Via libera europeo al piano italiano sulla Pac 2023-27 e reazioni

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La Commissione europea ha approvato il Psn dell’Italia di attuazione della nuova Pac: all’agricoltura circa 35 miliardi. Le parole delle associazioni agricole.


Un sostegno all’agricoltura e le zone rurali del nostro Paese di circa 35 miliardi di euro, 26,61 miliardi provenienti dal bilancio dell’Unione europea (Ue) e il resto dal cofinanziamento obbligatorio nazionale.
Questo l’ammontare per l’Italia della Politica agricola comune (Pac) 2023-27, che entrerà in vigore il 1° gennaio prossimo, secondo il Piano strategico nazionale (Psn) approvato definitivamente dalla Commissione europea il 2 dicembre scorso. Nella nota alla stampa ufficiale veniva ricordato che la nuova Pac «è concepita per dare forma alla transizione verso un settore agricolo europeo sostenibile, resiliente e moderno» e che essa beneficerà in tutto di 270 miliardi di euro di finanziamenti per il periodo 2023-2027.
«L’Italia è uno dei maggiori produttori agricoli e trasformatori di alimenti nell'Ue con un settore agricolo molto diversificato – si legge nella nota alla stampa della Commissione europea -. Il piano italiano introdurrà un importo massimo per ettaro sul sostegno al reddito di base per gli agricoltori. Le piccole e medie aziende agricole riceveranno un pagamento redistributivo per raggiungere un sostegno finanziario più equo». «Circa 800.000 agricoltori – prosegue la nota - riceveranno anche finanziamenti specifici (da una dotazione totale di quasi 3 miliardi di euro) per partecipare agli strumenti di gestione del rischio in modo da affrontare meglio il crescente impatto degli eventi climatici avversi». Mentre «come parte dei suoi impegni ambientali, il piano italiano mira ad aumentare la superficie destinata all'agricoltura biologica al 25% della superficie agricola». E l'Italia sarà «tra i primi paesi dell'Ue ad attuare la nuova condizionalità sociale della Pac per garantire la sicurezza sul lavoro e combattere lo sfruttamento lavorativo».
Come riferito in una news di Ansa online, «degli aiuti Pac, 672 milioni andranno ai giovani agricoltori, quasi 3 miliardi alle misure ambientali nei piani di sviluppo rurale, 4,4 miliardi a pagamenti diretti per pratiche ecosostenibili, 413 milioni per progetti di sviluppo locale partecipativo (Leader), 1,8 miliardi di sostegno supplementare alle aziende più piccole». E ancora nel Psn ci sono circa 2,2 miliardi di euro per la promozione e la condivisione della conoscenza, dell'innovazione e della digitalizzazione e oltre 518 milioni di euro per promuovere sistemi di agricoltura integrata su quasi il 17% della superficie agricola del Paese e per ridurre l'inquinamento. Mentre comparti considerati strategici come il grano duro, il latte di bufala o il pomodoro da industria riceveranno 2,64 miliardi di euro.
Oltre al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che in una breve dichiarazione ha ribadito «l’importanza del coordinamento strategico con le Regioni», hanno commentato l’approvazione del Psn da parte della Commissione europea tutte le associazioni di categoria agricole.
A cominciare, il 2 dicembre, da Coldiretti, che ha innanzi tutto sottolineato che gli aiuti previsti dalla Pac 2023-2027 «sono fondamentali per sostenere la competitività delle imprese e l’obiettivo della sovranità alimentare del Paese in un momento di grande difficoltà per il balzo dei costi con più di una impresa agricola su dieci (13%) che rischia di chiudere». Per il presidente Ettore Prandini «il piano rappresenta un compromesso utile a tenere insieme la sostenibilità economica, ambientale e sociale delle nostre aziende agricole in sinergia con gli interventi previsti dal Pnrr e dalla manovra».
«Le novità principali della Pac 2023-2027 –  dice Coldiretti – riguardano soprattutto il primo pilastro della Pac e, in particolare, i pagamenti diretti. La prima novità riguarda il rafforzamento della condizionalità con l’inserimento degli obblighi di greening seppur in parte modificati: l’impegno per il mantenimento dei prati permanenti è implementato con la definizione di una percentuale massima di diminuzione pari al 5% rispetto all’anno di riferimento; la percentuale minima di seminativo da lasciare a riposo e anche l’impegno della diversificazione è stato assorbito nella condizionalità, seppur rafforzato attraverso l’obbligo della rotazione. Per queste due ultime norme (terreni a riposo e rotazione) è prevista una deroga alla loro applicazione per il primo anno 2023».
«Altra novità “ambientale” della nuova Pac – continua la Coldiretti – sono gli eco-schemi che consistono in pagamenti aggiuntivi riconosciuti agli agricoltori che si impegnano volontariamente al rispetto di pratiche agricole per regimi ecologici che vanno oltre la condizionalità rafforzata. Gli eco-schemi assorbiranno complessivamente circa 880 milioni di euro e riguarderanno misure specifiche per il settore zootecnico (42% delle risorse) e misure volte a favorire la gestione sostenibile delle superfici agricole attraverso: inerbimento colture arboree (17% delle risorse), salvaguardia degli olivi dal valore paesaggistico (17%% delle risorse), sistemi foraggeri (19% delle risorse) e una misura dedicata agli impollinatori (5% delle risorse)».
«Oltre al pagamento di base – aggiunge Coldiretti -, gli agricoltori potranno ricevere anche il pagamento ridistributivo a cui l’Italia dedicherà circa 350 milioni l’anno, pari al 10% del budget complessivo. Si tratta di un aiuto aggiuntivo riconosciuto sui primi 14 ettari del totale di quelli ammissibili posseduti dall’agricoltore, con esclusione delle imprese con superficie superiore a 50 ettari e al di sotto dei 0,5 ettari, in considerazione degli oneri burocratici che sarebbero superiori all’importo dell’aiuto Pac».
«Per i giovani rimane la possibilità di usufruire di un premio aggiuntivo a cui l’Italia dedicherà il 2% del proprio budget nazionale, al quale si aggiunge un altro 2% dai fondi di sviluppo rurale – spiega ancora Coldiretti -. L’aiuto sarà riconosciuto ai giovani agricoltori sotto forma di pagamento annuale per ettaro ammissibile, fino ad un massimo di 90 ettari. L’importo è calcolato moltiplicando il valore medio nazionale dei titoli per il numero di ettari ammissibili ed è concesso per massimo 5 anni a partire dal primo anno di presentazione della domanda di aiuto».
Infini, conclude Coldiretti, «anche nella nuova programmazione si conferma il sostegno accoppiato che assorbirà 524 milioni di euro l’anno, di cui il 42% per la zootecnia (vacche da latte, settore carne, bufale e ovicaprini) e il 58% per le misure a superficie (grano duro, soia, girasole, colza, riso, agrumi, leguminose da granella e da foraggio, pomodoro da industria, barbabietola e olio Dop/Igp)».
Sempre il 2 dicembre è intervenuta Confagricoltura. «Purtroppo – ha commentato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti – non è stata recepita all’interno del documento una delle più importanti richieste che avevamo avanzato: premiare in primis le aziende che investono, creano occupazione e sanno essere competitive sul mercato. Adesso è importante che la versione definitiva del Piano rispetti quanto concordato al tavolo di partenariato». A parte ciò, Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la notizia dell’approvazione in Commissione europea del Piano strategico della Pac italiana, in quanto «l’approvazione del Piano è avvenuta prima della data prevista del 17 dicembre. Una scelta positiva, perché il governo avrà ulteriori 15 giorni per la definizione dei decreti attuativi, indispensabili per l’applicazione della Politica agricola comune prevista l’1 gennaio prossimo». «I decreti – conclude Confagricoltura - dovrebbero arrivare in tempi brevissimi così da garantire l’entrata in vigore del Piano comunitario 2023-2027, fondamentale per procedere con il finanziamento dei premi agli agricoltori».
Sulla stessa linea su quest'ultimo aspetto la nota di Copagri, che per bocca del presidente Tommaso Battista ha dichiarato: «dopo il tanto atteso via libera di Bruxelles al Piano strategico nazionale-Psn dell’Italia, nel quale come noto sono contenute le scelte del nostro paese sull’applicazione della Politica agricola comune-Pac, la priorità diventa quella di chiudere la delicata partita dei decreti attuativi necessari all’applicazione del Piano stesso e, soprattutto, fondamentali per consentire ai produttori agricoli di pianificare in maniera ponderata e strategica la prossima programmazione».
È del 3 dicembre il commento alla notizia da parte di Cia – Agricoltori Italiani. «Si poteva ottenere un piano più ambizioso e meno articolato – ha detto il presidente di Cia Cristiano Fini - ma siamo certi che, con l’impegno di tutti, le nuove regole daranno la possibilità agli agricoltori di fare importanti scelte strategiche per il futuro». La Pac per Cia deve rimanere la politica economica dell’agricoltura, quindi tutte le ambizioni di sostenibilità contenute nel piano italiano devono essere attuate con l’obiettivo di arrivare a una transizione ecologica che garantisca un reddito adeguato per gli agricoltori.
Molte le novità della nuova programmazione, che Cia sta presentando con un ciclo di assemblee su tutto il territorio nazionale. È stata anche predisposta dai Caa di Cia una guida dettagliata sui nuovi sostegni, oltre alle simulazioni dei premi futuri alle singole aziende. «Alla luce della situazione congiunturale, le risorse della futura programmazione dovranno essere usate con efficacia – ha aggiunto Fini -. Auspichiamo che, con la definizione dei decreti attuativi, l’Italia sia in grado di rispondere alla grave crisi che il settore sta attualmente affrontando».

Redazione