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Quando si sta esplorando una nuova città, i mercatini sono sempre luoghi interessanti da visitare e se ne trovano sicuramente di tutti i tipi e per tutti i gusti, persino dei fiori! Cosa c’è di meglio di fare una passeggiata tra bancarelle fiorite e colorate, per un momento bucolico in una capitale europea? Abbiamo selezionato per voi alcuni dei più gettonati e caratteristici, in caso vogliate aggiungere questa attività alla vostra lista di ‘cose da fare’…
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All’incontro di ieri a Villa Garzoni il sindaco di Pescia Giurlani ha sostenuto che oggi il livello strategico è quello regionale e la cabina di regia dovrebbe restare anche dopo l’Expo. A Baldaccini di Mefit piace l’idea di un super distretto del verde che unisca il vivaismo pistoiese e la floricoltura pesciatina-viareggina: si sposa con Pescia capitale dell’infanzia e con il parco della fiaba europea a Collodi. Per Renato Ferretti ci vuole un progetto ad hoc “Con Pinocchio per il verde” che metta insieme produzioni e territorio in modo nuovo, d’accordo l’assessore Bobbio, purché in una cornice unitaria regionale. Bernacchi ha chiesto una mostra di arte topiaria nel giardino di Villa Garzoni. E tanti altri spunti: dal pane alle terme, fino alla casa colonica.
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Il ministro delle politiche agricole, ieri a Pistoia per un incontro con istituzioni e vivaisti e poi a Serravalle per l’evento della Cgil su “Agricoltura e lavoro giovanile”, ha anche annunciato per settembre l’avvio del lavoro su un «progetto nazionale verde pubblico» e sul «marchio unico» del florovivaismo italiano.
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Michael Blom (reparto vendite): «produciamo le piante in tempi un po’ più lunghi di altri, ma facciamo piante di qualità migliore». Peter Vijverberg, operatore commerciale di Dames Plants, dice: «la Phalaenopsis è una delle piante più rilevanti dell’export olandese», qui a Ter Laak «tutto il ciclo produttivo è automatizzato, a partire dalle foto da più angoli visuali di ciascuna pianta coltivata per la selezione in prima, seconda o altra scelta. Ma rimane sempre molto lavoro da fare a mano».
Come funziona un’azienda floricola olandese di prima classe? Un’idea ce la siamo fatta nella rapida visita di martedì 24 giugno a Ter Laak Orchids di Wateringen, sempre nelle Westlands. E l’emblema di questa idea è il sofisticato apparecchio, posizionato in un punto del nastro trasportatore, che fotografa una per una, da tre angoli visuali, tutte le Phalaenopsis in produzione per classificarle in prima o seconda scelta o altre categorie.
A guidarci nel sopralluogo presso la sede principale di questo produttore specializzato in orchidee, Peter Vijverberg, esperto operatore dell’azienda commerciale Dames Plants, cliente di Ter Laak, che parla un buon italiano. La sede principale di Ter Laak consiste in 8 ettari di serre high-tech, con 120 dipendenti, che sfornano 80 mila piante di Phalaenopsis in vasi da 12 cm a settimana, che su base annuale diventano 4 milioni. Nell’altra sede, di circa 4 ettari e mezzo, si producono altre specie di piante in vaso.
«Siamo una compagnia sempre alle prese con l’alta qualità, con l’obiettivo di offrire al cliente la qualità migliore sul mercato – afferma (in inglese, ndr) Michael Blom, del reparto vendite di Teer Laak -. Produciamo le piante non in un anno ma in un anno e mezzo, quindi in tempi un po’ più lunghi di altre aziende florovivaistiche, ma facciamo piante più forti e più robuste, con più foglie». Concetto confermato da Vijverberg, che dice: «noi lavoriamo per Ter Laak esportando le loro piante in Italia. Noi compriamo molto da questo produttore, perché, a nostro parere, loro cercano sempre di migliorare sia l’assortimento che i colori, e perché la Phalaenopsis è una pianta assai importante sul mercato: è cresciuta molto negli ultimi anni ed è una delle più “pesanti” nell’export di piante olandesi».
Ma quali sono i segreti produttivi di Ter Laak Orchids? «Qui la produzione – risponde Vijverberg – è tutta automatizzata: si parte con la foto da 3 o 4 angoli visuali di tutte le piante, una per una, (che scorrono in fila su un nastro trasportatore, ndr), in modo da poterle dividere in prima scelta, seconda scelta, terza, ecc. Poi alla fine c’è sempre un controllo umano nell’ultima fase di selezione». «Dunque è tutto molto automatizzato – continua Vijverberg – e per esempio i pancali sono tutti seguiti dai computer: da quando la pianta è giovane fino a quando è fiorita».
E al cronista che osserva l’alto numero di dipendenti, 120 nonostante l’automazione, Vijverberg spiega: «sì, rimane sempre molto lavoro da fare a mano: piantare, mettere i bastoncini sulle piantine, “imbustare” ecc. ecc.».
E come stanno andando le vendite quest’anno?
«Quest’anno il mercato è molto buono – risponde Blom – meglio dell’anno scorso. Ma ora siamo entrati in bassa stagione, in una fase dell’anno in cui c’è poco lavoro perché le persone vanno in vacanza e non comprano le piante. La bassa stagione dura per quasi due mesi, poi il mercato riparte a pieno ritmo da metà agosto in poi».
L. S.
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Il consulente di marketing del mercato dei fiori di Pescia ha visitato a Gent due vivai specializzati in azalee, nelle Westlands olandesi il complesso mercatale di Naaldwijk di Floraholland, con il suo organizzatissimo cash & carry, una serra di Phalaenopsis all’avanguardia e, poi, dopo un rapido passaggio ad Aalsmeer, la sala campionaria di Koopman vicino ad Amsterdam. Incontrati diversi operatori e commercianti olandesi.
Massima attenzione alla qualità delle piante, con quote della produzione riservate a varietà brevettate e con brand esclusivi. La costante ricerca di sistemi per ridurre i costi produttivi tramite automazione, per le fasi in cui ciò è proficuo, energie rinnovabili mirate per la propria realtà aziendale e scrupolosa raccolta e riutilizzo dell’acqua. Mentre, sul fronte commerciale, la capacità di proporre fiori e piante ben “formattati” e assortiti, spesso in abbinamento ad accessori ad hoc, e continuamente aggiornati e rinnovati secondo le logiche della moda e i trend del gusto. E in generale, a tutti i livelli, una grandissima organizzazione.
Sono alcuni degli aspetti emersi durante una breve missione nei Paesi Bassi, da domenica a mercoledì scorsi, del consulente di marketing di Mefit, Andrea Vitali, insieme a un produttore-commerciante di piante del distretto floricolo Lucca Pistoia che è un assiduo frequentatore di quei mercati e che ha chiesto di restare anonimo, e insieme a colui che scrive. Una trasferta realizzata da Vitali, su incarico dell’amministratore unico Franco Baldaccini, in concomitanza con una delle consuete trasferte del suddetto produttore-commerciante, per incominciare a tastare il polso alla zona leader mondiale del mercato florovivaistico, cercando di raccogliere dati e spunti utili ai produttori pesciatini e viareggini per ritagliarsi (o riconquistare) in maniera intelligente e mirata un altro po’ di visibilità e quote di mercato.
La prima tappa del tour è stata lunedì 23 giugno, in tarda mattinata, a Lochristi, area ad alta densità florovivaistica vicina a Gent (Belgio) famosa per le azalee. Ottimo l'impatto visivo sin dall’arrivo: distese di coltivazioni ordinatissime in serre e in campo aperto di azalee, e poi conifere e piante da siepe. Perfetto anche l'arredo a verde dei centri urbani, con siepi e fioriere impeccabili.
Nella frazione Zafferale, verso mezzogiorno, abbiamo visitato l’azienda Hesters, specializzata, ça va sans dire, nella produzione di azalee: 3 ettari di serre e 2 ettari in campo aperto per 6 dipendenti fissi (senza, o quasi, l’impiego di stagionali); ma dedita anche alla commercializzazione delle piante di altri florovivaisti locali, per un totale di 2 milioni di azalee vendute all’anno. Il competentissimo titolare Tom Hesters, che ha alle spalle lontane esperienze formative (vent’anni fa) in quel di Pescia, ci ha illustrato alcuni aspetti della sua attività produttiva, quali la centralità delle ricorrenze e festività nella programmazione, il sistema di riutilizzo dell’acqua piovana (che basta alle esigenze produttive e incide significativamente perché le azalee “bevono molto”), il 15% della produzione riservato alla varietà Cristina, brevettata in esclusiva mondiale e venduta a 1 euro in più (+50% sul prezzo medio all’ingrosso delle altre varietà di azalee), grazie a caratteristiche qualitative apprezzate come le foglie più lucide e le fioriture più uniformi e più lunghe.
Tra le cose degne di nota dell’azienda che ci ha mostrato Hesters, va menzionata, oltre ai sistemi di annaffiatura automatica, la macchina nuova di zecca (costata 60 mila euro) che dispone a terra in file di 20 i vasi di piante. E, complice una recente grandinata che ha provocato diversi danni, è emersa nella conversazione con Vitali anche la grande attenzione che Hesters presta alle coperture assicurative. Hesters ci ha anche spiegato che la maggior parte delle sue vendite sono in Francia (30 per cento) e in Italia (30 per cento) e che lo stesso vale per l’azalea Cristina. Con la differenza però che le vendite di Cristina in Francia sono concentrate nel periodo natalizio, mentre in Italia vanno molte bene anche a Pasqua.
Sempre nel distretto delle azalee di Lochristi abbiamo visitato, nel pomeriggio, una seconda azienda florovivaistica, la ditta di Kurt Van Eetvelde, anche lui un ferratissimo floricoltore di azalee con un’esperienza di formazione nel distretto floricolo Lucca – Pistoia. Circa trent’anni fa, infatti, uscito dalla scuola secondaria, pur essendo figlio di florovivaista, decise di venire in Italia, per la precisione nella ditta Tomei di Torre del Lago, per fare sei mesi di lavoro. A farsi notare all’arrivo è innanzi tutto lo splendido impianto a biomasse (a cippato) che serve per riscaldare la sua azienda. Gli è costato circa 300 mila euro, ci ha detto, e l’ha ammortizzato in poco più di 4 anni. Adesso risparmia moltissimo per le spese di riscaldamento. L’azienda di Kurt Van Eetvelde è dotata anche di impianto fotovoltaico per l’energia elettrica: il 70-80% dell’elettricità prodotta è assorbito dalle esigenze aziendali (compreso il raffreddamento delle due celle frigorifere da 300 e 100 carrelli), il resto dell’energia elettrica lo rivende sul mercato.
Kurt Van Eetvelde ha 3 ettari di serre e 2 e mezzo di coltivazioni in campo aperto, più 7 mila in affitto, tutti dedicati alle azalee. Ha 4 dipendenti, non commercializza piante altrui e ne produce circa 500 mila all’anno. Le sue specialità sono le piramidi e gli alberelli di azalea indica (30% + 30% della produzione) e l’azalea japonica (intorno al 30%), che va molto bene in Germania. Il 5% circa della produzione è riservato invece a una varietà brevettata, Aiko, nell’ambito di un consorzio con altri produttori di azalee della zona. Fra le cose da segnalare, oltre alla meticolosità delle precauzioni sul fronte assicurativo, lo scrupolo nell’acquisto della torba: fa fare subito esami di laboratorio su tutte le partite di torba che acquista per evitare le brutte sorprese, che possono venire di tanto in tanto anche dalle aziende fornitrici migliori.
La seconda giornata, presso l’importante asta di Naaldwijk di Floraholland (nelle Westland, non lontano da Rotterdam), dopo che la sera precedente era stata dedicata dal produttore-commerciante anonimo a una lunga passeggiata per le infinite file di carrelli di piante fiorite a selezionare quelle da acquistare insieme al suo compratore di riferimento di lì, è cominciata con la mattina riservata a un sopralluogo nell’enorme complesso mercatale. La struttura è suddivisa in due parti quasi identiche: una dedicata alle piante e l'altra ai fiori recisi. In ciascuna di esse la sala contrattazioni (the tribune) è affiancata da ampi spazi di stoccaggio pieni di carrelli di merci che si muovono lungo binari.
La visita all'area piante è iniziata nella zona di smistamento delle merci acquistate dai vari compratori registrati all'asta. Poi siamo passati al centro nevralgico della struttura, la sala di contrattazione. Qui i compratori accreditati, seduti in una sorta di platea a gradinata, vedono scorrere di fronte in basso su un nastro trasportatore i carrelli delle merci messe in vendita, mentre in alto, su tre maxi schermi, vengono proiettati immagine e dati relativi alla pianta esposta. I compratori eseguono le offerte di acquisto dalle proprie postazioni dotate di terminali. La struttura dell’area fiori recisi, che abbiamo visitato subito dopo, è sostanzialmente uguale all’altra.
Molto ben congegnati anche il cash & carry nella struttura a piramide, uno dei punti di maggior interesse per Andrea Vitali, e la zona espositiva delle novità e dei campionari delle aziende (divisa in una parte per le piante fiorite e l’altra per le verdi da interno), anche se quest’ultima sta perdendo colpi negli ultimi tempi. Le abbiamo visitate in sequenza. La piramide ospita un'offerta ricchissima di prodotti “formattati” e con accessori. Qui vengono suggerite tendenze di gusto, nuove combinazioni di piante e fiori e assortimenti di colore, il tutto in costante aggiornamento e parallela rotazione di prodotti.
Nel pomeriggio, prima di andare a Aalsmeer, dove c’è l’asta e il complesso mercatale più grande di Floraholland, abbiamo visitato a Wateringen la serra gioiello Ter Laak Orchids, dove si producono solo Phalaenopsis (vedi nostra intervista). Ad Aalsmeer, la sera, il produttore-commerciante anonimo ha fatto la consueta passeggiata con il suo uomo di fiducia olandese per la selezione delle piante da acquistare, così come aveva fatto il giorno precedente a Naaldwijk. Ma l’ultima tappa, la mattina seguente, è stata una puntata presso Koopman e la sua impressionante sala campionaria di accessori, fra cui molti adatti anche a decorare o presentare le piante. Sala che, tanto per dare un’idea delle dimensioni, è di 11 mila metri quadrati ed è collegata a un magazzino di 125 mila mq.
Lorenzo Sandiford