I vivaisti olivicoli di Pescia presenti al Premio il Magnifico
- Andrea Vitali
Per Elena Sonnoli: «il Magnifico fa conoscere oli che per l’elevata specificità sono difficili da trovare; positivo che vengano premiati gli oli di qualità del sud Italia; dobbiamo innovare e produrre di più, se no saranno altri a colmare la domanda insoddisfatta del nostro buon olio». Luca Cinelli: «positiva la presenza di oli stranieri, non dobbiamo fossilizzarci; la vittoria della Puglia non sorprende, è con la Toscana una delle patrie dell’olio; necessario piantare più olivi per una produzione intensiva». Pietro Barachini, che ha fatto parte degli assaggiatori del Premio il Magnifico, afferma: «in tutto il mondo sta aumentando la qualità perché sta migliorando la trasformazione, fondamentale puntare sulla biodiversità delle nostre cultivar e riprodurre piante autoctone, da cui potrebbero venir fuori oli sconosciuti» di grande pregio.
Pietro Barachini ritiene «molto importante» la maggiore presenza di oli stranieri. «Speriamo di estenderlo poi a tutto il mondo, perché questo dimostra che nel mondo e in Europa la qualità sta aumentando, perché la trasformazione sta migliorando. Ci sono dei professionisti italiani che vanno ad aiutare la trasformazione al di fuori dell’Italia e quindi è per questo motivo che, secondo me, gli olivicoltori italiani devono insistere sulla biodiversità, cioè le grandi varietà di cultivar che abbiamo. Dobbiamo puntare su quello e sulla miglior trasformazione». Pertanto è per lui fondamentale la sezione del premio dedicata alla biodiversità, “Save Biodiversity Award”, vinta quest’anno dall’I&P Grand Cru Musignano dell’azienda agricola Ione Zobbi di Canino (Viterbo). «Sta crescendo la qualità dell’olio nel mondo – ripete -. Ad esempio in Spagna ci sono degli oli eccellenti, in Andalusia ci sono degli oli eccellenti. E questo ci deve far capire che abbiamo delle possibilità con la biodiversità degli olivi autoctoni». E sulla mancata vittoria degli oli di casa dice: «in Toscana ci sono degli oli fantastici. Però devo anche dire che, quest’anno, trovare una coratina con una rotondità del genere era veramente difficile. E quindi gli assaggiatori sono stati colpiti da questo. Ha vinto il migliore» (vedi nostro servizio).