Mimose per l’8 marzo 2023: calo produttivo da siccità e prezzi su

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Per Coldiretti produzione di mimose giù del 30% per le temperature alte. Prezzi su a 5/10€ per i rametti. Allarme furti. In Toscana vanno piante alternative.

«Addio a 1 mimosa su 3 in Italia a causa della siccità che ha tagliato la produzione di almeno il 30%, con gli sbalzi di temperature causati dai cambiamenti climatici che a macchia di leopardo hanno fatto anticipare la raccolta e provocato, insieme alla guerra in Ucraina, l’esplosione dei costi dell’energia», necessaria «per salvare nei frigo i fiori simbolo dell’8 marzo».
Questa la sintesi del monitoraggio della Coldiretti divulgato oggi, alla vigilia della Festa delle donne, quando vanno in scena da protagonisti i ramoscelli di mimosa, «che sono tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90% della produzione italiana».
«Nell’ultimo anno la siccità e le alte temperature – comunica Coldiretti – hanno tagliato la raccolta come mai avvenuto a memoria dei florovivaisti. Il 2022 infatti è stato l’anno più caldo mai registrato prima, con la temperatura media superiore di quasi un grado (+0,98°), con il 30% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020», secondo le elaborazioni di Coldiretti sulla banca dati Isac Cnr che evidenziano come la stessa anomalia si confermerà anche nei primi mesi di quest’anno.
«La scarsità di mimose nel 2023 – prosegue Coldiretti - ha fatto aumentare le quotazioni, con prezzi che vanno dai 5 ai 10 euro per i rametti più piccoli, per salire fino ai 20 euro e oltre per i mazzi più grandi o per le piante in vaso». «Una situazione – afferma Coldiretti - che sta attirando i ladri di fiori, tanto che si moltiplicano le segnalazioni di furti e tentati furti nelle aree di coltivazione ed esplode in vista dell’8 marzo il mercato nero dei venditori abusivi in strade e piazze che vanno assolutamente evitati per non alimentare il business dell’illegalità».
Coldiretti sottolinea che «oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, l’acquisto della mimosa esprime anche un’importante attenzione all’ambiente perché – spiega - si salva così una coltivazione realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono».
La mimosa, ricorda Coldiretti, «venne introdotta in Europa intorno al 1820 trovando in Italia ottime condizioni di coltivazione e clima e dal 1946 è il simbolo dell’8 marzo nel nostro Paese». «Le varietà più diffuse sono – viene precisato – la Floribunda e la Gaulois, che è più rigogliosa». «Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare reazione che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico». «Per conservare al meglio i rametti di mimosa con i loro fiori gialli – consiglia la Coldiretti – è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido, perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore».

Sempre più richieste in Toscana piante alternative
Nella nostra regione, la scarsità di mimose e i prezzi aumentati stanno spingendo il mercato «verso i nuovi fiori di tendenza come l’anemone, il ranuncolo, il tulipano ma anche la violaciocca ed il garofano. Fiori e varietà, preferite nelle colorazioni viola, rosso e blu, prodotte principalmente dalle aziende florovivaistiche della regione».
A dirlo è Coldiretti Toscana, che spiega: «se la mimosa è il fiore simbolo della Festa delle Donne, negli ultimi anni una crescente attenzione e gradimento da parte dei consumatori è andato verso altre produzione tricolori in abbinamento anche al classico ramoscello giallo come l’anemone, chiamato anche il fiore del vento per la fragilità e la delicatezza dei suoi petali. Tra i fiori sempre più di tendenza per la festa delle donne c’è il ranuncolo che simboleggia la delicata bellezza ma anche l’arrivo della primavera. Per coloro che vogliono comunicare in fiore un messaggio d’amore o dichiararsi la scelta è il tulipano, che una leggenda racconta sia nato dal sangue di un giovane che si suicidò per una delusione d’amore. Tra i fiori in forte ascesa per l’8 marzo, proposti da fiorai e flower designer ci sono infine la violaciocca che rappresenta la bellezza durevole ed il garofano, il fiore degli Dei, che simboleggia amore, affetto, emozioni, energia e salute».
Coldiretti invita anche stavolta «ad acquistare fiori italiani per fermare il flusso di importazioni dall’estero che sono balzate al 35% nell’ultimo anno toccando il massimo di sempre». «Con 49 milioni di valore alla produzione e 2.596 aziende specializzate – continua la nota di Coldiretti Toscana - il comparto di fiori concentrato principalmente tra la Versilia, Viareggio e Pescia è tra i più importanti in Italia contribuendo, insieme al vivaismo, al 30% del Pil agricolo regionale. Un settore importante per l’economia e l’occupazione che sta affrontando aumenti di costi a valanga, come +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti, +45% per i servizi di noleggio, secondo gli ultimi dati Crea. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati».

Redazione