VENDEMMIA 2025: PRODUZIONE VINO IN CRESCITA MA MERCATI FRAGILI
- Andrea Vitali

La produzione segna +8% rispetto al 2024: bene il Sud, stabile il Nord-Est, Toscana in calo ma con qualità alta. Sfide per mercati e dazi USA.
Siamo ormai in piena vendemmia 2025 e i dati preliminari indicano un ritorno a volumi consistenti: le stime concordi di Assoenologi, UIV e ISMEA parlano di circa 47,4 milioni di ettolitri, ossia un +8 % rispetto al 2024. Le uve appaiono in buono stato sanitario, grazie a una stagione che, pur caratterizzata da alternanze climatiche, ha consentito una maturazione positiva grazie a riserve idriche accumulate e a una primavera ben distribuita.
Geografia produttiva e differenziazioni regionali
Il recupero quantitativo non è uniforme: le regioni del Sud mostrano incrementi marcati (+19 % complessivo per il Mezzogiorno, con la Puglia +17 %). Nel Nord-Est si registrano aumenti più contenuti (+3 % in molte zone), mentre al Centro la variabilità è forte: la Toscana fatica con un calo stimato del 13 % nonostante una qualità elevata, mentre Marche, Umbria e Lazio evidenziano risultati più favorevoli (Marche +18 %, Umbria +10 %).
In Veneto si parla di un incremento tra il 3 % e il 5 % rispetto al 2024, con la raccolta suddivisa in più fasi: Pinot e Chardonnay anticipati, Glera (Prosecco) verso inizio settembre, Corvina a metà mese, altri vitigni più tardivi in seconda metà settembre. In Toscana, invece, si mantiene un’attenzione particolare all’equilibrio qualità/quantità: nonostante la flessione nei volumi, le uve destinate ai grandi rossi mostrano un profilo aromatico e fenolico molto promettente.
Un caso emblematico è quello del Morellino di Scansano: il Consorzio segnala che, pur con quantità inferiori, la vendemmia 2025 si preannuncia di ottima qualità, con uve sane e maturazioni regolari. Diventa così cruciale supportare il valore del vino attraverso strategie di mercato e comunicazione mirata.
Qualità in primo piano, ma il mercato scruta con preoccupazione
L’aspetto più positivo è che le premesse qualitative sono molto promettenti: maturazioni ben bilanciate tra zuccheri, acidità e componenti fenoliche, escursioni termiche favorevoli nel finale di stagione e stato sanitario delle uve nelle migliori condizioni possibili. Tuttavia, oltre i filari, la campagna si gioca anche sui mercati: l’ottimismo è mitigato da fattori esterni quali il calo dei consumi globali, l’eccesso di offerta e le barriere tariffarie, in particolare i dazi statunitensi che gravano sull’export vinicolo italiano.
Le associazioni e i consorzi guardano a un autunno strategico: trattative commerciali, diversificazione dei mercati e campagne promozionali mirate saranno cruciali per evitare che l’abbondanza produttiva eserciti pressioni sui prezzi.
Le sfide della filiera tra gestione in campo e mercato
La vendemmia 2025 mette in evidenza un quadro ricco di opportunità ma anche di criticità che richiedono risposte integrate. L’eccesso di offerta, ad esempio, rischia di comprimere i prezzi, ma può essere mitigato con una gestione oculata delle rese e con strategie di valorizzazione della qualità. Alla pressione dei mercati internazionali, sempre più selettivi e condizionati da dazi e calo dei consumi, si può rispondere diversificando i canali di vendita, potenziando l’enoturismo e rafforzando la presenza nei mercati emergenti.
Sul fronte agronomico, la sfida fitosanitaria resta cruciale: monitoraggi costanti, interventi mirati di diradamento e una gestione attenta della ventilazione dei grappoli permettono di contenere i rischi e di garantire un profilo qualitativo elevato anche in annate complesse. Infine, la comunicazione gioca un ruolo decisivo: raccontare al consumatore il valore del territorio e la specificità dei vini italiani, soprattutto nei segmenti premium, è la chiave per trasformare la qualità in riconoscimento economico.
Conclusione
Settembre 2025 segna una vendemmia che riparte in termini quantitativi, con prospettive qualitative solide. Ma la sfida non è più solo nel vigneto: è nel mercato globale, dove occorrerà far valere il valore dei vini italiani, sostenere le denominazioni, e costruire percorsi commerciali intelligenti per assicurare reddito alle imprese della filiera.
Andrea Vitali
Fonti: Assoenologi, UIV, ISMEA, Unione Italiana Vini, WineNews, I Grandi Vini, Wine Meridian, QuiFinanza.