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L’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani e la Coldiretti Toscana credono nelle stelle di Natale, di cui rivendicano il primato produttivo in Italia della nostra regione con 5 milioni di esemplari all’anno, e nei ciclamini quali mezzi per ridurre l’inquinamento dentro le case.

Regalare le stelle di Natale e i ciclamini, due delle piante fiorite legate alla tradizione delle feste natalizie, in chiave anti-inquinamento domestico, per “depurare” l’aria di casa e contribuire così al benessere piscofisico, e non solo per portare colore, allegria e bellezza.
E’ la proposta avanzata ieri l’altro dall’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani (AFFI) e dalla Coldiretti Toscana per queste festività, che tiene conto dei risultati di uno studio dell’Istituto per la BioEconomia del CNR (IBE_CNR) presentato nelle settimane scorse a un convegno a Lucca.
«Stelle di Natale e ciclamini sono alleati formidabili contro l’inquinamento indoor causato da una moltitudine di fattori come riscaldamenti, caminetti, apparecchiature elettroniche, colle presenti in pavimenti, arredi e detersivi – afferma il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi -. IBE-CNR ha evidenziato come alcune varietà di piante in vaso, verdi e fiorite, possono assorbire gli agenti inquinanti come la formaldeide, il benzene e l’acido cloridrico presenti nelle nostre case. Tra le piante fiorite spiccano proprio la poinsettia ed il ciclamino che sono due varietà tra le più importanti per il settore florovivaistico in Versilia con milioni di fiori coltivati. Regalare una stella di Natale significa regalare un piccolo polmone naturale che contribuisce a ridurre l’inquinamento domestico».
Come spiegato dal CNR, a causare l’inquinamento indoor è principalmente la formaldeide, che è presente in colle per pavimenti e moquette, pannelli di legno truciolare, arredi e rivestimenti plastici, oltre ad essere liberata da fornelli a gas e dal fumo di tabacco. La presenza polveri sottili è dovuta al riscaldamento, caminetti, tappeti, animali, apparecchiature elettroniche. Mentre ammoniaca, trielina e acido cloridrico sono presenti nei detergenti della casa. Benzene e stirene si trovano invece nelle colle per pavimenti. Tutti fattori che contribuiscono alla cosiddetta “sindrome dell’edificio malato”, «colpevole di provocare – per usare le parole di AFFI e Coldiretti - allergie ed asma, irritazioni oculare e delle mucose nasali e faringee, affaticamento, mal di testa, disturbi del sistema nervoso, raffreddore e sinusite».
La stella di Natale, prodotta in 5 milioni di esemplari in Toscana, principale polo produttivo italiano, ha capacità di assorbire il formaldeide presente in colle, solventi, pavimenti, rivestimenti oltre che nelle sigarette, il benzene presente nelle vernici, il fumo di sigaretta ecc. Anche il ciclamino, prodotto in 4 milioni di esemplari nelle diverse dimensioni, assorbe gli stessi inquinanti. «Sono filtri biologici che, se usati in abitazioni, uffici e scuole – osserva Cristiano Genovali, presidente di AFFI – migliorano la qualità dell’aria ed il nostro benessere psicofisico, contribuiscono al nostro buonumore e danno un tocco green al quotidiano».
Per chi preferisce le piante in vaso verdi in casa c’è l’imbarazzo della scelta. Le più efficaci sono la dracena, conosciuta anche con il nome di "albero del drago”, il filodendro, il falangio, lo spatifillo, capace di rimuovere anche acetone, metanolo, benzene e ammoniaca, e la gerbera. L’edera vicino al computer, appesa o in una ciotola, è la pianta perfetta contro la formaldeide, così come accanto ad una stampante ci sta benissimo la violetta africana (genere Saintpaulia).  

Redazione

La 39^ edizione di Macfrut in programma al Rimini Expo Center dal 4 al 6 maggio 2022. Le novità presentate a Dubai comprendono: l’International Cherry Symposium (simposio internazionale sulla ciliegia), gli Africa Days, il Salone Spice & Herbes, l’area Smart Agriculture e il Tropical Fruit Congress. Fari sull’agricoltura “smart”, sul risparmio idrico con l’Acquacampus di Cer e Anbi e sui biostimolanti con il Biosolutions International Event e il relativo premio.

Le diverse novità della prossima edizione di Macfrut sono state illustrate alla stampa venerdì 10 dicembre all’Expo di Dubai. La 39esima edizione della manifestazione fieristica, l’«unica fiera di filiera per i professionisti dell’ortofrutta in rappresentanza di tutti gli anelli del settore dalla produzione al consumo», si svolgerà dal 4 al 6 maggio 2022 al Rimini Expo Center. 
Come spiegato ai giornalisti presenti a Dubai, simbolo dell’edizione 2022 sarà la ciliegia e Macfrut ospiterà l’International Cherry Symposium. Evento che si compone di tanti appuntamenti: una due giorni di alta formazione nel Centro residenziale di Bertinoro (2 e 3 maggio); un Simposio mondiale sui temi chiave del ciliegio (mercato globale, sostenibilità, innovazione varietale, coperture) a Macfrut (4 maggio); un incontro con i top player del settore sui trend di mercato e visite guidate nelle principali aziende del settore presenti a Macfrut (5 maggio); un tour tra i principali produttori di ciliegio per toccare con mano le innovazioni di prodotto (6 maggio).
Il focus internazionale sarà dedicato al Continente africano con gli Africa Days. Tra gli eventi previsti, gli “Stati Generali dell’Ortofrutta”, che riuniscono nella prima giornata le voci di esperti, imprese e istituzioni su aspetti centrali per lo sviluppo del settore nei vari Stati africani. Il secondo giorno sarà dedicato alla cooperazione internazionale con la presentazione dei progetti di AICS (Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo) in Africa. Infine, focus su specifici Paesi per presentare imprese e opportunità sia a importatori internazionali sia a imprese europee esportatrici, che in Africa possono trovare un mercato ricettivo in grande sviluppo. Africa Days sarà realizzato in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Aics, Ice-Agenzia, Unido e in partnership con Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
Un’altra grande novità è Spice & Herbs Global Expo, il salone dedicato al mondo delle spezie, erbe officinali ed aromatiche. Iniziativa unica nel panorama espositivo europeo, per un mercato che solo nel segmento delle spezie vale oltre 6 miliardi di dollari. Il salone focalizzerà l’attenzione su categorie di prodotti di estremo interesse per il mercato globale. Collaborano con il salone Cannamela per l’area delle spezie, Fippo (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali) e Assoerbe per le erbe officinali, Unaproa (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio) per le aromatiche.
Tornerà inoltre il Tropical Fruit Congress, giunto alla terza edizione. Coordinato da Ncx Drahorad, punterà i riflettori sull’avocado, frutto esotico per eccellenza che negli ultimi anni ha registrato numeri in costante crescita con un incremento mondiale previsto del +4,8% fino al 2025. Il congresso approfondirà tendenze di mercato, consumi, commercio, tecnologie e strategie di vendita attraverso il coinvolgimento di esperti, buyer e produttori internazionali. Ad arricchire il tutto anche un’area espositiva tematica, workshop e networking.
Le novità digitali in pieno campo sono le protagoniste dell’area dinamica, proposta che fa di Macfrut un unicum nel panorama fieristico. È la “Smart Agriculture” con la sua rivoluzione 4.0 ad essere al centro dell’edizione 2022, testimoniata dalla presenza delle aziende leader che presentano in diretta le ultime novità in tema di agricoltura di precisione: droni, sensori, intelligenza artificiale, robot e apparati tecnologici specifici per l’agricoltura. A coordinare l’area sarà Rinova in collaborazione con Luciano Trentini. Sempre nell’area dinamica, grande spazio sarà dedicato a un altro dei temi centrali sul futuro dell’agricoltura: il risparmio idrico. L’acqua da tutti è considerato un bene primario, come evidenzia Acquacampus, che presenterà le più moderne tecnologie applicate alle risorse idriche in serra e in pieno campo. A realizzarlo è il CER (Canale Emiliano Romagnolo) insieme all’ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane).
Tra le conferme Biosolutions International Event, il salone internazionale dedicato ai biostimolanti. Per rispondere alle esigenze del consumatore, le produzioni ortofrutticole dovranno fare un uso crescente di prodotti per difesa, nutrizione e biostimolazione di origine naturale. Da qui la centralità delle biosoluzioni presenti in un’area dedicata alle imprese a cui si aggiungono tavoli tecnici di confronto per gli operatori. Le innovazioni più significative verranno premiate nel Biosolutions Innovation Award. A coordinare l’area è Agri2000.
Regione partner sarà l’Emilia-Romagna, territorio che rappresenta una delle aree produttive più importanti e dinamiche d’Italia, leader in Europa per le sue eccellenze con i suoi 44 prodotti certificati DOP e IGP. Le aziende emiliano romagnole e le loro produzioni saranno valorizzate all’interno della fiera con un’area espositiva, eventi e iniziative dedicate.
Confermata per il quarto anno la partnership tra Macfrut e il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia business partner della manifestazione fieristica di riferimento della filiera dell’ortofrutta.
In contemporanea a Macfrut (4-6 maggio) ci sarà il Poultry Forum, evento internazionale dedicato al settore avicolo. L’appuntamento promosso da Fieravicola, in collaborazione con Assoavi e Unaitalia, ospita una giornata dedicata al prodotto finito (4 maggio); una giornata di respiro internazionale in collaborazione con l’Associazione Avicola Euroasiatica (5 maggio); una sessione dedicata agli aspetti scientifici e tecnici con esperti da tutto il mondo (6 maggio) in collaborazione con WPSA, SIPA e ASIC. 

Redazione

Confagricoltura: su richieste d'alberi e stelle di Natale

Secondo Confagricoltura il 70% delle famiglie italiane accenderà un albero di Natale, il cui costo medio in vivaio varia da 25 a 35 euro. Le stelle di Natale, prodotte principalmente in Toscana, Liguria, Lazio, Piemonte e Puglia, hanno avuto per il presidente della Federazione “Florovivaismo” De Michelis un rialzo della domanda del 20%, ma anche del costo di produzione: di oltre il 100% per il riscaldamento delle serre e del +15% per vasi e imballaggi. 


Il mercato delle piante per le feste natalizie è partito molto presto. Sia che si parli di abeti e stelle di natale che di ciclamini o composizioni di fronde e fiori.
Lo ha reso noto la settimana scorsa Confagricoltura, che vede confermate nel 2021 le tendenze dello scorso anno, a cominciare dalla riscoperta dell’albero di Natale, che «oltre il 70% delle famiglie italiane accenderà in queste feste». «Optare per abeti veri è una scelta green – ricorda il presidente della Federazione di prodotto “Florovivaismo” di Confagricoltura Luca De Michelis – e la gente inizia a cogliere questo messaggio. Registriamo infatti un continuo aumento delle richieste». Il costo medio di un albero vero, italiano, comprato nei vivai, varia da 25 a 35 euro. Molti garden center, a fine festività, effettuano il servizio di ritiro, fidelizzando la clientela ed evitando che l’albero venga impropriamente gettato.
Stabile, secondo Confagricoltura, il mercato dei ciclamini, di cui la Liguria è leader, affiancata da Puglia, Lazio e Toscana.
Le stelle di Natale rimangono un must: si producono principalmente in Toscana, Liguria, Lazio, Piemonte e Puglia. Il prezzo varia in base alla grandezza del vaso, ma quest’anno il vero problema è il costo di produzione, aumentato a dismisura. «Le serre sono riscaldate – precisa De Michelis – e il caro bollette ha provocato aumenti per le imprese di oltre il 100%, tanto che alcuni vivai hanno deciso di fermare la produzione di Stelle di Natale per quest’anno, anche se la richiesta è aumentata di oltre il 20% rispetto al 2020. In alcune zone d’Italia le nostre Stelle iniziano a mancare».
«Anche per i fiori recisi – continua il presidente della Federazione “Florovivaismo” – si registrano aumenti esponenziali del caro materie prime: a titolo di esempio, il costo di un singolo stelo è passato in un anno da 0,20 centesimi a 1,20 – 1,40 euro».
Il settore è anche alle prese con l’aumento di circa il 15% dei prezzi per imballaggi, contenitori e vasi di plastica. Si fatica inoltre a trovare la torba per il terriccio.
Nota positiva: il mercato delle fronde recise (ghirlande, rami colorati, pigne, bacche, fogliame) è in grande crescita. «Si tratta ancora di una nicchia – conclude De Michelis – ma molto richiesta e che contraddistingue l’Italia per varietà, qualità e bellezza delle produzioni». 
 

Redazione

assorbimento di CO2 dei suoli agricoli

Lettera della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea in risposta alla richiesta del presidente di Confagricoltura Massimiliarno Giansanti. Una proposta di legge sarà pronta nel 2022 e mirerà a garantire una fonte di reddito aggiuntiva per gli agricoltori mediante certificazione dell’assorbimento di anidride carbonica. L’agricoltura europea assorbirà 310 mln di tonnellate di gas a effetto serra entro il 2030.


Un progetto di legge riguardante l’assorbimento di anidride carbonica dei suoli agricoli sarà presentato dalla Commissione Europea nella seconda parte del 2022. E’ quanto affermato in una lettera che la Direzione Generale per l’Agricoltura ha indirizzato, a nome del Commissario Wojciehowski, al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
A renderlo noto un comunicato del 9 dicembre della Confederazione degli imprenditori agricoli in cui Giansanti afferma: «il nostro settore ha un ruolo da protagonista nella transizione ecologica. Per questo, mi sono rivolto direttamente alla Commissione per evidenziare l’importanza che il sequestro del carbonio riveste ai fini dello sviluppo di un’economia verde».
«La proposta allo studio a Bruxelles – spiega il presidente di Confagricoltura – punterà ad assicurare una fonte di reddito aggiuntivo per gli agricoltori, mediante una metodologia solida e trasparente per la certificazione degli assorbimenti. L’obiettivo è quello di varare appositi certificati verdi».
L’agricoltura europea, ricorda Confagricoltura, è impegnata a garantire l’assorbimento di 310 milioni di tonnellate di gas ad effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica cinque anni dopo. «È una sfida ambiziosa, ma che - puntualizza Giansanti - può essere vinta grazie alla rete di imprese professionali aperte alle innovazioni tecnologiche e in grado di far fronte agli investimenti necessari per la sostenibilità ambientale».
«La transizione ecologica – aggiunge - avrà senza dubbio un impatto sociale ed economico. Per questo, le proposte della Commissione europea dovranno essere precedute da una rigorosa valutazione d’impatto. Al riguardo, nella lettera della Commissione è stato assicurato che tutte le proposte legislative con un impatto significativo - elaborate nell’ambito della strategia “Dal produttore al consumatore” e per la tutela della biodiversità - saranno oggetto di una preventiva valutazione e sottoposte a consultazione pubblica».
«È un messaggio di grande rilievo – conclude il presidente di Confagricoltura – dopo le polemiche suscitate nei mesi scorsi in merito alle conseguenze delle iniziative della Commissione nell’ottica della salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura europea e della lotta al cambiamento climatico su scala globale».

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patto di filiera sulle piante aromatiche liguri

Il 2 dicembre ad Albenga, in un incontro in cui sono stati presentati i risultati della mappatura della produzione florovivaistica ingauna ad opera del CeRSAA, il primo passo del percorso verso un patto di filiera delle piante aromatiche in vaso della Liguria: stabilito il prezzo minimo di riferimento del vasetto di rosmarino, pari a 71 centesimi per vaso da 1/1,20 litri. Nella piana di Albenga 1.169,80 ettari di coltivazioni in pieno campo e circa 276 in serra: l’aromatica n. 1 è il rosmarino con «34 milioni di pezzi» e fra le piante da fiore le margherita con «24 milioni di pezzi prodotti».     


La sigla ufficiale del primo passo di un accordo di filiera triennale sulle piante aromatiche liguri e la presentazione dei dati ufficiali della produzione florovivaistica ingauna (cioè di Albenga) a seguito della mappatura effettuata dal Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola della Camera di Commercio Riviere di Liguria (CeRSAA). 
Questi, sintetizzando quanto riferito oggi dal notiziario del Distretto florovivaistico della Liguria Flornews, i due momenti centrali dell’incontro tenutosi il 2 dicembre scorso ad Albenga, presso la Cooperativa L’Ortofrutticola, a cui sono intervenuti importanti protagonisti del florovivaismo e delle istituzioni liguri per confrontarsi sulle sfide della loro filiera florovivaistica - e in particolare del comparto delle piante aromatiche in vaso, tra sostenibilità, tracciabilità e competitività al cospetto dei costi produttivi in netto aumento - e su strategie coordinate per valorizzare il settore.
«In un contesto di ripresa economica, ma anche di incremento dei costi di produzione – era stato anticipato dal CeRSAA nel comunicato di invito del 26 novembre all’incontro del 2 dicembre - si deve seguire una strategia attraverso obiettivi di breve periodo (garantire la corretta remunerazione) e di lungo periodo (garantire la competitività). Se da un lato, infatti, è necessario che tutta la filiera di produzione e di commercializzazione riconosca la necessità di confrontarsi sui costi di produzione, è fondamentale introdurre contenuti innovativi nei prodotti florovivaistici, proprio al fine di sostenere la loro redditività e la competitività sui mercati di riferimento». In questo modo, facendo leva su alcune misure del PSR della Liguria, «si è ritenuto di partire dalla produzione del rosmarino in vaso, a cui applicare uno schema che andrà propagato per le altre produzioni: individuare e analizzare i costi di produzione, proporre, conseguentemente, un prezzo vendita di riferimento da riconoscere al produttore, stabilire su quali innovazioni di prodotto o di processo produttivo puntare. La finalità ultima è la realizzazione di un Accordo di Filiera, capace di riunire attorno a sé le migliori risorse umane, scientifiche e tecnologiche, al fine di rendere possibile il rinnovo delle opportunità di business nel futuro».
Si è giunti così il 2 dicembre alla «presentazione del Patto di Filiera, che avrà una durata di tre anni, ed alla sua firma». «E’ stato fondamentale – ha sottolineato il direttore del CeRSAA Giovanni Minuto -  trovare regole condivise, con un ragionamento che è iniziato ora ma continuerà nel tempo».
Gli strumenti specifici al raggiungimento dello scopo dell’accordo sono:
- 1) strumenti per raggiungere gli obiettivi di breve periodo:
definizione del prezzo minimo consigliato delle piante aromatiche in vaso di volume 1,20 litri circa per l’annata 2021/22.
- 2) Strumenti per raggiungere gli obiettivi di lungo periodo:
2.1 definizione dei costi di produzione di alcuni, principali, prodotti florovivaistici in vaso su cui basare le strategie di prezzo future entro il giugno 2022;
2.2 stabilire le innovazioni di mercato su cui puntare;
2.3 definire le politiche di valorizzazione connesse con l’innovazione di prodotto.
Il primo step di questo accordo è stata la definizione, accettata il 2 dicembre dai firmatari, del prezzo di riferimento per il vasetto di rosmarino, «la specie aromatica più importante in termini di produzione, per poi applicare e sviluppare in futuro lo schema anche per le altre aromatiche. Il prezzo minimo a cui produttori si impegnano a vendere e i commercianti a comprare è di 71 centesimi per vaso di rosmarino del volume di 1-1,2 L».
Un accordo, come ha sottolineato Minuto, che era «atteso da più di 30 anni» e rappresenta «un rilevante passo avanti verso il miglioramento della gestione della produzione florovivaistica ingauna», dal momento che le aziende firmatarie accettano di partecipare all’avvio di un processo d’innovazione in termini di sicurezza, sostenibilità e tracciabilità e di perseguire obiettivi che permettano di «sostenere i prezzi alla produzione dando valore a quest’ultima, di conoscere le capacità produttive e di condividere investimenti in innovazione».
E a proposito di conoscenza delle capacità produttive, durante l’incontro del 2 dicembre, il direttore Giovanni Minuto ha illustrato anche i risultati di un importante lavoro svolto nei mesi scorsi per mappare la produzione florovivaistica della piana ingauna e avere finalmente dei dati ufficiali precisi, presupposto ineludibile per pianificare le strategie.
In sintesi, è venuto fuori che la piana di Albenga «produce il 20% del totale della produzione florovivaistica di piante in vaso in Italia. 1.169,80 ha (stimati) rappresentano la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) in pieno campo, mentre una percentuale molto inferiore, circa 276 ha rappresentano la SAU in ambiente protetto». Scendendo nel dettaglio, «la maggior parte della SAU è occupata da colture a ciclo primaverile (circa 1047 ha), il restante è suddiviso tra colture a ciclo invernale ed estivo (circa 144 ha) e colture arboree (circa 247 ha). Nel 2021 abbiamo sfiorato i 150 milioni di vasi prodotti prevalentemente di colture primaverili».
Sul podio delle piante aromatiche più coltivate troviamo:1) rosmarino in tutte le sue forme (con oltre 34 milioni di pezzi), 2) lavanda e 3) timo.
Per le piante da fiore la parte del leone la fanno le margherite, con 24 milioni di pezzi prodotti, seguite, con numeri molto inferiori, da ciclamini, crisantemi e Stelle di Natale.
Ulteriori informazioni sull'incontro qua.


L.S.