Dall’Accademia dei Georgofili idee per migliorare l’informazione sull’agricoltura
- Andrea Vitali
Tra gli spunti dell’incontro di ieri all’Accademia sul tema “L’agricoltura scomunicata”, una web tv e un master di comunicazione su temi agricoli dei Georgofili (idee di Massimo Lucchesi), più formazione professionale dei giornalisti (Stefano Tesi), una comunicazione capace di generare conoscenza (Luca Toschi), sfidare la mentalità corrente infarcita di parole vuote e luoghi comuni come l’espressione “naturale” (Pier Francesco De Robertis).
E’ stata poi la volta degli interventi di esponenti del giornalismo specializzato in agricoltura. Letizia Martirano, direttore dell’agenzia stampa Agrapress, ha sostenuto che «non viviamo in un momento fortunato per l’informazione, nel senso che circolano molti dati e suggestioni che non sono effettive notizie (non hanno la caratteristica della responsabilità della fonte) e ci informano più di desideri». Ma il problema è che «di fronte al susseguirsi di sciocchezze, la gente preferisce non sapere» e «si diffonde la depressione». Riguardo alla stampa generalista, pensa che si sia passati dalla «marginalità» dell’agricoltura all’opposto di adesso, con la «moda dell’agricoltura, molto grazie all’Expo»; ma «non c’è molta voglia di approfondire, per cui le notizie sono diventate letteratura e nemmeno di prim’ordine». Cristiano Spadoni, reporter di agricoltura e Internet della testata online AgroNotizie, ha sottolineato l’importanza dei nuovi mezzi attraverso cui sono veicolate le notizie, fra cui i social media. Questi mezzi, ha spiegato Spadoni, cambiano le modalità di fruizione delle notizie: «siamo noi che sempre più spesso andiamo a cercare le informazioni che ci servono invece di riceverle tramite sistemi push». Spadoni ha messo in evidenza l’importanza del «farmer journalism» (giornalismo dei contadini), che è una forma di citizen journalism significativa e «forse più basata sulle esperienze che le notizie», e del «data journalism» che permette di estrarre da enormi quantità di dati elementi di conoscenza da comunicare. Ma il sistema di verifica delle notizie, ha ammesso Spadoni, anche nel giornalismo digitale è più o meno lo stesso del giornalismo tradizionale, perché «non abbiamo i robot journalists» e si fa piuttosto uso del telefono.Lorenzo Sandiford
