GIARDINI FUNERARI DELL’ANTICO EGITTO: UN’ISPIRAZIONE VERDE PER L’ETERNITÀ
- AnneClaire Budin
Scoperto a Luxor un giardino funerario del Medio Regno. Simbolo di rinascita, invita oggi a ripensare il ruolo del verde nei luoghi del commiato.
Nel 2017, nella necropoli di Dra Abu el-Naga vicino a Luxor, una missione archeologica spagnola ha portato alla luce un giardino funerario di 4000 anni. Finora noto solo tramite affreschi e bassorilievi, è il primo mai ritrovato integro nell’antica Tebe. Piccolo e ordinato, misurava 3 metri per 2 e presentava aiuole quadrate coltivate, delimitate da contenitori ceramici e offerte di frutti essiccati.

Il giardino era situato all’ingresso di una tomba del Medio Regno, forse come portale simbolico tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Le piante ritrovate, tra cui sycomori e forse Persea, erano associate a concetti come rinascita e fertilità. La presenza di datteri, radici e semi testimonia la cura con cui venivano selezionati gli elementi vegetali per accompagnare il defunto nel suo viaggio nell’aldilà.

Questo spazio non era un mero ornamento: rappresentava il ciclo della vita e l’ideale di rigenerazione. Simile a un orto sacro, il giardino evocava un ordine cosmico, offrendo al defunto e ai visitatori un luogo rituale e vegetale dove contemplare la trasformazione. Accanto al giardino, la scoperta di una cappella in mattoni e stele votive rafforza l’ipotesi di una funzione cerimoniale prolungata nel tempo.

L’archeologia ci consegna così un’idea potente: il verde come soglia tra i mondi. Una visione che oggi può ispirare la progettazione di nuovi santuari del commiato, dove i giardini non siano solo contorno, ma parte integrante dell’esperienza memoriale. Creare aiuole rituali, orti votivi, o selezionare essenze vegetali legate al ricordo, può restituire umanità e simbolo ai luoghi della separazione.

Ripensare il paesaggio funerario attraverso il prisma dell’antico Egitto non è solo un esercizio estetico, ma un atto culturale. In un presente che tende a rimuovere la morte, il verde può tornare a essere veicolo di continuità, pace e trasformazione, come lo fu un tempo sulle rive del Nilo.
AnneClaire Budin – Floraviva
© Floraviva – riproduzione riservata | 27 ottobre 2025