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In tutto «420 milioni di euro fino al 2032 per il finanziamento della Strategia forestale nazionale, a cui si aggiunge il Fondo per lo sviluppo delle montagne della Presidenza del Consiglio dei Ministri (100 milioni per il 2022 e 200 milioni dal 2023)».
Vengono riassunti così, nel comunicato di fine anno del Mipaaf sulle risorse per il settore agroalimentare della legge di Bilancio 2022, i fondi destinati alla tutela e lo sviluppo del patrimonio forestale e delle montagne. Risorse per l’agricoltura che sono complessivamente raddoppiate rispetto allo scorso anno, «passando da 1 a 2 miliardi di euro», come sottolineato dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.
Per la “Strategia forestale nazionale” è prevista l’istituzione di un fondo con una dotazione di 420 milioni di euro fino al 2032:
- 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023;
- 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032.
Per lo “Sviluppo delle montagne” si prevede invece la creazione di un fondo presso Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie con una dotazione pari a:
- 100 milioni di euro per il 2022
- 200 milioni di euro a decorrere dal 2023. 

Redazione

Le stime del direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi sull’intero settore (vivaismo e floricoltura). Hanno inciso sull’aumento il forte balzo dei costi energetici di quest’anno (+100% sul 2020) e dei trasporti (+100%) e fertilizzanti (+200%). Per Lombardi i costi di produzione nel 2022 potrebbero salire di oltre il 30%. Il presidente Zelari: «gli aumenti che ci sono stati e che ci saranno il prossimo anno penalizzano il nostro settore».

                                 
«Stimiamo che l’incremento dei costi di produzione nel florovivaismo nel suo complesso, vale a dire includendo sia il vivaismo ornamentale del Distretto pistoiese che la floricoltura e il florovivaismo della Valdinievole, abbia superato il 20% sul 2020 e prevediamo che nel 2022 si possa attestare addirittura al +30-35% sul 2021».
A scattare questa fotografia del settore florovivaistico, a seguito di verifiche fra le aziende associate e importanti agrarie del territorio provinciale, è il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi, che aggiunge: «non dovrebbero esserci grosse differenze fra il vivaismo del distretto nella piana pistoiese con le sue piante da esterno, sul quale incidono assai di più i costi di trasporto ed export, e la floricoltura/florovivaismo della Valdinievole, dove pesano maggiormente invece i costi di riscaldamento delle serre». «E’ chiaro che a innescare questo forte aumento dei costi produttivi – spiega Lombardi – è stato il balzo della voce costi energetici nel suo complesso, salita di oltre il 100% da inizio 2021 e che prevediamo possa crescere di un altro 50% nel 2022. Ciò ha condizionato la voce spese di trasporto (+100%), che hanno risentito anche della pandemia e, nel mercato britannico, della Brexit; ma ha influito anche sul prezzo dei fertilizzanti, saliti del 200% nel 2021. Comunque un po’ tutto è aumentato, anche se in misura minore, dal terriccio e la torba (+25% nel 2021), ai vasi in plastica (+20%) e le confezioni e imballaggi (+15%), agli agrofarmaci (+3/4%) ecc.».
«Si tratta di stime e ogni singolo comparto presenta delle peculiarità e differenze – commenta il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari -. Ma questa è l’entità degli aumenti che ci sono stati e che proseguiranno, confidiamo a ritmo inferiore, anche il prossimo anno, penalizzando il florovivaismo così come tutta l’economia. Non ci resta che prenderne atto e sperare in contromisure adeguate dei vari livelli di governo».

Redazione

Stelle di Natale made in Tuscany Cia Toscana Centro

Per Cia Toscana Centro le vendite di Poinsettie prodotte nella nostra Regione sono cresciute nel 2021 del 5% mentre i prezzi dell’8%. Il presidente Sandro Orlandini: «bilancio positivo, la qualità delle nostre produzioni è riconosciuta e molto richiesta dal mercato interno. Destano però preoccupazione gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione» (oltre il +30%, secondo le stime di Cia).


Florovivaismo toscano in salute a fine 2021. A trainare lo sprint di fine anno del settore è il mercato delle Stelle di Natale: bene il made in Tuscany, con un aumento dei prezzi (+8%) per i produttori e un incremento del 5% delle vendite. A sottolinearlo è Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro. 
Grande richiesta per la Stella di Natale rosa, una novità ma già la più richiesta dal mercato. Bene le piante in vaso e ad alberello. Offerta inferiore alla domanda (-15%) e prodotto toscano completamente esaurito da settimane, con il Nord Italia (Lombardia e Veneto) i mercati più importanti. A preoccupare però sono i costi di produzione alle stelle – gasolio, energia elettrica e materiali di lavoro – che sono cresciuti di oltre il 30% e che andranno ad incidere soprattutto sulle produzioni della prossima primavera. 
La Cia Toscana Centro fa inoltre sapere che nella zona di Pescia conta circa 130 aziende agricole impegnate nella produzione dei fiori (che conferiscono al Mercato dei fiori della Toscana di Pescia), mentre sono 20 quelle che producono Stelle di Natale e piante in vaso fiorite.
«Possiamo fare un bilancio positivo – sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro –; la qualità delle nostre produzioni è riconosciuta e molto richiesta dal mercato interno. Una boccata d’ossigeno importante per il florovivaismo di questo territorio, grazie anche alle già buone performance del mese di novembre, e dopo quasi due anni molto complicati condizionati dagli effetti della pandemia sui mercati e le chiusure del 2020. Destano però preoccupazione gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione: in particolare l’aumento del gasolio e dell’energia elettrica fondamentali per la produzione in serra, ma anche il costo dei vasi in plastica e altri materiali per la produzione. Un 2021 che ha visto la ripartenza delle cerimonie (matrimoni o battesimi), l’augurio è che il trend positivo possa proseguire anche nei prossimi mesi». 
Bene in questo fine anno anche il mercato dei ciclamini, in questo caso si confermano richieste le varietà e i colori tradizionali (rosso, bianco, viola), i prezzi in questo caso sono in linea con il 2020. 
In Toscana si coltivano fiori e piante in 6.500 ettari di superficie (lo 0,90% della Sau regionale), ma il settore vale un terzo del fatturato (900 milioni di euro) dell’agricoltura toscana. Con oltre 3.300 imprese florovivaistiche (di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi), con una grande incidenza su occupazione ed economia indotta, oltre ad una forte vocazione, in tempi normali, all’export.


Redazione

Cia Toscana organizza il 21 dicembre a Firenze un incontro sull’emergenza risorsa idrica nel sistema agricolo toscano, dove «solo il 9% dei campi sono irrigati». Il presidente di Cia regionale Brunelli: «puntare a una capacità irrigua totale». Interviene l’assessora regionale all’agricoltura Saccardi. Tra i relatori i presidenti del Distretto rurale vivaistico di Pistoia Ferrini e del Distretto rurale del Chianti Cappellini, oltre al direttore del Consorzio Vino Chianti Bani.

Nella nostra regione soltanto il 9% delle superfici agricole sono irrigate. Questione da non sottovalutare in epoca di cambiamenti climatici.
A questa problematica e al ruolo della risorsa idrica nel sistema agricolo toscano è dedicato il seminario in programma martedì 21 dicembre 2021 alle ore 9 a Firenze a Palazzo Incontri (Sala Verde) in via dei Pucci n. 1.  L’appuntamento è organizzato da Cia Agricoltori Italiani della Toscana e sarà moderato da Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana Centro.
«Per continuare a produrre qualità – dichiara Luca Brunelli, presidente di Cia Toscana – è necessario puntare ad una capacità irrigua totale, mentre va ricordato che a livello regionale abbiamo solo una minima parte di superficie irrigua. Questo non è assolutamente sufficiente. Non possiamo pensare di avere agricoltura fra venti anni senza una progettualità che metta l’irrigazione in primo piano: se non riusciamo a irrigare i nostri vigneti, oliveti e le nostre colline non avremo più produzioni».
«E’ uno sforzo importante – aggiunge Brunelli - oggi dobbiamo approfittare del Pnrr laddove è possibile, ma dobbiamo guardare oltre agli schemi attuali. Progettare una realtà irrigua in Toscana non è più rimandabile: la Regione si deve prendere la responsabilità di animare il tavolo sul tema acqua e di essere protagonista di indirizzo e di sviluppare questo progetto. Senza acqua non avremo più un’agricoltura di qualità e competitiva nella nostra regione».

Programma
Saluti di Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’agricoltura; di Federico Gianassi, assessore alle attività produttive del Comune di Firenze; Gerri Martinuzzi, dirigente area servizi promozione della Camera di Commercio di Firenze.
Seguiranno gli interventi di Marco Bottino, presidente Anbi Toscana; Francesco Ferrini, presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia; Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti; Luigi Cappellini, presidente del Distretto Rurale del Chianti; Giacomo Cucini, Unione dei Comuni del Circondario dell’Empolese Val d’Elsa; Stefano Passiatore, presidente Unione Montana dei Comuni del Mugello.
Conclude i lavori Luca Brunelli, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana.
Per partecipare all’iniziativa è necessario iscriversi qui.
Il seminario fa parte dell’intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana Sottomisura 1.2.

Redazione

Confagricoltura sfida digitale con HubFarm

Fra ieri e oggi all’assemblea nazionale di Confagricoltura il presidente Giansanti ha tracciato le linee d’azione della confederazione fra controllo dell’«esplosione dei costi» e accompagnamento delle imprese agricole «nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica». Il progetto “HubFarm” fa leva su una piattaforma cloud di Microsoft e sulla collaborazione con Reale Mutua.


«Abbiamo bisogno di un’agricoltura sempre più proiettata sul mercato per rispondere alle richieste dei consumatori: miglior cibo a prezzi accessibili, senza dimenticare la sostenibilità ambientale, attraverso l'agricoltura circolare di cui ci occupiamo da sempre. Ma intanto dobbiamo cercare di contenere la spinta inflazionistica. Dobbiamo intervenire sul cuneo fiscale per le imprese e a vantaggio dei lavoratori. La ripresa dei costi e dell’inflazione sarà transitoria, come ha riconosciuto ieri la Federal Reserve: in quest’ottica dobbiamo cominciare a riflettere sulla possibilità di un nuovo scostamento di bilancio pubblico, perché è essenziale non rallentare i processi di ripresa post pandemica e non dare il via a una pericolosissima spirale di prezzi e salari».
E’ quanto dichiarato oggi dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti all’assemblea pubblica con i ministri delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, a cui è stato presentato il progetto di innovazione digitale HubFarm, insieme all’amministratore delegato di Microsoft Italia, Silvia Candiani, e al direttore generale di Reale Mutua, Luca Filippone.
Sulle pressioni inflazionistiche Giansanti era già intervenuto ieri durante gli incontri per gli adempimenti statutari dell’assemblea affermando che «le imprese agricole sono alle prese con un’esplosione dei costi di produzione che, in assenza di interventi, rischia di avere un forte impatto sulle prospettive dei raccolti», dal momento che «molti agricoltori stanno valutando di rinviare le semine o di modificare i normali assetti produttivi, proprio per le difficoltà che stanno vivendo». Al punto che il presidente di Confagricoltura ha reiterato la richiesta di un intervento del Governo nell’ambito delle discussioni della manovra di bilancio. Nell’occasione aveva sottolineato anche che «il problema di liquidità delle imprese è grave e rischia, come evidenziato al Governo, di generare una nuova situazione di incertezza in una fase cruciale per la ripresa post pandemica». Per cui «la semplice proroga delle scadenze non è sufficiente». Mentre agli associati aveva illustrato le linee del Piano stategico nazionale annunciato ieri l’altro dal ministro Patuanelli alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, evidenziando che si tratta di una sintesi equilibrata tra le diverse esigenze di cui tener conto, «ferme restando le nostre riserve sugli obiettivi di fondo e sugli strumenti della nuova politica agricola comune». In Europa, aveva aggiunto, sarà necessaria una difesa sempre più forte dagli attacchi alla dieta mediterranea, rappresentati non solo dal Nutriscore, ma anche dalle discussioni in corso, in seno al Parlamento europeo, sulle iniziative sulla lotta contro il cancro, che hanno messo ingiustamente sotto accusa anche il consumo moderato di vini e di carni rosse
La digitalizzazione, le energie rinnovabili e l’agricoltura 4.0, o meglio addirittura 5.0, con la presentazione della piattaforma tecnologica "HubFarm", sono stati i temi affrontati oggi al cospetto dei ministri dell’agricoltura e della transizione ecologica. «Intanto utilizziamo le risorse che il Governo mette a disposizione sulla meccanizzazione, che rispondono alle richieste di Confagricoltura su Agricoltura 4.0 e che si inseriscono perfettamente nel progetto che presentiamo oggi – ha detto Giansanti -. Ma occorre di più: serve una logistica efficiente, che sappia fare sistema. Chiediamo alle istituzioni uno sforzo verso una visione di mercato, di impresa, che punti sulla qualità». «Abbiamo proposto l’istituzione di un fondo pubblico per gli investimenti delle imprese agricole nelle rinnovabili - ha aggiunto Giansanti - per agevolare la diffusione delle energie green, che hanno un ruolo di primo piano nel processo di decarbonizzazione». E «anche la qualità della spesa pubblica sarà fondamentale. Oggi noi stiamo mettendo in discussione i nostri modelli per migliorare. Se l’impresa cambia, dobbiamo saper dare una risposta, e dobbiamo farlo insieme. Il progetto HubFarm non genera valore all’Organizzazione in sé, ma alle imprese, ai lavoratori, e risponderà alle richieste dei consumatori che vogliono informazioni corrette».
Su HubFarm, l’ambizioso progetto che dovrà «accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica», Giansanti ha detto che, poiché l’agricoltura deve assolutamente colmare alcuni gap che ne frenano la crescita e la competitività, «il nostro obiettivo è riposizionare le imprese agricole al centro del contesto economico nazionale, aggregandole in un’unica piattaforma con gli sviluppatori e con gli incubatori tecnologici, oltre che con il mondo della ricerca, con l’agroindustria più avanzata, con partner tecnologici, con player di altissimo livello». Si parla di «Internet of Things (IoT), big data, innovazioni con una serie di elaborazioni e con servizi digitali ad alto valore aggiunto per le imprese agricole che ne usufruiranno ma, allo stesso tempo, che l’alimenteranno con i propri dati aziendali e territoriali. Ruolo fondamentale svolgeranno le strutture territoriali di Confagricoltura, garantendo il contatto diretto con le imprese agricole e fornendo il supporto necessario per l’accompagnamento e il trasferimento tecnologico e digitale. Il progetto sarà utile per semplificare i processi amministrativi, burocratici e di certificazione».
Confagricoltura si sta preparando anche ad assistere le aziende che saranno alle prese con la transizione ecologica prevista dalla nuova Pac e dal New Green Deal. Le innovazioni ed i dati informativi non saranno legati solamente alla produzione di beni alimentari, ma concorreranno ad innalzare il valore aggiunto, ad incentivare le filiere no-food ed in particolar modo quelle energetiche. Ciò permetterà, insieme alla transizione tecnologica e digitale, di avere anche una transizione ecologica reale. L’agricoltura dovrà fornire un supporto concreto nella produzione di energie sostenibili. «Finora abbiamo parlato di ‘agricoltura 4.0’ – ha sottolineato Giansanti -. Con orgoglio posso dire che stiamo lavorando per l’agricoltura 5.0, che supera i gap, che si proietta con determinazione nel futuro che va delineando la Commissione europea di una sostenibilità economica che dovrà coniugarsi a quella ambientale, per vincere la sfida di produrre di più a minor impatto ambientale». «Il progetto – ha concluso il presidente di Confagricoltura - permetterà all’agricoltura italiana di collocarsi su livelli produttivi e tecnologici, ma anche ecologici, concorrenziali rispetto agli altri Paesi europei e non».
«Il digitale consente, partendo dai dati, di aiutare ogni organizzazione, anche quelle del settore agricolo, a definire le aree di efficientamento e quelle di innovazione: dal precision farming fino al tracciamento della filiera agro alimentare - ha dichiarato Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia -. Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione del progetto HubFarm la nostra piattaforma cloud e le nostre competenze, facendo ecosistema con Confagricoltura e Reale Mutua, con l’obiettivo di innovare il settore agricolo italiano, renderlo competitivo sugli scenari globali e continuare sulla strada dell’eccellenza del nostro Made in Italy, in vista dei progetti di ammodernamento del settore previsti dal PNRR».
«L’innovazione e la digitalizzazione - ha affermato Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua - sono elementi fondamentali per Reale Mutua, che da 194 anni affonda profondamente le sue radici nel mondo agricolo. Abbiamo recentemente scelto di essere una società benefit con un forte modello di sostenibilità che ci guida, e per questo motivo, insieme a Confagricoltura e Microsoft, vogliamo comprendere ancora meglio l’ambito dei bisogni delle imprese agricole, motore dello sviluppo del nostro Paese, per accompagnarle nella transizione digitale e sostenibile, attraverso una piattaforma innovativa in grado di contribuire a migliorare la loro efficienza e garantire il rispetto per l’ambiente che coltiviamo».
 

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