Da Sana dati positivi sul settore bio con +6% di consumi gdo

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salone del biologico e dati Ismea e ministro Catania

A Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna dall’8 all’11 settembre, sono emersi dati confortanti sul consumo di prodotti alimentari biologici in Italia. Il ministro delle politiche agricole Mario Catania ha annunciato maggiori controlli a garanzia della qualità e l’imminente informatizzazione del settore. Il commento del presidente di confagricoltura.

Una sostanziale stabilità sul lato della produzione, nonostante il contesto economico sfavorevole, ma una netta crescita sul lato dei consumi: +8,9% in valore nel 2011 e più 6,1% nel primo semestre 2012. E’ il quadro del settore bio che è emerso a Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale, tenutosi a Bologna dall’8 all’11 settembre scorsi. Un settore che però si attesta ancora al 2,7% del numero di aziende agricole in generale e al 6% delle estensioni agricole secondo Ismea e dell’8,6% della Sau (Superficie agricola utilizzata) secondo Confagricoltura. E che necessita di maggiori controlli per evitare le falsificazioni, a cominciare dall’informatizzazione della gestione dei dati del comparto, che sta per diventare operativa, come ha anticipato il ministro delle politiche agricole Mario Catania in un comunicato dell’8 settembre.
I dati sulla produzione presentati dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e Sinab (Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica) confermano quanto anticipato dopo metà luglio dal ministro Catania (vedi nostro articoloMario Catania: l’agricoltura biologica è in buona salute”). Nel 2011 l’agricoltura biologica ha registrato un aumento complessivo del numero di operatori dell’1,3% (anche se, secondo Confagricoltura, si tratta di un incremento imputabile alle aziende di produzione, perché le aziende agricole sono scese di 271 unità) e una diminuzione della superficie di circa l’1,5%.
«Siamo leader a livello produttivo in Europa – ha ribadito l’8 settembre il ministro Catania – con oltre un milione di ettari dedicati all’agricoltura biologica e con quasi 50 mila operatori. Si tratta di un comparto che può ancora crescere, perché c’è una domanda sempre più qualificata a livello nazionale ed internazionale. Stiamo fortemente impegnati, insieme a tutto il sistema di controllo e certificazione specifico per il biologico, per aumentare le garanzie sulla qualità delle produzioni biologiche. A giorni, infatti, tra le diverse misure che abbiamo messo in campo, diventerà operativa l’informatizzazione per la gestione dei dati di settore, che semplificherà il carico burocratico per le aziende e migliorerà l’efficacia dei controlli».
Riguardo ai consumi di prodotti alimentari biologici invece, che collocano l’Italia al quarto posto dietro Germania Francia e Regno Unito, secondo le rilevazioni Ismea-Eurisko su un panel di famiglie, la spesa nel carrello nella gdo (grande distribuzione organizzata) è cresciuta sia nel 2011 che nella prima metà del 2012 (+8,9% nel 2011 e +6,1% nel primo semestre 2012). «La tendenza del 2011 – si legge nel report di Ismea - è dipesa in modo particolare dagli aumenti fatti registrare dai prodotti lattiero-caseari, le uova, i biscotti, i dolciumi, gli snack e le bevande analcoliche. Nel primo semestre 2012 continuano a crescere le bevande analcoliche, i biscotti, dolciumi e gli snack ed in misura minore i derivati del latte bio». «L’incremento dei consumi di biologico – aggiunge il report - è supportato anche da un aumento del numero di famiglie acquirenti e della penetrazione, passata dal 71,5% del 2010 al 75,5% del 2011».
«L’incremento dei consumi del 6% registrato nel primo semestre 2012 – ha dichiarato il 7 settembre il ministro Catania - dimostra come gli italiani scelgano sempre di più e con fiducia il prodotto bio. Si tratta di un settore che vale 3 miliardi di euro e che ha delle potenzialità ancora inespresse per la nostra agricoltura. Tre famiglie su quattro ormai acquistano prodotti biologici, si tratta di una tendenza sempre più radicata che è entrata nelle abitudini alimentari degli italiani a cui dovremmo rispondere con una maggiore offerta di prodotto nazionale».
«Sovente – ha commentato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - i produttori di biologico si trovano a competere in un mercato inquinato dai falsi che arrivano da aree extracomunitarie. E’ necessario dunque un impegno costante del governo in sede europea per introdurre codici doganali specifici per i prodotti biologici e  riformare il sistema di equivalenza dei controlli dei Paesi extra UE». Da evitare in ogni modo è poi la contrapposizione ideologica tra convenzionale e biologico: «non esiste un’agricoltura buona ed una cattiva – ha detto Guidi -. E’ verissimo che il bio ha caratteristiche ambientali indubbiamente da valorizzare, ma è altrettanto vero che l’agricoltura convenzionale, in Italia, non è né sporca, né inquinante. E va ricordato che nel 2014 tutto il settore agricolo dovrà adottare tecniche di difesa integrata, restringendo ulteriormente il gap che c’e tra le due procedure agronomiche».

L.S.