ROSE IN SOFFERENZA PER IL CLIMA: IN EUROPA CALA L’OFFERTA, SALGONO I PREZZI
- Andrea Vitali

È il fiore più venduto e simbolicamente carico del panorama floricolo globale, ma oggi la rosa recisa si trova al centro di una crisi produttiva che sta generando forti preoccupazioni lungo tutta la filiera europea. Le principali aree di coltivazione in Africa orientale – in particolare Kenya ed Etiopia – sono state recentemente interessate da condizioni climatiche avverse: piogge persistenti, ondate di freddo fuori stagione e grandinate hanno compromesso raccolti e cicli di fioritura, con conseguente riduzione dell’offerta proprio in una fase dell’anno strategica, alle porte delle ricorrenze autunnali e dell’alta stagione cerimoniale.
La rosa, che rappresenta oltre il 30% del mercato globale dei fiori recisi, si dimostra particolarmente sensibile ai cambiamenti repentini di temperatura e all’eccesso di umidità, soprattutto nelle coltivazioni in serra o in altitudine. Tali condizioni rallentano la produttività, riducono le rese e accrescono le perdite legate a patologie fungine e danneggiamenti fisici.
Le ripercussioni non si sono fatte attendere: secondo Eurostat, nel secondo trimestre del 2025 l’indice medio dei prezzi agricoli in Europa ha segnato un incremento del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Parallelamente, nelle aste floricole si rileva un calo dei volumi disponibili attorno al 10%, con una qualità del prodotto spesso disomogenea. Gli operatori al dettaglio si vedono costretti a riorientare l’offerta, privilegiando varietà stagionali più resilienti e legate a filiere corte o nazionali, come crisantemi, anemoni, lisianthus e bacche ornamentali.
Tuttavia, il caso delle rose costituisce solo un indicatore di una vulnerabilità più strutturale. Il sistema florovivastico internazionale appare fortemente dipendente da pochi poli produttivi localizzati in aree climaticamente instabili, dove la frequenza degli eventi estremi è in aumento. In assenza di strategie condivise di adattamento e gestione del rischio, simili criticità potrebbero evolversi da eccezioni a fattori ricorrenti.
In tale contesto, alcuni operatori del commercio florovivaistico internazionale stanno esplorando soluzioni alternative di approvvigionamento per contenere l’impatto della scarsità e ristabilire l’equilibrio nelle forniture. Royal FloraHolland, uno dei principali hub logistici e commerciali del settore, ha sottolineato in recenti dichiarazioni la necessità di una supply chain globale più diversificata, capace di preservare l’ampiezza dell’assortimento e la competitività del mercato europeo.
La crisi delle rose, quindi, non riguarda solo un segmento di prodotto, ma chiama in causa il modello stesso su cui si fonda il florovivaismo moderno. Un modello che, di fronte al cambiamento climatico, necessita di un profondo ripensamento in chiave di sostenibilità, efficienza logistica e resilienza sistemica.
Andrea Vitali