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«La scarsa disponibilità di fertilizzati, legata alla situazione russa e al forte aumento dei costi energetici, ha comportato anche la chiusura dello stabilimento italiano del principale produttore di urea a livello UE. Le ripercussioni sulla campagna attuale dei cereali saranno importanti, in particolare su grano e mais. Il prezzo dell’urea ha infatti superato i 1000 €/ton proprio in un momento in cui si avrebbe grande necessità di queste materie prime, fondamentali per la produzione alimentare italiana».
E’ quanto dichiarato oggi in una nota di Compag, la Federazione Nazionale delle rivendite agrarie e dei centri di stoccaggio, un settore dal fatturato di circa 3,8 miliardi di euro, che non nasconde la seria preoccupazione per la scarsa disponibilità delle materie prime e per l’aumento dei costi energetici. «Solo per i cereali, la cui campagna è attualmente in corso – aggiungono da Compag - si stima che la necessità di urea potrà essere di 8-10 milioni di quintali».
Compag propone pertanto al Governo di «intervenire in emergenza al fine di rimettere in produzione lo stabilimento italiano e prevedere anche dei contributi che rendano accessibile il prezzo dell’urea. Bisogna inoltre riformulare le attuali limitazioni nell’utilizzo di altre forme di fertilizzanti, come, ad esempio, i liquami».

L.S.

gestione forestale - linee guida per ridurre gli impatti al suolo nell'esbosco

Il testo, disponibile gratuitamente online, è stato scritto da un professore e alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto “SKIDDFORW” per gli operatori della filiera forestale. L’assessora Saccardi: «quando parliamo di gestione forestale sostenibile occorre promuovere una maggiore consapevolezza nello svolgimento dell’esbosco, non solo per la sicurezza degli operatori, ma anche per rendere gli interventi di minor impatto».

 
Si intitola Buone prassi per la riduzione degli impatti durante le operazioni di esbosco ed è un opuscolo di una settantina di pagine contenente le linee guida operative frutto del progetto SKIDDFORW del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze, in collaborazione con il settore Forestazione della Regione Toscana. 
L’opuscolo, pubblicato di recente a firma di un professore (Andrea Laschi), due ricercatori (Giovanni Mastrolonardo e Francesco Neri) e un’assegnista di ricerca (Elena Marra) del Dagri, è scaricabile gratuitamente in formato pdf a questo link e si rivolge ai tecnici, progettisti ed operatori forestali che a vario titolo si interessano della filiera foresta-legno, sia per quanto riguarda gli aspetti strettamente tecnici ed operativi che per quelli progettuali, tesi ad un’attenta pianificazione dei lavori. Si tratta di un testo di gestione forestale sostenibile che fornisce in particolare indicazioni operative per la riduzione degli impatti al suolo durante le operazioni di esbosco dei prodotti legnosi ad opera di macchine e attrezzature altamente meccanizzate, che con il passare degli anni sono diventate sempre più potenti e più pesanti.
Il progetto da cui sono nate le linee guida è intitolato “Determinazione degli impatti dell'esbosco di legname sul suolo con SKIDDer e FORWarder: sviluppo di nuove metodologie e confronto tra i due sistemi”, dove SKIDDer, detto anche “macchina esboscatrice”, è un tipo di veicolo pesante utilizzato per estrarre gli alberi tagliati dai boschi, mentre FORWarder è un veicolo forestale che trasporta i grossi tronchi abbattuti fino all’imposto sulle strade forestali. Tale progetto si è basato su un approccio multidisciplinare che ha coinvolto sia aspetti maggiormente connessi alla pianificazione delle operazioni di esbosco del legname, sia aspetti sperimentali e di ricerca mirati alle valutazioni degli impatti su suolo e soprassuolo.
«Quando parliamo di gestione forestale sostenibile – ha commentato l’assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi -  oggi più che mai, occorre promuovere una maggiore consapevolezza nello svolgimento dell’esbosco, una attività che richiede attenzione e conoscenza, non solo per la sicurezza stessa degli operatori, ma anche per rendere gli interventi di minor impatto possibile nei confronti del bosco e far sì che questa importante risorsa, di cui è ricca la Toscana, possa nel futuro perpetuarsi al meglio».
 

Redazione

Patuanelli al G7 dell'agricoltura - guerra in Ucraina
Preoccupazione per il mancato approvvigionamento di cereali e di semi oleosi, di cui l'Ucraina è uno dei maggiori esportatori, e per il rischio di uno stop alle esportazioni di fertilizzanti e carburanti da parte della Russia, in risposta alle sanzioni economiche ricevute.
Sono i due timori principali espressi dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli al G7 straordinario sull'Agricoltura che si è svolto ieri in videoconferenza. Un incontro organizzato con l’intento di «contribuire ad alleviare le ripercussioni del conflitto fra Russia e Ucraina sui sistemi agroalimentari locali e globali, sostenendo in particolare la ripresa del settore agricolo in Ucraina, e cooperare con i Paesi più vulnerabili che subiranno conseguenze dalla guerra in termini di sicurezza alimentare».
Patuanelli si è soffermato, più in generale, sul grande impatto che «il conflitto sta generando sui mercati mondiali, sia a livello di reperibilità che di aumento incontrollato dei prezzi» e ha messo in evidenza che «l'aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici sta progressivamente erodendo la redditività dell'attività economica non solo dei Paesi europei, ma anche di quelli in via di sviluppo, per i quali il mancato afflusso dei prodotti agricoli ucraini, fondamentali alla sussistenza, potrebbe ulteriormente aggravare i già rilevanti problemi di sicurezza alimentare». 
Infine ha sottolineato quanto sia fondamentale in questa fase «portare avanti, da una parte, una valutazione continua e minuziosa dei bisogni dei Paesi più in difficoltà, da affidare alle organizzazioni internazionali quali la FAO ed il PAM e, dall'altra, monitorare e analizzare i mercati, iniziativa fondamentale anche per le fasi successive».
 

Redazione

rischio incendi in Toscana - divieto abbruciamenti
Non piove da diverso tempo e non dovrebbe piovere nei prossimi giorni in Toscana. Inoltre le previsioni meteo del Consorzio Lamma preannunciano ancora giornate di venti provenienti dal nord-est e conseguente bassa umidità dell’aria. Il livello del rischio incendi è quindi molto alto e dovrebbe aumentare ulteriormente nelle due settimane a venire.
Pertanto la Regione Toscana ha istituito da oggi sabato 12 marzo fino a domenica 27 marzo su tutto il territorio regionale il divieto assoluto di abbruciamenti di residui vegetali agricoli e forestali (potature, sfalci ecc.), così come di qualsiasi accensione di fuochi, ad eccezione della cottura di cibi in bracieri e barbecue in abitazioni o pertinenze e all’interno di aree attrezzate (ma pure in questi casi nel rigido rispetto delle prescrizioni del regolamento forestale), «a seguito dell'attuale rischio di sviluppo di incendi boschivi legato alle condizioni climatiche». 
La mancata osservanza dei divieti comporterà l’applicazione delle «pesanti sanzioni» previste in materia, ha fatto sapere ieri con un comunicato stampa la Regione Toscana rivolgendosi a «imprenditori agricoli e privati cittadini». Nel comunicato è messa in evidenza anche «l'importanza di segnalare tempestivamente eventuali focolai» ai seguenti numeri:
- Numero verde 800.425.425 della sala operativa regionale
- 115 dei Vigili del Fuoco
- 112 numero di emergenza unico europeo
 

Redazione

«L’8 Marzo 2022 ha significato un +25% di conferimenti di mimosa proveniente soprattutto dai soci della Liguria e specularmente un +25% di confezioni vendute, pari a oltre 500.000 pezzi, nei vari pesi e formati».
Così è stato riassunto in una nota pubblicata ieri il risultato delle vendite di mimose della cooperativa pesciatina Flora Toscana in occasione della Festa della Donna 2022.
«Ci riteniamo soddisfatti – si legge nella nota -, la quantità di mimosa, soprattutto nella varietà Gauloise, ha risposto molto bene alla richiesta del mercato. Anche a livello qualitativo il prodotto è andato molto bene, nonostante le rigide temperature il clima asciutto ha fatto sì che la qualità del prodotto fosse eccellente».
Flora Toscana conclude che «nonostante i timori per l’aumento delle materie prime in particolar modo degli imballaggi, dei trasporti e dei tristi venti di guerra provenienti dall’Est europeo, il mercato, in tutti i suoi canali, ha retto molto bene».

Redazione