Da Santa Paolina le proposte per far ripartire l'olivicoltura italiana
- Andrea Vitali
Venerdì scorso all'azienda sperimentale di Santa Paolina dell'Ivalsa-Cnr si è parlato di biodiversità, ricerca e innovazione: questi i punti di forza della produzione di olio extravergine di oliva italiano da valorizzare per far rinascere il settore in forte crisi a partire dall'agricoltura di precisione e dall'uso del germoplasma.
L'adozione di un'agricoltura di precisione per la coltivazione dell'olivo consentirebbe così un monitoraggio continuo dei parametri chiave, attraverso tecniche di remote sensing ed uso di droni gestiti da robot. Questa stessa tecnologia può essere impiegata negli studi di fenotipizzazione dell’olivo, utilizzando come base le ricchissime collezioni di germoplasma dell’olivo sia del Cnr, sia del Crea. «Queste due collezioni hanno centinaia di genotipi in comune e costituiscono due siti unici al mondo per studi comparati di common garden in ambienti pedoclimatici contrastanti. Ciò permetterà di valutare l’interazione genotipo × ambiente × variabilità inter-annuale dei diversi genotipi valutandone le caratteristiche agronomiche, produttive e i tratti qualitativi dell’olio secondo protocolli comuni. Questi studi consentiranno di sviluppare e convalidare modelli fenologici (fioritura e fruttificazione), epidemiologici (malattie tradizionali e nuove emergenze) e di dinamica delle popolazioni (per esempio la mosca dell'olivo) e in definitiva di individuare i genotipi resilienti ai diversi scenari di cambiamento globale» ribadisce Centritto.