EUROFLORA: CONFAGRICOLTURA RILANCIA L'EXPORT FLOROVIVAISTICO E CHIEDE RECIPROCITA'
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in Il vivaista

A Genova, nella cornice di Euroflora, Giansanti e De Michelis ribadiscono il ruolo strategico dell’ibridazione e l’urgenza di soluzioni per un verde più resiliente
In un contesto globale segnato da tensioni commerciali e cambiamenti climatici sempre più estremi, il florovivaismo italiano conferma la sua centralità produttiva ed esportativa grazie all’innovazione varietale e alla qualità delle sue piante. È quanto emerso dalla visita istituzionale del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e del direttore generale Roberto Caponi a Euroflora 2025, dove l’Organizzazione è presente con un ampio spazio espositivo dedicato alla Liguria, uno dei territori chiave per il settore.
Nel cuore dei Parchi di Nervi, Giansanti ha ricordato come “l’Italia esprima una progettualità fondata su tecnologia, ricerca applicata e innovazione”, ma ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di reciprocità negli scambi internazionali, denunciando l’impatto crescente delle barriere tariffarie e non tariffarie imposte dagli Stati Uniti su diversi comparti agricoli, incluso quello florovivaistico.
Il valore del settore è tutt’altro che marginale: 3,14 miliardi di euro, pari al 4,7% del valore della produzione agricola nazionale, con 1,2 miliardi di euro di export concentrati principalmente su Francia, Paesi Bassi e Germania. L’Italia è oggi il terzo produttore dell’Unione Europea, alle spalle solo di Olanda e Spagna, grazie a un know-how radicato nel tempo.
A prendere parola anche Luca De Michelis, presidente della Federazione Nazionale Florovivaismo, che ha posto l’accento su una eccellenza genetica riconosciuta nel mondo, dai garofani agli anemoni, fino ai ranuncoli liguri recentemente rilanciati grazie a cloni autoctoni. “Anche se gli Stati Uniti non sono il nostro primo mercato – ha spiegato De Michelis – rappresentano un bacino importante per il comparto delle fronde, che risentirebbe in modo pesante dell’applicazione di dazi aggiuntivi”.
Ma non solo commercio: a Euroflora si è parlato anche di clima e adattamento. Secondo gli operatori locali, entro il 2050 la Liguria potrebbe vivere un clima simile all’attuale Marrakech, con tutte le implicazioni che questo comporta: tropicalizzazione, siccità prolungate, ma anche eventi estremi e alluvionali. Da qui la necessità di puntare su soluzioni agronomiche e varietali innovative, capaci di rendere il verde urbano e periurbano più resistente e funzionale.
L’incontro promosso da Confagricoltura a Euroflora si è dunque rivelato un’occasione cruciale per riaffermare la strategicità del florovivaismo nel panorama agricolo italiano ed europeo, chiedendo un quadro commerciale internazionale più equo e favorendo allo stesso tempo la diffusione di pratiche e prodotti resilienti, all’altezza delle sfide ambientali future.
Redazione