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Allo Hampton Court Flower Show di Londra debutta una nuova categoria di giardini, i “Lifestyle Gardens” che rispecchiano specifici stili di vita. Ecco i quattro di quest’anno «Il giardino della salute e del benessere», «Il giardino di famiglia», «Il giardino d’intrattenimento» e «Il giardino di stile e design».
Giardini progettati per riflettere e ricreare differenti stili di vita e personalità: «veri giardini per persone reali». Viene presentata così l’intrigante categoria di giardini, i “Lifestyle Gardens” (giardini sugli stili di vita), che si aggiunge da quest’anno alle tipologie in esposizione allo RHS (Royal Horticultural Society) Hampton Court Palace Flower Show di Londra, in calendario la prossima settimana (vedi).
Questa nuova sezione della grande manifestazione inglese, ricca di spunti per gli appassionati di giardinaggio e tutti i proprietari di giardini alla ricerca di ispirazioni per caratterizzare meglio il proprio spazio verde, debutterà con i seguenti quattro abbinamenti stile-giardino: “Il giardino della salute e del benessere” (The Health and Wellbeing Garden) di Alexandra Noble, “Il giardino di famiglia” (The Family Garden) di Lilly Gomm, “Il giardino d’intrattenimento” (The Entertaining Garden) di Anca Panait e “Il giardino di stile e design” (The Style and Design Garden) di Ula Maria.
“Il giardino della salute e del benessere” è concepito dalla designer Alexandra Noble per incoraggiare il pensiero profondo attraverso un percorso continuo senza inizio e punto finale. Il visitatore si muove attraverso lo spazio, che è definito dal movimento piuttosto che dai muri, senza una destinazione. Lo scopo è rilassare ed esaltare la percezione del presente. Lungo il percorso si possono apprezzare le forme in filigrana di piante ombrellifere e foglie di finocchio, la valeriana, mentre il timo strisciante e la camomilla profumano delicatamente l’ambiente.
La designer Lilly Gomm con il suo “Il giardino di famiglia” ha creato uno spazio rilassante dove i bambini sono immersi nella natura. Pensato per famiglie ecologicamente consapevoli, è un ambiente d’apprendimento ispirato all’incantevole e duratura impressione che un giardino può avere nei bambini attraverso il gioco e la scoperta. Questo giardino è informale e non curato, contraddistinto da alberi da frutto e un prato shaggy circondati da piante che creano l’habitat adatto per insetti e altri animali. Fra le piante principali, Digitalis, Cirsium e Deschampsia. Lo schema dei colori consiste in strati di verde con spruzzi di bianco, viola e rosa scuro.
Nelle intenzioni della designer Anca Panait “Il giardino d’intrattenimento”, che celebra una delle bevande alcoliche che vanno per la maggiore quale il gin, è uno spazio ideale per socializzare con gli amici. In questo spazio verde sono combinate piante tradizionali e piante insolite. L'Angelica, il finocchio e i papaveri creano un'atmosfera rilassante e romantica, mentre l'artemisia in combinazione con il rosmarino e la lavanda dona un tocco mediterraneo. In evidenza il ginepro (Juniper communis), pianta utilizzata nella produzione dei gin.
“Il giardino di stile e design” di Ula Maria è un'interpretazione contemporanea di un orto urbano con alberi da frutto di un moderno e cosmopolita antiquario. Riflettendo sullo stile di vita eccentrico di questa figura, il bricolage di Ula Maria abbraccia materiali eterogenei, oggetti da collezione eclettici e piante di varia provenienza in un equilibrio tra vecchio e nuovo, trasportando il visitatore fuori dal contesto urbano in un ambiente terapeutico. Un frutteto alternativo in cui gli alberi di mele danno carattere e struttura allo spazio, mentre le erbe si contrappongono alla teatralità dei fiori. Elementi chiave: l’acqua, il ponte di legno e un’area pavimentata.
Lorenzo Sandiford
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Il divieto di vendita della cannabis light arriva direttamente dal Consiglio superiore di Sanità (Css) che, in risposta a un parere richiesto dal Ministero della Salute, non esclude la pericolosità di prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa. Il Css raccomanda dunque che non sia consentita la libera vendita nei "canapa shop", diffusi ormai in tutta Italia. Coldiretti chiede chiarezza.
Non può essere esclusa la pericolosità della cosiddetta cannabis o marijuana light: così il Consiglio superiore di Sanità risponde al Ministero della Salute sul tema e raccomanda che siano attivate, nell'interesse della salute individuale e pubblica, misure atte a non consentirne la libera vendita.
I prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa sono attualmente in vendita nei "canapa shop" come un prodotto da collezione, dunque non destinato al consumo, ma il Css ne sconsiglia lo stesso la vendita. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, attende intanto anche il parere dell'Avvocatura generale dello Stato, anche sulla base degli elementi da raccogliere dalle altre amministrazioni competenti (Presidenza del Consiglio e Ministeri dell'Interno, Economia, Sviluppo economico, Agricoltura, Infrastrutture e trasporti). Non appena ricevute tali indicazioni il ministro Grillo, dichiara, assumerà le decisioni necessarie, d'intesa con gli altri ministri.
In Italia però nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa (vedi nostro articolo), che ha contribuito alla diffusione di esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall'olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a pasta e cosmetici. Occorre dunque fare chiarezza, sostiene Coldiretti, per tutelare i cittadini e le centinaia di aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa, dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.
Le ragioni di chiarezza sono d'altra parte imposte dal richiamato successo che i prodotti a base di canapa hanno sul mercato europeo e molti Stati, tra cui la Germania, hanno già legiferato in modo dettagliato fissando il limite di sicurezza per il Thc negli alimenti. Dunque, in base alla libera circolazione, sarebbe penalizzante per gli operatori nazionali veder circolare prodotti ottenuti in altri Paesi, mentre in Italia valgono norme più restrittive.
Redazione
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L’Associazione internazionale dei produttori del florovivaismo (Aiph) terrà il 70° Congresso a Padova dal 17 al 22 settembre 2018 in concomitanza con la 69^ edizione di Flormart (19-21 settembre, Fiera di Padova). Aiph organizza due conferenze internazionali sulle “Expo dell’orto-florovivaismo” e sulle “Città verdi” e una visita nel distretto vivaistico di Pistoia, oltre che una all’Orto botanico di Padova. La manifestazione è aperta a tutti gli operatori: ecco come prenotare.
L’International Association of Horticultural Producers (Aiph), ovvero l’associazione internazionale dei produttori dell’orto-florovivaismo, il massimo organismo di settore a livello mondiale, organizzerà il suo 70° Congresso annuale a Padova dal 17 al 22 settembre 2018, in concomitanza con la 69^ edizione di Flormart, il salone del florovivaismo della Fiera di Padova in calendario dal 19 al 21 settembre.
Una concreta e importantissima ciambella di salvataggio a Flormart che Aiph e il suo membro italiano Anve (Associazione nazionale vivaisti esportatori) lanciano dopo aver già dato un primo significativo sostegno lo scorso ottobre favorendo la sigla di un accordo che prevedeva l’affiliazione di Flormart ad Aiph e il via libera ufficiale al suo riconoscimento quale “fiera internazionale del florovivaismo di classe D”, secondo quanto previsto dal regolamento di Aiph (vedi nostro articolo).
Il 70° Congresso di Aiph, organizzato con il supporto di Anve e aperto anche a operatori e professionisti che non sono membri dell’organismo, includerà conferenze, discussioni, networking e tour professionali di grande interesse. In particolare, all’interno del programma, è prevista una “Conferenza Internazionale sulle Expo dell’orto-florovivaismo di Aiph”: un’occasione per presentare rapporti di aggiornamento sulle esposizioni internazionali di settore approvate da Aiph, quali Taipei (Taiwan 2018-19), Pechino (Cina 2019), Sydney (Australia 2020), Yangzhou (Cina 2021), Hatay (Turchia 2021), Qatar 2021, Almere (Paesi Bassi 2022) e Łódź (Polonia 2024), oltre che su una manifestazione diversa come Floralies Internationales Nantes (2019). Si terrà anche una “Conferenza internazionale sulle Città verdi” di Aiph per fare il punto sui processi di inverdimento urbano in corso in varie parti del mondo, a cui parteciperanno i massimi esperti del comparto a livello globale (confronta nostra intervista sul tema ai presidenti di Aiph ed Ena).
Ci sarà poi tempo, oltre che per visitare la fiera di Flormart, per una visita guidata ai principali produttori italiani del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. E non mancherà una puntata all’Orto Botanico di Padova, che si contende il primato di primo orto botanico universitario al mondo con quello di Pisa, a seconda del criterio adottato (vedi nostro articolo), e alla vicina Venezia.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni: Aiph Events Manager, Vanessa Stockon, tel: +44 (0)7788 314453, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
L.S.
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Dal 12 al 15 giugno, fra l’Olanda e la Germania, per i Flower Trials 2018, sessanta fra le maggiori imprese della floricoltura europea, soprattutto ibridatori di piante fiorite in vaso e da aiuola, presenteranno agli operatori le proprie novità: un’occasione per definire l’assortimento del 2019. Fra i 3 nuovi espositori di quest’anno, un’azienda italiana specializzata nella produzione di giovani piante da seme e da talea e due ibridatori danesi.
«I coltivatori, gli esportatori e i rivenditori possono certamente sfruttare al meglio questo evento visitando insieme i FlowerTrials. Il coltivatore esaminerà il processo di produzione, l’esportatore la logistica e i rivenditori sanno che cosa sceglie il consumatore al punto vendita. Vogliamo promuovere questa cooperazione! Dopotutto, il nostro motto è "dove le piante incontrano le persone" (where plants meet people) e avere tutte le persone e le piante rilevanti insieme rende la pianificazione per la stagione successiva molto più facile e più veloce».
E’ quanto aveva affermato Gill Corless, presidente della Fondazione FlowerTrials, lanciando l’edizione dei Flower Trials che inizia stamani 12 giugno e prosegue fino a venerdì 15 giugno in 32 location disseminate nei territori olandesi di Aalsmeer e Westland e in quello tedesco di Rheinland Westfalen, nel cuore pulsante del commercio floricolo internazionale. Spazi espositivi dove 60 fra le maggiori imprese della floricoltura europea - in particolare del comparto ibridatori di piante fiorite in vaso o da aiuola, ma anche produttori di piante, nonché ibridatori di fiori recisi - presenteranno a operatori professionali della filiera provenienti da tutto il mondo i loro fiori più recenti e innovativi, i concept di vendita più creativi e una gamma incredibilmente ampia di assortimenti di colture. Con informazioni tecnico-scientifiche su scoperte botaniche e novità agronomiche, nonché spunti e suggerimenti commerciali a partire dall’analisi dei principali trend del florovivaismo. Ma soprattutto attraverso approfonditi faccia a faccia con i titolari e i tecnici delle aziende che espongono.
Tra gli elementi di maggiore interesse e curiosità di questa edizione, il debutto di tre aziende: due danesi e una italiana. Esse compenseranno le due defezioni di quest’anno: dell’ibridatore danese Dalina Genetics, a causa della cessione della società, e della tedesca Cultivaris, che però tornerà nel 2019. L’azienda floricola italiana debuttante ai Flower Trials 2018 è Gruppo Padana, con sede nel Comune di Paese in provincia di Treviso, specializzata nella produzione di giovani piante da seme e da talea, non solo ornamentali. I due nuovi espositori provenienti dalla Danimarca sono l’azienda danese Roses Forever, che alleva rose ibride, e Queen® Genetics, nota per la sua vasta gamma di vasi tolleranti l’etilene e di fiori recisi del genere Kalanchoe.
Redazione
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Alla “X Giornata del vivaismo mediterraneo” di Monopoli rinnovato il consiglio direttivo dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori e presidenza al 29enne pugliese Leonardo Capitanio. Nel convegno “Assicurazioni agevolate multirischio sulle colture ornamentali” presentata sperimentazione di polizza per i danni fitopatologici. Premiate due neo laureate dell’Università di Pisa con tesi su orti urbani e sulla Popillia japonica.
«L’Associazione ha raggiunto livelli di credibilità e rappresentanza internazionale forse un tempo impensabili e sarà mio compito riuscire a mantenerli. Il mio sarà un mandato aperto al confronto e al dialogo con tutti i portatori di interesse istituzionali, scientifici e tecnici. Il nostro è un settore che ha bisogno di attenzioni e risposte ad esempio sugli aspetti fitosanitari e legati alla produzione e movimentazione di piante. Sono convinto che solamente con la condivisione di obiettivi saremo in grado di far emergere tali questioni a livello politico. Oggi abbiamo inoltre presentato una parte dei servizi che offriamo alle aziende. Per Anve è molto importante trovare soluzioni innovative che possano migliorare la competitività imprenditoriale. Le assicurazioni contro le calamità naturali sono un esempio di come si possa fare impresa in maniera moderna».E’ la dichiarazione del neo presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve), il 29enne vivaista pugliese Leonardo Capitanio, al termine della due giorni del 31 maggio e dell’1 giugno scorsi a Monopoli (Bari), in occasione della X Giornata Nazionale del Vivaismo Mediterraneo, durante la quale si sono tenuti, rispettivamente, l’assemblea Anve che ha rinnovato il Consiglio direttivo, fra i cui membri lui è stato scelto all’unanimità come successore di Marco Cappellini, ed il convegno nazionale “Assicurazioni agevolate multirischio sulle colture ornamentali. Opportunità di sviluppo per le imprese florovivaistiche”.
Il nuovo Consiglio direttivo 2018-2020 votato dall’assemblea è composto dai seguenti membri: Acciarri Alfredo (Marche), Aumenta Giuseppe (Lazio), Bortolazzi Fabiano (Veneto), Buemi Gianluca (Puglia), Buongiovanni Gabriele (Toscana), Capitanio Leonardo (Puglia), Cappellini Marco (Toscana), D’Adda Gianpietro (Lombardia), Fasano Patrizia (Liguria), Giambò Antonino (Sicilia), Imperatore Giovanni (Campania), Orecchioni Jean Marc (Sardegna), Pagliani Luigi (Umbria), Pinto Moreno (Abruzzo), Zacchera Paolo (Piemonte). Il Consiglio Direttivo ha anche nominato quale Vice Presidente Patrizia Fasano e come tesoriere Antonino Giambò.
Al convegno sulle assicurazioni per il florovivaismo, moderato dall’ex presidente Cappellini, sono state presentate diverse opportunità legate alle polizze assicurative multirischio. Dopo la relazione del presidente Capitanio sulle attività istituzionali, promozionali e assistenziali offerte da Anve ai florovivaisti associati e i saluti istituzionali di Giacomo Carreras, presidente dell’Ordine degli agronomi della Provincia di Bari, Angela Bellino, vice presidente del Collegio dei periti agrari di Bari, e Bernardino Lattarulo, presidente Commissione gestione separata dei Periti Agrari presso Empaia, si sono svolte le sessioni tecniche.
Alessio Almoto, coordinatore commissioni tecniche del Consorzio italiano di Co-riassicurazione contro le calamità naturali in agricoltura, ha esposto le funzioni del suo consorzio, che si colloca all’interno di Ismea ed investe nello sviluppo di progetti pilota di assicurazioni innovative. Fra questi ultimi, come ha spiegato Almoto, anche un importante progetto sperimentale per la creazione di una polizza assicurativa a copertura dei danni fitopatologici. Le malattie delle piante interessate da tale progetto sono quelle ammesse dal Piano assicurativo agricolo nazionale 2018 (Paan) come, ad esempio, batteriosi, virosi, punteruolo rosso, tarlo asiatico, cinipide del castagno e molte altre che determinano danni, spesso incalcolabili e difficilmente recuperabili, alle colture vivaistiche. Tale progetto sarà sviluppato in collaborazione con Anve e rivolto in esclusiva agli associati. A seguire è intervenuto Nilton Meoni di AIB – All Insurance Broker, che ha invece presentato le ultimissime novità per le polizze multirischio, tra cui il contributo comunitario fino al 70% del pagamento del premio, la possibilità di stipulare polizze per tipologia di prodotto e la riduzione della soglia di intervento al 20%.
Andrea Berti, direttore del Consorzio di difesa produttori agricoli – Codipra Trento, ha descritto le attività del suo consorzio per gli agricoltori interessati ad assicurarsi. In particolare ha posto l’attenzione sulla disponibilità ad anticipare alle compagnie assicurative l’importo del premio pari al contributo comunitario ovvero fino al 70% dei costi, un aspetto molto rilevante per le aziende che, in questo modo, non dovranno esporsi totalmente con proprie risorse. Poi Albano Agabiti, presidente dell’Associazione nazionale consorzi di difesa Asnacodi, ha tracciato il quadro completo di tutti i consorzi di difesa italiani, i quali possono e devono dare ausilio agli agricoltori nelle trattative legate alle polizze collettive multirischio.
In seguito si è tenuta la seconda sessione tecnica con l’intervento di Alberto Manzo e Donato Boscia. Il primo, in qualità di coordinatore del Tavolo tecnico della filiera florovivaistica istituito presso il Mipaaf, ha fra l’altro descritto le attività in essere sui Cam (Criteri ambientali minimi) e i risultati raggiunti nell’ambito delle linee guida per la formazione obbligatoria dei manutentori del verde (vedi nostro articolo).
Donato Boscia ha invece esposto gli aggiornamenti sull’emergenza Xylella fastidiosa anche alla luce della nuova delimitazione della zona cuscinetto in Salento. L’emergenza continua a destare preoccupazione nel mondo della ricerca scientifica, ma soprattutto tra i produttori florovivaisti, in quanto non sempre le leggi di riferimento nazionali ed europee vengono sufficientemente applicate.
A conclusione della mattinata, sono stati assegnati i Premi di Laurea “Stefano Capitanio” alle seguenti neo-laureate:
Sara d’Aleo, Università di Pisa, Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, Corso di laurea magistrale in ‘Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio’. Titolo della tesi: “Orti urbani. Progetto di riqualificazione dell’area verde urbana ‘La Prada’ nel Comune di Carrara”.
Priscilla Farina, Università di Pisa, Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali. Corso di laurea triennale in ‘Scienze agrarie’. Titolo della tesi: “Le specie alloctone recentemente introdotte in Italia: il caso di Popillia japonica (Coleoptera Scarabaeidae)”.
Redazione