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«La scarsa disponibilità di fertilizzati, legata alla situazione russa e al forte aumento dei costi energetici, ha comportato anche la chiusura dello stabilimento italiano del principale produttore di urea a livello UE. Le ripercussioni sulla campagna attuale dei cereali saranno importanti, in particolare su grano e mais. Il prezzo dell’urea ha infatti superato i 1000 €/ton proprio in un momento in cui si avrebbe grande necessità di queste materie prime, fondamentali per la produzione alimentare italiana».
E’ quanto dichiarato oggi in una nota di Compag, la Federazione Nazionale delle rivendite agrarie e dei centri di stoccaggio, un settore dal fatturato di circa 3,8 miliardi di euro, che non nasconde la seria preoccupazione per la scarsa disponibilità delle materie prime e per l’aumento dei costi energetici. «Solo per i cereali, la cui campagna è attualmente in corso – aggiungono da Compag - si stima che la necessità di urea potrà essere di 8-10 milioni di quintali».
Compag propone pertanto al Governo di «intervenire in emergenza al fine di rimettere in produzione lo stabilimento italiano e prevedere anche dei contributi che rendano accessibile il prezzo dell’urea. Bisogna inoltre riformulare le attuali limitazioni nell’utilizzo di altre forme di fertilizzanti, come, ad esempio, i liquami».
L.S.
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Il testo, disponibile gratuitamente online, è stato scritto da un professore e alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto “SKIDDFORW” per gli operatori della filiera forestale. L’assessora Saccardi: «quando parliamo di gestione forestale sostenibile occorre promuovere una maggiore consapevolezza nello svolgimento dell’esbosco, non solo per la sicurezza degli operatori, ma anche per rendere gli interventi di minor impatto».
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«L’8 Marzo 2022 ha significato un +25% di conferimenti di mimosa proveniente soprattutto dai soci della Liguria e specularmente un +25% di confezioni vendute, pari a oltre 500.000 pezzi, nei vari pesi e formati».
Così è stato riassunto in una nota pubblicata ieri il risultato delle vendite di mimose della cooperativa pesciatina Flora Toscana in occasione della Festa della Donna 2022.
«Ci riteniamo soddisfatti – si legge nella nota -, la quantità di mimosa, soprattutto nella varietà Gauloise, ha risposto molto bene alla richiesta del mercato. Anche a livello qualitativo il prodotto è andato molto bene, nonostante le rigide temperature il clima asciutto ha fatto sì che la qualità del prodotto fosse eccellente».
Flora Toscana conclude che «nonostante i timori per l’aumento delle materie prime in particolar modo degli imballaggi, dei trasporti e dei tristi venti di guerra provenienti dall’Est europeo, il mercato, in tutti i suoi canali, ha retto molto bene».
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