La case history del Fagiolo di Sorana per analizzare il cambiamento globale con Gianpiero Maracchi

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VENERDÌ 29 SCORSO, PRESSO LA GIPSOTECA “L. ANDREOTTI” DI PESCIA, SI È TENUTO IL CONVEGNO SUL FAGIOLO DI SORANA IGP E SUL SIGNIFICATO DELL’ECONOMIA E DELLE RISORSE UMANE CHE MOBILITA. RIPARTIRE DALLE PICCOLE REALTÀ E DAI MODELLI DI SUCCESSO: IL FAGIOLO DI SORANA IGP ECCELLENZA DEL TERRITORIO TOSCANO. GIAMPIERO MARACCHI DEFINISCE ANCHE IL MODELLO DI CONSAPEVOLEZZA: "DOBBIAMO PENSARE A COSA MANGIAMO E A COSA SCEGLIAMO DI COMPRARE PERCHÉ ALTRIMENTI È INUTILE PARLARE DI MADE IN ITALY"

I lavori della tavola rotonda, organizzata dall’Associazione die Piccoli Produttori del Fagiolo di Sorana “Il Ghiareto” onlus, sono stati aperti dal Sindaco di Pescia, Oreste Giurlani, che ha ribadito l’importanza di iniziative di questo tipo e della sua volontà di renderle sempre più istituzionali. “Il fagiolo di Sorana rappresenta un marchio dietro a cui è presente un lavoro fondamentale. Esso è l’esempio che Pescia  è una città con una storia tutta da riprendere in mano perché ricca di eccellenze, forse conosciute più all’estero che in Italia”, così Giurlani ha proseguito ricordando anche l’impegno suo e dell’Amministrazione di cui è capo per valorizzare al massimo le risorse che già esistono. L’Amministrazione ha oggi maggiori responsabilità, sollecitate dal riconoscimento di Pinocchio quale figura portavoce dei prodotti toscani nel mondo. Giurlani ha quindi ricordato gli interventi mirati al rilancio dell’economia pesciatina, che deve essere ulteriormente aiutata e potenziata perché fonte vitale di realtà come quella della floricoltura, che mobilita ancor oggi molte attività ed un importante indotto. Il fagiolo di Sorana IGP offre dunque lo spunto per pensare a come legare il mondo rurale a delle multifunzionalità che vadano a creare occupazione fra i giovani e possano essere terreno fertile di nuovi progetti di sviluppo. Il professor Andrea Marescotti della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze ha invece presentato i risultati delle analisi effettuate dal suo dipartimento, sotto incarico della Regione Toscana, sugli effetti che le denominazioni DOP e IGP hanno avuto sul Fagiolo di Sorana e sul Pecorino Toscano. La ricerca, dagli esiti molto curiosi, è stata divisa in due parti: una descrittiva sui prodotti generali toscani e l’altra di approfondimento dei due citati prodotti. La ricerca ha sfatato il mito dei riconoscimenti DOP e IGP come qualcosa di eccezionalmente positivo, che risolleva redditi e crea valori aggiunti: i risultati riportano un aumento di reputazione, ma un’insoddisfazione dal punto di vista economico. Le imprese spesso non utilizzano nemmeno la denominazione ottenuta, l’utilizzo si aggira infatti attorno al 20-30% e richiede costi aggiuntivi molto alti. Soltanto 20 dei 150 caseifici che producono Pecorino Toscano DOP utilizzano la certificazione, mentre tutte le imprese produttrici del Fagiolo di Sorana utilizzano la denominazione IGP. Questo perché il disciplinare del Fagiolo ha fatto sì che tutte le imprese potessero utilizzarlo con regole precise, usufruendo dei relativi benefici. “Anche le piccole realtà possono dunque avere un impatto virtuoso e notevole a livello economico, come dimostra il disciplinare intelligente che sta dietro alla produzione e al successo del Fagiolo di Sorana IGP”, ha così concluso il professor Marescotti. A seguire l’intervento della Dirigente dell’Istituto Agrario “D. Anzilotti” di Pescia, Siriana Becattini, che ha illustrato il proprio lavoro, indirizzato al raggiungimento di una formazione sui prodotti tipici locali, non per forza alimentari, per i suoi studenti. Le manifestazioni organizzare dall’Istituto Agrario sono infatti molteplici, da “Citromania” a “Olivagando”, passando per “Profumo DiVino”, e tutte tese a una pratica e concreta formazione dei giovani sulle realtà rurali del territorio in cui vivono tutti i giorni. Mauro Carreri, Vice Presidente Associazione “Il Ghiareto Onlus” ha poi colto l’occasione per ricordare che le piccole eccellenze esistono, come quella rappresentata dalla scuola agraria, ma necessitano di aiuti maggiori per poter continuare il loro percorso di valore. A questa osservazione ha risposto Mauro Rosati, Direttore Fondazione Qualivita, che ha ribattuto: “Il valore sociale di questi simboli è pari a quello economico, dietro ad essi si trovano valori e uomini veri che indirizzano le loro forze alla riscoperta di una sintonia fra città e campagna. Ma dobbiamo ricordarci che la qualità italiana è stata riconosciuta perché sono state date delle regole precise ed è stato seguito un modello di agricoltura di successo. Non si può sostenere soltanto il Fagiolo buono, ma anche il modello Sorana: le risorse saranno sempre meno e si dovrà pensare di portare avanti queste eccellenze senza agevolazioni”. Si tratta dunque di uno sforzo da sostenere per continuare a preservare l’elemento distintivo del Made in Italy, evitando che venga banalizzato sul mercato. Dell'impegno che ognuno dovrà mettere in atto per uscire dalla crisi ha parlato anche

Giampiero Maracchi, professor emerito di Agrometeorologia e Climatologia dell'Università di Firenze e Presidente dell'Accademia dei Georgofili, nel suo intervento dal titolo "Globalizzazione e prodotti dei territori". Il punto di partenza della riflessione di Maracchi parte dalla consapevolezza che il mondo è radicalmente cambiato negli ultimi 20 anni e fra i segnali della crisi citati troviamo: il cambiamento del clima globale e la scarsa disponibilità di risorse naturali, i cui indici di sostenibilità sono ormai giunti a saturazione. Le cause individuate dal professor Maracchi sono il largo ed eccessivo utilizzo dei combustibili fossili, il declino del settore manifatturiero che porta alla perdita della capacità di fare, l'abbandono incondizionato della regolazione del rapporto uomo-ambiente ai meccanismi del mercato e l'errata estensione a tutti dei principi di un'economia destinata soltanto ad alcune centinaia di migliaia di persone. Indubbiamente questo modello economico ha avuto i suoi pregi in termini di benessere collettivo, però è necessario trovare il modo di correggere i difetti del sistema che abbiamo adottato fino ad oggi. L'interessante soluzione proposta dal professor Maracchi è il miglior uso delle risorse dei territori, incluse quelle umane. Una risposta ai problemi sta nell'unica attività umana rinnovabile: l'agricoltura. Da rivalutare la filiera del turismo e dell'energia rinnovabile in modo da utilizzare con intelligenza i nostri territori rurali, nonché la filiera dell'artigianato di qualità e quella delle produzioni tipiche. In tutto il mondo sta crescendo l'attenzione verso il settore dell'organic food, che contribuisce a mantenere la ricchezza locale. Come ricorda Maracchi: "Dobbiamo pensare a cosa mangiamo e a cosa scegliamo di comprare perché altrimenti è inutile parlare di Made in Italy, se le materie prime vengono dall'estero. Dobbiamo fare attenzione a finanziare la comunità a cui apparteniamo per contribuire alla creazione di lavoro e all'aumento delle capacità territoriali". Del cibo come grande marcatore culturale ha parlato anche la dottoressa Stefania Bardi Tesi, Presidente dell'Associazione Sapere dai Sapori, che ci ha ricordato quanto sia importante formare i più giovani in questa direzione, verso uno sviluppo del gusto per le cose belle e l'alimentazione sana. Maurizio Torrigiani dell'Istituto Alberghiero "F. Martini" di Montecatini Terme ha ribadito la necessità di una formazione professionale di qualità per i giovani che andranno a inserirsi in un mondo sempre più competitivo. "L'eccellenza del Fagiolo di Sorana IGP deve essere conosciuta dai nostri ragazzi che devono imparare a utilizzarlo in ricette tipiche, modificandolo il meno possibile. Questi prodotti di qualità sono la forza della nostra cucina ed è importante conoscerne e apprezzarne la storia" ha concluso Torrigiani. Un breve excursus storico sul Fagiolo di Sorana IGP del professor Giovanni Cipriani, membro dell'Accademia dei Georgofili, ha concluso il convegno, a cui è seguita la premiazione con le "Partiture Rossini" per il disinteressato sostegno all'Associazione "Il Ghiareto". Il presidente della Banca di Pescia, Giusti, lo chef del ristorante "Arnolfo" di Colle Val d'Elsa, Gaetano Trovato, ed infine al professor Marracchi è stato assegnato il Fagiolo d'Oro 2014 per "la costante opera di divulgatore e quale convinto custode di tradizioni tipiche e di loro genuini metodi di produzione".

 

Redazione Floraviva