Pensioni minime a 650 euro: la richiesta da Anp-Cia

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Anp (Associazione nazionale dei pensionati) e Cia-Agricoltori Italiani chiedono una precisa garanzia al governo italiano in merito alla nuova legge di bilancio per il 2018: la loro petizione, già sottoscritta da oltre 100 mila cittadini, prevede la pensione minima a 650 euro, più risorse alla sanità e al fondo per la non autosufficienza.

Le richieste dell’Associazione nazionale dei pensionati sono state presentate a Gubbio, in occasione della tradizionale Festa annuale, raccolte in un documento: “I pensionati italiani hanno perso il 30% del potere d’acquisto in pochi anni. La nostra è una battaglia che ha valore di dignità e di giustizia sociale per tante persone e per tutto il Paese”.
I pensionati attendono dal Governo una dichiarazione precisa che dia loro la garanzia che nella nuova legge di bilancio per il 2018 vengano confermati i provvedimenti migliorativi in corso. Serve, però, un segnale di accoglimento delle proposte contenute nella nostra petizione, già sottoscritta da oltre 100 mila cittadini. Questa la posizione assunta dall’Anp, l’Associazione nazionale dei pensionati aderente alla Cia-Agricoltori Italiani che a Gubbio ha svolto la sua Festa annuale.
Un momento d’incontro per gli anziani che è anche l’occasione per illustrare le proposte dell’Associazione e trasferire le istanze dei pensionati alle Istituzioni. In particolare, in un documento, l’Anp individua 8 proposte quali priorità da sottoporre alle Istituzioni: la quattordicesima mensilità spettante alle pensioni sotto i mille euro deve diventare parte integrante della prestazione pensionistica in essere; le pensioni minime (oggi 502 euro circa) dovranno raggiungere i 650 euro mensili come indicato dalla Carta Sociale Europea; si dovrà prevedere un ulteriore aumento della no tax area, ovvero niente tasse sulle pensioni fino al valore di tre volte le minime; serve modificare ancora il meccanismo d’indicizzazione delle pensioni -adottando il sistema IPCA anziché il POI- con un paniere che tenga conto dei reali consumi degli anziani, ovvero beni alimentari, trasporti, spese sanitarie e servizi; bisogna inserire gli agricoltori e i lavoratori agricoli tra le categorie di lavoratori impegnati in mansioni usuranti per usufruire dell’anticipo pensionistico senza penalizzazioni; occorre incrementare la dotazione finanziaria del Servizio sanitario nazionale e i fondi per la non autosufficienza; è necessario rendere attivi i servizi socio-sanitari nelle aree rurali e montane del Paese e realizzare una strategia di politica sociale volta alla valorizzazione del ruolo attivo dell’anziano nella società.
«Nei mesi scorsi -ha spiegato l’Anp Cia- abbiamo intensificato la nostra iniziativa, incontrando parlamentari su tutto il territorio nazionale, illustrando loro i termini della nostra petizione popolare, sottoponendola poi anche alle maggiori cariche dello Stato. Abbiamo voluto rappresentare la necessità di andare oltre perché l’incremento ricevuto a luglio è insufficiente a colmare la perdita del potere d’acquisto delle pensioni, che si sono deprezzate negli ultimi anni fino al 30%. Per gli oltre 8 milioni di pensionati che hanno un assegno inferiore ai mille euro serve un intervento più corposo per risollevarsi dalla condizione di disagio sociale in cui si trovano. Anche per questo insistiamo affinché, con l’aumento delle pensioni, ci sia un recupero del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari che sono un aspetto altrettanto importante per le condizioni di vita degli anziani, soprattutto delle aree rurali e montane. L’Anp-Cia proseguirà gli incontri con i parlamentari, senza escludere ulteriori forme di mobilitazione sul piano nazionale. Perché la nostra è una battaglia che ha valore di dignità e giustizia sociale per tante persone e per il Paese».

Redazione