Tutela forestale: ecco i centri nazionali, fra cui il CREA

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Il CREA Foreste e Legno fra i centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale individuati da MITE e MIPAAF. Le sedi toscane.

Il Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA, con le sue sedi di Arezzo, Casale Monferrato, Roma, Rende e Trento, è uno dei “Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale” individuati nel Decreto interministeriale del Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) del 31 marzo 2022 che è stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
A renderlo noto, ieri l’altro, un comunicato del CREA in cui si ricorda che questi centri nazionali «dovranno occuparsi del monitoraggio del patrimonio genetico forestale nazionale e dello stato di salute degli ecosistemi forestali nonché della conservazione e del mantenimento della biodiversità autoctona, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio boschivo nazionale, riconosciuto sempre più un’eccellenza a livello internazionale». Più precisamente, i centri dovranno «assicurare e perseguire l'approvvigionamento e la conservazione sia di specie e provenienze forestali importanti per la salvaguardia della biodiversità di almeno una zona omogenea dal punto di vista ecologico sia delle specie più rappresentative e di quelle endemiche degli ecosistemi forestali presenti, nonché la cura di specifiche attività di studio e modalità di conservazione del germoplasma forestale di importanza scientifica e di riferimento nazionale».
Presso le sedi del Centro Foreste e Legno del CREA, si ricorda, vengono da tempo svolte attività di raccolta e conservazione di germoplasma di numerose specie e provenienze arboree forestali, importanti per la salvaguardia e la tutela della biodiversità a livello nazionale ed internazionale. Per il solo salice e pioppo (generi Salix e Populus) sono conservate, ad esempio, circa 2400 accessioni, mentre per altre specie di interesse forestale il Centro ha realizzato diverse centinaia di parcelle tra collezioni di germoplasma, campi sperimentali comparativi di provenienze, discendenze e cloni.
«Un riconoscimento – ha commentato il Direttore del Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA Piermaria Corona - di grande significato per il nostro Centro e per chi lavora ed ha lavorato negli anni passati per questo risultato, in un momento di rinnovato interesse per il comparto vivaistico forestale e per la realizzazione di nuovi boschi o la ricostituzione di quelli danneggiati e degradati, nel quadro delle linee operative individuate dalla Strategia per le risorse genetiche forestali per l’Europa e dalla Strategia Nazionale Forestale. Conservazione e uso sostenibile delle risorse genetiche forestali nazionali sono attività fondamentali per le foreste, alle quali siamo lieti di poter contribuire assieme ai diversi enti individuati dal decreto».
L’elenco dei centri nazionali selezionati dal Decreto comprende, oltre a quelli del CREA, i seguenti:
- i centri nazionali Biodiversità Carabinieri di Pieve S. Stefano (provincia di Arezzo), di Peri (provincia di Verona) e di Bosco Fontana (provincia di Mantova);
- «UNIFI-FALP - laboratorio semi Università di Firenze», cioè la sezione Foreste Ambiente Legno Paesaggio del Dipartimento di Scienze e tecnologie Agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell’Università degli studi di Firenze;
- «CNR-IPSP, Istituto per la protezione sostenibile delle piante (IPSP), Dip. Biodiversità degli ecosistemi agro-forestali (Biodiv)», che ha la sede centrale a Torino e fra le sedi secondarie una a Sesto Fiorentino (in provincia di Firenze), accanto a quelle di Bari, Legnaro (Padova) e Portici (Napoli);
- il Centro regionale di Castanicoltura del Piemonte;
- il Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione in Emilia Romagna.
Ecco il testo integrale del Decreto.

Redazione