Servizi

Il giardiniere amatoriale si è trasformato negli ultimi quindici anni in consumatore, con tutto ciò che questo implica per la filiera in termini di possibilità di innovazione, di marketing e di comunicazione, come afferma Patrick Mioulane di Promojardin. Lo abbiamo potuto constatare a questa edizione del Salon du Végétale di Angers: il giardinaggio è effettivamente diventato un hobby come un altro.
Tale tendenza verso l’orto o giardino “chiavi in mano” è confermata dai vincitori del concorso Innovert 2015: i set tematici di sacchetti di semi di Radis et Capucine Sas sono stati premiati dalla giuria perché costituiscono “un tutt’uno pratico, una selezione di semi e libretti di istruzioni”, e l’applicazione E-coach Jardin di Horticulteurs et Pepinieristes de France permette al consumatore di essere accompagnato e consigliato al momento dell’acquisto della pianta (vedi nostro servizio).
Ecco una panoramica dei prodotti presentati in fiera che rientrano in questo punto di vista dell’orto/giardino ludico, di facile manutenzione, estetico, educativo e responsabile.

Comme l’affirme Patrick Mioulane, de Promojardin, le jardinier amateur s’est transformé ces quinze dernières années en consommateur, avec tout ce que cela comporte pour la filière de possibilités d’innovation, de marketing et de communication. Nous avons pu le constater au Salon du Végétal; le jardinage est effectivement devenu un loisir comme les autres.
Notons par ailleurs que les gagnants du concours INNOVERT 2015 confirment cette tendance du potager “clé en main”: les coffrets thématiques sachets de graines de Radis et Capucine SAS ont été primés par le jury parce qu’ils constituent “un tout-en-un pratique, une sélection de graines et livret de conseils et recettes”, et l’application E-coach Jardin des Horticulteurs et Pépiniéristes de France permet au consommateur d’être accompagné et conseillé dès l’achat de sa plante (
voir notre service).
Aperçu des produits présentés au salon qui souscrivent à cette vision du potager ludique, facile d’entretien, esthétique, éducatif et responsable.

 
Fiori e ortaggi vengono presentati insieme
Les fleurs et les légumes sont présentés ensemble

fleur legumes

Kit di giardinaggio pedagogici
Kits pédagogiques de jardinage

kit giardinaggio

Bulbi misti - Semine miste
Bulbes mélangés - Semis mélangés

Giocattoli didattici
Jouets didactiques

jouets

Redazione Floraviva

innovert, salon du végétal

Il 17, 18 e 19 febbraio, il Salon du végétal di Angers (Francia) presenta agli operatori della filiera ortoflorovivaistica i vincitori del premio Innovert 2015. Dal 1992 il concorso è diventato un momento clou della manifestazione francese. Ecco l’elenco dei prodotti premiati quest’anno colti dal vivo qui al ‘Parc des Expositions’ di Angers.

L’innovazione è uno dei motori più potenti del settore del verde. E il concorso Innovert, che premia ogni anno da oltre 20 anni l’innovazione e l’eccellenza varietale, commerciale e tecnologica, è logicamente un avvenimento molto atteso dagli operatori del settore.
L’obiettivo principale è di valorizzare i prodotti innovativi che possono contribuire allo sviluppo del mercato ortoflorovivaistico. I prodotti premiati, che siano francesi o di altri paesi, costituiscono una reale novità sul mercato e sono spesso dei buoni indicatori delle tendenze future. In breve, il premio è sia un segno di qualità per il consumatore e una garanzia di vendita per il commerciante.
Quest’anno tra i 55 prodotti selezionati dalla giuria di esperti ne sono stati premiati 15 di tredici categorie:


Categoria novità vegetale

Sezione ortoflorovivaistica:

innovert vegetali

- Oro: begonia x boliviensis Bonaparte yellow, Graines  Woltz.
Secondo la giuria questo fiore di colore giallo pastello alla moda rappresenta “un’alternativa competitiva”.

- Argento: solanum lycopersicon Dora Heartbreaker PTHHBD410070, Prudac.

- Bronzo: torenia x mimulus Dark Yellow et Orange Terracotta.

- Menzione speciale: zantedeschia aethiopica Prince Amaël, Challet Hérault.


Sezione vivai:

innovert vivai

- Oro: campsis x tagliabunda Orangeade Tracamp.
Per la giuria “un colore arancione striato di rosso luminoso e inedito”.

- Argento: clematis x Maria Sklodowska Curie, pépinières Javoy Plantes.

- Bronzo: Hydrangea paniculata Fraise Melba Renba, pépinières Renault SARL et Hebe x Rhubarb & Custard Tull 303.


Categoria innovazione nel commercio ortoflorovivaistico:

innovet commercio

- Oro: coffrets thématiques sachets de graines, Radis et Capucine SAS.
“Un tutt’uno pratico: selezione di semi e libretti di istruzioni”.

- Argento: Patates d'ailleurs pour potager d'ici, Graines Voltz.

- Bronzo: Bio couv' connect, Nova-Flore.


Categoria prodotti non vegetali

innovet non vegetali

- Oro: e-coach jardin, Horticulteurs et Pépiniéristes de France.
Secondo la giuria questo prodotto offre “consigli direttamente al consumatore e lo accompagna nel tempo tramite e-mail o sms”.

- Argento: Extrabat Paysage, Extrabat.

- Bronzo: Falital, Premier Tech – Falienor.

- Menzione speciale: FotoCCar, Inter Arbo SPRL.

 

Redazione Floraviva

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Au salon du végétal d'Angers, le concours INNOVERT récompense l'innovation
 

Les 17, 18 et 19 février, le salon du végétal d'Angers (France) présente aux professionnels de la filière horticole les vainqueurs du prix INNOVERT 2015. Depuis 1992, le concours est devenu un temps fort de la foire. La rédaction de Floraviva, en ce moment même en visite au salon du végétal, a assisté à la remise des prix de cette année.

L'innovation est l'un des moteurs les plus puissants du secteur du végétal. Parce qu'il récompense l'innovation et l'excellence variétale, commerciale et technique chaque année depuis plus de vingt ans, le concours INNOVERT demeure logiquement un événement très attendu des professionnels du secteur.

L'objectif premier est de valoriser les produits innovants susceptibles de contribuer au développement du marché du végétal. Les produits primés, qu'ils soient français ou internationaux, constituent une réelle nouveauté sur le marché et sont souvent de bons indicateurs des tendances futures. En bref, le trophée est à la fois un gage de qualité pour le consommateur et ton promesse de vente pour le vendeur.

Cette année, parmi les 55 produits sélectionnés par un jury d'experts, 15 ont été primés dans trois catégories:

Catégorie nouveauté végétale

Section horticulture:

innovert vegetali

- Or: begonia x boliviensis Bonaparte yellow, Graines Woltz Selon le jury, cette fleur au "coloris jaune pastel tendance" constitue "une alternative compétitive"

- Argent: solanum lycopersicon Dora Heartbreaker PTHHBD410070, Prudac

- Bronze: torenia x mimulus Dark Yellow et Orange Terracotta

- Mention spéciale: zantedeschia aethiopica Prince Amaël, Challet Hérault


Section pépinière:

innovert vivai

- Or: campsis x tagliabunda Orangeade Tracamp Pour le jury, "un coloris éclatant et inédit d'orange strié de rouge"

- Argent: clematis x Maria Sklodowska Curie, pépinières Javoy Plantes

- Bronze: Hydrangea paniculata Fraise Melba Renba, pépinières Renault SARL et Hebe x Rhubarb & Custard Tull 303


Catégorie innovation commerciale végétale

innovet commercio

- Or: coffrets thématiques sachets de graines, Radis et Capucine SAS "un tout-en-un pratique: sélection de graines et livrets de conseils de recettes"

- Argent: Patates d'ailleurs pour potager d'ici, Graines Voltz

- Bronze: Bio couv' connect, Nova-Flore


Catégorie produit non végétal

innovet non vegetali

- Or: e-coach jardin, Horticulteurs et Pépiniéristes de France Selon le jury, ce produit offre "du conseil directement chez le consommateur et son accompagnement dans le temps via email ou sms"

- Argent: Extrabat Paysage, Extrabat

- Bronze: Falital, Premier Tech - Falienor

- Mention spéciale: FotoCCar, Inter Arbo SPRL

 


Il presidente nazionale Scanavino: «costretti a scendere in piazza», ma spera in modifiche nella legge di stabilità 2016, come ipotizzato dal deputato Dario Parrini. Brunelli, presidente Cia Toscana: «agricoltori e istituzioni devono remare dalla stessa parte», come è successo alla fine in Toscana sul Pit. Il presidente di Cia Pistoia Orlandini annuncia un paio di osservazioni al Pit regionale sul florovivaismo la prossima settimana.

 
E’ una «questione complessa» quella dell’Imu agricola, non riducibile a «chi fa agricoltura a livello professionale e chi no». E’ una questione «di redditività» e l’equità ha a che fare con il «saper distinguere i vari tipi di agricoltura». Noi «siamo favorevoli a discutere di un progetto di riforma complessiva della fiscalità in agricoltura. Ma per ottenerlo dobbiamo andare in piazza. Non ci piace, perché è una perdita di tempo. Ecco, se i tavoli sono diventati un tabù, a noi va bene anche una discussione attraverso e-mail. E poi potremo interrompere le mobilitazioni». E infine: «sappiamo che il governo ha fatto tante cose positive, però bisogna che nella fase applicativa si usi il buonsenso, che non è mai abbastanza».
E’ il messaggio finale dell’intervento di Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia (Confederazione italiana agricoltori), al convegno organizzato dal livello regionale della confederazione oggi a Firenze presso il Centro arte e cultura dell’Opera del Duomo sul tema “Lo sviluppo delle aree rurali: legge di stabilità, jobs act, riordino della governance istituzionale”. Ma Scanavino non si è limitato nel suo discorso al confronto dialettico con governo e maggioranza parlamentare. Anzi, ha preso al volo il ramoscello d’ulivo offertogli dal deputato Dario Parrini, alla  guida del Pd toscano, quando ha chiuso la sua relazione – non priva di puntualizzazioni e repliche a una descrizione dell’operato del Governo a suo parere distorsiva per l’omissione di misure quali il bonus di 80 euro e il bonus bebè che hanno dato alle famiglie più soldi di quanti ne abbia tolti l’Imu – dicendo che, come per il Job Act in agricoltura, si vedrà se anche l’Imu sui terreni agricoli «andrà aggiustata» e che la sede per farlo sarà «la legge di stabilità 2016». Scanavino ha infatti affermato in proposito che «la legge di stabilità 2016 sarà affrontata il prossimo giugno: se ci riusciamo [a fare gli aggiustamenti, ndr] per quella data, io ci metto la firma». 
Sul tema dell’Imu agricola hanno detto la loro anche il presidente di Cia Toscana Luca Brunelli, sia durante che al termine dell’incontro, e Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, sentito da Floraviva a margine dell’incontro con riferimento alle peculiarità del territorio pistoiese, caratterizzato in particolare dal florovivaismo. Così come si è espresso il vicepresidente di Cia regionale, Enrico Rabazzi, che ha aperto i lavori del convegno - a cui sono intervenuti anche gli assessori regionali al bilancio e all’agricoltura Vittorio Bugli e Gianni Salvadori, il presidente di Upi Toscana Stefano Baccelli, il presidente dell’Uncem regionale Oreste Giurlani e il direttore di Anci Toscana Simone Gheri – ricordando che la Cia suggerisce ai suoi agricoltori di non pagare l’Imu il 10 febbraio e che per quella data è in programma una mobilitazione sul territorio per chiedere a governo e maggioranza parlamentare di modificare l’Imu sui terreni agricoli. Una misura che, afferma la Cia, «era sbagliata prima ed è sbagliata adesso, anche dopo i cambiamenti introdotti con l’approvazione del decreto legge n. 4 del 24 gennaio, che in molti casi hanno perfino aggravato la situazione delle aziende agricole toscane». La mobilitazione prevede tre iniziative il 10 febbraio: nella sede della Provincia di Pisa, a Bettolle (Sinalunga – Siena) all’altezza del casello autostradale A1 Valdichiana e a Grosseto davanti alla Prefettura. In seguito, il 9 marzo a Firenze, ci sarà un incontro con il ministro Galletti e forse il ministro Martina, e con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Luca Brunelli, al termine dell’incontro, ha messo implicitamente in parallelo il dialogo con il livello istituzionale regionale, che ha portato dei risultati, sia pure non ancora del tutto soddisfacenti, sul fronte del Pit (Piano di indirizzo territoriale), più comunemente noto come piano paesaggistico, e il dialogo con il livello nazionale, sul quale ha espresso la sua fiducia.
«Oggi il convegno verteva sulle grandi riforme e il futuro di questa regione, perché parliamo di sviluppo, di lavoro, di innovazione – ci ha detto Brunelli -. Ma oggi la Cia ha messo un punto fermo: ha dichiarato la volontà di continuare un dialogo forte con le istituzioni. Perché il vero successo, il vero momento di positività di questo anno amministrativo è stato proprio la capacità di sapere ascoltare l’agricoltura, da parte della politica, e, viceversa, da parte dell’agricoltura la capacità di farsi ascoltare e di avere dato il contributo giusto in grado di cambiare profondamente sia la proposta di legge urbanistica che il Pit, che saranno gli strumenti principali che determineranno il futuro. Oggi abbiamo anche ribadito quanto sia importante puntare verso la innovazione, all’interno di un mondo come l’agricoltura pesantemente condizionato dalla stagionalità. Quindi è importante che le norme del governo siano ridisegnate nei confronti dell’agricoltura. L’apertura forte dell’onorevole Parrini ci fa gioco su questo. E sicuramente riusciremo a coglierla fino in fondo». 
«Noi abbiamo bisogno però – ha aggiunto Brunelli - anche di fare l’ultimo passo, perché gli strumenti ottenuti in Regione non sono sufficienti. Questi strumenti devono diventare attuativi nei Comuni. Quindi abbiamo bisogno dell’ultimo elemento: quello di un dialogo costruttivo con i sindaci, che dia la possibilità di condividere le riformulazioni dei piani strutturali, dei regolamenti attuativi, perché è lì che si farà la differenza. Ci sono alcune nostre osservazioni al Pit che non sono state accolte, però bisogna ammettere che la parte strutturale, cioè quella che può incidere veramente sulle azioni aziendali, è stata accolta. Però rimangono dei refusi, che io voglio chiamare così per facilitare gli altri a modificarli, che riguardano i vigneti come degenerazione del territorio e il fatto che gli alberi pare quasi che non assorbano più l’anidride carbonica. Insomma ci sono elementi che distorcono la visione. Secondo me si può superare questo impasse con marginali modifiche che rimangono da fare in Consiglio regionale». 
Riguardo all’Imu, Brunelli ha affermato che «è una tassa ingiusta. Primo perché va a colpire i terreni, che invece devono produrre. Pensiamo solo a questo: l’Unione europea ci riconosce per la difficoltà di produzione un valore aggiunto, un premio. Noi andiamo a ritoglierlo con l’Imu. Quindi facciamo solo un passaggio di soldi, cioè lo stato italiano manda i soldi in Europa, l’Europa li rimanda agli agricoltori e gli agricoltori li riportano allo stato italiano. Ora qui non abbiamo possibilità di perdere tempo. Non dobbiamo aggiungere costi a un giro di denaro. Allora se questo non ci è dovuto, ripensiamo a una politica europea diversa. Però l’elemento più importante è che l’agricoltura crea sviluppo, ma soprattutto crea vita nelle aree rurali. Noi oggi penalizziamo qui dei presidi del territorio, penalizziamo quelle realtà che vivono di agricoltura e che non hanno un ritorno economico sufficiente per garantire nemmeno una normale sussistenza. E questo non può essere, non si può tassare, come è stato detto durante l’incontro, un qualcosa che non rende, che non ha capacità di produrre ricchezza». Piuttosto, ha concluso Brunelli riprendendo quanto affermato ancor più esplicitamente nella sua relazione, in cui aveva indicato enti come Inea, Ismea ed altri, «dobbiamo pensare a come trovare questi capitoli in cui l’agricoltura come sistema agricolo può contribuire allo sviluppo italiano. Ci sono tanti capitoli di spesa fondamentali e pesanti che possono essere alleggeriti, come il riordino di certi enti. Ma non possiamo togliere neanche un centesimo ai nostri agricoltori».
A sua volta, Sandro Orlandini si è espresso sugli ulteriori ritocchi da apportare al Pit toscano, riprendendo innanzi tutto una battuta della relazione dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, che ha detto «gli alberi non incamerano più CO2: lo hanno deciso gli architetti». Ecco, ha detto Orlandini, «il Pit non valorizza questo aspetto dell’attività vivaistica, l’assorbimento di CO2. Così come si dimentica dell’argine che ha rappresentato nei confronti dell’espansione edilizia». «Le schede specifiche – ha continuato - sono sostanzialmente a posto, ma nella parte generale ci sono ancora questi elementi da correggere». La Cia di Pistoia, ha aggiunto Orlandini, ha elaborato alcune osservazioni al Pit riguardanti il florovivaismo che saranno portate all’attenzione del Consiglio regionale la prossima settimana. In estrema sintesi, in una si chiede di aggiungere, nel punto in cui si parla dell’impatto del vivaismo sulle falde acquifere, che i vivai garantiscono una regimazione del reticolo idraulico. In un’altra si chiede, invece, di eliminare quei passaggi che assimilano il vivaismo all’industria. 
Sull’Imu ai terreni agricoli, Orlandini conferma l’opposizione della Cia Pistoia, anche se «il territorio pistoiese ha goduto di maggiori miglioramenti con l’ultimo decreto di fine gennaio, perché Pistoia, Pescia e Montale sono comuni parzialmente montani e vedono quindi esonerati i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. Tuttavia manca uniformità e può succedere che un’azienda confinante con un’altra, ma in un comune diverso, subisca un trattamento fiscale completamente diverso». «La verità è che in montagna i terreni – conclude Orlandini – molto spesso sono più una fonte di problemi che di reddito. Noi siamo per un’esenzione la più diffusa possibile e al limite preferiremmo un criterio altimetrico puro».
 
Lorenzo Sandiford

ipm essen spagna

La Spagna è stata la nazione partner dell’International Horticultural Forum di questa edizione della fiera tedesca sul florovivaismo. Un gruppo di esponenti della filiera florovivaistica spagnola ha aggiornato gli operatori internazionali sulle loro potenzialità, legate a clima e aggiornamento tecnologico. La Germania, principale mercato di sbocco per le produzioni italiane nel 2013, è interessata sia a importare piante spagnole che a esportare le proprie tecnologie in Spagna. Dal 2009 al 2013 l’import dalla Germania di prodotti florovivaistici spagnoli è cresciuto di oltre il 40%, mentre quello di produzioni italiane è rimasto al palo.

«Il paese che è il nostro concorrente più diretto è l’Italia» e ciò rappresenta, accanto ai problemi legati ai controlli fitosanitari, una delle maggiori sfide del florovivaismo spagnolo per esportare di più, in particolare nel ricco mercato tedesco.
spagna ipm essenE’ quanto affermato da Oscar Calabuig, presidente della fiera spagnola Iberflora e titolare di Horticultura Calabuig, un’azienda di Valencia che produce e vende piante ornamentali, in risposta a una domanda del moderatore dell’International Horticultural Forum tenutosi ieri a Ipm Essen, a cui era intervenuta una significativa rappresentanza del florovivaismo spagnolo.
E non c’è da stupirsi di tale affermazione se si leggono i dati contenuti nella nota “L’interscambio italo-tedesco nel settore florovivaistico” messa a disposizione allo stand dell’Italian Trade Agency (Ita) proprio qui a Ipm Essen 2015. La Germania era infatti nel 2013, secondo dati Eurostat elaborati dall’Ice di Berlino, il primo paese importatore dei prodotti florovivaistici italiani e assorbiva il 21,6% del valore totale delle esportazioni italiane del settore (la Francia, precedente maggiore mercato di sbocco, essendosi fermata al 21,5% con un calo sul 2012 del 9,5%). Ciò, nonostante che le nostre esportazioni verso la Germania nel 2013, anno nero per il settore, fossero diminuite del 5,5% rispetto al 2012. Guardando le cose dall’altro lato, questo significa che dei 2,4 miliardi di euro di importazioni florovivaistiche tedesche nel 2013, l’Italia ha una quota del 4,9%, occupando il secondo posto fra i fornitori del mercato tedesco, a grande distanza dai Paesi Bassi, che valgono l’80% di tale mercato (la Danimarca, fermatasi al 4,8%, è stata infatti superata di poco).
Come può la Spagna, ferma a una quota dell’0,7% delle importazioni tedesche, “osare” lanciare la sfida al nostro assai più potente e rinomato florovivaismo? Sul piano dei numeri, sempre rifacendosi allo studio di Ita, si può notare, a livello di tendenze, che mentre dal 2009 al 2013 le importazioni tedesche di prodotti florovivaistici italiani sono rimaste sostanzialmente ferme in valore (c’è stata anzi una leggerissima diminuzione), nello stesso periodo l’import di prodotti “verdi” spagnoli è cresciuto di oltre il 40%. E questo è un segnale da non sottovalutare. Soprattutto se viene da un paese come la Spagna, che ha saputo fare grandi cose in agricoltura in settori quali olio e agrumi.
Ma a rendere temibile a lungo termine la Spagna, una volta superata la crisi economica che ha reso impossibile finora alle aziende florovivaistiche spagnole fare gli investimenti necessari per far ripartire le produzioni e lanciare l’export nei mercati internazionali, sono forse più altri aspetti messi in luce durante il forum. A cominciare dalle condizioni climatiche, che, ha osservato Santiago Montagud dell’azienda produttrice di piante mediterranee Zimmermann, sono molto varie, forse le più varie in Europa, soprattutto se si tiene conto anche del territorio delle isole Canarie. Altro fattore competitivo è la grande estensione della superficie agricola disponibile, grazie alla scarsa densità demografica. Inoltre, come osservato nel comunicato stampa di Ipm Essen, «c’è una buona infrastruttura per la produzione e per il marketing» e «la Spagna sta supportando lo sviluppo del florovivaismo […] con standard tecnici più alti e un corrispondente bisogno di tecnologie per le coltivazioni protette all’aperto» (aspetto che interessa alle aziende tecnologiche tedesche).
Su cosa hanno detto di puntare i florovivaisti spagnoli intervenuti? Le ricette sono più o meno le stesse di cui si sta discutendo in Italia. Oltre alla già accennata questione della semplificazione della burocrazia legata ai controlli fitosanitari, in particolare per l’export, c’è chi ha posto l’accento sulla necessità di migliorare la formazione, chi sull’importanza di elevati livelli qualitativi delle produzioni, chi su collegamenti più economici e chi sulla comunicazione e il marketing. Queste due ultime voci a partire anche da aspetti apparentemente banali come la conoscenza delle lingue e la capacità di comprendere esattamente quali sono le esigenze dei clienti attuali e potenziali.
Una conferma di come si stanno muovendo si ricava dal padiglione spagnolo, che offre al visitatore una sensazione d'identità territoriale forte. Tutti gli stand hanno un sistema di comunicazione coordinato e una reception molto ben organizzata. Inoltre, le signorine alla reception distribuiscono i materiali degli espositori e un catalogo dove si può leggere chi produce cosa e le posizioni degli stand dei singoli espositori nella hall 9. Infine sono riportati anche tutti i dati anagrafici e i codici QR per raggiungere i siti dei singoli espositori. Ma la cosa che colpisce di più è il claim che accompagna la campagna di comunicazione in Germania: «plants from Spain with quality certificate».

Redazione Floraviva

 

Il sindaco Giurlani ha chiesto alla Regione la concessione della struttura per 3 annualità e 500 mila euro all’anno per la risistemazione, e ha promesso un progetto di gestione multifunzionale entro luglio 2015. L’assessore Salvadori ha detto che più probabilmente la concessione sarà di 2 anni e che ci vuole un progetto che precisi «cosa si intende fare dell’immobile da qui a tot anni» e preveda anche investimenti privati. Nascerà un comitato di indirizzo delle associazioni di categoria che si affiancherà al Mefit e sono previsti eventi, partecipazioni a fiere e accordi con altre realtà pure estere del settore per aprire nuovi sbocchi di mercato. Sia Tropiano di Coldiretti che Orlandini di Cia puntano sulla struttura mercatale di Pescia come sede di riferimento del florovivaismo toscano.

La proposta del Comune di Pescia, che è il frutto di preventivi colloqui e negoziazioni con la Regione Toscana, è già stata approntata: con una delibera della Giunta si chiede alla Regione di rinnovare la concessione gratuita del mercato dei fiori ex Comicent per 3 anni e di mettere sul piatto 500 mila euro all’anno per i lavori di risistemazione e adeguamento della struttura; inoltre, visto che la Regione vuole garanzie sul buon uso dei fondi investiti sulla struttura, il Comune di Pescia si impegna a presentare entro il 31 luglio del 2015 un nuovo progetto di gestione multifunzionale dell’immobile. Progetto che avrà due punti fermi: la permanenza del mercato all’ingrosso di fiori e piante, l’introduzione di altre attività compatibili con la presenza del mercato nell’ambito di un progetto complessivo. La risposta della Regione più probabile sarà una concessione della durata di 2 anni, ma solo a condizione che il progetto del Comune sia credibile e sostenibile, e preveda pure investimenti di privati.  
Queste, in sintesi, le modalità di rinnovo della concessione del Mercato Fiori Piante Toscanacittà di Pescia (Mefit) prospettate dal sindaco di Pescia Oreste Giurlani e dall’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori in un’assemblea con gli operatori della filiera florovivaistica e i rappresentanti delle associazioni di categoria agricole Cia e Coldiretti che si è tenuta ieri sera nella ex sala aste del mercato di via Salvo d’Acquisto. Un’assemblea durante la quale Gianni Salvadori non ha parlato soltanto della struttura mercatale ma anche delle altre iniziative della Regione che riguardano il comparto florovivaistico, a cominciare dai bandi dei progetti integrati di filiera (pif) di prodotto o legati a un territorio (pluriprodotto) per la competitività delle imprese che saranno affrontati per primi a gennaio. Salvadori ha annunciato per il 9 gennaio un incontro con le associazioni di categoria agricole in cui si parlerà anche di questo ed esse dovranno dire all’assessorato quante risorse riservare al settore florovivaistico in relazione a ciò che il settore è in grado di investire e gestire proficuamente.
Riguardo all’immobile del Mefit, l’assessore Salvadori ha puntualizzato anche che il progetto multifunzione che il Comune di Pescia presenterà all’attuale giunta regionale o alla successiva, a seconda di quando saranno fissate la scadenza della presentazione e le elezioni regionali del 2015, dovrà precisare «cosa si intende fare dell’immobile da qui a tot anni». E che, qualunque sarà il verdetto della Regione sul progetto del Comune, gli imprenditori che operano attualmente nella struttura e che vi hanno investito saranno tutelati.
Ma i rappresentanti di Coldiretti e Cia sono stati meno cauti e più assertivi dell’assessore sulle prospettive del mercato dei fiori di Pescia. Così Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia, dopo aver ricordato fra le altre cose che il 2014 «non è stato un anno negativo per il settore floricolo, e anzi ci sono stati dei piccoli incrementi», ha affermato che, nonostante i diversi problemi accumulati dalla struttura del mercato dei fiori di Pescia da quando è stata costruita ad oggi, «alla luce di quanto sta accadendo a Viareggio è diventata un punto di riferimento importante per i produttori» e la Coldiretti parteciperà sicuramente alla definizione degli obiettivi di gestione del mercato. Mentre Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, ribaditi i segnali di vitalità della floricoltura quest’anno grazie anche alle iniziative intraprese dalla direzione del Mefit, fra cui ad esempio la manifestazione Christmas Flower Trends, ha detto che bisogna smettere con «i campanilismi e i dualismi fra Viareggio e Pescia o fra Flora Toscana e Mefit, perché l’unità è essenziale per il rilancio del settore» e che la Cia pensa che quanto meno nel medio termine la floricoltura toscana abbia bisogno di un mercato fisico e che la sede giusta sia il mercato di Pescia.
Il sindaco Giurlani, dopo aver spiegato i termini dell’accordo di massima raggiunto con la Regione Toscana e della delibera della sua giunta comunale, ha assicurato che entro il 31 luglio 2015 il Comune presenterà un nuovo progetto multifunzionale con attività compatibili con il servizio di mercato all’ingrosso florovivaistico, che rimarrà il core business della struttura, e che ci saranno anche investimenti privati. «Non sarà ancora per quella data un progetto esecutivo – ha precisato Giurlani – ma gli obiettivi saranno già definiti chiaramente all’interno di uno schema complessivo organico». Giurlani ha aggiunto che il prossimo anno, in parallelo con la definizione del nuovo progetto multifunzione, il Mefit procederà con una serie di iniziative dirette ad intercettare nuovi mercati di sbocco per la commercializzazione dei fiori e delle piante in Italia e all’estero. Ci saranno ulteriori eventi al Mefit sull’esempio di Christmas Flower Trends e accordi con altre realtà del settore, nonché presenze del Mefit ad alcune selezionate manifestazioni fieristiche europee per aumentarne la visibilità.
Giurlani ha poi annunciato che il prossimo anno la direzione del Mefit sarà affiancata da un comitato di indirizzo formato da rappresentanti delle associazioni di categoria agricole e operatori di settore che avrà il compito di definire le «politiche di filiera» e «le linee guida» entro cui dovrà muoversi l’attività del mercato dei fiori di Pescia.
Infine ha ricordato quanto sia decisivo, da parte delle associazioni di categoria e delle imprese florovivaistiche del distretto, dimostrare di essere in grado, all’inizio del prossimo anno, di intercettare i finanziamenti che la Regione Toscana è disposta a riservare al florovivaismo, nell’ambito dei pif, se ci saranno idee di investimento valide.