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Quando si sta esplorando una nuova città, i mercatini sono sempre luoghi interessanti da visitare e se ne trovano sicuramente di tutti i tipi e per tutti i gusti, persino dei fiori! Cosa c’è di meglio di fare una passeggiata tra bancarelle fiorite e colorate, per un momento bucolico in una capitale europea? Abbiamo selezionato per voi alcuni dei più gettonati e caratteristici, in caso vogliate aggiungere questa attività alla vostra lista di ‘cose da fare’…


LONDRA
Columbia Road Flower Market, Columbia Road
Columbia Road, situata in una delle zone più vibranti e trendy della città, nei pressi di Brick Lane, ospita ogni domenica il Columbia Road Flower Market, uno tra i tanti mercati di vecchia data che si possono trovare a Londra.
Columbia Road  è di per una graziosissima strada tipicamente inglese, caratterizzata da vari negozietti indipendenti che spaziano dall’antiquariato di mobili e oggetti, ad abbigliamento vintage, piccole gallerie d’arte e inoltre pub, caffè e ristoranti. La domenica, indicativamente tra le otto del mattino e le quattro del pomeriggio, questa strada si trasforma in un bellissimo giardino fiorito grazie ai banchetti del mercato dei fiori.
Concedersi una passeggiata tra queste bancarelle e immergersi tra i colori dei fiori è sicuramente un’alternativa rilassante agli affollati itinerari turistici di Londra. Aspettatevi comunque di trovare molti ‘locals’ ad affollare Columbia Road, l’affluenza in questo mercato è infatti parecchio elevata. Se siete fortunati, la vostra passeggiata potrebbe avere anche essere arricchita da una colonna sonora, musicisti di strada si esibiscono infatti spesso agli angoli della strada.
 
Columbia Road Flower Market
Cosa troverete in questo mercato? Rose, calle, gigli, tulipani, orchidee, varie erbe aromatiche come per esempio rosmarino, basilico e coriandolo. Non solo, anche alberi di limone e sempreverdi. La domenica è inoltre il giorno perfetto per gustare il sunday roast in tipica tradizione inglese. Su Columbia Road e dintorni si trovano pub che servono questo tipico pranzo domenicale oppure, in caso abbiate voglia di brunch, non molto distante da Columbia Road si trova Hackney City Farm, dove tra galline, asini e pecore si ha la bellissima sensazione di sentirsi un po’ in campagna pur trovandosi nel bel mezzo della città.
Se vi è venuta voglia di vedere questo mercato, date un’occhiata agli ostelli a Londra per farvi un’idea di dove pernottare durante la vostra vacanza.
Stazioni della metropolitana più vicine: Old Street, Bethnal Green Station

PARIGI
Marché Aux Fleurs, Piazza Louis Lépine, Île de la Cité
Il mercato dei fiori di Parigi (Marché Aux Fleurs), si trova nella Piazza Louis Lépine, nel cuore dell’Île de la Cité, in una zona molto suggestiva della città dove tra l’altro è situata anche la maestosa cattedrale di Notre Dame.
Il mercato dei fiori è un’ottima occasione per rilassarsi dopo aver visitato la cattedrale e farsi affascinare da questo luogo a dir poco paradisiaco, in cui profumi e colori si fondono armoniosamente.
In attività dall’800, il mercato è aperto tutti i giorni della settimana ed è dedicato esclusivamente alla vendita di fiori e piante di ogni tipo, ad eccezione della domenica, quando al mercato dei fiori si affianca il mercato degli uccelli  (Marché aux Oiseaux).
La domenica infatti, accanto a rose, orchidee, tulipani, gigli e molti altri fiori, tra i banchetti del mercato vengono anche venduti uccelli, gabbie e mangime per animali. Insomma, fiori, colori, profumi e il cinguettare degli uccelli, un mix perfetto per una domenica romantica e anche esotica nel cuore di Parigi. Per avere qualche idea su dove pernottare, considerate gli ostelli a Parigi.
Stazione della metropolitana più vicina: Cité, della linea

AMSTERDAM
Bloemenmarkt, Singel canal
 
Il mercato dei fiori di Amsterdam (Bloemenmarkt), si trova sul canale Singel. La tradizione di questo mercato ebbe inizio nel tardo ‘800 e ciò che lo rende uno dei mercati più famosi e conosciuti in Olanda è il fatto che non si trova su terra ferma ma bensì galleggia sulle acque del canale.
I venditori espongono infatti i loro fiori su chiatte-casette galleggianti nel canale ed è proprio questo che rende il Bloemenmarkt un mercato tutt’altro che convenzionale. Non appena si entra nelle strutture in cui si svolge il mercato, la prima cosa che salta all’occhio è l’esplosione di colori e la varietà floreale offerta. Tra i tanti fiori si possono trovare tulipani, narcisi, rose e, per gli amanti del giardinaggio fai da te, anche bulbi. Il mercato dei fiori è aperto tutti i giorni della settimana, domenica inclusa. Se state cercando un posto dove pernottare, date uno sguardo agli ostelli ad Amsterdam.


All’incontro di ieri a Villa Garzoni il sindaco di Pescia Giurlani ha sostenuto che oggi il livello strategico è quello regionale e la cabina di regia dovrebbe restare anche dopo l’Expo. A Baldaccini di Mefit piace l’idea di un super distretto del verde che unisca il vivaismo pistoiese e la floricoltura pesciatina-viareggina: si sposa con Pescia capitale dell’infanzia e con il parco della fiaba europea a Collodi. Per Renato Ferretti ci vuole un progetto ad hoc “Con Pinocchio per il verde” che metta insieme produzioni e territorio in modo nuovo, d’accordo l’assessore Bobbio, purché in una cornice unitaria regionale. Bernacchi ha chiesto una mostra di arte topiaria nel giardino di Villa Garzoni. E tanti altri spunti: dal pane alle terme, fino alla casa colonica.

 
«Ci sono tantissime aspettative sull'Expo di Milano e bisogna stare attenti a non alimentare illusioni e a non progettare iniziative che non siamo pronti ad affrontare e gestire bene. È essenziale dunque fare sistema. Una capacità che dovrà permanere in seguito nell’affrontare le sfide future, ad esempio sui fondi europei disponibili per lo sviluppo. Per cui bisogna che la cabina di regia regionale resti in piedi anche dopo». Come dimostra il caso di Pinocchio, «un simbolo mondiale che non siamo stati capaci di promuovere adeguatamente», oggi «il livello strategico ottimale è quello regionale», per vari motivi, non ultimo che «le provincie non ci saranno più e i comuni dovranno associarsi per farcela economicamente». Infine, occhio a non esagerare nella comunicazione di troppe cose, perché in Toscana le eccellenze sono tantissime e si rischia di generare rumore per eccesso di informazioni
E’ il messaggio di Oreste Giurlani nel suo intervento di chiusura dell’incontro di ieri a Villa Garzoni a Collodi (nel comune di Pescia di cui è sindaco), organizzato in collaborazione con la fondazione nazionale Carlo Collodi e con il Mefit (Mercato Fiori Piante ToscanaCittà di Pescia) per presentare la strategia di avvicinamento della Regione Toscana verso l’Expo milanese e per raccogliere i suggerimenti locali nel territorio pistoiese. Incontro a cui sono intervenuti, oltre all’assessore toscano all’istruzione Emmanuele Bobbio e ad alcuni esponenti della cabina di regia regionale, sindaci ed esponenti delle categorie economiche della provincia pistoiese, e che aveva come fili conduttori tematici, come ricordato da Giurlani in apertura di lavori, Pinocchio con il suo parco di Collodi, il super distretto del verde comprensivo del vivaismo ornamentale pistoiese e della floricoltura pesciatina-viareggina, e le terme.
Dopo il saluto iniziale di Giurlani, sono stati proiettati tre video promozionali della Regione Toscana in vista della partecipazione all’Expo 2015. In uno di essi, dedicato al “buon vivere toscano”, il messaggio centrale della campagna pubblicitaria, i tratti peculiari della toscanità, o “Tuscan lifestyle”, sono recitati dalla splendida voce narrante fuori campo di Gabriele Lavia. In un altro video una serie di personaggi toscani famosi, intervistati, dicono quali sono le peculiarità della nostra regione e quali le cose che assolutamente non devono mancare nella valigia promozionale per l’Expo. Così Panariello ha ricordato che «la Toscana è armonia», mentre Zubin Mehta ha citato «the courage not to change (il coraggio di non cambiare)», e altri testimonial, fra cui Giovanni Veronesi e Lucia Poli e Francesco Gurrieri, hanno messo a fuoco ulteriori importanti caratteristiche toscane da segnalare al mondo, fra cui: il Chianti, gli olivi e l’olio extravergine, i tramonti sul mare, la pietra serena, la varietà di colori, le voci dell'artigianato ecc. ecc.
Nel suo primo intervento di introduzione alla tavola rotonda aperta alle proposte locali, l’assessore Emmanuele Bobbio ha detto fra l’altro di apprezzare «la figura di Pinocchio perché significa anche capacità di correggersi». «Non sono d'accordo – ha poi aggiunto - con l'idea del Maestro Mehta che la Toscana sia coraggio di non cambiare, perché la Toscana ha invece saputo farlo».
«Noi abbiamo le terme e la nostra ospitalità – ha detto il sindaco di Montecatini Giuseppe Bellandi -. Qualunque cosa facciamo, dobbiamo ricordarci di presentarci seguendo le nostre vocazioni». E fra queste ne ha voluta citare una forse meno battuta: «il pane».
L'assessore alla cultura di Pescia, Barbara Vittiman, ha osservato anche che bisogna puntare alle eccellenze del mondo della ricerca e della cultura contemporanea, non solo al passato. E Pescia deve portare all’Expo pure tutto ciò che è collegato al mondo della carta e dell'industria cartaria antica e presente.
L’amministratore di Mefit, Franco Baldaccini, ha ricordato le possibili sinergie fra Pinocchio, il parco europeo della fiaba a Collodi e Pescia come città dell'infanzia, da un lato, e l'universo del #florovivaismo. E ha poi sottolineato i vantaggi di un super distretto del verde che unisca i distretti vivaistico-ornamentale pistoiese e floricolo pesciatino-viareggino (vedi discorso dell’amministratore di Mefit). 
Mentre Renato Ferretti, in rappresentanza del distretto vivaistico ornamentale pistoiese, ha detto che bisogna progettare qualcosa di nuovo, in cui si mettano insieme tutte le eccellenze che ci sono (dal patrimonio sul territorio, alle produzioni vivaistiche e floricole e non solo), ma senza fare una semplice somma di esse, perché prese una per una non sono così attraenti e a renderle uniche è l’insieme. Ci vuole quindi un progetto originale nel segno dello slogan «Con Pinocchio per il verde».
Tra gli intervenuti anche Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia, che ha messo in evidenza come il florovivaismo pistoiese abbia la capacità di «vestire il paesaggio», citando una nota manifestazione della provincia di Pistoia. Ma per Tropiano, che ha ricordato l’importante investimento di Coldiretti sullo stand all’Expo milanese, «bisogna avere la capacità di esportare tutto il territorio e tutta l'agricoltura», non solo le produzioni florovivaistiche.
Il messaggio da lanciare alla fiera internazionale milanese, secondo la vicesindaca di Piteglio Pamela Giani, è la varietà della toscana, del paesaggio e non solo. Da mettere in risalto e valorizzare, per Pamela Giani, anche «la casa colonica», come ricettacolo della tradizione ma anche di alcuni elementi innovativi e di una sana relazione fra cultura e natura. Mentre Aldo Guerra, del tavolo regionale per l'Expo, ha messo in luce fra l'altro che Pinocchio, noto per le bugie e il naso che si allunga, può essere utilizzato in maniera intelligente come testimonial nella lotta contro i falsi prodotti toscani. Inoltre Pinocchio, una marionetta che si trasforma poi in bambino, può veicolare bene anche l'idea dell'innovazione e della Toscana che si evolve.
Massimo Puccinelli, rappresentante di Confindustria e in particolare del settore turistico, ha affermato che «per noi è importante portare un po' di gente a Pistoia. Abbiamo un progetto di promozione territoriale che abbraccia tutta la provincia attraverso 5 itinerari». E poi ha aggiunto che «sarà importante che le aziende in quel periodo tengano le porte aperte» al mondo. Mentre Luca Magazzini, dell'associazione vivaisti pistoiesi, ha detto, un po’ in controtendenza, che bisogna che solo le aziende migliori del territorio si mettano insieme e si presentino così, come aziende, anche a prescindere dal bel contesto territoriale, perché i partecipanti esteri all'Expo avranno poco tempo a disposizione e c'è molta concorrenza. Osservazione a cui si è contrapposta implicitamente Alessandra Bartolozzi della Confesercenti, che ha sostenuto invece l'importanza di «portare opinion leader stranieri sul territorio».
Il segretario della fondazione nazionale Carlo Collodi, Pier Francesco Bernacchi, ha tra l’altro ricordato quanto leggere bene il testo ‘Le avventure di Pinocchio’ di Lorenzini aiuti a capire la Toscana. Secondo Pier Francesco Bernacchi è molto importante come ci presentiamo. E, a questo proposito, visto che il distretto vivaistico è all'avanguardia nell'arte topiaria, ha proposto: «perché non fare una mostra allestimento di questa disciplina qui nel giardino di Villa Garzoni
Infine, nell’ultimo intervento della tavola rotonda, prima della chiusura di Giurlani, l'assessore Bobbio, ha spiegato il modo in cui è articolato il piano di promozione della Regione Toscana, che potrà contare su un portale web dedicato e altri canali di comunicazione social, e prevede tante iniziative, fra cui ricette toscane, itinerari, partenariati ecc. «Sono d'accordo – ha concluso - sulla necessità di proporre qualcosa di nuovo, non una semplice sommatoria di elementi già noti, purché lo si faccia all'interno di un progetto unitario» di livello regionale.
 
 
 
 
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Il ministro delle politiche agricole, ieri a Pistoia per un incontro con istituzioni e vivaisti e poi a Serravalle per l’evento della Cgil su “Agricoltura e lavoro giovanile”, ha anche annunciato per settembre l’avvio del lavoro su un «progetto nazionale verde pubblico» e sul «marchio unico» del florovivaismo italiano.

 
Due «passaggi molto importanti» nei prossimi giorni: l’approvazione del piano nazionale del florovivaismo 2014-2016 alla conferenza Stato – Regioni prevista per il 24 luglio e lo sblocco del contratto di filiera riguardante il territorio pistoiese, grazie ai 7 milioni e mezzo di euro necessari, alla prossima riunione del Cipe entro i primi di agosto. E poi, a settembre, una visita più approfondita al territorio pistoiese, in risposta all’invito del presidente del distretto rurale vivaistico Vannino Vannucci e del sindaco Samuele Bertinelli, e l’inizio del lavoro a un «progetto nazionale sul verde pubblico che ci può vedere protagonisti e al marchio unico che può rappresentare la specificità dell’esperienza florovivaistica italiana».
Sono i «fatti concreti» e i progetti annunciati dal ministro delle politiche agricole Maurizio Martina all’incontro con i rappresentanti del mondo vivaistico e istituzionale pistoiese organizzato ieri a Pistoia dal deputato Edoardo Fanucci (vedi nostra intervista) e dalla presidente della Provincia Federica Fratoni. Il cui obiettivo, come ha dichiarato Martina ai giornalisti prima dell’incontro, è «dare una mano a questo territorio e al settore, consapevoli che stiamo parlando di un settore centrale nell’esperienza agroalimentare italiana», un comparto che sì «ha retto rispetto agli anni difficili che abbiamo alle spalle», ma per il quale, come per tutta l’economia, «le difficoltà non sono superate» e quindi il ministero dovrà fare la «sua parte» per accompagnarlo.
Durante l’incontro Vannino Vannucci ha riassunto sia in cifre che in termini organizzativi i tratti salienti che fanno del distretto pistoiese il leader del vivaismo ornamentale in Europa e ha ricordato al ministro che il distretto rappresenta «una fetta importante del made in Italy verde». Mentre il sindaco Bertinelli ha chiesto al ministro, prendendo spunto dalla manifestazione “Vestire il paesaggio” che la provincia di Pistoia organizza da alcuni anni, di fare propria l’ambizione del territorio di «diventare capitale del verde europeo» e di impostare un lavoro per «collocare il verde in una prospettiva più ampia, che significhi anche qualità della vita e benessere e salute».
Il ministro Martina ha raccolto la “sfida” proposta dal sindaco Bertinelli, dicendosi disposto, dopo una verifica approfondita sul campo del distretto vivaistico pistoiese (su cui comunque ha già una buona conoscenza a tavolino), a «definire un progetto di livello nazionale sul verde pubblico». «Io ci sto – ha detto il ministro -, facciamo un’operazione all’altezza degli elementi di innovazione della filiera florovivaistica oggi evidenziati: come disegno complessivo del verde del Paese possiamo puntare a qualcosa che non sia solo il mantenimento dell’esistente e della tradizione». «Io penso – ha ribadito Martina dopo la fine dell’incontro riferendosi al progetto del verde pubblico - che sia una delle vere opportunità che possiamo mettere in campo, se ragioniamo con il sistema delle amministrazioni pubbliche, Comuni e Regioni prima di tutto, con gli operatori del settore, e con il mio Ministero che può fare una parte: mi sembra una delle chiavi di svolta interessanti per questo settore e per il territorio». 
 
Redazione Floraviva

Michael Blom

Michael Blom (reparto vendite): «produciamo le piante in tempi un po’ più lunghi di altri, ma facciamo piante di qualità migliore». Peter Vijverberg, operatore commerciale di Dames Plants, dice: «la Phalaenopsis è una delle piante più rilevanti dell’export olandese», qui a Ter Laak «tutto il ciclo produttivo è automatizzato, a partire dalle foto da più angoli visuali di ciascuna pianta coltivata per la selezione in prima, seconda o altra scelta. Ma rimane sempre molto lavoro da fare a mano».

Come funziona un’azienda floricola olandese di prima classe? Un’idea ce la siamo fatta nella rapida visita di martedì 24 giugno a Ter Laak Orchids di Wateringen, sempre nelle Westlands. E l’emblema di questa idea è il sofisticato apparecchio, posizionato in un punto del nastro trasportatore, che fotografa una per una, da tre angoli visuali, tutte le Phalaenopsis in produzione per classificarle in prima o seconda scelta o altre categorie.
A guidarci nel sopralluogo presso la sede principale di questo produttore specializzato in orchidee, Peter Vijverberg, esperto operatore dell’azienda commerciale Dames Plants, cliente di Ter Laak, che parla un buon italiano. La sede principale di Ter Laak consiste in 8 ettari di serre high-tech, con 120 dipendenti, che sfornano 80 mila piante di Phalaenopsis in vasi da 12 cm a settimana, che su base annuale diventano 4 milioni. Nell’altra sede, di circa 4 ettari e mezzo, si producono altre specie di piante in vaso.
«Siamo una compagnia sempre alle prese con l’alta qualità, con l’obiettivo di offrire al cliente la qualità migliore sul mercato afferma (in inglese, ndr) Michael Blom, del reparto vendite di Teer Laak -. Produciamo le piante non in un anno ma in un anno e mezzo, quindi in tempi un po’ più lunghi di altre aziende florovivaistiche, ma facciamo piante più forti e più robuste, con più foglie». Concetto confermato da Vijverberg, che dice: «noi lavoriamo per Ter Laak esportando le loro piante in Italia. Noi compriamo molto da questo produttore, perché, a nostro parere, loro cercano sempre di migliorare sia l’assortimento che i colori, e perché la Phalaenopsis è una pianta assai importante sul mercato: è cresciuta molto negli ultimi anni ed è una delle più “pesanti” nell’export di piante olandesi».
Ma quali sono i segreti produttivi di Ter Laak Orchids? «Qui la produzione risponde Vijverbergè tutta automatizzata: si parte con la foto da 3 o 4 angoli visuali di tutte le piante, una per una, (che scorrono in fila su un nastro trasportatore, ndr), in modo da poterle dividere in prima scelta, seconda scelta, terza, ecc. Poi alla fine c’è sempre un controllo umano nell’ultima fase di selezione». «Dunque è tutto molto automatizzato – continua Vijverberg e per esempio i pancali sono tutti seguiti dai computer: da quando la pianta è giovane fino a quando è fiorita».
E al cronista che osserva l’alto numero di dipendenti, 120 nonostante l’automazione, Vijverberg spiega: «, rimane sempre molto lavoro da fare a mano: piantare, mettere i bastoncini sulle piantine, “imbustare” ecc. ecc.».
E come stanno andando le vendite quest’anno?
«Quest’anno il mercato è molto buonorisponde Blommeglio dell’anno scorso. Ma ora siamo entrati in bassa stagione, in una fase dell’anno in cui c’è poco lavoro perché le persone vanno in vacanza e non comprano le piante. La bassa stagione dura per quasi due mesi, poi il mercato riparte a pieno ritmo da metà agosto in poi».

L. S.

terlak orchid

terlak orchid

Asta dei fiori Olanda

Il consulente di marketing del mercato dei fiori di Pescia ha visitato a Gent due vivai specializzati in azalee, nelle Westlands olandesi il complesso mercatale di Naaldwijk di Floraholland, con il suo organizzatissimo cash & carry, una serra di Phalaenopsis all’avanguardia e, poi, dopo un rapido passaggio ad Aalsmeer, la sala campionaria di Koopman vicino ad Amsterdam. Incontrati diversi operatori e commercianti olandesi.

Massima attenzione alla qualità delle piante, con quote della produzione riservate a varietà brevettate e con brand esclusivi. La costante ricerca di sistemi per ridurre i costi produttivi tramite automazione, per le fasi in cui ciò è proficuo, energie rinnovabili mirate per la propria realtà aziendale e scrupolosa raccolta e riutilizzo dell’acqua. Mentre, sul fronte commerciale, la capacità di proporre fiori e piante ben “formattati” e assortiti, spesso in abbinamento ad accessori ad hoc, e continuamente aggiornati e rinnovati secondo le logiche della moda e i trend del gusto. E in generale, a tutti i livelli, una grandissima organizzazione.


Sono alcuni degli aspetti emersi durante una breve missione nei Paesi Bassi, da domenica a mercoledì scorsi, del consulente di marketing di Mefit, Andrea Vitali, insieme a un produttore-commerciante di piante del distretto floricolo Lucca Pistoia che è un assiduo frequentatore di quei mercati e che ha chiesto di restare anonimo, e insieme a colui che scrive. Una trasferta realizzata da Vitali, su incarico dell’amministratore unico Franco Baldaccini, in concomitanza con una delle consuete trasferte del suddetto produttore-commerciante, per incominciare a tastare il polso alla zona leader mondiale del mercato florovivaistico, cercando di raccogliere dati e spunti utili ai produttori pesciatini e viareggini per ritagliarsi (o riconquistare) in maniera intelligente e mirata un altro po’ di visibilità e quote di mercato.
La prima tappa del tour è stata lunedì 23 giugno, in tarda mattinata, a Lochristi, area ad alta densità florovivaistica vicina a Gent (Belgio) famosa per le azalee. Ottimo l'impatto visivo sin dall’arrivo: distese di coltivazioni ordinatissime in serre e in campo aperto di azalee, e poi conifere e piante da siepe. Perfetto anche l'arredo a verde dei centri urbani, con siepi e fioriere impeccabili.
Nella frazione Zafferale, verso mezzogiorno, abbiamo visitato l’azienda Hesters, specializzata, ça va sans dire, nella produzione di azalee: 3 ettari di serre e 2 ettari in campo aperto per 6 dipendenti fissi (senza, o quasi, l’impiego di stagionali); ma dedita anche alla commercializzazione delle piante di altri florovivaisti locali, per un totale di 2 milioni di azalee vendute all’anno. Il competentissimo titolare Tom Hesters, che ha alle spalle lontane esperienze formative (vent’anni fa) in quel di Pescia, ci ha illustrato alcuni aspetti della sua attività produttiva, quali la centralità delle ricorrenze e festività nella programmazione, il sistema di riutilizzo dell’acqua piovana (che basta alle esigenze produttive e incide significativamente perché le azalee “bevono molto”), il 15% della produzione riservato alla varietà Cristina, brevettata in esclusiva mondiale e venduta a 1 euro in più (+50% sul prezzo medio all’ingrosso delle altre varietà di azalee), grazie a caratteristiche qualitative apprezzate come le foglie più lucide e le fioriture più uniformi e più lunghe.


Tra le cose degne di nota dell’azienda che ci ha mostrato Hesters, va menzionata, oltre ai sistemi di annaffiatura automatica, la macchina nuova di zecca (costata 60 mila euro) che dispone a terra in file di 20 i vasi di piante. E, complice una recente grandinata che ha provocato diversi danni, è emersa nella conversazione con Vitali anche la grande attenzione che Hesters presta alle coperture assicurative. Hesters ci ha anche spiegato che la maggior parte delle sue vendite sono in Francia (30 per cento) e in Italia (30 per cento) e che lo stesso vale per l’azalea Cristina. Con la differenza però che le vendite di Cristina in Francia sono concentrate nel periodo natalizio, mentre in Italia vanno molte bene anche a Pasqua.
Sempre nel distretto delle azalee di Lochristi abbiamo visitato, nel pomeriggio, una seconda azienda florovivaistica, la ditta di Kurt Van Eetvelde, anche lui un ferratissimo floricoltore di azalee con un’esperienza di formazione nel distretto floricolo Lucca – Pistoia. Circa trent’anni fa, infatti, uscito dalla scuola secondaria, pur essendo figlio di florovivaista, decise di venire in Italia, per la precisione nella ditta Tomei di Torre del Lago, per fare sei mesi di lavoro. A farsi notare all’arrivo è innanzi tutto lo splendido impianto a biomasse (a cippato) che serve per riscaldare la sua azienda. Gli è costato circa 300 mila euro, ci ha detto, e l’ha ammortizzato in poco più di 4 anni. Adesso risparmia moltissimo per le spese di riscaldamento. L’azienda di Kurt Van Eetvelde è dotata anche di impianto fotovoltaico per l’energia elettrica: il 70-80% dell’elettricità prodotta è assorbito dalle esigenze aziendali (compreso il raffreddamento delle due celle frigorifere da 300 e 100 carrelli), il resto dell’energia elettrica lo rivende sul mercato.


Kurt Van Eetvelde ha 3 ettari di serre e 2 e mezzo di coltivazioni in campo aperto, più 7 mila in affitto, tutti dedicati alle azalee. Ha 4 dipendenti, non commercializza piante altrui e ne produce circa 500 mila all’anno. Le sue specialità sono le piramidi e gli alberelli di azalea indica (30% + 30% della produzione) e l’azalea japonica (intorno al 30%), che va molto bene in Germania. Il 5% circa della produzione è riservato invece a una varietà brevettata, Aiko, nell’ambito di un consorzio con altri produttori di azalee della zona. Fra le cose da segnalare, oltre alla meticolosità delle precauzioni sul fronte assicurativo, lo scrupolo nell’acquisto della torba: fa fare subito esami di laboratorio su tutte le partite di torba che acquista per evitare le brutte sorprese, che possono venire di tanto in tanto anche dalle aziende fornitrici migliori.
La seconda giornata, presso l’importante asta di Naaldwijk di Floraholland (nelle Westland, non lontano da Rotterdam), dopo che la sera precedente era stata dedicata dal produttore-commerciante anonimo a una lunga passeggiata per le infinite file di carrelli di piante fiorite a selezionare quelle da acquistare insieme al suo compratore di riferimento di lì, è cominciata con la mattina riservata a un sopralluogo nell’enorme complesso mercatale. La struttura è suddivisa in due parti quasi identiche: una dedicata alle piante e l'altra ai fiori recisi. In ciascuna di esse la sala contrattazioni (the tribune) è affiancata da ampi spazi di stoccaggio pieni di carrelli di merci che si muovono lungo binari.

La visita all'area piante è iniziata nella zona di smistamento delle merci acquistate dai vari compratori registrati all'asta. Poi siamo passati al centro nevralgico della struttura, la sala di contrattazione. Qui i compratori accreditati, seduti in una sorta di platea a gradinata, vedono scorrere di fronte in basso su un nastro trasportatore i carrelli delle merci messe in vendita, mentre in alto, su tre maxi schermi, vengono proiettati immagine e dati relativi alla pianta esposta. I compratori eseguono le offerte di acquisto dalle proprie postazioni dotate di terminali. La struttura dell’area fiori recisi, che abbiamo visitato subito dopo, è sostanzialmente uguale all’altra.

Molto ben congegnati anche il cash & carry nella struttura a piramide, uno dei punti di maggior interesse per Andrea Vitali, e la zona espositiva delle novità e dei campionari delle aziende (divisa in una parte per le piante fiorite e l’altra per le verdi da interno), anche se quest’ultima sta perdendo colpi negli ultimi tempi. Le abbiamo visitate in sequenza. La piramide ospita un'offerta ricchissima di prodotti “formattati” e con accessori. Qui vengono suggerite tendenze di gusto, nuove combinazioni di piante e fiori e assortimenti di colore, il tutto in costante aggiornamento e parallela rotazione di prodotti.

Piramide cash & carry Olanda


Nel pomeriggio, prima di andare a Aalsmeer, dove c’è l’asta e il complesso mercatale più grande di Floraholland, abbiamo visitato a Wateringen la serra gioiello Ter Laak Orchids, dove si producono solo Phalaenopsis (vedi nostra intervista). Ad Aalsmeer, la sera, il produttore-commerciante anonimo ha fatto la consueta passeggiata con il suo uomo di fiducia olandese per la selezione delle piante da acquistare, così come aveva fatto il giorno precedente a Naaldwijk. Ma l’ultima tappa, la mattina seguente, è stata una puntata presso Koopman e la sua impressionante sala campionaria di accessori, fra cui molti adatti anche a decorare o presentare le piante. Sala che, tanto per dare un’idea delle dimensioni, è di 11 mila metri quadrati ed è collegata a un magazzino di 125 mila mq.

Lorenzo Sandiford