclica che stiamo affrontando da almeno 20 anni in territori italiani che spesso non avevano questo problema e quindi non sono nemmeno predisposti all’utilizzo pieno dell’acqua. In Italia abbiamo delle criticità oggettive: abbiamo una captazione dell’acqua bassissima, l’11%, abbiamo una dispersione idrica che arriva al 40% di media nazionale ma raggiunge il 50% in alcune regioni e su questo siamo intervenuti con un decreto ad hoc che permette per esempio la realizzazione per gli agricoltori di invasi senza troppa burocrazia. Ma va fatta una strategia più ampia: abbiamo affidato al Commissario Nicola Dell’Acqua una pianificazione che permetta di utilizzare appieno gli invasi, di fare ordine in un quadro che vede purtroppo la sovrapposizione di troppi livelli istituzionali e grande confusione». Senza dimenticare l’altra faccia della medaglia, gli eventi alluvionali. Su cui il ministro ha detto: «l’alluvione è un fenomeno non prevedibile con un preavviso ampio, ma si può lavorare di più e meglio per cercare di manutenere il territorio in modo tale da poter affrontare i danni collaterali abbattendo la loro incidenza sul territorio. Come? Seguendo anche normative come la legge Serpieri, di cui ricorrono oggi i 100 anni, che prevedeva l’integrazione fra il sistema agricolo e forestale e la manutenzione del territorio. Ecco rimettere al centro anche l’agricoltura nella manutenzione del territorio rompendo quello schema dicotomico che ha visto immaginare gli agricoltori nemici dell’ambiente. Invece dove manca l’agricoltura i fenomeni di criticità idrogeologica aumentano e quindi stiamo lavorando da questo punto di vista su più piani per ovviare alle criticità di oggi e predisporci anche a un rischio di aggravamento nel futuro di questa problematiche».
Riguardo all’impatto della crisi energetica causata dalla guerra, Lollobrigida ha ricordato, fra le risposte del suo ministero al problema del caro energia, l’intervento di modifica del secondo decreto della misura Parco Agrisolare (vedi): «siamo riusciti ad aggirare, se vogliamo usare un termine forte, il vincolo dell’autoconsumo che metteva in condizione gli agricoltori di investire o ricevere contributi per l’energia solare, quindi per creare energia pulita, ma che potevano consumarla solo in esclusiva creando una serie di difficoltà a rendere efficienti questi impianti. Siamo riusciti a superare questo blocco, ad aumentare la possibilità di investire arrivando fino all’80% a fondo perduto in favore degli agricoltori per impianti fotovoltaici che non vanno a consumare suolo ma vengono installati sui tetti dei capannoni e delle strutture produttive. Quindi un bel risultato che va incontro a un abbattimento di costi». Però per il ministro va anche ripensato «il quadro di carattere più generale e bisogna tener conto della crescita dei prezzi anche di quei prodotti che noi abbiamo scelto di acquistare tramite filiere lunghe, per esempio i fertilizzanti, che hanno fatto aumentare i costi di produzione. Anche su quello stiamo non solo prevedendo ma erogando sostegni e finanziamenti alle colture che hanno subito maggiori danni e agli agricoltori che hanno avuto più problemi derivanti dall’aumento dei costi energetici».
Infine, riguardo agli aiuti alle aziende agricole danneggiate dall’alluvione, alcune delle quali anche in Toscana, ha risposto: «ci stiamo lavorando. Anche con il fondo Agricat, cioè il fondo assicurativo che abbiamo per la prima volta quest’anno, che serve proprio a sostenere le aziende colpite da alcuni eventi. Quest’anno è nella fase sperimentale, in accordo con le regioni, stiamo verificando come aiutare il mondo agricolo anche rispetto a questi eventi che danneggiano le colture. Perché il grande rischio non è solo quello del raccolto: è che gli imprenditori agricoli colpiti da alcuni eventi siano costretti a cambiare mestiere. E questo sarebbe un rischio per il nostro territorio e per il nostro modello di sviluppo».

Lorenzo Sandiford