Giornata di studio sulle antiche camelie della Lucchesia

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All’incontro, in calendario il 5 settembre a Tassignano (Capannori), verranno presentati i risultati di un progetto di ricerca regionale che una carta d’identità genetica alle varietà autoctone del fiore e il libro 'Antiche camelie della Lucchesia' (Ed. ETS) a cura della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Intervengono fra gli altri il sindaco Del Ghingaro, il direttore dell’Istituto scienze della vita della Sant’Anna Enrico Bonari, il responsabile scientifico del progetto Luca Sebastiani e l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori. Il libro contiene un “Vademecum per la coltivazione hobbistica delle camelie”. [Foto di Kurt Stuber da wikipedia]

«Obiettivo del progetto era di caratterizzare, attraverso un lavoro innovativo basato su tecniche molecolari, le cultivar di Camelia tipicamente presenti in Toscana e strutturare di conseguenza un “albero” delle relazioni genetiche». Così l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori presenta le finalità del Progetto territoriale “Le antiche Camelie del Capannorese: analisi morfologiche e molecolari per la caratterizzazione e la salvaguardia del patrimonio genetico autoctono” nella prefazione del libro che raccoglie i risultati di tale progetto e li inquadra in una più ampia trattazione monografica delle camelie lucchesi. Volume curato dai Biolabs della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e pubblicato dalla casa editrice Ets con il titolo Antiche camelie della Lucchesia - Storia, botanica, cultura, agronomia, novità scientifiche e curiosità. Con cenni alla camelia del .
Sia il progetto che il libro saranno illustrati mercoledì 5 settembre alle 16 presso il polo culturale Artémisia a Tassignano nel comune di Capannori (Lucca) nel corso di una giornata di studio che offrirà una full immersion nelle camelie autoctone. Dopo l’apertura dei lavori da parte del sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, interverranno fra gli altri il direttore dell’Istituto Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna Enrico Bonari, il responsabile scientifico del progetto Luca Sebastiani (dei BioLabs dell’Istituto Scienze della vita), gli altri autori del volume pubblicato da Ets, fra cui Angelo Lippi e Guido Cattolica della Società italiana della camelia, il presidente di quest’ultima Andrea Corneo, il vice presidente europeo della International Camellia Society e, per la conclusione dei lavori, l’assessore Salvadori.
«La Regione Toscana negli ultimi anni, - spiega ancora Salvadori nella prefazione del libro - attraverso il finanziamento dei progetti territoriali, ha inteso promuovere una serie di iniziative di ricerca e di valorizzazione di numerose realtà agricole di rilevanza locale. Il progetto sulla Camelia si inserisce in questo contesto e si colloca a fianco delle iniziative regionali di tutela e valorizzazione del germoplasma autoctono avviate con la LR 50/97 e proseguite con la LR 64/04». «Per quanto molto, se non moltissimo, si sia scritto sulla camelia, - conclude Salvadori - questo volume affronta in maniera originale e al tempo stesso rigorosamente scientifica il tema della caratterizzazione delle varietà locali, accompagnando le descrizioni con immagini di particolare pregio. Un contributo veramente ricco di notizie  per quanti, tecnici, coltivatori, studiosi o semplici appassionati, vogliano approfondire le proprie conoscenze su questa pianta e sulla sua storia in Toscana».
Più nello specifico, gli obiettivi del progetto territoriale di ricerca erano «fornire una descrizione (morfologica e molecolare) della variabilità presente nel “Parco regionale delle Camelie” e nelle antiche collezioni di camelie del Capannorese», «identificare un insieme di marcatori (AFLP e SSR) che identifichino in modo univoco le diverse cultivar di camelia» e infine «divulgare i dati dello studio per la valorizzazione delle cultivar di camelia autoctone».
Come scrive nella prefazione del volume Luca Sebastiani, «La storia della Camelia (Camellia japonica L.) in Italia è documentata dalla fine del ‘700 e la Toscana è una delle regioni dove la sua diffusione è ben consolidata. Le antiche e rare camelie presenti nei giardini delle ville lucchesi hanno stimolato i membri della Società Italiana della Camelia, assieme all’Orto Botanico di Lucca, a effettuare, alla fine degli anni ’80, un primo censimento delle camelie monumentali del territorio, individuandone un centinaio, molte delle quali ritenute scomparse. Oggi queste piante sono state propagate, catalogate e sistemate in un campo catalogo (Camellietum) a Sant’Andrea di Compito, mentre quelle a serio rischio di estinzione sono state iscritte nei Repertori Regionali della Toscana». Il progetto territoriale di cui si presentano i risultati domani aveva lo scopo di dare completezza a tale classificazione-catalogazione su base morfologica e fenologica delle camelie. Sono state «prese in considerazione le varietà più rappresentative del territorio lucchese realizzando una puntuale ricerca storica, la schedatura morfologica, la caratterizzazione genetica con marcatori molecolari ed uno studio innovativo sulla micro-morfologia al crio-microscopio elettronico a scansione. L’analisi molecolare, in particolare, ha permesso di ottenere nuove informazioni per la gestione delle camelie della Lucchesia, ponendo le basi per un sistema razionale di certificazione genetica delle stesse».
Il volume contiene comunque informazioni non solo di tipo botanico sulla specie, ma ne indaga anche il valore culturale ed economico. Con un interessante “Vademecum per la coltivazione hobbistica delle camelie” in cui vengono forniti consigli sulla scelta del terreno e dell’esposizione, su come annaffiare, e così via.


L.S.