Riduzione fitofarmaci in Ue, votata da Comagri proposta più morbida: -50% entro il 2035

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Riduzione fitofarmaci - Comagri

Passata il 9 ottobre in Commissione Agricoltura dell’Europarlamento una posizione che ammorbidisce il Regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, con dimezzamento a livello europeo prorogato dal 2030 al 2035 e obiettivi di riduzione nazionali obbligatori del 35%. Ora la palla passa alla Commissione Ambiente (che si esprimerà il 24 ottobre). Soddisfazione dell’europarlamentare Paolo De Castro, del ministro dell’agricoltura Lollobrigida e, più moderata, di Copa-Cogeca. Ma Giansanti (Confagricoltura) propone di sospendere la discussione della proposta di Regolamento fino al superamento dell’instabilità dei mercati internazionali agricoli.   

 
Il 9 ottobre la Commissione Agricoltura e sviluppo rurale (Comagri) del Parlamento europeo ha votato, a forte maggioranza (26 favorevoli, 9 contrari, 3 astenuti), a favore del parere presentato da Clara Aguilera (Spagna) sulla proposta di Regolamento dell’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. 
La posizione approvata, secondo il vice presidente della Comagri Paolo De Castro, esprime un «equilibrio tra i tre livelli di sostenibilità: ambientale, sociale ed economica» ed è il frutto di «un approccio pragmatico che, data l'impossibilità di arrivare a un rigetto della proposta, ha portato a prevedere un calendario più realistico, con l'obiettivo di una riduzione del 50% a livello Ue dell'uso dei pesticidi fissato per il 2035» e la possibilità per gli Stati membri di «un certo margine di flessibilità, con target di riduzione obbligatori a livello nazionale del 35%». Questo cambiamento del periodo di riferimento per il calcolo della riduzione, ha spiegato con comunicato stampa De Castro, «tiene meglio conto degli sforzi già fatti da alcuni Stati membri, in particolare l'Italia, nella riduzione dell'uso di fitofarmaci: basti pensare che dal triennio 2011-2013 (nuova base di calcolo) ad oggi, i nostri agricoltori hanno già ridotto di oltre il 20% l'utilizzo della chimica. Tutto ciò, insieme alla clausola di revisione che ne valuterà la fattibilità, rende più realistico e raggiungibile l'obiettivo al 2035, ma solo se accompagnato da un importante sforzo in innovazione, che metta a disposizione alternative concrete per contrastare le fitopatie, a partire dalle TEA, le nuove biotecnologie sostenibili» (vedi).
Soddisfatto anche il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, per il quale «il dimezzamento dell'uso dei pesticidi nel 2035, invece che nel 2030, deciso dalla Commissione Agri, rappresenta un ulteriore passo per difendere le eccellenze agroalimentari italiane». «Grazie al lavoro svolto dagli europarlamentari italiani di diversi schieramenti – ha aggiunto Lollobrigida - è stato approvato, come auspicavamo da tempo, un calendario più realistico per attuare una riduzione che sia compatibile con la produzione. Gli obiettivi che ci siamo dati rispetto alla sostenibilità ambientale non sono mai stati in discussione, ma i tempi e i modi devono essere ragionevoli. La sicurezza ambientale, energetica e la sovranità alimentare devono essere sempre garantite. Dobbiamo continuare a investire nella ricerca e sulle tecniche evolutive per avere colture resistenti e di qualità. Difendiamo il Sistema Italia, simbolo di eccellenza nel mondo e tuteliamo il nostro sistema agricolo che rappresenta un paradigma di sostenibilità da esportare in tutto il mondo».
Moderata soddisfazione invece da parte di Copa-Cogeca, la voce degli agricoltori e delle cooperative agroalimentari europee, che nella sua nota stampa del 9 ottobre ha definito la posizione votata da Comagri «un compromesso accettabile». Tre sono gli aspetti più rilevanti di tale parere sulla proposta di Regolamento ad avviso del Copa-Cogeca: 1) l’estensione dei tempi di attuazione della riduzione dei fitofarmaci con l’abolizione della precedente metodologia di calcolo dei target nazionali e una clausola di revisione che consentirebbe di adattare gli obiettivi in base alle disponibilità di prodotti alternativi per la protezione delle piante; 2) l’idea di procedere a restrizioni dei fitofarmaci nelle aree sensibili piuttosto che imporre entro la scadenza un divieto totale «semplicemente irrealizzabile»; 3) il non utilizzo di fondi Pac per finanziare l’applicazione di questo Regolamento.
Come ricordato da Ansa Terra e Gusto, la Comagri ha competenza esclusiva solo sulla parte dei finanziamenti, mentre «per il resto del Regolamento a guidare il dossier è la commissione Ambiente, che voterà il 24 ottobre». Copa e Cogeca hanno pertanto fatto appello alla Commissione Ambiente dell’Europarlamento di tenere conto della posizione di Comagri. 
Ieri comunque è arrivata la richiesta di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, di rimandare la discussione della proposta di Regolamento sull’uso sostenibile di fitofarmaci al «dopo-crisi». «Pur riconoscendo l’impegno della Commissione nel riportare il dibattito sugli input chimici su basi pragmatiche e non ideologiche – ha dichiarato Giansanti - Confagricoltura ritiene che la discussione sulla proposta di regolamento per la riduzione dell’impiego di input chimici nel settore primario vada sospesa in attesa che si superi l’attuale fase di incertezza economica e di instabilità dei mercati internazionali dei prodotti agricoli. L’impegno della politica nazionale ed europea deve essere concentrato sulla tutela del potenziale produttivo del nostro settore. Solo in questo modo è possibile continuare a garantire la sicurezza alimentare nel nostro Paese come anche negli altri Stati membri».
 

L.S.