Energie rinnovabili: come raggiungere l'obiettivo del 32%

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Dopo l'accordo dello scorso giugno tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, la nuova direttiva sulle fonti rinnovabili (Red II-Renewable Energy Directive) prevede una copertura del 32% di energia verde sul consumo finale lordo entro il 2030. Per l'Italia significa più che un raddoppio degli investimenti nel settore: secondo un report di una società di consulenza saranno fotovoltaico ed eolico a trainare la corsa agli obiettivi.

Secondo il report della società di consulenza italiana Elemens saranno fotovoltaico ed eolico a trainare la corsa verso gli obiettivi europei fissati per il 2030. Si prevedono dunque circa 50 miliardi di investimenti per un percorso che dovrà condurre, in soli dodici anni, al raddoppio
del contributo delle rinnovabili al bilancio energetico dell'Italia.
Il rapporto «Una nuova era per le rinnovabili elettriche - I benefici (e i costi) della roadmap tracciata dalla direttiva Red II al 2030», realizzato dalla società di consulenza specializzata Elemens disegna una possibile prospettiva sul futuro italiano delle rinnovabili in seguito alla nuova Direttiva sulle fonti rinnovabili - la cosiddetta Red II (Renewable Energy Directive). Il raggiungimento del obiettivo europeo del 32% richiede che la produzione rinnovabile italiana passi, da ora al 2030, dai 103 TWh del 2017 - che in assenza di interventi scenderebbero entro il prossimo decennio a 98 Twh, con alcuni impianti che cesserebbero la produzione per obsolescenza - a 210 TWh. Un percorso che necessiterebbe di più che un raddoppio del contributo delle fonti verdi al bilancio energetico nazionale.
Secondo lo studio, fotovoltaico ed eolico potranno più che triplicare la loro produzione di energia. Per il fotovoltaico si potrà arrivare al 2030 ad una produzione di 86 TWh. Un contributo di 47 TWh potrebbe invece giungere dal settore eolico, anch'esso chiamato a incrementare di circa 3,5 volte il proprio potenziale rispetto ad una situazione in assenza di interventi (14 TWh). Più alta la quota dell'idroelettrico, di circa 55 TWh, ma con possibilità di crescita limitata al 20% e uno scenario caratterizzato da incertezze normative. 
Per la costruzione di nuove energie rinnovabili servirebbero nel decennio 2020-2030, sempre secondo il report, investimenti per circa 50,7 miliardi di euro: quasi i due terzi delle risorse (62%) riguarderanno il fotovoltaico (31,5 miliardi), seguito dall'eolico (13,9 miliardi, 27%) e l'idroelettrico (4,5 miliardi, soprattutto per ammodernamenti e potenziamenti). L'ondata di investimenti potrebbe produrre quasi 130 mila occupati, di cui circa 51 mila “permanenti” (gestione e manutenzione impianti) e oltre 77 mila “temporanei” (sola attività di costruzione delle centrali). 

Redazione